Buon pomeriggio piccole nuvoline!
Oggi è un grande giorno, un giorno che io aspettavo da molto
tempo.
Un anno abbiamo dovuto attendere ma alla fine ci siamo
riusciti: l’uscita del seguito di The program ha portato giubilo in tutti i
lettori che hanno letto il primo libro.
La storia si è conclusa, in che modo direte voi? Quello tocca a voi
scoprirlo ma la vostra Ila oggi è pronta ad esaminare questo volume e a dirvi
le sue impressioni.
Iniziamo!
- Titolo: The treatment
- Autore: Suzanne Young
- Casa editrice: De Agostini
- Numero pagine: 250
- Da leggere o no? Senza alcun dubbio: si!
- Voto: 8 e mezzo
Voto copertina:
Il programma ha resettato i ricordi di Sloane e James, non
sanno più chi sono, non sanno per cosa hanno sofferto e non si ricordano l’uno
dell’altro nella vita precedente al programma.
Ma sanno che tra loro qualcosa di forte c’è stato e ora
continua ad esserci nonostante non se lo ricordino.
Sono in fuga, in fuga da un mondo che vuole riprenderli e
rimetterli nel programma perché sono bollati come “recidivi”.
Con una pillola in tasca che Realm, amico nel programma di
Sloane e che prova dei sentimenti per lei, le ha dato, Sloane si domanda se
prenderla o meno. Quella pillola ha la capacità di ricordare tutto: dolore,
gioia, amori, sofferenza. Ha il potere di ricordare quella vita che è stata
debellata dalla loro mente. La cura.
James e Sloane non sanno cosa fare, viaggiano e si
confrontano ma presto vengono intercettati dai ribelli: Case e Dallas, due
ragazzi che sono in fuga anche loro dal programma.
Case è un ragazzo che non è stato mai inserito nel
programma, è pulito ma cerca la verità.
Dallas è una ragazza decisa, determinata, sa cosa vuole e
vuole sconfiggere il programma che le ha portato via se stessa.
Insieme cercheranno di venire a capo trovando una soluzione
a come poter combattere le istituzioni. Scapperanno da un posto all’altro fin
quando Realm non comparirà nuovamente nelle vite di tutti, portando dolore,
dubbi ma anche delle risposte.
Durante la fuga conosceranno il creatore del programma, che
ammetterà che tutto il processo stia diventando troppo rischioso e troppo
complicato, con il rischio di trascinare tutti nell’abisso.
Ma un modo per fermarlo c’è: la cura.
James e Sloane non ammettono di averla con loro, mentono con
la paura di sbagliare e di non credere a quello scienziato ma quando il
programma verrà a prenderli, James prenderà quella pillola allontanandosi da
Sloane e lasciandola nuovamente nelle mani del programma.
Quando Sloane si troverà nuovamente nella clinica si
accorgerà che stavolta è in un reparto speciale, destinato alla lobotomia che è
l’ultimo stadio per i malati.
Dove la porterà la decisione di ribellarsi?
Cosa ne sarà del programma? Continuerà a fare vittime o avrà
una fine?
La serie “The program”
è composta da:
1.
The program (recensione QUI)
2.
The treatment
3.
The recovery
Nella recensione di The program vi avevo lasciato
l’interrogativo che appare sulla copertina, e voglio farlo anche per The
treatment: e se per ricordare il tuo
passato dovessi mettere in pericolo tutto il tuo futuro?
Non avevo nessuna idea su come potesse essere il seguito di
uno dei libri che nell’anno 2015 mi era più piaciuto. Quando avevo smesso di
leggere The program ricordo che pensai che la storia potesse finire anche con
l’ultimo capitolo del primo volume tanto lo trovai perfetto.
Ora vi starete chiedendo: ti sei ricreduta con questo
secondo volume?
Onestamente non so darvi una risposta.
Con il senno di poi mi sento di dire che il programma doveva
finire, non era possibile che fosse continuato in eterno e perciò suppongo che
un seguito a The program ci doveva essere per forza, ma a dirvela tutta avrei
voluto vedere di più in questo libro.
Se la storia continua ad essere avvincente, purtroppo non si
comprende benissimo il messaggio che a fine libro dovrebbe trasmettere.
In questo nuovo volume ci sono nuovi personaggi come Case,
Dallas, il creatore del programma, Asa l’infermiere doppiogiochista e la signora
che ha creato la cura.
Ecco, il tema principale del libro è stata la cura…
prenderla o non prenderla?
Innanzitutto fatemi dire chi è il personaggio che ho stra
amato in questo volume: James!
È l’unico che secondo me ha combattuto con se stesso e ha
vinto. Sono contenta che a prendere la cura sia stato lui e visto che siamo in
argomento purtroppo ho trovato Sloane troppo, troppo, moscia. Non si riesce a
inquadrarla in modo esaustivo, passa dall’amore profondo per James ad ammettere
sotto farmaci di amare anche Realm. Non combatte nella lotta al programma,
lascia sempre che siano gli altri a prendere decisioni, semplicemente credo non
si renda conto di quello che le succede. L’ho trovata molto più convincente e
battagliera in The program ma niente da dire verso la fine del libro che riesce
a prendere le redini in mano e a far vedere un po’ di orgoglio battagliero.
Il libro si divide in tre parti: la fuga, la cura e il
trattamento.
La mia parte preferita? Il rientro in clinica, dove si
inizia a vedere un po’ di movimento.
Essenzialmente in questo libro vediamo la vita di Realm, il
motivo delle sue scelte e quello che è diventato.
Mi piace dannatamente tanto la sua storia con Dallas che
purtroppo non è stata pienamente sviluppata dall’autrice ma che mi ha dato un
po’ di gioie nell’epilogo.
Essenzialmente il libro ci spiega di come il programma sta
perdendo credibilità, di come sta diventando un’arma che si sta ritorcendo
contro. Il programma ha pensato ad una cura è vero, ma non alla causa che ha
generato i suicidi negli adolescenti. Ha perso tempo a resettare i ricordi, a
fare in modo che i ragazzi non ricordassero il dolore ma come il libro ci fa
notare, i ricordi anche se cancellati prima o poi torneranno a far parte di
noi, il nostro corpo nessuno riuscirà a spegnerlo. Insomma, il programma sta
sbagliando. Sta innescando una conseguenza all’inverso: le persone si suicidano
per non entrare nel ciclo, per non perdere i loro ricordi.
Mi è piaciuto tanto l’ultimo pensiero di Sloane: non
dobbiamo pensare al nostro passato, a come siamo stati, a quello che eravamo.
La cosa più importante nelle nostre vite è vivere il presente.
Tiriamo le somme, no?
Il libro mi è
piaciuto? Si! Senza ombra di dubbio, tant’è che quando finivo un capitolo
lo abbracciavo e lo cullavo volendo portare confronto nei protagonisti.
Se sono rimasta
delusa? Un po’ si, avrei voluto vedere Sloane combattiva, avrei voluto
vedere più azione, avrei voluto vedere che distruggessero il programma
dall’interno.
Lo consiglierei? Ovviamente
si, indipendentemente da come si è evoluta la storia e il messaggio un po’
traballante, il libro lascia molti spunti da considerare. Vi fa mettere nei panni
dei ragazzi, vi fa chiedere se anche noi siamo disposti a combattere per i
nostri ricordi o vorremmo eliminarli.
Insomma, la serie si è conclusa… forse leggerò The recovery
che parla di Realm e (forse) Dallas ma non vorrei lasciarmi l’amaro in bocca.
Non so, ci devo pensare…
Io vi invito a leggere The treatment e a farmi sapere cosa
ne pensate. Avete aspettato anche voi trepidante il seguito? Commentate!
Buon fine settimana e buone letture!
Ila
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