martedì 25 agosto 2015

Recensione: La ragazza del treno


Buongiorno e ben ritrovati amici e amiche di AnniDiNuvole, rieccoci qui con un nuovo martedì pieno di #newsdaleggere! Quest’oggi vi parlerò di un vero e proprio caso letterario che ha fatto molto parlare di sé in questo periodo e che, per quanto non sia il mio genere preferito, si è aggiudicato il primo premio come romanzo estivo letto nel minor tempo possibile! Se siete curiosi di sapere di che romanzo sto parlando continuate a leggere la recensione !


Voto copertina:

La vita di Rachel non è una di quelle che si invidiano, una vita perfetta che vedi solo nei film... tutt’altro, Rachel è una donna che la vita la vive, che ha nella solitudine e nella depressione le più fedeli compagne, che trova conforto nella routine delle sue giornate. L’unica certezza della sua vita infatti è il treno delle 8.04 che ogni mattina la accompagna a Londra al lavoro e dal quale osserva la vita degli altri, invidiando gli amori da favola e le famiglie felici che spia dai finestrini. La sua casa preferita è il n° 15 di Blenheim Road, una villetta a schiera poco distante da quella nella quale ha abitato lei per diversi anni con l’amore della sua vita, Tom; in quella casa vivono Jess e Jason, una giovane coppia di cui Rachel immagina le giornate e che invidia perchè in loro rivede tutto ciò che lei e Tom non sono più, una coppia felice e innamorata, di quelle veramente perfette. Ma si sa, non è tutto oro quel che luccica, e come Rachel nasconde un passato oscuro e misterioso, fatto di amore, dolore e tradimento, così anche Jess e Jason, che in realtà sono Megan e Scott, non sono la coppia perfetta che Rachel crede; è proprio durante uno dei suoi tragitti in treno infatti che Rachel vede, attraverso il finestrino, qualcosa che la sconvolge e che da quel momento la lega indissolubilmente alla vita della coppia che tanto invidia, fino a sconvolgere le fondamenta più profonde della sua vita già fragile e messa alla prova.


Partiamo innanzitutto dal presupposto che non mi aspettavo di trovarmi davanti ad un romanzo che definirei giallo o quantomeno incentrato su diversi misteri da svelare e nodi da sciogliere. Questo genere non fa molto per me perché spesso non ho la pazienza di portare a termine la lettura ma in questo caso sono stata con il fiato sospeso per due giorni interi e sono arrivata alla fine del libro con uno strano senso di vuoto, come se aver terminato la storia avesse significato archiviarla... ma non era quello che volevo e ho continuato a riflettere sulla trama, sui suoi risvolti improvvisi e sulle scelte dell’autrice talmente tanto che ho (ri)valutato il libro una volta terminato di leggere. Attraverso le mani accorte ed esperte di Paula Hawkins infatti sono stata travolta da una valanga di bugie, verità, colpi di scena e ribaltamenti della storia che mi ha tenuta incollata alle pagine di questo libro per 48 ore e le conclusioni a cui sono arrivata una volta terminato sono state molteplici: ho apprezzato tantissimo lo stile e le scelte tecniche della Hawkins, anche se mi ci è voluto un po' per capirli, la fluidità della scrittura e la sincerità a volte cruda della narrazione; è un romanzo diretto, semplice ma non banale, che va letto con leggerezza ma mantenendo costante l’attenzione ai particolari, al non detto, a ciò che si legge tra le righe di una storia, anzi di molte storie, che si intrecciano e si evolvono in simbiosi. È un romanzo che invita il lettore a vivere nel presente, nutrendosi di ciò che ci passa ora per le mani, che ci sfila ora davanti agli occhi e che ci scorre ora sotto i piedi, che ci spinge a non fermarci ai rimorsi passati o alle speranze future, un romanzo incentrato sulle piccole cose che spesso non vediamo, sui piccoli particolari che delle volte non notiamo credendoli irrilevanti e di poco conto. È un romanzo, in fondo, che vuole farci interrogare sulla nostra vita, sul nostro quotidiano, che vuole farci comprendere come spesso siamo talmente presi a rivivere l’ieri o a previvere il domani che non ci curiamo a sufficienza dell’oggi, indispensabile per dare un senso a ciò che è stato e a ciò che sarà. È ciò che dice anche Rachel, che proprio grazie ad uno sconvolgimento della sua vita imparerà a prendersi cura di sé e a non lasciarsi vivere sballottata dai ricordi, dal dolore e dalla speranza:


“Se imparerò ad aggrapparmi a questa sensazione, quella che provo adesso, se scoprirò il segreto per concentrarmi sulla felicità del presente e godere dell’attimo, se la smetterò di chiedermi quando arriverà la prossima scintilla di euforia, allora andrà tutto a posto”.

In fondo di treni ne passano tanti, ma bisogna stare attenti a beccare quello giusto…

Spero di avervi trasmesso un poco delle emozioni contrastanti che questo libro mi ha lasciato addosso e spero che la recensione vi spinga a leggere il libro... non ve ne pentirete!! Non dimenticatevi di lasciare un pollice in su se vi piace il nostro lavoro e nulla, alla prossima!!

Sara
                                                                                                                                                                                                                 

1 commento:

  1. È da molto tempo che sto valutando la lettura di questo libro. Ora sono molto curiosa, pensavo fosse solo un giallo, ma mi sembra ci sia molto più da scoprire...

    RispondiElimina