lunedì 22 ottobre 2018

Recensione: Troppe volte vorrei dirti no


Salve belle nuvoline!
Come state? Come sta andando questo mese? Ormai diciamo che il freddo è tornato a farci visita e insieme a lui dobbiamo munirci di copertina e che altro… bhè un buon libro da portare sempre insieme.
Oggi per la rubrica del lunedì hot vi propongo questa uscita di agosto.
Buona lettura!

  • Titolo: Troppe volte vorrei dirti no
  • Autore: Samantha Towle
  • Casa editrice: Newton Compton
  • Numero pagine: 198
  • Da leggere o no? Io due conti me li farei…
  • Voto: 6-


Voto copertina:


L’amore può essere una scommessa rischiosa.



Sono stato abituato ad avere sempre il controllo della situazione. Fuori e dentro l’ufficio. Così quando i miei genitori hanno agito alle mie spalle, assumendo a mia insaputa un co-direttore per aiutarmi a gestire gli affari di famiglia… diciamo che non l’ho presa benissimo. Specialmente quando ho scoperto che la persona in questione è un’insopportabile conoscenza del college. Mi ha sempre giudicato un playboy viziato, ma lei non è altro che un’odiosa signorina so-tutto-io. E adesso è qui, nel mio ufficio, a insegnarmi come gestire la mia compagnia. Ho lavorato sodo per arrivare dove sono e non mi farò mettere da parte da lei perché mi giudica un donnaiolo impenitente. Devo solo riuscire a togliermi dalla testa le sue gambe mozzafiato… Ma sì, ce la faccio. E ormai ho deciso: la signorina Morgan Stickford imparerà presto che Wilder Cross è l’unico che comanda.



Io davvero mi domando cosa sia capitato alla Towle per aver fatto un secondo scivolone come questo libro. Qual è il primo? Bhè assolutamente il terzo volume della serie “The storm” (recensione QUI).
Non mi era piaciuto moltissimo e purtroppo lo stesso devo dire di questo libro. E purtroppo ancora, ho rivisto le stesse mancanze e gli stessi spigoli di quel libro in questo.

La storia non ha nulla di originale.
Lei, la ragazza che al college era bruttina e bullizzata dal ragazzo di cui lei invece ci moriva dietro. Guarda un po’ si ritrovano dopo nove anni a lavorare insieme e a contendersi il posto da amministratore delegato, lotta che appare all’inizio della storia e poi magicamente sparita.
Tutto il libro vede il punto di vista di Wilder, tranne due o tre capitoli di Morgan che rivive a suon di flashback il suo passato al collage.
Ovviamente Wilder appena vede questa rivisitazione dell’adulta Morgan, lascia da parte la sua virilità e diventa un cagnolino misto a zerbino.
E basta, il libro si conclude con tutto questo.

Dov’è la passione che ho letto tanto tempo fa tra Jake e Tru in “The bad boy” (recensione QUI)? Dov’è la complicità? Ma soprattutto… dov’è il senso di questa storia!


Voi ora direte… però un minimo di sufficienza lo stavi per dare. Ed effettivamente è vero, un sei meno glielo do al libro ma solo e soltanto perché la storia è leggera e questa però è vista anche come il rovescio della medaglia.

Questo libro è troppo semplice. Non succede NIENTE!

Wilder al prologo ci fa vedere di quanto è stronzo nel trattare le donne come dei fazzoletti di carta quando sei raffreddato. E sappiamo tutti quanto mi dia fastidio questo concetto ma mi piace vedere il cambiamento.
Ma io questa volta il cambiamento non l’ho sfiorato nemmeno per sbaglio con lo sguardo.
Avrò letto un libro diverso da quello che aveva in mente l’autrice?


(oggi sono in vena di X Factor)

Dicevo… Wilder perde ogni capacità di senno quando vede Morgan. Ecco, la prima cosa che vi domanderete è: come ha fatto Morgan a cambiare così tanto, visto che al college sembrava essere molto più robusta di come è adesso (una figa spaziale)? Eh… che vi devo dire io? Nel libro non c’è scritto.
Un’altra domanda prego… come? Come ha fatto ad innamorarsi Wilder della sopra citata figona? E io che ne so? Boh…
Qualcosa ci sfugge, non è vero?
Eppure è così… questo libro è semplicemente B-A-N-A-L-E!
Un libro che lascia il tempo che trova. Molte recensioni vi diranno che è una lettura veloce, per me è stata una zavorra. Non passava mai, gli avvenimenti sono sempre quelli e quando invece ci doveva essere il picco dell’attenzione io speravo che veramente Morgan fosse stata lei a fare tutto quel casino (parlo vago per non fare quel minimo di spoiler) e invece…
Mammolette, mammolette e ovunque mammolette.
I pov smielosi di Wilder sono assurdi! È come se stesse parlando una donna ma al maschile, è troppo assurda questa storia.
Wilder che ha sempre preso in giro Morgan al collage, tutto ad un tratto ammette che anche a quei tempi sia stata una strafiga.

Io boh davvero, nuvoline. Fossi stata più cattiva avrei dato il giusto voto a questo libro: 3!
Ma sono in un mood pacifico e vi dico che una possibilità la si può dare, tentate… ma se volete leggere qualcosa dell’autrice davvero bello buttatevi sui primi due volumi della serie “The storm”.

Detto ciò io vi saluto, vi abbraccio e vi auguro letture migliori di questa.

Ilaria


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