Nuvoline,
sono estremamente contenta di poter condividere
con voi questo momento. Di poter condividere con voi la conclusione di una saga
che si è prolungata leggermente troppissimo per i miei gusti. Ma, finalmente,
ce l’abbiamo fatta. E non vedo l’ora di condividere con voi tutti le cose
strane e indecenti che ho letto.
Attenzione!
Questa recensione conterrà spoiler! Anche questa volta ci ho pensato molto
accuratamente e sono giunta alla conclusione che potevo spingermi oltre il
limite, non solo perché il romanzo è uscito da molto tempo, ma soprattutto
perché dovevo spiegarvi cos’ha questa benedetta saga che non va.
Quindi, se vi ho incuriosito e non volete rovinarvi la sorpresa, leggete solo la
prima parte. Se volete farvi due risate… arrivate pure fino in fondo.
- Titolo: Calendar Girl – Ottobre/Novembre/Dicembre
- Autore: Audrey Carlan
- Casa Editrice: Mondadori
- Pagine: 266
- Da acquistare sì o no? Fatevelo prestare da un’amica che l’ha
acquistato
- Voto: Mi appello alla
facoltà di non rispondere
Voto copertina:
Nelle puntate precedenti de Calendar
Girl, #trustthejurney….
Un anno.
Dodici mesi.
Un uomo al mese.
Dovendo ripagare il debito del padre, da poco
risvegliato dal coma ma ancora in condizioni critiche, Mia decide di
intraprendere la carriera di escort d’alto borgo. O almeno è così finché Max,
il fratellastro scoperto poche settimane prima, le paga le migliaia di dollari
rimanenti e Mia è… libera.
Naturalmente non da un punto di vista sentimentale
perché Wes è tornato da lei e nonostante gli effetti del trauma subito in un
paese sperduto sulle coste dell’Indonesia, sono più innamorati che mai.
Mia abbandona la carriera di escort per una
striscia su un canale televisivo in quanto, grazie alla visibilità ottenuta nei
mesi precedenti, è diventata un modello per tutte le ragazze americane.
Lo ammette anche lei, la sua vita non potrebbe
andare meglio. Wes è tornato da lei, il padre si è svegliato dal coma, Maddy è
felice con Matt e super concentrata sugli studi, ha trovato un fratello che non
pensava nemmeno di avere e può contare su tantissime persone, su tantissimi
amici che ha conosciuto durante il suo viaggio.
Una sola domanda rimane irrisolta: che fine ha
fatto la madre?
Ma è proprio necessario saperlo quando al suo
fianco ci sono delle persone così fantastiche?
L’importante non è il punto d’arrivo, ma il
viaggio #trustthejurney.
Sempre.
La serie Calendar
Girl è composta da 12 romanzi, divisi in quattro volumi:
1)
Calendar Girl – Gennaio/Febbraio/Marzo (recensione QUI)
2)
Calendar Girl – Aprile/Maggio/Giugno (recensione QUI)
3)
Calendar Girl – Luglio/Agosto/Settembre (recensione QUI)
4)
Calendar Girl – Ottobre/Novembre/Dicembre
Ragazze avventurose, se siete arrivate fino a
questo punto vuol dire che mi volete bene e siete interessate a sapere perché
questa saga mi ha leggermente stressato la vita.
E io davvero non vedo l’ora di parlarvene.
Iniziamo dal principio, dalla trama che,
all’inizio, oserei dire agli albori della preistoria, trovavo molto
interessante. No, non sto scherzando. Sapete, ci sono lettrici che vogliono
leggere un bel giallo, altre che vogliono leggere un bel saggio, altre ancora
che vogliono leggere una bella storia d’amore.
Io, ad aprile, quando iniziai questa saga, volevo
leggere un bel romanzo erotico.
E quando ho letto la trama della saga, ho creduto,
ho sperato, di aver finalmente
trovato quello che stavo cercando. Ma in realtà mi sbagliavo, mi sbagliavo sul
serio.
La saga è partita bene: le scene di sesso mi
piacevano, erano scritte anche molto bene, ma con il passare delle pagine, con
il passare dei volumi, ha iniziato a diventare davvero monotona. Si è capito
dall’inizio che Wes sarebbe stato l’end-game della protagonista, il suo lieto
fine. E sapevo che la nostra Mia non avrebbe scopato con tutti i suoi clienti,
sapevo che l’autrice avrebbe cercato di aggiungere un po’ di profondità a
questo romanzo erotico, tuttavia non credevo che con il passare delle pagine la
temperatura si raffreddasse così tanto. Più che un romanzo erotico mi sembrava
di leggere la lista della spesa.
Questo non perché le scene di sesso sono
improvvisamente diventate assenti, ma perché erano così ricche di dialoghi, di Spingimelo dentro tutto e Sisisisisì così e altri blablabla che per poco non capivo cosa
stava effettivamente accadendo. Ci sono scene erotiche e scene erotiche e ci
sono momenti per sproloquiare e altri per rimanere zitti e descrivere il
momento. Forse questo l’autrice l’ha dimenticato con il passare delle pagine.
Forse è stata la struttura stessa a essere troppo
lunga. Le troppe pagine, i troppi personaggi che apparivano, sparivano e poi
venivano reintrodotti alcuni capitoli dopo solo per un piccolo saluto. Il
potenziale iniziale è andato sempre più scemando e ho iniziato a chiedermi
perché i mesi dovessero essere proprio dodici e non, che ne so, otto o dieci. Non
so se è stata una mia impressione, ma hanno iniziato a esserci sempre più scene
inutili, scene messe lì solo per allungare il brodo, solo per far apparire Mia
una vittima oppure, in caso contrario, un’eroina.
Contrariamente a tantissimi altri romanzi, erotici
e non, non si assiste a un’evoluzione del personaggio. Lei rimane sempre e solo
una ragazzina di venticinque anni con le idee per nulla chiara e una libidine
che potrebbe stendere uno stallone. La cosa che veramente non ho mai capito è
come facesse a risultare simpatica a tutti quelli che incrociavano il suo
cammino. Eppure a me stava altamente sulle palle e ci sono stati momenti dove
ho desiderato altamente che fosse investita da un pullman e che la saga
terminasse così, con il suo funerale e il matrimonio di Wes e Gina De Luca.
#colpodiscena
Eppure, nonostante desiderassi questo con tutte
lei mie forze, non è successo e abbiamo assistito alla maratona di gioie che,
l’una dopo l’altra, in questi dodici mesi si sono succedute nella vita di Mia.
Non da ultima… l’incontro con la madre che noi,
insieme a Max e Maddy, abbiamo imparato a odiare con tutte le nostre forze.
Perché la credevamo la più stronza tra le stronze.
E invece no. La carissima signora era solamente
bipolare (ma almeno l’autrice sa cosa significa avere questa malattia? Ha fatto
delle ricerche oppure ha scritto la prima cosa che le passava per la testa
perché è bipolare anche lei?), ma, grazie a un colpo di fortuna, ha trovato
qualcuno capace di capirla, capire i suoi comportamenti e di metterla in
contatto con la famiglia. Giusto in tempo per Natale!
Cercate
una gioia?
Rivolgetevi
a Mia! Ne ha da vendere.
Prima di salutarvi, vorrei spendere ancora due
parole sulla pessima figura fatta dall’autrice nel volume precedente.
AnniDiNuvole è prima di tutto uno spazio di confronto, uno spazio dove ognuno
può dire ciò che vuole, sempre usando termini civili.
Ciò che proprio non ho apprezzato è stato il
rapimento di Wes da parte della cellula terroristica, rapimento terminato in un
sventato attacco kamikaze e un ringraziamento di Mia degno di una fan sfegatata
di Trump.
L’America
è il Paese della libertà.
L’America
è il paese più forte al mondo.
Sono stata fisicamente male nel leggere ciò che è
successo a Gina, sono stata male nel vedere come quella poverina è stata
trattata, non solo dai terroristi, ma dalla stessa autrice che ha messo il suo
trauma in secondo piano rispetto a quello subito da Wes.
C’è tempo, modo e luogo per dire qualsiasi cosa.
E lasciatemelo dire.
Questo NON è il modo, NON è il luogo e soprattutto
NON è il momento per incitare alla xenofobia e al razzismo.
Se si legge è perché ci si vuole distrarre dalla
realtà che ci circonda.
Non trovate?
Come sempre, ci trovate su tutti i social cercando @AnniDiNuvole!
Seguiteci, non ve ne pentirete!!
Un abbraccio e… buona lettura!
Roberta
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