sabato 9 gennaio 2016

Anteprima: Real


Ciao Amiche delle Nuvole!
Oggi vi do una notizia davvero molto interessante e soprattutto IN ANTEPRIMA! Ebbene sì, in contemporanea con i blog americani, vi presentiamo il prologo dell’ultimo libro della serie REAL di Katy Evans, edita in Italia dalla Casa Editrice Fabbri Editori.

La serie si compone in questo modo:

1.     Sei tu il mio per sempre (recensione QUI)
2.     Mine – inedito in Italia
3.     Remy – inedito in Italia
4.     Rogue – inedito in Italia
5.     Ripped – inedito in Italia
6.     Legend – inedito in Italia, prossimamente sulle piattaforme americane.


I libri sono leggibili come stand-alone a eccezione dei primi tre. Purtroppo devo darvi due notizie: non si sa quando verrà pubblicato il secondo libro e… la traduzione è veramente pessima. È per questo che vi consiglierei di leggere i libri in lingua, se potete, oppure di aspettare e pregare con me che la traduttrice venga sostituita :P

Nel frattempo, potete leggere in ANTEPRIMA ESCLUSIVA il prologo di Legend e dirmi che ne pensate.


TramaMaverick “Il Vendicatore” Cage vuole essere al top e diventare una leggenda nel ring. Nonostante tenga la sua identità ben custodita, è conosciuto nel circuito delle lotto come il nuovo arrivato con un chip sulla spalla e un tatuaggio sulla schiena che lo identifica come combina guai. Deve regolare i conti con l’eroe dell’Underground, il solo e uno Remington “Riptide” Tate.
Durante gli allenamenti incontra una ragazza – l’unica ragazza nuova in città – e volando scintille. Quando le cose si riscaldano, scopre che lei non è che Reese Dumas, la cugina della moglie di Remington Tate. Una ragazza che dovrebbe avere qualcosa contro di lui e che lui dovrebbe star lontano.
Ma Maverick combatte per la donna nel suo cuore e i mostri nel suo sangue. Gli occhi del mondo sono puntati su di loro e il vincitore passerà alla storia come l’ultimo campione, l’ultima leggenda.


Combatte con onore.
Combatte per amore.


PROLOGO

SEATTLE

Maverick

‘Nemmeno tra un milione di anni, ragazzino’
‘No.’
‘NON SONO INTERESSATO’
‘Togliti dal cazzo!’
Quattro città in due giorni ed erano di più le porte che mi erano state sbattute in faccia di quelle che avevo potuto contare. Mi rimisi lo zaino in spalla e cancellai un altro nome dalla mia lista.
Saltai su un autobus e scesi dopo una mezz’ora, cercando tra I numeri civici degli appartamenti e dei negozi quella che era la mia ultima speranza.
“Coach Hennesy?”
È un uomo alto, capelli sale e pepe, che indossa sempre la tuta e un cronometro giallo sempre al collo. Mi rivolge uno sguardo interrogative.
“Sono il tuo prossimo campione”
Ride, ma poi deve vedere qualcosa nel mio viso. Nella mia stazza. Fame, caparbietà, coraggio. Forse dai miei occhi si possono vedere le mie palle. Si avvicina e spalanca la porta.
“Entra”
Non chiede come mi chiamo.
Credo che con uno sguardo, lui sappia che troverà il mio nome sul dizionario, accanto a “determinazione”.
Mi porta nel suo garage. “In che palestra ti allenavi?”
“Autodidatta. Guardavo dei video”.
Scuote le spalle. “Ok, vediamo che cosa sai fare”.
Do un’occhiata all’attrezzatura nella stanza. I sacchi pesanti che pendono dal soffitto, cose che gli altri hanno indossato prima di me. Nell’angolo c’è un sacco per l’allenamento, sacchi per migliorare la velocità. Pesi. Tutto il necessario per una palestra privata. Mollo entrambe le mie borse e poi apro lo zaino e inizio a tirare fuori i guanti senza togliere il mio cappuccio.
“Toglietelo, devo vedere cosa mi puoi offrire. Devo vedere il tuo fisico” dice Hennesy.
Stringo i denti. Lentamente abbasso la zip della felpa. Tolgo il cappuccio e guardo al di là della mia spalla, girandomi in modo da poter dare le spalla al coach. Sta sistemando il ring. Bene. Possiamo iniziare. Cammina verso di me fino ad arrivare faccia a faccia.
“Dammi”. Gli do la felpa e la getta a lato, poi incrocia le braccia e mi guarda. “ Prima la velocità”.
Inspiro, mettendomi davanti al sacco e colpisco. Wham.
Continuo a colpire, leggero e veloce, i miei pugni fanno volare il sacco.
Prima mi sarei riscaldato, ma lo sto facendo da giorni e non smetterò finché non avrò avuto un allenatore – e nemmeno allora smetterò.
Ho un buon ritmo, lo aumento, le braccia che vanno avanti e indietro che colpiscono il sacco così forte che non si può nemmeno vedere.
Sto inziando a sudare, fa caldo qui, ma non posso fermarmi. Deve accettare. Ho bisogno di un si per andare sul ring. Solo un sì, e io farò il resto.
“Basta” Hennesy mi ferma. Fa un cenno verso degli altri sacchi. “Vediamo come fai a pugni”.
Ondeggio e colpisco con le nocche il sacco, mettendoci tutta la mia potenza. Thack, thump, thund.
Hennesy inizia a mostrare dell’eccitazione. “Cazzo, ragazzo!”
Ci sto arrivando. Sto arrivando in quell punto – ci siamo solo io, il sacco di pelle marrone, i miei pugni e nient’altro che il punto che continuo a colpire.
“Ho visto abbastanza”. Ferma il sacco dondolante. I suoi occhi sono ricchi di eccitazione. “Compila il modulo”.
Mi tolgo il guantone destro e prendo una penna mentre lui mette un foglio sul tavolino nell’angolo. Mi piego per scrivere il mio nome e i miei contatti e capisco, troppo tardi, di aver fatto vedere il tatuaggio sulla schiena.
“Sei il suo ragazzo”
Stavo firmando e mi fermo.
Passa un secondo. Poi due.
Lentamente poso la penna e guardo il foglio per l’ultima volta. Credo di non riuscire a compilarlo.
Mi giro.
La sua faccia si è fatta pallida.
Aspetto alcuni secondi. Forse è diverso. Forse può farsene una ragione.
Mi getta la felpa ai piedi. “Vattene. Nessuno vuol vederti combattere”.
Aggrotto la fronte e faccio un gesto sprezzante mentre prendo la felpa e mi dirigo verso di lui. Ora sono anche incazzato. “Ѐ davvero un peccato. Perché combatterò a ogni costo”.
Tengo i miei occhi su di lui mentre mi tolgo il guanto sinistro e indosso la felpa, allacciandola.
Esco e la porta dietro di me sbatte. Stringo i denti e, mentre infilo i miei guanti dentro la borsa, ritrovo i vecchi guantoni neri. Li spingo in fondo e poi chiudo la zip.
La stagione inizia tra una settimana e mezzo. Nessun allenatore? Nessun combattimento. Non riesco nemmeno a essere accettato da una palestra.
Ma non lascerò che qualcuno o qualcosa si frapponga tra me e il ring.
Raccolgo un centesimo da terra.
E poi, al di là della strada, vedo una ragazza in abiti da ginnastica che si allaccia le scarpe. Sta per entrare in palestra. Addirizzo le spalle, mi calco il cappuccio della felpa in testa, attraverso la strada e inizio a seguirla come fossi il suo cagnolino.

Traduzione a cura
Della vostra Robi!

Attenzione! Anteprima ESCLUSIVA! Se copiate, citate la fonte!
Grazie :)

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