venerdì 27 febbraio 2015

Recensione: Beckley


Ciao ragazze :)
Oggi Anni si mette il suo bellissimo vestitino verde ed è pronto a consigliarvi una storia diversa da quelle che abbiamo recensito fino ad adesso. Ma non per questo meno bella… anzi! È una One-shot, si legge davvero in pochissimi minuti, eppure fa riflettere.
Di cosa sto parlando?
Ma di…

  • Titolo: Beckley
  • Autore: Bloomsbury
  • Casa editrice: racconto gratuito disponibile sulla piattaforma EFP
  • Leggere sì o no? Decisamente sì



  • Voto: 8




Quando dovete descrivere una persona, quanti aggettivi usate?

Tre, quattro…? Dieci? Cento?
Eppure… non credete che tutto sia riassumibile in un solo e unico aggettivo? Pensate bene: se una ragazza è vanitosa questa sua caratteristica non trasparirà solo dal suo modo di vestirsi o di guardarsi allo specchio. Lo noteremo dalle sua gambe, da come si accavallano anche mentre è sulla metro, lo noteremo dai gesti lenti e misurati, perfetti per mettere in risalto le sue forme. Una ragazza vanitosa potrebbe essere sia magra che grassa, alta o bassa, bruna o bionda.
Ma tutto in lei, ci ricorderà l’aggettivo vanitosa.
Lo stesso vale per le persone grasse. Non sarà solo il suo corpo a essere abbondante, lo saranno le sue bugie, le sue scuse, i suoi gesti.
Tutto in lei sarà abbondante.
Scoprire questo aggettivo sarà un po’ come trovare un nome nascosto, riuscire a impossessarsi della parte più intima dell’anima, riuscire a decifrare un segreto.
Dopo anni come giornalista di successo, Backley decide di ritirarsi dalla scena e di non scrivere più. Certo, avrebbe ancora scritto sui biglietti per il teatro, sui sottobicchieri, ma non sarebbe più stato come prima. Non avrebbe più scritto articoli, ma semplici aggettivi. Un aggettivo per ogni essere umano. Volumi ricchi di aggettivi.
Sofferente.
Brioso.
Empatico.
Generoso.
Libero.
Trasparente.
Algido.
Giuliva.
Aggressiva.
Onesta.
Riuscire a individuare l’aggettivo perfetto è un po’ come liberare l’anima da un corpo, farla emergere in tutto il suo splendore. Si può pensare ore e ore alla parola perfetta, ma questa compare ancora molto tempo dopo, così, completamente all’improvviso, e, mentre si prende la penna in mano, per caso, la parola giusta ti colpisce, come un’illuminazione. Quell’aggettivo tanto agognato, tanto voluto, quell’aggettivo che in sé racchiude molto più di quanto si possa immaginare.


Silvia, l’autrice, paragona la ricerca di Beckley alle statue incompiute di Michelangelo. In entrambi i casi la vera natura è già nascosta nel materiale, grezzo, e l’artista non deve far altro che permettere alla vera natura di emergere.
Questa OS è stata davvero una piacevole scoperta e sono stata molto contenta di averla trovata. Un genere diverso dal solito, per dimostrare che Anni non è solo un blog romantico, ma che sa anche apprezzare il diverso.
Soprattutto se è perfetto.
Anche se questo non è l’aggettivo da me scelto per descrivere “Beckley”. Piuttosto, userei…
Intenso.
Beckley mi ha portato con sé in un mondo nuovo, fatto di parole, ma non di sprechi. Mi ha accompagnato nei suoi successi e reso partecipe quando non riusciva a trovare l’aggettivo adatto.
Non vi parlo del finale, ma voglio dirvi che è stato… appropriato. Coerente. Ancora una volta, perfetto.
Brava, Silvia! :)

E voi, care lettrici di Anni, che aggettivo date alla storia?
Fateci sapere attraverso un commento qui o sulla pagina fb :)
Un abbraccio e… al prossimo post!
Robi


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