Il nostro consueto appuntamento con #autoriemergenti ha inizio anche oggi.
Oggi tornerò a parlarvi di una storia che è nata sul sito
di EFP e che personalmente considero ben sviluppata e perfettamente inserita
nel contesto delle storie originali.
Vi parlo di…
- Titolo: La teoria del colore rosso
- Autore: Vibral24
- Numero capitoli: 38
- Genere: Romantico, sentimentale e sportivo
- Leggerla o no? Si
- Link per leggere la storia http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2053679&i=1
- Voto: 8 e mezzo
Raramente potevo concedermi il lusso di
rimanere più del dovuto nel letto insieme con lui, raramente accadeva di
svegliarmi e di trovarlo ancora addormentato, raramente avevo l’opportunità di
osservarlo in quel modo e studiare tutti quei piccoli particolari che, dopo
quasi nove mesi, avrei dovuto conoscere a memoria ma che, invece, mi piaceva
scoprire in situazioni come quella.
"La teoria del colore rosso" vede come protagonista
Virginia Borretti, ragazza con una grandissima dote per la meccanica e con due
lauree scintillanti pronte per essere sfruttate. Scappa dal suo luogo nativo e
inizia a muovere i primi passi nella progettazione di auto da corsa in Germania
con la Black Panter. Qui ha la possibilità non solo di lavorare affianco di un
grande ingegnere come Mark Thomer ma riesce a stringere un’amicizia, con un ragazzo, forte e
sincera che l’aiuterà nel suo percorso.
Ma quello che avverte dentro di se, è la voglia di
tornare a casa e di allontanarsi da quel posto che tempo prima, considerava
casa.
Così partecipa ad uno stage in Italia per la Grimaldi Spa
e da qui nasce tutto il suo nuovo mondo.
Conosce Fernando Herrera, che inizialmente metterà a dura
prova la sua pazienza e la sua caparbietà.
Il ragazzo, noto automobilista delle rosse e scintillanti
auto targate “Grimaldi” è conosciuto anche per la sua capacità, quasi dote di
natura, per essere un facile accalappiatore di donne.
Con non molti dissapori, i due si renderanno conto che i
loro destini sono destinati ad incrociarsi, e che ci sarà un filo conduttore
che li terrà uniti.
Ma non poche saranno le difficoltà, primo tra tutti il
migliore amico di Virginia, pilota affermato della Black Panter, casa
automobilistica che aveva lasciato alle spalle: Christian Kraus; nonché peggior
nemico di Fernando sulle piste da corsa.
Christian, nasconde quei sentimenti verso la sua migliore
amica che ben presto scombussoleranno tutto il loro mondo. Non solo quello dei
due ragazzi, ma anche quello di Fernando che resosi conto del sentimento che
prova verso la ragazza di certo non reagirà nei migliore dei modi alle sorprese
che gli riserverà il buon e arcigno concorrente Kraus.
Una giostra di sentimenti e avvenimenti, costellata da
amici, ingegneri e datori di lavoro.
Chi sarà il più determinato? Chi farà il primo passo per
uscire da questo triangolo che metterà a dura prova due migliori amici, un
amore e due acerrimi nemici?
La teoria del colore rosso è pronta per essere svelata.
Tre personaggi completamente diversi, una storia
avvincente e sorprendente.
È questo che caratterizza “La teoria del colore rosso”.
Non avevo mai letto prima d’ora una storia nata in un
contesto così originale. E dopo tutto, chi mai avrebbe pensato che una bella
ragazza come Virginia potesse essere un meccanico affermato?
D’altronde non dovremmo farci prendere dai pregiudizi,
no? Eppure qualche volta lo facciamo.
Il bello di questa storia è che non è mai quello che ti
aspetteresti.
Paradossalmente è un triangolo ben fatto. A momenti non
sapresti nemmeno chi scegliere tra il tenebroso Christian e il simpatico e
inaffondabile Fernando.
È una battaglia a pari merito la loro, a mio avviso, ma
poi ci sarà quel momento in cui capirete tutto. Capirete per chi battervi e per
chi tifare. Vi schiererete da un lato del triangolo.
Ho amato della storia la sensazione di essere con loro
tra quelle parole, mi è piaciuto il modo di descrivere le scene e tutti i
particolari che risultano mai noiosi e banali.
Mi è piaciuta la determinazione di Virginia nel separare
amore e amicizia, cosa che alle volte è divisa solo da un filo sottile e ci si
sbaglia. Un filo quasi invisibile.
Ma perché no, questo filo è proprio come la teoria:
rosso.
Per saperne di più, ho voluto porre una piccola
intervista all’autrice che davvero gentilmente mi ha risposto molto volentieri.
Per conoscere anche voi di più Vibral24 e fare un salto
tra le pieghe inesplorate della storia, continuate a leggere e appassionatevi
anche voi alla “Teoria del colore rosso”.
1-
Iniziamo
dal principio, come ti è venuta l’ispirazione per questa storia?
E’ un po’ la domanda che mi hanno sempre posto tutti e
cui ho dato, spesso, una risposta differente ad ogni occasione. Diciamo che
sono sempre stata un’appassionata di sport, partendo dal calcio che in Italia è
fin troppo popolare, al tennis, passando per dieci anni di nuoto agonistico e
arrivando fin qui, alle corse. Probabilmente questa passione è nata sei o sette
anni fa, facciamo anche otto, quando a mio fratello è stata regalata una moto
125. Da lì è stata tutta una discesa, perché ho cominciato a seguire sia il
campionato di Formula 1 sia la MotoGP.
In particolare, essendo italiana, mi sono cimentata a
tifare unicamente Ferrari e il primo vero pilota che mi ha infatuato con i suoi
modi e il suo essere bravo è stato Fernando Alonso. Ho pensato: come potrebbe
mai essere la sua vita? O comunque, quella di un qualsiasi pilota?
E perché, soprattutto, le uniche donne che raramente si
vedono all’interno dei box sono o fidanzate, o giornaliste, o impiegate che
lavorano dietro le quinte?
Così è nata l’idea di Virginia, di una ragazza giovane,
umile, determinata che riesce ad arrivare ai piani alti di un’azienda
d’importanza internazionale solo per la sua bravura e per la passione che ci
mette nel suo lavoro. Poi ho dovuto assemblare una vera e propria vita intorno
a questo personaggio e ho dovuto studiare nei minimi particolari la trama,
l’ambientazione, e i suoi compagni di viaggio.
Sinceramente penso di aver cominciato a scrivere con
superficialità, ma già dopo pochi capitoli ho trovato nelle mie idee qualcosa
su cui fare affidamento, qualcosa di reale.
2-
Hai
una passione anche tu, come tutti i personaggi della storia, per le auto da
corsa?
Assolutamente. E ammetto che prima di cominciare questa
storia, ero una delle solite fan che si interessano solo alle gare: dopo
mangiato, infatti, mi sedevo sul divano e guardavo per due ore le macchine
senza capirci poi molto. Invece, da quando ho dovuto allargare i miei orizzonti
per una questione prettamente realistica che coinvolge l’intera storia, mi sono
interessata alla meccanica e ho capito che la gara è la parte più “noiosa” di
quel mondo. C’è un lavoro incredibile dentro ogni monoposto e doverlo spiegare
anche ai lettori, che per la maggior parte delle volte non sanno nulla a
riguardo, è stata una vera sfida.
3-
Se
potessi identificarti in qualcuno dei tuoi personaggi a chi diresti di
assomigliare?
Penso di essere un misto tra Fernando e Christian. Il
primo possiede un grande carisma, ispira la fiducia di tutti e riesce anche a
farsi valere come leader, mentre il secondo è più con i piedi per terra, dona
tutto se stesso a quello che più gli sta a cuore e fin da subito si mostra una
persona semplice. Fernando, ancora, è chiuso nella sua bolla difensiva e come
persona si apre agli altri con difficoltà, solo dopo che questi abbiano
dimostrato nei suoi confronti un qualsiasi tipo d’interesse mentre Christian è
più aperto, riesce ad essere fin da subito simpatico e divertente, ma anche lui
ha bisogno dei suoi momenti di solitudine. Vista in quest’ottica, io sono
proprio questo tipo di persona.
4-
Ti
chiediamo di fare una classifica dei tre momenti che ti hanno appassionato di
più della storia, quali collochi nella top three?
Sinceramente non mi sono mai posta la domanda, quindi mi
prendi un po’ in contropiede. Facendo un rapido resoconto, dico che come autore
i momenti più importanti sono stati: il primo vero approccio di Fernando con
Virginia, quando decide di prendere in mano la situazione e di conoscersi come
due ragazzi normali all’infuori dell’azienda; il crollo emotivo di Christian
durante la prima gara della stagione, quando comprende finalmente che il suo
mondo, seppur in poco tempo, ha subito un profondo cambiamento e che è
attaccato da quella che lui considera una delle persone più importanti della
sua vita; la morte di un personaggio non sempre presente, ma importantissimo,
come Mark. Soprattutto quest’ultimo episodio, che dovrebbe essere in cima a
tutto il resto, mi ha lasciato un particolare vuoto dentro perché sapevo che
dopo questo fatto, nulla sarebbe stato più lo stesso.
5-
Credi
che Virginia se potesse tornare indietro farebbe le stesse scelte sia in campo
lavorativo che in campo sentimentale?
Sì, penso proprio di sì. Quelle scelte l’hanno aiutata a
essere non la persona che sarebbe voluta diventare, ma quella che è divenuta, e
lei si accetta per quello che è. Comprende i suoi sbagli, ne accetta le
conseguenze e pensa solo ad andare avanti.
6-
Sappiamo
che stai lavorando ad un seguito della storia, possiamo sperare in un’amicizia
improvvisa e inaspettata tra Christian e Fernando?
Contrariamente a quanto la maggior parte dei lettori
pensa, Fernando prova ad istaurare una sorta di amicizia con Christian. Non
perché, da un giorno all’altro, il tedesco gli stia simpatico, ma solo per fare
felice Virginia: lui stesso spreme la sua fidanzata a chiamare l’amico e a
convincerlo a tornare, ma quando se lo ritrova davanti e capisce che i suoi
sentimenti sono uguali a quelli di due anni prima, rinchiude il suo buonismo e
torna sui suoi passi.
Due persone innamorate della stessa persona non possono
essere amici.
7-
Concludiamo
chiedendoti, curiose, quanto questa storia ti ha cambiata e ti ha influenzata?
Credo che le mie esperienze abbiano influito sulla
storia, in realtà. Scrivere particolari eventi immaginando che siano capitati a
un’altra persona, anche se totalmente immaginaria, ti lascia il tempo e lo
spazio per comprendere molte cose. Il solo fatto di scrivere un determinato
pezzo dieci o venti volte, ti fa accumulare tanti pensieri su come o perché proprio
quelle righe siano importanti. Senza dubbio, e non lo nego, questa storia ha
aumentato la mia determinazione e la fiducia in me stessa, perché farla leggere
a delle persone totalmente estranee e ricevere tanti pareri positivi mi ha, in
un certo senso, scaldato il cuore. Penso che se non avessi avuto il coraggio di
mettermi in giorno, non ci sarebbe niente di questo minuscolo mondo
immaginario.
Anche oggi la rubrica #autoriemergenti volge al termine.
Ricordate che non sempre i migliori autori sono quelli
che riescono a pubblicare dei libri e state pur tranquilli che AnniDiNuvole
continuerà a scovare nuovi talenti nella scrittura e a farveli conoscere.
Noi ci leggiamo alla prossima settimana con una nuova storia imperdibile.
Nel frattempo continuate a tenere d’occhio la nostra
pagina Facebook e a rimanere sempre aggiornati in tempo reale.
-Ila-
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