sabato 23 giugno 2018

Recensione: Con te o senza di te


Buongiorno bimbe!
Oggi vi parlo di un romanzo molto particolare, che mi ha subito attratta non appena ho letto la trama. Ricordatevi di leggere la recensione fino in fondo perché troverete un’esclusiva intervista all’autrice.
Direttamente dal mondo di Wattpad, preparatevi per:

  • Titolo: Con te o senza di te 
  • Autore: Jules Hofman 
  • Casa Editrice: Newton Compton 
  • Pagine: 201
  • Da leggere sì o no? Crea dipendenza 
  • Voto: 7 e mezzo


Voto copertina:

Il sogno più grande di Allison è diventare medico. Ambizioso e impegnativo, ma non per questo irrealizzabile. La ragazza sgobba duramente per vedersi con il camice bianco e lo stetoscopio: di giorno studia e frequenta il tirocinio al Presbitarian Hospital mentre la sera serve ai tavoli e balla al Blusher, un bar per sportivi poco raccomandabile.
Ѐ qui che incontra Ben, un uomo davvero molto attraente che non le stacca gli occhi di dosso per tutta la serata. Allison è una ragazza rigida, forse fin troppo, ma nemmeno lei riesce a resistere alle occhiate Impossibile non avvicinarlo a fine turbo. Ancora più impossibile non andare a casa con lui e passare insieme la notte, divertendosi in ogni modo immaginabile.
Questo schema continua a ripetersi per alcune sere, intervallato da giornate di “pausa”.
Allison sa solo una cosa dello sconosciuto: il nome. Non si sono scambiato contatti, non gli ha chiesto cosa fa durante il giorno. Quando sono insieme scopano.
Divinamente.
Le cose iniziano a cambiare una sera, proprio mentre Allison sta intrattenendo i clienti del Blusher con un balletto sensuale. Al tg sportivo passa il volto di Ben e il cronista inizia a parlare di lui.
Benjamin Harper, stella e capitano della squadra di rugby più rinomata di New York, allontanato dalla squadra senza spiegazioni.
Allibita e con il morale sotto i piedi, Allison si ripromette di non cercarlo più, di non pensare più a lui.
Cosa altamente difficile quando se lo ritrova davanti quella sera, il sorriso beffardo, la voce sexy e la promessa di raccontarsi tutto, l’una dell’altro, il giorno dopo, a pranzo.
Ma non ce ne sarà bisogno perché i nodi verranno al pettine prima di mezzogiorno.
Al Presbitarian Hospitan, in una stanza del reparto di Oncologia.
Allison nelle vesti di medico e Ben in quelle di paziente.




Care ragazze, leggere questo romanzo non è stata assolutamente una passeggiata. Ma voi sapete che sono la persona giusta perché io e i drammi…. Siamo pelle e ciccia. E lacrime scorreranno. A fiumi!
Diciamo che possono definire questo romanzo una montagna perché la prima parte è una salita (scene hot potenti che ho fatto fatica a leggere…. Non sono state di mio gusto. Troppi dialoghi, troppi cliché, troppi umori, c’era qualcosa che non funzionava), mentre ho adorato leggere la seconda parte (ottimo uso del linguaggio tecnico, perfetta alternanza dei POV, uso interessante della narrazione epistolare). Diciamo che se fosse stata anche solo un pochino più lunga, non mi sarei lamentata.
Ѐ strano distinguere il romanzo in due parti nette, ma vi assicuro che è proprio così. È come se, virtualmente, perfino l’autrice fosse maturata, avesse cambiato stile, rendendolo più coinvolgente e meno adolescenziale (attenzione! Non è da intendere come insulto!!). Forse anche lei ha capito la delicatezza del momento e si è fatta in quattro per rendere al meglio emozioni, situazioni e personaggi.
La narrazione è fluida, costante, ricca di colpi di scena. Il cuore del lettore palpita: è incollato alla pagina, vuole andare avanti, continuare a leggere ma, contemporaneamente, ha paura di quello che potrebbe accadere.
Da urlo.



Cosa non ha funzionato nella prima parte? Credetemi, non lo so.
So solo che è completamente diversa dalla seconda, è ricca di cliché, cosa giù sentite e, a volte, troppo pesante.
Allison è una lagna incostante e in perenne sindrome premestruo. Il lavoro al bar è forse la scappatoia più facile, dal punto di vista narrativo, per avvicinare i protagonisti. Avrei apprezzato una scelta più azzardata che però, se ponderata e attentamente pensata e studiava, si sarebbe rivelata certamente vincente.
Una menzione va alle scene erotiche, indubbiamente piccanti. Benjamin è un uomo tutto d’un pezzo e il suo testosterone si percepisce attraverso le pagine… ma davanti alla vista di Allison si rincretinisce completamente. Troppi dialoghi e un uomo poco credibile fanno affondare le scene erotiche.
Peccato!



Ricordatevi che il romanzo mi è piaciuto e ciò che ho appena espresso è semplicemente il frutto della mia opinione. Se mi permetto di dire tutto questo è semplicemente perché da metà ho assistito a un miglioramento notevole che l’ha fatto decollare.
E la mia domanda è la seguente: perché l’autrice non poteva rivedere anche la prima parte? Così avrebbe certamente creato il romanzo perfetto!!

Ora vi lascio con un’intervista in esclusiva, solo per voi.
Un abbraccio e buona lettura! 


Robi

Ciao cara!
Grazie per aver accettato il nostro invito e benvenuta su AnniDiNuvole!


Ciao e grazie a voi per questo bellissimo spazio!

Ci parli un po’ di te? Chi si nasconde dietro alla tastiera? Com’è nata la tua passione per la scrittura? La tua ultima lettura nel tuo kindle? 


Certo! Dietro la tastiera c’è una ragazza come tante, che ama leggere e che a tal proposito ha appena terminato “Il tatuatore”. Amo anche viaggiare e guardare thriller! La mia passione per la scrittura è nata da piccolina, ma ho iniziato a coltivarla davvero solo una volta diventata grande.

Autore preferito? Perché? 


Adoro follemente la Hoover, per le geometrie dei suoi romanzi e le emozioni che riesce a trasmettere.

Se potessi scrivere un romanzo a quattro mani con chiunque, con chi sarebbe? 

Mi piace sognare in grande: quindi o la Hoover o Jojo Mojes.

Dove hai trovato l’ispirazione per il romanzo? 

L’ispirazione è venuta da sé. È arrivata per caso e io non ho fatto altro che assecondarla. Nelle mie intenzioni c’era comunque la necessità di creare una storia emotivamente forte.

Hai dei presta volto per i tuoi protagonisti?

Solo per Ben. E per questo devo ringraziare una lettrice dolcissima di nome Silvia, che lo ha scovato su Instagram. Si chiama Philippe Leblond e risponde esattamente all’immagine di Ben che avevo in testa.

Perché rugby e non football, baset o baseball?

Sincera? Una pura casualità. Dato che non sono una sportiva, non ho prestato molta attenzione al tipo di sport. Desideravo solo che Ben fosse il numero uno del suo club.

Da lettrice, qual è la tua scena preferita? 

Amo follemente l’epilogo del mio romanzo.

Da scrittrice, quale scena ti ha dato più problemi? 


Tutta la narrazione della malattia. Ha richiesto molti approfondimenti e aiuti da parte di un’oncologa, che ringrazio ancora oggi per avermi seguita con molta pazienza.

Scrivi ascoltando la musica o preferisci il silenzio? 


Per quanto ami la musica, ho bisogno di scrivere in silenzio. Con qualche canzone nelle orecchie non riuscirei a concentrarmi!

Il romanzo ha una playlist? La condivideresti con noi? 


Purtroppo no. Ma posso suggerire una canzone che mi ha fatto ascoltare Roberta, una blogger e lettrice carinissima che mi segue con molto affetto. Si chiama “Che vuoi che sia” di Irama.

Hai scritto il romanzo seguendo una scaletta oppure hai lasciato che i personaggi guidassero la scrittura? 


Avevo una scaletta in testa, che poi i miei personaggi hanno totalmente ribaltato! Sono andata laddove Ben e Allison hanno voluto condurmi.

Dove ha trovato All la forza per affrontare studio, gravidanza e la malattia di Ben? 


Allison ha molto della mia forza. L’ho costruita esattamente con lo stesso spirito combattivo con cui io affronto la vita.

A chi consiglieresti il tuo romanzo? 


Fosse per me lo consiglierei a tutti, ehehe. Scherzi a parte, è una lettura adatta a chi ha voglia di una storia emozionante. Non è il tipico romance in cui si sogna con i protagonisti, ma un romance in cui, piuttosto, si fa il tifo per loro.

Progetti per il futuro? 


Voglio poter scrivere ogni volta che l’ispirazione arriva. Questo è il mio progetto più bello. E ora sono in fase di stesura di un nuovo romanzo, di genere completamente diverso da “Con te o senza di te”.



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