sabato 10 settembre 2016

Recensione: The treatment


Buon pomeriggio piccole nuvoline!
Oggi è un grande giorno, un giorno che io aspettavo da molto tempo.
Un anno abbiamo dovuto attendere ma alla fine ci siamo riusciti: l’uscita del seguito di The program ha portato giubilo in tutti i lettori che hanno letto il primo libro.
La storia si è conclusa, in che modo direte voi? Quello tocca a voi scoprirlo ma la vostra Ila oggi è pronta ad esaminare questo volume e a dirvi le sue impressioni.
Iniziamo!

  • Titolo: The treatment
  • Autore: Suzanne Young
  • Casa editrice: De Agostini
  • Numero pagine: 250
  • Da leggere o no? Senza alcun dubbio: si!
  • Voto: 8 e mezzo


Voto copertina: 


Il programma ha resettato i ricordi di Sloane e James, non sanno più chi sono, non sanno per cosa hanno sofferto e non si ricordano l’uno dell’altro nella vita precedente al programma.

Ma sanno che tra loro qualcosa di forte c’è stato e ora continua ad esserci nonostante non se lo ricordino.
Sono in fuga, in fuga da un mondo che vuole riprenderli e rimetterli nel programma perché sono bollati come “recidivi”.
Con una pillola in tasca che Realm, amico nel programma di Sloane e che prova dei sentimenti per lei, le ha dato, Sloane si domanda se prenderla o meno. Quella pillola ha la capacità di ricordare tutto: dolore, gioia, amori, sofferenza. Ha il potere di ricordare quella vita che è stata debellata dalla loro mente. La cura.
James e Sloane non sanno cosa fare, viaggiano e si confrontano ma presto vengono intercettati dai ribelli: Case e Dallas, due ragazzi che sono in fuga anche loro dal programma.
Case è un ragazzo che non è stato mai inserito nel programma, è pulito ma cerca la verità.
Dallas è una ragazza decisa, determinata, sa cosa vuole e vuole sconfiggere il programma che le ha portato via se stessa.
Insieme cercheranno di venire a capo trovando una soluzione a come poter combattere le istituzioni. Scapperanno da un posto all’altro fin quando Realm non comparirà nuovamente nelle vite di tutti, portando dolore, dubbi ma anche delle risposte.
Durante la fuga conosceranno il creatore del programma, che ammetterà che tutto il processo stia diventando troppo rischioso e troppo complicato, con il rischio di trascinare tutti nell’abisso.
Ma un modo per fermarlo c’è: la cura.
James e Sloane non ammettono di averla con loro, mentono con la paura di sbagliare e di non credere a quello scienziato ma quando il programma verrà a prenderli, James prenderà quella pillola allontanandosi da Sloane e lasciandola nuovamente nelle mani del programma.
Quando Sloane si troverà nuovamente nella clinica si accorgerà che stavolta è in un reparto speciale, destinato alla lobotomia che è l’ultimo stadio per i malati.
Dove la porterà la decisione di ribellarsi?
Cosa ne sarà del programma? Continuerà a fare vittime o avrà una fine?

La serie “The program” è composta da:

1.     The program (recensione QUI)
2.     The treatment
3.     The recovery


Nella recensione di The program vi avevo lasciato l’interrogativo che appare sulla copertina, e voglio farlo anche per The treatment: e se per ricordare il tuo passato dovessi mettere in pericolo tutto il tuo futuro?
Non avevo nessuna idea su come potesse essere il seguito di uno dei libri che nell’anno 2015 mi era più piaciuto. Quando avevo smesso di leggere The program ricordo che pensai che la storia potesse finire anche con l’ultimo capitolo del primo volume tanto lo trovai perfetto.
Ora vi starete chiedendo: ti sei ricreduta con questo secondo volume?
Onestamente non so darvi una risposta.
Con il senno di poi mi sento di dire che il programma doveva finire, non era possibile che fosse continuato in eterno e perciò suppongo che un seguito a The program ci doveva essere per forza, ma a dirvela tutta avrei voluto vedere di più in questo libro.
Se la storia continua ad essere avvincente, purtroppo non si comprende benissimo il messaggio che a fine libro dovrebbe trasmettere.
In questo nuovo volume ci sono nuovi personaggi come Case, Dallas, il creatore del programma, Asa l’infermiere doppiogiochista e la signora che ha creato la cura.
Ecco, il tema principale del libro è stata la cura… prenderla o non prenderla?
Innanzitutto fatemi dire chi è il personaggio che ho stra amato in questo volume: James!
È l’unico che secondo me ha combattuto con se stesso e ha vinto. Sono contenta che a prendere la cura sia stato lui e visto che siamo in argomento purtroppo ho trovato Sloane troppo, troppo, moscia. Non si riesce a inquadrarla in modo esaustivo, passa dall’amore profondo per James ad ammettere sotto farmaci di amare anche Realm. Non combatte nella lotta al programma, lascia sempre che siano gli altri a prendere decisioni, semplicemente credo non si renda conto di quello che le succede. L’ho trovata molto più convincente e battagliera in The program ma niente da dire verso la fine del libro che riesce a prendere le redini in mano e a far vedere un po’ di orgoglio battagliero.

Il libro si divide in tre parti: la fuga, la cura e il trattamento.
La mia parte preferita? Il rientro in clinica, dove si inizia a vedere un po’ di movimento.
Essenzialmente in questo libro vediamo la vita di Realm, il motivo delle sue scelte e quello che è diventato.
Mi piace dannatamente tanto la sua storia con Dallas che purtroppo non è stata pienamente sviluppata dall’autrice ma che mi ha dato un po’ di gioie nell’epilogo.

Essenzialmente il libro ci spiega di come il programma sta perdendo credibilità, di come sta diventando un’arma che si sta ritorcendo contro. Il programma ha pensato ad una cura è vero, ma non alla causa che ha generato i suicidi negli adolescenti. Ha perso tempo a resettare i ricordi, a fare in modo che i ragazzi non ricordassero il dolore ma come il libro ci fa notare, i ricordi anche se cancellati prima o poi torneranno a far parte di noi, il nostro corpo nessuno riuscirà a spegnerlo. Insomma, il programma sta sbagliando. Sta innescando una conseguenza all’inverso: le persone si suicidano per non entrare nel ciclo, per non perdere i loro ricordi.

Mi è piaciuto tanto l’ultimo pensiero di Sloane: non dobbiamo pensare al nostro passato, a come siamo stati, a quello che eravamo. La cosa più importante nelle nostre vite è vivere il presente.

Tiriamo le somme, no?
Il libro mi è piaciuto? Si! Senza ombra di dubbio, tant’è che quando finivo un capitolo lo abbracciavo e lo cullavo volendo portare confronto nei protagonisti.
Se sono rimasta delusa? Un po’ si, avrei voluto vedere Sloane combattiva, avrei voluto vedere più azione, avrei voluto vedere che distruggessero il programma dall’interno.
Lo consiglierei? Ovviamente si, indipendentemente da come si è evoluta la storia e il messaggio un po’ traballante, il libro lascia molti spunti da considerare. Vi fa mettere nei panni dei ragazzi, vi fa chiedere se anche noi siamo disposti a combattere per i nostri ricordi o vorremmo eliminarli.

Insomma, la serie si è conclusa… forse leggerò The recovery che parla di Realm e (forse) Dallas ma non vorrei lasciarmi l’amaro in bocca. Non so, ci devo pensare…
Io vi invito a leggere The treatment e a farmi sapere cosa ne pensate. Avete aspettato anche voi trepidante il seguito? Commentate!
Buon fine settimana e buone letture!

Ila



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