giovedì 20 settembre 2018

Recensione: Il rumore dei tuoi passi

Salve bellissime nuvoline.
Oggi una postilla a inizio recensione è dovuta: ho appena finito di leggere questo libro quando sto scrivendo questo documento perciò vi avverto che le mie parole saranno piene del sentimento che mi corre in questo momento nelle vene.
Detto ciò, continuate pure a leggermi.
Datemi della pazza, dell’emotiva e di tutto quello che voi volete… sarò solo molto vera.

  • Titolo: Il rumore dei tuoi passi
  • Autore: Valentina D’urbano
  • Casa editrice: Longanesi
  • Numero pagine: 319
  • Da leggere? Ad occhi chiusi e mani basse
  • Voto: 10


Voto copertina:


Alfredo e Beatrice sono i gemelli della Fortezza, un posto dove il degrado ne fa da padrone. Un posto in cui essere poveracci e dei topi di galera è l’ordinario.

I gemelli sono due amici che non si sono mai allontanati l’uno dall’altra.
Alfredo, vicino di casa di Beatrice, ha avuto un’esistenza pessima. Una madre morta, un padre ubriacone che picchia sia lui che i suoi due fratelli e una vita fatta di stenti. La sua unica parte fissa nella vita è lei: Beatrice.
Beatrice ha una vita più normale, per quanto possa essere normale una vita alla Fortezza. Ha dei genitori uniti, un fratello minore e una migliore amica ma la figura più importante per lei è Alfredo.
I due non si sopportano, passano più tempo a fare lite, a mordersi, a urlarsi contro che a volersi bene. Ma nelle loro ingiurie c’è la gelosia, c’è l’attaccamento quello morboso e quasi malato.
Alfredo e Beatrice, anche se direbbero il contrario, non possono fare a meno dell’altro. Crescono insieme, dividendo pasti, vestiti, un letto ed esperienze.
Pian piano li vediamo crescere, evolversi, fare dei passi avanti e anche regredire.
Primi amori, prime delusioni, primi pianti… sempre condivise.
Ma qualcosa nel loro cammino si fa difficile. Delle decisioni non facili, strade che si dividono.
Beatrice è la parte forte della coppia, Alfredo è la zavorra. Quella parte che viene trascinata e trascina lui stesso. L’incognita, la tristezza.
Beatrice non potrà mai dimenticarlo anche quando le cose sono irreparabile. Non dimenticherà i suoi capelli biondi, gli occhi verdi e assolutamente non dimenticherà il rumore dei suoi passi nella sua vita.

La duologia è composta da:

1.     Il rumore dei tuoi passi
2.     Alfredo


Esordisco dicendo che la lettura di questo libro non è assolutamente facile.
Oltre a trattare temi difficili, importanti, lo stile di scrittura non è quello delle commedie. I dialoghi sono presenti al 35% nella storia. Ci sono descrizioni, dialoghi interiori, quello che molti definiscono una “lettura pesante” ma di pesante non ha assolutamente nulla che debba spaventarvi.
Indubbiamente la storia di Alfredo e Beatrice è una storia forte. Una storia che all’inizio ho iniziato lentamente, quasi svogliata… forse è un po’ quello che ci succede quando il libro inizia con un incipit disastroso. Non volevo affezionarmi ai personaggi perché già sapevo che sarebbe andata in una maniera che a me non sarebbe proprio piaciuta.
Perciò ero li a leggere un po’ per volta, a fare quasi l’indifferente mentre quei due crescevano e odiandosi si legavano sempre di più.
Sono stata un po’ come Beatrice e Alfredo, che non volevano vedere il loro innamoramento, il loro legame che andava ben oltre due semplici conoscenti all’inizio e poi due semplici amici proseguendo.
Ecco, io proprio non volevo vedere quel legame. Non era possibile, mi dicevo.



Invece poi è successo che dopo un paio di giorni, magicamente, ero già oltre la metà del libro e non so proprio spiegarvi come sia potuto succedere.
Forse, do la colpa alla lunghezza ridotta dei capitoli dove mi continuavo a dire: un altro capitolo e poi smetto.
Bhè… io mi ci sono affezionata a quei due e DAVVERO tanto!
Ho sofferto insieme a Beatrice che tra i due è sempre stata la parte razionale. La parte più forte, quella che ti sprona, che si incazza pur per farti reagire.
Alfredo mi ha fatto incazzare, volevo urlargli in faccia proprio come faceva Beatrice perché io odio chi si lascia andare, odio chi inventa scuse per soccombere alla debolezza. Eppure non ho potuto farci nulla se non affezionarmi anche a lui, forse anche di più di come mi sono affezionata a lei.
E poi eccole, che appaiono loro… le lacrime.

Mentre ero lì in preda al panico, per la prima volta nella mia vita dovuto a un libro, ho mandato un messaggio di aiuto a Roberta e lei mi ha consolata dicendomi che se stavo in questo stato è perché il libro l’ha amato. Ed è così.
È questo che succede quando scegli un libro che ti segnerà l’esistenza. Ancora non lo sai quando lo hai tra le mani ma presto o tardi ti sconvolgerà la giornata, la nottata, il mese e perché no… anche la vita.
Credetemi se vi dico che per la prima volta ho singhiozzato così tanto che ho dovuto fermare la lettura e stendermi per riprendermi.
È successo qualcosa in me, come una magia, come se ci fossi stata io in quel bagno, in quella chiesa e in quel cimitero. È stato più forte di me… mi sono arresa anche io.



Perciò, tiriamo le somme… se cercate una storia divertente, una lettura leggera, purtroppo questo libro non fa per voi.
Ma se cercate una storia vera, cruda, fatta di sofferenze, di scelte e di emozioni bhè… questa si che fa al caso vostro.

Ancora i miei complimenti a questa autrice che pian piano sto conoscendo e ammirando. Non mi lascia mai l’amaro in bocca. Sono sempre soddisfacenti le sue letture e ora la mia libreria ne vuole ancora, ancora, ancora e ancora.

Io spero che la storia possa piacervi, o vi sia piaciuta, così tanto come è successo a me.
Finalmente posso segnare con un evidenziatore giallo questo libro sulla mia wishlist. Con soddisfazione e con ancora qualche lacrima sulla faccia.

Vi auguro sempre (o quasi) delle letture come queste. Letture che vi allarghino il cuore e che possano farvi esclamare sempre WAO!

Vi abbraccio, perché ne avrete bisogno… parola mia.

Ilaria


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