domenica 13 settembre 2015

Anteprima: Ricordati di amare


Salve lettori e bentornati in una super anteprima!
Oggi torniamo a parlare di "Ricordati di amare" (Traduzione prologo QUI), in libreria prestissimo... il 17 settembre.
Siete curiosi di scoprire cosa ci riserverà in questo libro Rachel Van Dyken?
Bhè... AnniDiNuvole vi vuol fare un regalino e oggi vi traduce per voi il sesto capitolo, molto interessante! Buona lettura.




La serie "The ruin" è composta da:



1.Ricordati di sognare, Ruin (Recensione QUI
2. Ricordati di Amare, Toxic - in Italia il 17 settembre 
2.5 Fearless -  prossimamente in Italia
3. Shame - prossimamente in Italia


  • Titolo: Ricordati di amare
  • Autore: Rachel Van Dyken
  • Casa editrice: Nord
  • Numero pagine: 328
  • Da acquistare o no? Certo che si!


TramaDa quattro anni, Gabe Hyde vive in una menzogna. I suoi amici lo conoscono come un ragazzo allegro, sfacciato, che ama divertirsi e tornare a casa ogni sera con una conquista diversa. Nessuno sa che quella è una maschera che Gabe si è cucito addosso per nascondere la verità al mondo, lo stesso mondo che un tempo lo adorava come un idolo e che adesso, se scoprisse il suo segreto, lo trascinerebbe nel fango. E tutto per un unico, terribile errore che ha distrutto ciò che aveva di più caro. Dilaniato dal rimpianto e dal senso di colpa, Gabe è convinto di non avere più diritto di essere felice. Almeno finché non incontra Saylor. Sorriso innocente e luminosi occhi azzurri, Saylor è la classica brava ragazza cui di solito basta un'occhiata per capire che Gabe è un poco di buono dal quale è meglio stare alla larga. Invece lei è la sola in grado di leggere nel suo cuore. E a credere che meriti una seconda occasione. Ma l'amore che li lega darà a Gabe la forza necessaria per ricominciare o trascinerà anche Saylor nell'abisso?


Capitolo 6

Sapeva di cannella-purtroppo ero allergica alla cannella. Per fortuna non avevo avuto un shock anafilattico per quel bacio. Sarebbe stato imbarazzante. – Saylor
Saylor
Non ero sicura di quanto tempo avevo fissato il piano prima di riuscire a suonarlo.
Ogni volta che avevo provato a sollevare le mani, le sue erano tutto ciò che riuscivo a vedere.
Avevano delle note musicali tatuate su ogni nocca.
Non avevo idea del perché ricordassi un dettaglio così ridicolo. Ma sembrava strano che un ragazzo con quell’aspetto fosse capace di una musica come quella che si sentiva dalla sala prove.
Quello che aveva detto a porte chiuse era completamente diverso da come si era comportato quando stavo origliando.
Forse era colpa mia. Dopo tutto, quella musica mi aveva fatto sbavare come un cane in calore.
Era la mia debolezza, la mia rovina. Non avevo sentito quelle canzoni per molto tempo, toccavano qualcosa dentro di me, una parte nascosta da molto tempo che desideravo liberare, ma ero troppo spaventata per farlo.
Strano, perché non aveva niente a che fare con quella canzone, ma con il modo in cui l’aveva suonata- con una tale passione e un tale trasporto che mi fecero ingelosire.
Ecco il motivo per cui mi stavo laureando in teoria della musica e non in “performance”, come aveva dedotto lo stronzo.
Volevo essere un’insegnante. Volevo sicurezza. Sicurezza significava avere un lavoro, essere in grado di pagare il mio assurdo debito studentesco e che non avrei fallito.
La sicurezza era tutto ciò che avevo. Perché se rischi vieni ferita ed io ero stanca di esserlo.
La maggior parte delle persone che andava al college sperava in un’avventura, io mi sarei accontentata della mia laurea e di una tazza del mio college.
Niente era più importante per me, che non avere preoccupazioni.
Questo era normale per qualcuno che si era preso cura della sua famiglia negli ultimi anni. Al mio fratellino e a mia madre rimanevo solo io. Speravano che io diventassi qualcuno, così avrei potuto badare a loro.
In fondo non mi chiedevano tanto. Volevano che mi laureassi e che trovassi un lavoro con uno stipendio che ci permettesse di vivere tranquillamente.
Scossi la testa. Esercizio. Mamma. Eric. Erano loro a spingermi ad andare avanti, non un ragazzaccio viziato e tatuato a cui piaceva attaccare delle ragazze innocenti nelle aule di musica.
Bello. La mia vita era un romanzetto rosa in attesa di compiersi.
Chiusi gli occhi e appoggiai le mani sui tasti lisci e così iniziarono le mie due ore di esercizio.

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