Ecco a voi...
- Titolo: Il quaderno dei nomi perduti
- Autore: Sofia Lundberg
- Casa Editrice: De Agostini Planeta
- Pagine: 377
- Voto: 8 e mezzo
Voto copertina:
Doris è un’anziana signora che vive da sola a Stoccolma, non riesce più a fare i movimenti da sola, si stanca facilmente e camminare non è più così semplice. Una ragazza si prende cura di lei ma in cuor suo vorrebbe solo un po’ di pace e la sua Jenny, la sua unica nipote, al suo fianco.
Intrattiene con lei lunghe videochiamate su Skype, d’altro canto sta dall’altra parte del mondo, e quei momenti sono per lei i più importanti della giornata.
Inizia a mettere nero su bianco i suoi ricordi, riguardando quel vecchio quaderno di pelle rossa che l’ha accompagnata durante tutta la sua lunga vita, rituffandosi nelle sue esperienze e provando uno strano mix di nostalgia e dolore, perché sa bene che le persone a cui ha affidato un pezzo di sé non ci sono più.
Ci sono degli avvenimenti che ha sempre tenuto per sé, dei segreti dolorosi che hanno logorato il suo cuore ma che ha tenuto per il bene delle persone care. Solo Jenny potrà affrontare con lei in lungo viaggio dei ricordi, solo lei potrà scoprire cosa la donna che le ha fatto anche da madre ha sempre tenuto nascosto.
Inizialmente non avevo riposto chissà quale aspettativa, essendo un romanzo d’esordio si resta sempre un po’ più distaccati e di conseguenza si giudica con più criticità. Quando ho iniziato a leggere ho pensato che sarebbe stato solo palloso, ammetto che mi sono addormentata nei primi capitoli, però c’era sempre qualcosa che mi incuriosiva e mi spingeva ad andare avanti, fino a quando presa dalla foga della lettura ho continuato fino a perdere il senso del tempo. Quando poi sono arrivata alla fine mi sono resa conto di quanto io sia stata coinvolta, perché ero Doris e Jenny, ero sia la Doris ragazza nella Parigi degli anni Venti che la Jenny del presente con i bambini a cui badare e un marito con cui condividere la vita. Mi ha lasciato un certo senso di pace ma anche di nostalgia per dei tempi che io non ho vissuto.
Nel corso del romanzo veniamo a conoscenza di moltissimi personaggi, sia belli che brutti, che condizionano le scelte della Doris ragazza e che di riversano sulla donna che è. Il primo di tutti è Gösta, che ho adorato per il suo essere eccentrico e dolce. Abbiamo Agnes, la sorellina di Doris che le fa capire cosa le era mancato negli anni di solitudine e Allan, uomo dalle mille risorse che risolleva l’umore e fa battere il cuore.
Ci si affeziona subito a loro e non si vorrebbe mai finire, ma le cose belle devono avere un termine così da poter capire il loro reale valore. Non a caso c’è un piccolo incoraggiamento che da Doris a Jenny che mi è rimasto impresso.
«Ti auguro abbastanza sole da rischiarare le tue giornate, abbastanza pioggia da poter apprezzare il sole. Abbastanza gioia da fortificare la tua anima, abbastanza dolore da poter apprezzare i piccoli momenti di felicità della vita. E abbastanza amici da riuscire a dire addio».
Un bacio grande e alla prossima lettura
Alex
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