Ciao amiche!
Benvenute al
nostro appuntamento domenicale! Oggi abbiamo un ospite davvero molto
affascinante, un uomo al quale nessuno vorrebbe rinunciare.
Occhi
azzurri e capelli mori. Chi potrebbe essere? Ma il nostro Mister Tenebroso e fatale.
Gideon Cross *^*
Per chi si
fosse dimenticato di lui, ragazze spiegatemi come potrebbe essere possibile!!
La serie Crossfire si articola in questo modo:
- A nudo per te
- Riflessi di te (recensione 1 e 2 QUI)
- Nel profondo di te
- In gioco per te (recensione 3 e 4 QUI)
- Insieme a te
Il quinto
libro sarà pubblicato ad aprile!
Non vedo
l’ora!!
Trama: Gideon Cross.
Innamorarmi di lui è stato la cosa più semplice che abbia mai fatto. E’
successo in un istante.
Completamente.
Irrevocabilmente. Sposarlo è stato un sogno divenuto realtà. Rimanere sposata
con lui è la battaglia della mia vita. L’amore ti trasforma. Il nostro è sia un
rifugio dalla tempesta ma anche la tempesta più violenta. Due anime distrutte
intrecciate come una sola. Abbiamo denudato l’uno all’altro i nostri più
profondi e brutti segreti. Gideon è lo specchio che riflette tutti i miei
difetti…. e tutta la bellezza che non riuscivo a vedere. Lui mi ha dato tutto.
Adesso, devo provare che io posso essere per lui la roccia, il rifugio così
come lui lo è per me. Insieme, possiamo cercare di lottare contro coloro che
stanno così ferocemente provando di mettersi in mezzo a noi. Ma la nostra
battaglia più grande potrebbe essere proprio quella che si trova in quelle
promesse che ci danno la forza. Impegnarsi di amare è stato solo l’inzio.
Lottare per esso potrà liberarci…. o separarci.
---
New York è
la città che non dorme mai, e non ha mai nemmeno sonno. Il mio condominio sulla
Upper East Side ha il livello di insonorizzazione che ci si aspetta in una
proprietà multimilionaria, ma nonostante questo i suoni della città filtravano
all’interno – il picchiettare ritmico delle ruote sulle strade usurate, le
proteste dei freni ad aria compressa esausti, e l’incessante strombazzare dei
clacson dei taxi.
Mentre
uscivo dal bar d’angolo nella sempre trafficata Broadway, la frenesia della
città mi inondò. Come avevo fatto a vivere prima, senza la cacofonia di suoni
di Manhattan?
Come ero
riuscita a vivere senza di lui?
Gideon
Cross.
Presi la sua
mascella tra le mani, e lo sentii strofinare il naso al mio tocco. Questa
dimostrazione di vulnerabilità e affetto mi attraversò da parte a parte. Solo
poche ore prima avevo pensato che non avrebbe mai potuto cambiare, che avrei
dovuto scendere a troppi compromessi per condividere la mia vita con lui. Ora
stavo in piedi davanti al suo coraggio e dubitavo del mio.
Avevo
chiesto più a lui che a me stessa? Mi vergognavo della possibilità che l’avessi
spinto ad evolversi mentre io ero rimasta ostinatamente la stessa.
Stava in
piedi di fronte a me, così alto e forte. In jeans e t-shirt, con un cappello da
baseball calcato sulla fronte, non era facilmente riconoscibile come il grande
magnate che il mondo pensava di conoscere, ma essendo così carismatico per
natura influenzava chiunque gli passasse accanto. Con la coda dell’occhio,
notai come la gente che ci stava vicino lo guardava, poi reagiva a scoppio
ritardato.
Vestito in
maniera casual o nel classico abito a tre pezzi su misura che lui prediligeva,
il potere del corpo muscoloso e slanciato di Gideon era inconfondibile. La sua
postura, l’autorità che esercitava con un controllo impeccabile, rendeva
impossibile per lui persino confondersi con lo sfondo.
New York
ingoiava ogni cosa che arrivava in città, mentre Gideon teneva la Grande
Mela con un guinzaglio dorato.
E lui era
mio. Anche con il suo anello al dito, a volte facevo davvero fatica a crederlo.
Lui non
sarebbe mai stato solo un uomo. Era la sua ferocia avvolta nell’eleganza, la
perfezione venata di difetti. Era il fulcro del mio mondo, un fulcro per il
mondo.
Eppure mi
aveva appena provato che si sarebbe piegato e avrebbe ceduto fino al punto di
rottura per stare con me. cosa che mi lasciava con una rinnovata determinazione
a provargli che io valevo il dolore che lo avevo costretto ad affrontare.
In torno a
noi le vetrine dei negozi lungo la Broadway stavano riaprendo. Il flusso di
traffico in strada cominciava ad ingrossarsi, macchine nere e taxi gialli
rimbalzavano selvaggiamente sulla superficie irregolare. I residenti si
riversavano come gocce sui marciapiedi, portando a passeggio i propri cani o
dirigendosi verso Central Park per una corsetta mattutina, rubando tutto il
tempo che riuscivano prima che la giornata lavorativa si manifestasse con la
sua vendetta.
La Mercedes
accostò al bordo del marciapiede nel momento in cui lo raggiungemmo, Raul era
solo una grossa figura indistinta al volante. Angus fece scivolare la Bentley
al suo posto dietro l’altro veicolo. Il mio passaggio e quello di Gideon
andavano verso case separate. Che razza di matrimonio era?
Il fatto era
che quello era il nostro matrimonio, nonostante nessuno dei due lo volesse in
quel modo. Avevo dovuto tracciare una linea quando Gideon aveva assunto il mio
capo togliendolo all’agenzia pubblicitaria per cui lavoravo.
Capivo il
desiderio di mio marito che io mi unissi alla Cross Industries, ma cercare di
forzarmi la mano muovendosi dietro le mie spalle…? Non potevo permetterlo, non
con un uomo come Gideon. Eravamo ancora insieme – prendevamo decisioni insieme
– o eravamo troppo lontani per fare in modo che la nostra relazione
funzionasse?
Alzando la
testa guardai in alto verso il suo magnifico viso. C’era rimorso e sollievo. E
amore. Così tanto amore.
Toglieva il
fiato da quanto era affascinante. I suoi occhi erano blu come il Mar dei
Caraibi, i suoi capelli una criniera spessa e lucente che gli sfiorava il
colletto. Una mano adorante aveva scolpito ogni piano ed ogni angolo del suo
viso ad un livello di perfezione che ammaliava e rendeva difficile pensare
razionalmente. Ero stata affascinata dal suo aspetto dal primo momento che lo
avevo visto, e ancora adesso mi friggevano le sinapsi in momenti casuali.
Gideon semplicemente mi aveva abbagliato.
Ma in realtà
era stato l’uomo all’interno, la sua energia inesauribile e il suo potere, la
sua intelligenza acuta e il suo essere spietato uniti con un cuore che poteva
essere così tenero..
“Grazie.” Le
mie dita accarezzarono le linea scura delle sue sopracciglia, formicolando come
facevano sempre quando toccavano la sua pelle. “Per avermi chiamato. Per avermi
detto del tuo sogno. Per avermi incontrato qui.”
“Ti avrei
incontrata ovunque.” Le parole era un voto, pronunciate con fervore e
appassionatamente.
Tutti
avevano dei demoni. Quelli di Gideon erano ingabbiati dalla sua volontà di
ferro quando era sveglio, ma quando dormiva lo tormentavano con incubi violenti
e crudeli. Avevamo così tanto in comune, ma gli abusi della nostra infanzia
erano un trauma condiviso che ci univano e ci allontanavano allo stesso tempo.
Questo mi faceva combattere più duramente. I nostri abusatori ci avevano già
tolto troppo.
“Eva... sei
l’unica forza sulla terra che può tenermi lontano.”
“Grazie,
anche per questo,” mormorai, il petto stretto. “So che non è stato facile per
te darmi spazio, ma ne avevamo bisogno. E so che ti ho spinto oltre...”
“Troppo
oltre.”
La mia bocca
si curvò al piccolo morso di gelo nelle sue parole. Gideon non era un uomo
abituato a vedersi negare quello che voleva. “Lo so. E me lo hai permesso,
perché mi ami.”
“È più che
amore.” Le sue mani mi avvolsero i polsi, stringendosi nel modo che faceva
arrendere tutto dentro di me.
Annuii, non
più spaventata dall’ammettere che avevamo bisogno dell’altro in un modo che
alcuni avrebbero considerato malato. Era quello che eravamo, quello che
avevamo. Ed era prezioso.
“Andremo dal
dottor Petersen insieme.” Disse le parole come un comando inequivocabile, ma il
suo sguardo cercò il mio come se avesse fatto una domanda.
“Sei così
dispotico,” scherzai, volendo che ci lasciassimo con un sentimento positivo.
Pieno di speranza. Il nostro appuntamento settimanale di terapia con il dottor
Lyle Petersen era solo tra poche ore, e non poteva essere programmato più
opportunamente. Avevamo raggiunto una svolta. Potevamo chiedere un po’ di aiuto
nel decidere quale era il prossimo passo che avremmo dovuto fare da qui.
Le sue mani
circondarono la mia vita. “Ami questo lato di me.”
Raggiunsi
l’orlo della sua maglietta, impugnando il soffice tessuto. “Io amo te.”
“Eva.” Le
sue braccia si strinsero sicure intorno a me, il suo respiro caldo e tremante
sul mio collo. Manhattan ci circondava ma non poteva introdursi. Quando eravamo
insieme, non c’era nient’altro.
Mi scappò un
basso suono di desiderio, tutto quello che dentro di me lo desiderava e lo
agognava rabbrividiva per la delizia di tenerlo premuto contro di me ancora una
volta. Respirai il suo profumo con profonde inspirazioni, le mie dita
massaggiavano i rigidi muscoli della sua schiena. L’impeto che mi attraversò
era inebriante. Ero drogata di lui – cuore, anima e corpo – ed ero stata giorni
senza la mia dose, lasciandomi tremante e senza equilibrio, incapace di
funzionare correttamente.
Mi
inghiottiva, il suo corpo così più grande e forte del mio. Mi sentivo al sicuro
nel suo abbraccio, amata e protetta. Niente poteva toccarmi o ferirmi quando
lui mi stringeva. Volevo che lui sentisse lo stesso senso di sicurezza con me.
Avevo bisogno che lui sapesse che poteva abbassare la guardia, riprendere
fiato, e io avrei potuto proteggere entrambi.
Dovevo
essere più forte. Più intelligente. Più spaventosa. Avevamo dei nemici, e
Gideon li stava affrontando da solo. Era innato per lui essere protettivo; era
una delle sue caratteristiche che ammiravo profondamente. Ma dovevo cominciare
a mostrare alla gente che potevo essere un avversario formidabile tanto quanto
mio marito.
Più
importante, dovevo provarlo a Gideon.
Chinandomi
verso di lui, assorbii il suo calore. Il suo amore. “Ci vediamo alle cinque,
Asso.”
“Non un
minuto più tardi,” ordinò in modo burbero.
Risi senza
volerlo, infatuata di ogni sfaccettatura ruvida di lui. “O cosa?”
Tirandosi
indietro, mi fece uno sguardo che mi fece arricciare le dita del piedi. “O
verrò a prenderti.”
Traduzione a cura
della
vostra amica Robi
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