venerdì 2 settembre 2016

Recensione: Lost Soul


Bentornate nuvoline piene di rondinelle e di raggi solari!
Ditemi un po’… come state? Settembre è iniziato e alcuni di voi stanno tornando al solito tram tram della vita quotidiana ma tra di voi sicuramente c’è qualcuno che sta aspettando le ferie, no? Bhè… io vi propongo un nuovo libro di uno degli #autoriemergenti sia da leggere mentre siete in vacanza sia da spulciare tra una pausa e l’altra lavorativa.
Venite a scoprire con me…

  • Titolo: Lost Soul
  • Autore: Veronica Scalmazzi
  • Numero pagine: 152
  • Da leggere o no? Se avete un po’ di tempo libero, questo libro si legge molto velocemente
  • Voto: 7


Voto copertina:


I miei occhi sono incatenati a suoi. «Io non vivo, Hope. Sopravvivo senza volerlo.»


La vita di Ian Crofford è segnata da una grande cicatrice che gli fa mancare il respiro giorno e notte. Per il dolore della perdita ha abbandonato la lussuosa vita che era solito condurre, per girovagare tra le strade di New York come un barbone.
Ian due anni fa ha perso le cose più importanti che un uomo potrebbe mai avere: l’amore della sua vita. Sua moglie Susan e la sua piccola figlia Lucy.
Un incidente d’auto le ha portate via da se e dopo questo non ha più trovato una ragione per farlo andare avanti in questa triste vita.
Fino a quando un giorno un profumo conosciuto, quello di Susan, e i capelli come la sua defunta moglie non lo stuzzicano. Corre Ian, corre dietro quella figura così simile a sua moglie ma quando si trova davanti gli occhi caldi di Hope Sullivan, nello stesso momento il cuore smette di battere ma fa una capriola all’indietro.
Hope ha passato ventidue anni della sua vita combattendo tra la vita e la morte. Il suo destino è sempre stato in bilico ma quando la manna dal cielo l’ha sfiorata, ha ripreso a vivere e non sa proprio perché, ma quando è con Ian il suo cuore batte all’impazzata. Proprio come se avesse vita propria, come se quell’uomo lo conoscesse da anni ma che non l’ha mai visto prima di allora.
Cosa sta accadendo? Cosa succederà nella vita dei due ragazzi dopo quell’incontro?


«Ma preferisco avere mille volte paura che rinunciare a quello che stiamo vivendo. Voglio buttarmi, voglio che i tuoi occhi che mi ricordano l'autunno siano il mio buongiorno e la mia buonanotte. Voglio viverti giorno dopo giorno.»

L’inizio di questo libro è molto struggente, ammetto che tutto il libro è abbastanza commovente. Per tutta la lettura rimbomba tra le parole il dolere di Ian e combattere insieme a lui per superare quella paura diventa fondamentale.
Ian è un uomo altamente distrutto. Si è ridotto a vagabondare insieme al suo amico Mouse tra le fermate delle metropolitana newyorkese e a farsi scivolare tutto addosso. Il suo personaggio è forte ma allo stesso tempo sensibile e molto impaurito.
Hope, seppure il nome mi ha fatto storcere un po’ il naso, è un personaggio molto molto bello. Nella sua semplicità è determinata, anche se ha paura di quel sentimento che prova verso quell’estraneo.
La storia tra i due è interessante, tutto il libro è interessante. Assistiamo alla voglia di riemergere di un uomo alla deriva. Che ha paura di provare dei sentimenti per una donna che non è sua moglie ormai defunta.
L’autrice è stata molto brava a farci percepire il suo dolore, la paura di quell’uomo. La prima parte del libro, intervallata da alcuni flashback di Ian, è molto triste che crea un peso sul petto.
Ma con Hope troverà quella voglia di rialzarsi, i due si sentiranno uniti da un filo invisibile che li avvicinerà quasi inspiegabilmente.

Il libro si sente che è un self-published. Ci sono alcuni errori di battitura qua e la e alcune cose sembrano pesare alla lettura. Se posso dire la mia, il tutto è un po’ frettoloso e i personaggi sono un po’ troppo piagnoni.
Piangono tutti, per qualsiasi cosa. Questo pesa un po’ perché è inverosimile, per quanto una persona sia sensibile non può piangere a comando ogni tre per due.
Per quando si cerca di tenere in piedi il mistero di quel filo invisibile, ho capito sin da quando Ian vede per la prima volta Hope che lei avesse il cuore della moglie. È stato un po’ scontato.
L’idea della storia è molto carina, molto interessante, solo che forse è stato tutto un po’ troppo superficiale. Dopotutto centocinquanta pagine si leggono molto in fretta.
È una lettura interessante, lo ammetto, coinvolgente. Solo avrei voluto che si soffermasse più sulle descrizioni, più su una scrittura introspettiva.
Però tutto ciò non mi fa dire che sia un brutto libro, assolutamente! Anzi… “Lost soul” mi ha preso tantissimo, l’ho letto in un giorno e come ho detto prima mi ha fatto nascere tanti sentimenti.
L’epilogo mi è piaciuto tantissimo e molte volte Ian è stato perfetto nel suo ruolo.
Ovviamente ci sono delle cosine da aggiustare, da allungare e da aggiungere. Ma il libro, per com’è ora, si merita una bella e piena sufficienza e più.
Ve lo consiglio per una lettura leggera e veloce.



Io vi saluto, fatemi sapere quello che ne pensate e buon weekend sia per chi è in ferie e per chi è tornato a lavoro.
Buone letture!

Ila

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