martedì 25 agosto 2015

Recensione: Una vendetta quasi perfetta


Bentornati lettori, siete pronti a conoscere un nuovo libro per la rubrica del martedì? Quei libri freschi freschi di stampa... che sono in bella mostra o nascosti sui scaffali delle librerie. Che delizia!
Oggi parliamo di...



Voto copertina:


Neri Ottaviani è il terzo tassista fiorentino ucciso di venerdì con un colpo di calibro 22 alla testa. Il vicecommissario della Squadra Mobile Attilio Siciliano è sotto pressione, non riesce a trovare un movente che colleghi i tre omicidi, i tassisti del turno di notte hanno paura e il prossimo venerdì si avvicina inesorabilmente. Ci sarà un altro omicidio? Un nuovo Mostro si aggira per Firenze? Nella ricerca del colpevole, aiutato da Stefania Lanzi, dirigente della Buoncostume, e dall’amico tassista Valerio Chiellini, Attilio Siciliano scopre un giro di ricatti e una brutta storia di usura, ma non basta a fermare l’assassino. Ogni sette giorni il rituale si compie.


Non sono solita leggere romanzi gialli. Non mi piacciono particolarmente e li trovo spesso troppo simili tra loro ma questo romanzo va letto. De Sanctis è riuscito a creare qualcosa di diverso, intrigante e che non fa staccare gli occhi dalla pagina nemmeno un secondo.
Partiamo dal protagonista, il vicecommissario Attilio Siciliano. Il romanzo è raccontato dal suo punto di vista e quest’uomo sprizza sarcasmo da ogni poro, cosa che personalmente io amo, e poi è estremamente diretto e pratico, va dritto al dunque, fa domande scomode e non ha paura di andare contro i suoi superiori pur di portare a termine il lavoro. Stefania, la sua inaspettata collega, è la sua versione in gonnella, il che me l’ha resa subito estremamente simpatica.
Poi c’è la storia.
Il lettore un minimo perspicace non avrà problemi a capire chi sarà il colpevole. Lo capirà quasi subito, ancora prima della metà del libro. Penso che sia proprio il bello di questo libro: ti fa intuire chi è il colpevole, non te lo dice fino alle ultime righe del libro, e al contempo ti invoglia a leggere per vedere come il viceispettore capirà di chi si tratta e cosa ci sta dietro. Sì, perché alcuni passaggi del libro sono visti proprio dal punto di vista del nostro assassino, cosa che ci permette di scoprire le sue ragioni ed entrare nella sua psiche.
In realtà il punto focale del romanzo è proprio l’indagine, l’autore si prodiga a spiegarci e ad accompagnarci passo a passo attraverso l’indagine del vicecommissario, muovendosi all’interno dei meccanismi della questura, della procura e dei ragionamenti della polizia. È chiaro che De Sanctis ha fatto i compiti e sa di cosa parla perché ogni cosa è scritta con la massima precisione e attenzione per i dettagli.
A fare da sfondo a tutto questo c’è la magnifica Firenze, anche questa ben conosciuta dall’autore, con le sue vie e i suoi ristoranti e bar che il protagonista ama usare come luogo per svolgere le sue indagini.
Insomma, una bellissima lettura, un giallo che tiene con il fiato sospeso fino all’ultimo e che non stanca mai, che fa appassionare anche chi, di gialli, non è appassionato. Scritto con semplicità, sarcasmo e una grande capacità linguistica, a mio parere.
Leggetelo!

AnniDiNuvole vi ricorda di spolliciare il +1 e di lasciarci i vostri pensieri, ci farete contentissime.

Federica

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