domenica 10 gennaio 2016

Anteprima: Insieme a te


Ciao amiche!
Benvenute al nostro appuntamento domenicale! Oggi abbiamo un ospite davvero molto affascinante, un uomo al quale nessuno vorrebbe rinunciare.
Occhi azzurri e capelli mori. Chi potrebbe essere? Ma il nostro Mister Tenebroso e fatale.
Gideon Cross *^*

Per chi si fosse dimenticato di lui, ragazze spiegatemi come potrebbe essere possibile!! 

La serie Crossfire si articola in questo modo:


  1. A nudo per te 
  2. Riflessi di te (recensione 1 e 2 QUI)
  3. Nel profondo di te 
  4. In gioco per te (recensione 3 e 4 QUI)
  5. Insieme a te


Il quinto libro sarà pubblicato ad aprile!
Non vedo l’ora!!


TramaGideon Cross. Innamorarmi di lui è stato la cosa più semplice che abbia mai fatto. E’ successo in un istante.

Completamente. Irrevocabilmente. Sposarlo è stato un sogno divenuto realtà. Rimanere sposata con lui è la battaglia della mia vita. L’amore ti trasforma. Il nostro è sia un rifugio dalla tempesta ma anche la tempesta più violenta. Due anime distrutte intrecciate come una sola. Abbiamo denudato l’uno all’altro i nostri più profondi e brutti segreti. Gideon è lo specchio che riflette tutti i miei difetti…. e tutta la bellezza che non riuscivo a vedere. Lui mi ha dato tutto. Adesso, devo provare che io posso essere per lui la roccia, il rifugio così come lui lo è per me. Insieme, possiamo cercare di lottare contro coloro che stanno così ferocemente provando di mettersi in mezzo a noi. Ma la nostra battaglia più grande potrebbe essere proprio quella che si trova in quelle promesse che ci danno la forza. Impegnarsi di amare è stato solo l’inzio. Lottare per esso potrà liberarci…. o separarci.


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New York è la città che non dorme mai, e non ha mai nemmeno sonno. Il mio condominio sulla Upper East Side ha il livello di insonorizzazione che ci si aspetta in una proprietà multimilionaria, ma nonostante questo i suoni della città filtravano all’interno – il picchiettare ritmico delle ruote sulle strade usurate, le proteste dei freni ad aria compressa esausti, e l’incessante strombazzare dei clacson dei taxi.
Mentre uscivo dal bar d’angolo nella sempre trafficata Broadway, la frenesia della città mi inondò. Come avevo fatto a vivere prima, senza la cacofonia di suoni di Manhattan?
Come ero riuscita a vivere senza di lui?
Gideon Cross.
Presi la sua mascella tra le mani, e lo sentii strofinare il naso al mio tocco. Questa dimostrazione di vulnerabilità e affetto mi attraversò da parte a parte. Solo poche ore prima avevo pensato che non avrebbe mai potuto cambiare, che avrei dovuto scendere a troppi compromessi per condividere la mia vita con lui. Ora stavo in piedi davanti al suo coraggio e dubitavo del mio.
Avevo chiesto più a lui che a me stessa? Mi vergognavo della possibilità che l’avessi spinto ad evolversi mentre io ero rimasta ostinatamente la stessa.
Stava in piedi di fronte a me, così alto e forte. In jeans e t-shirt, con un cappello da baseball calcato sulla fronte, non era facilmente riconoscibile come il grande magnate che il mondo pensava di conoscere, ma essendo così carismatico per natura influenzava chiunque gli passasse accanto. Con la coda dell’occhio, notai come la gente che ci stava vicino lo guardava, poi reagiva a scoppio ritardato.
Vestito in maniera casual o nel classico abito a tre pezzi su misura che lui prediligeva, il potere del corpo muscoloso e slanciato di Gideon era inconfondibile. La sua postura, l’autorità che esercitava con un controllo impeccabile, rendeva impossibile per lui persino confondersi con lo sfondo.
New York ingoiava  ogni cosa che arrivava in città, mentre Gideon teneva la Grande Mela con un guinzaglio dorato.
E lui era mio. Anche con il suo anello al dito, a volte facevo davvero fatica a crederlo.
Lui non sarebbe mai stato solo un uomo. Era la sua ferocia avvolta nell’eleganza, la perfezione venata di difetti. Era il fulcro del mio mondo, un fulcro per il mondo.
Eppure mi aveva appena provato che si sarebbe piegato e avrebbe ceduto fino al punto di rottura per stare con me. cosa che mi lasciava con una rinnovata determinazione a provargli che io valevo il dolore che lo avevo costretto ad affrontare.
In torno a noi le vetrine dei negozi lungo la Broadway stavano riaprendo. Il flusso di traffico in strada cominciava ad ingrossarsi, macchine nere e taxi gialli rimbalzavano selvaggiamente sulla superficie irregolare. I residenti  si riversavano come gocce sui marciapiedi, portando a passeggio i propri cani o dirigendosi verso Central Park per una corsetta mattutina, rubando tutto il tempo che riuscivano prima che la giornata lavorativa si manifestasse con la sua vendetta.
La Mercedes accostò al bordo del marciapiede nel momento in cui lo raggiungemmo, Raul era solo una grossa figura indistinta al volante. Angus fece scivolare la Bentley al suo posto dietro l’altro veicolo. Il mio passaggio e quello di Gideon andavano verso case separate. Che razza di matrimonio era?
Il fatto era che quello era il nostro matrimonio, nonostante nessuno dei due lo volesse in quel modo. Avevo dovuto tracciare una linea quando Gideon aveva assunto il mio capo togliendolo all’agenzia pubblicitaria per cui lavoravo.
Capivo il desiderio di mio marito che io mi unissi alla Cross Industries, ma cercare di forzarmi la mano muovendosi dietro le mie spalle…? Non potevo permetterlo, non con un uomo come Gideon. Eravamo ancora insieme – prendevamo decisioni insieme – o eravamo troppo lontani per fare in modo che la nostra relazione funzionasse?
Alzando la testa guardai in alto verso il suo magnifico viso. C’era rimorso e sollievo. E amore. Così tanto amore.
Toglieva il fiato da quanto era affascinante. I suoi occhi erano blu come il Mar dei Caraibi, i suoi capelli una criniera spessa e lucente che gli sfiorava il colletto. Una mano adorante aveva scolpito ogni piano ed ogni angolo del suo viso ad un livello di perfezione che ammaliava e rendeva difficile pensare razionalmente. Ero stata affascinata dal suo aspetto dal primo momento che lo avevo visto, e ancora adesso mi friggevano le sinapsi in momenti casuali. Gideon semplicemente mi aveva abbagliato.
Ma in realtà era stato l’uomo all’interno, la sua energia inesauribile e il suo potere, la sua intelligenza acuta e il suo essere spietato uniti con un cuore che poteva essere così tenero..
“Grazie.” Le mie dita accarezzarono le linea scura delle sue sopracciglia, formicolando come facevano sempre quando toccavano la sua pelle. “Per avermi chiamato. Per avermi detto del tuo sogno. Per avermi incontrato qui.”

“Ti avrei incontrata ovunque.” Le parole era un voto, pronunciate con fervore e appassionatamente.
Tutti avevano dei demoni. Quelli di Gideon erano ingabbiati dalla sua volontà di ferro quando era sveglio, ma quando dormiva lo tormentavano con incubi violenti e crudeli. Avevamo così tanto in comune, ma gli abusi della nostra infanzia erano un trauma condiviso che ci univano e ci allontanavano allo stesso tempo. Questo mi faceva combattere più duramente. I nostri abusatori ci avevano già tolto troppo.
“Eva... sei l’unica forza sulla terra che può tenermi lontano.”
“Grazie, anche per questo,” mormorai, il petto stretto. “So che non è stato facile per te darmi spazio, ma ne avevamo bisogno. E so che ti ho spinto oltre...”
“Troppo oltre.”
La mia bocca si curvò al piccolo morso di gelo nelle sue parole. Gideon non era un uomo abituato a vedersi negare quello che voleva. “Lo so. E me lo hai permesso, perché mi ami.”
“È più che amore.” Le sue mani mi avvolsero i polsi, stringendosi nel modo che faceva arrendere tutto dentro di me.
Annuii, non più spaventata dall’ammettere che avevamo bisogno dell’altro in un modo che alcuni avrebbero considerato malato. Era quello che eravamo, quello che avevamo. Ed era prezioso.
“Andremo dal dottor Petersen insieme.” Disse le parole come un comando inequivocabile, ma il suo sguardo cercò il mio come se avesse fatto una domanda.
“Sei così dispotico,” scherzai, volendo che ci lasciassimo con un sentimento positivo. Pieno di speranza. Il nostro appuntamento settimanale di terapia con il dottor Lyle Petersen era solo tra poche ore, e non poteva essere programmato più opportunamente. Avevamo raggiunto una svolta. Potevamo chiedere un po’ di aiuto nel decidere quale era il prossimo passo che avremmo dovuto fare da qui.
Le sue mani circondarono la mia vita. “Ami questo lato di me.”
Raggiunsi l’orlo della sua maglietta, impugnando il soffice tessuto. “Io amo te.”
“Eva.” Le sue braccia si strinsero sicure intorno a me, il suo respiro caldo e tremante sul mio collo. Manhattan ci circondava ma non poteva introdursi. Quando eravamo insieme, non c’era nient’altro.
Mi scappò un basso suono di desiderio, tutto quello che dentro di me lo desiderava e lo agognava rabbrividiva per la delizia di tenerlo premuto contro di me ancora una volta. Respirai il suo profumo con profonde inspirazioni, le mie dita massaggiavano i rigidi muscoli della sua schiena. L’impeto che mi attraversò era inebriante. Ero drogata di lui – cuore, anima e corpo – ed ero stata giorni senza la mia dose, lasciandomi tremante e senza equilibrio, incapace di funzionare correttamente.
Mi inghiottiva, il suo corpo così più grande e forte del mio. Mi sentivo al sicuro nel suo abbraccio, amata e protetta. Niente poteva toccarmi o ferirmi quando lui mi stringeva. Volevo che lui sentisse lo stesso senso di sicurezza con me. Avevo bisogno che lui sapesse che poteva abbassare la guardia, riprendere fiato, e io avrei potuto proteggere entrambi.
Dovevo essere più forte. Più intelligente. Più spaventosa. Avevamo dei nemici, e Gideon li stava affrontando da solo. Era innato per lui essere protettivo; era una delle sue caratteristiche che ammiravo profondamente. Ma dovevo cominciare a mostrare alla gente che potevo essere un avversario formidabile tanto quanto mio marito.
Più importante, dovevo provarlo a Gideon.
Chinandomi verso di lui, assorbii il suo calore. Il suo amore. “Ci vediamo alle cinque, Asso.”
“Non un minuto più tardi,” ordinò in modo burbero.
Risi senza volerlo, infatuata di ogni sfaccettatura ruvida di lui. “O cosa?”
Tirandosi indietro, mi fece uno sguardo che mi fece arricciare le dita del piedi. “O verrò a prenderti.”


Traduzione a cura 
della vostra amica Robi

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