Bentornate nuvoline piene di rondinelle e di raggi solari!
Ditemi un po’… come state? Settembre è iniziato e alcuni di
voi stanno tornando al solito tram tram della vita quotidiana ma tra di voi
sicuramente c’è qualcuno che sta aspettando le ferie, no? Bhè… io vi propongo
un nuovo libro di uno degli #autoriemergenti sia da leggere mentre siete in
vacanza sia da spulciare tra una pausa e l’altra lavorativa.
Venite a scoprire con me…
- Titolo: Lost Soul
- Autore: Veronica Scalmazzi
- Numero pagine: 152
- Da leggere o no? Se avete un po’ di tempo libero, questo libro si legge molto velocemente
- Voto: 7
Voto copertina:
I miei occhi sono incatenati a suoi. «Io non vivo, Hope.
Sopravvivo senza volerlo.»
La vita di Ian Crofford è segnata da una grande cicatrice
che gli fa mancare il respiro giorno e notte. Per il dolore della perdita ha
abbandonato la lussuosa vita che era solito condurre, per girovagare tra le
strade di New York come un barbone.
Ian due anni fa ha perso le cose più importanti che un uomo
potrebbe mai avere: l’amore della sua vita. Sua moglie Susan e la sua piccola
figlia Lucy.
Un incidente d’auto le ha portate via da se e dopo questo
non ha più trovato una ragione per farlo andare avanti in questa triste vita.
Fino a quando un giorno un profumo conosciuto, quello di
Susan, e i capelli come la sua defunta moglie non lo stuzzicano. Corre Ian,
corre dietro quella figura così simile a sua moglie ma quando si trova davanti
gli occhi caldi di Hope Sullivan, nello stesso momento il cuore smette di battere
ma fa una capriola all’indietro.
Hope ha passato ventidue anni della sua vita combattendo tra
la vita e la morte. Il suo destino è sempre stato in bilico ma quando la manna
dal cielo l’ha sfiorata, ha ripreso a vivere e non sa proprio perché, ma quando
è con Ian il suo cuore batte all’impazzata. Proprio come se avesse vita
propria, come se quell’uomo lo conoscesse da anni ma che non l’ha mai visto
prima di allora.
Cosa sta accadendo? Cosa succederà nella vita dei due
ragazzi dopo quell’incontro?
«Ma preferisco avere mille volte paura che rinunciare a
quello che stiamo vivendo. Voglio buttarmi, voglio che i tuoi occhi che mi
ricordano l'autunno siano il mio buongiorno e la mia buonanotte. Voglio viverti
giorno dopo giorno.»
L’inizio di questo libro è molto struggente, ammetto che
tutto il libro è abbastanza commovente. Per tutta la lettura rimbomba tra le
parole il dolere di Ian e combattere insieme a lui per superare quella paura
diventa fondamentale.
Ian è un uomo altamente distrutto. Si è ridotto a
vagabondare insieme al suo amico Mouse tra le fermate delle metropolitana
newyorkese e a farsi scivolare tutto addosso. Il suo personaggio è forte ma allo
stesso tempo sensibile e molto impaurito.
Hope, seppure il nome mi ha fatto storcere un po’ il naso, è
un personaggio molto molto bello. Nella sua semplicità è determinata, anche se
ha paura di quel sentimento che prova verso quell’estraneo.
La storia tra i due è interessante, tutto il libro è
interessante. Assistiamo alla voglia di riemergere di un uomo alla deriva. Che
ha paura di provare dei sentimenti per una donna che non è sua moglie ormai
defunta.
L’autrice è stata molto brava a farci percepire il suo
dolore, la paura di quell’uomo. La prima parte del libro, intervallata da
alcuni flashback di Ian, è molto triste che crea un peso sul petto.
Ma con Hope troverà quella voglia di rialzarsi, i due si
sentiranno uniti da un filo invisibile che li avvicinerà quasi
inspiegabilmente.
Il libro si sente che è un self-published. Ci sono alcuni
errori di battitura qua e la e alcune cose sembrano pesare alla lettura. Se
posso dire la mia, il tutto è un po’ frettoloso e i personaggi sono un po’
troppo piagnoni.
Piangono tutti, per qualsiasi cosa. Questo pesa un po’
perché è inverosimile, per quanto una persona sia sensibile non può piangere a
comando ogni tre per due.
Per quando si cerca di tenere in piedi il mistero di quel
filo invisibile, ho capito sin da quando Ian vede per la prima volta Hope che
lei avesse il cuore della moglie. È stato un po’ scontato.
L’idea della storia è molto carina, molto interessante, solo
che forse è stato tutto un po’ troppo superficiale. Dopotutto centocinquanta
pagine si leggono molto in fretta.
È una lettura interessante, lo ammetto, coinvolgente. Solo
avrei voluto che si soffermasse più sulle descrizioni, più su una scrittura
introspettiva.
Però tutto ciò non mi fa dire che sia un brutto libro,
assolutamente! Anzi… “Lost soul” mi
ha preso tantissimo, l’ho letto in un giorno e come ho detto prima mi ha fatto
nascere tanti sentimenti.
L’epilogo mi è piaciuto tantissimo e molte volte Ian è stato
perfetto nel suo ruolo.
Ovviamente ci sono delle cosine da aggiustare, da allungare
e da aggiungere. Ma il libro, per com’è ora, si merita una bella e piena
sufficienza e più.
Ve lo consiglio per una lettura leggera e veloce.
Io vi saluto, fatemi sapere quello che ne pensate e buon
weekend sia per chi è in ferie e per chi è tornato a lavoro.
Buone letture!
Ila
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