venerdì 22 luglio 2016

Recensione: L'amore non ha età


Ciao amiche!
Non ci avete mai fatto caso che a volte i libri arrivano a voi per caso? Soprattutto quelli più belli, che vi fanno battere il cuore di più rispetto agli altri?
Beh, tutto questo è successo a me con il romanzo che vi presenterò tra poco.
Un romanzo di un’autrice emergente che spero possa trovare il modo per arrivare nelle mani di qualche Casa Editrice perché, credetemi, merita davvero molto!



Voto copertina:

Tutto inizia una sera in discoteca, a uno schiuma party. Marta, Simona e Irma hanno un solo obiettivo per la serata: divertirsi e passare dei bei momenti insieme. Delle tre, è Marta quella a farsi più remore, quella che ha sempre più difficoltà a lasciarsi andare. Ma non quella sera.
Quella sera anche lei vuole divertirsi.
Ma nemmeno in un universo alternativo avrebbe mai pensato di poter incontrare qualcuno che la potesse far sospirare come quando legge una storia d’amore di un romanzo che compone la sua libreria.
E invece eccola lì, tra le braccia di un ragazzo stupendo e dai tratti delicatissimi.
Eccole, le loro labbra incollate.
Eccolo, il bacio più bello che abbia mai dato.
Purtroppo, è inutile dirlo… le cose belle arrivano velocemente alla fine. E Marta e il ragazzo affascinante si devono separare.
Senza scambiarsi né il numero, né un contatto.
I giorni passano, la sessione degli esami si avvicina, e Marta cerca in tutti i modi di ripudiarlo nell’angolo più remoto della mente.
Ma si sa, quando il destino decide di giocare… non lo fa mai senza avere un asso della manica. Quell’asso si chiama Maurizio, il fratello minore di Simona e… Compagno di classe del ragazzo sconosciuto che improvvisamente ha un nome.
Francesco.
E un’età.
Quattro anni meno di Marta.
E il destino sembra proprio fare sul serio con loro quando li fa incontrare nel giardino di Simona. Lontano da occhi indiscreti, i due parlano e subito scatta qualcosa. Più potente delle famose scintille, un qualcosa che riverbera in loro che li fa sentire legati l’uno all’altra.
Iniziano a uscire, ma Marta fa promettere a Francesco di non dirlo a nessuno. Non che si vergogni di lui… anzi! È un ragazzo fantastico e gli vuole già bene. Non riesce a smettere di pensare a lui.
Sono quei quattro anni di differenza a bloccarla, a non permetterle di confidarsi con le amiche. A non farle vivere appieno la gioia di quel sentimento appena nato. Eppure anche lei si rende conto che tutti questi segreti, tutte queste bugie, tutti questi sotterfugi non hanno un bell’effetto sulla loro relazione.
Che fare? Buttarsi?
L’età è solo un numero o qualcosa di più?


Può sembrare semplice, quasi banale. Nulla di sconvolgente, forse.
GRANDE ERRORE, ragazze.
Mentre leggevo questo romanzo (che ho divorato in nemmeno 24 ore!) mi sono imposta delle pause per cercare di farlo durare di più (a quanto pare non hanno funzionato…) e, tra un ghiacciolo e un bicchiere d’acqua, ho riflettuto sul tema centrale: la differenza d’età. Non vorrei cadere nel banale o nel volgare, ma avete presente la pubblicità degli assorbenti Lines? Quella che: “A cosa non rinunceresti? Ad amare un uomo più giovane”. Da lì il mio pensiero si è spostato a Scusa ma ti chiamo amore e a tutte le storie d’amore che vedevano un age gap più o meno differente. E avevano tutte lo stesso denominatore comune: era l’uomo il più anziano della coppia.
Sempre.
Perché se un uomo conquista una donna più giovane è subito festa come se l’Italia arrivasse alla finale dei Mondiali di calcio. Mentre quando è la donna ad essere più vecchia… ecco che scattano le frecciatine. Perché non ha un partner, ma un toy-boy. Chissà perché non si parla mai di toy-girl…
Poi penso ai miei nonni: alla mia nonnina che è “più vecchia” di quattro anni (coincidenze?) e sono sposati da 52.
Quindi… perché no? Cosa c’è di diverso?
Assolutamente nulla.
Ed è questa la novità del romanzo, è questo il motivo portante e centrale.
Francesco ha quattro anni meno di Marta, eppure non c’è nulla di male se stanno insieme.
Non c’è nulla di cui vergognarsi o avere paura.
Non mi spingo troppo oltre dicendo che questo romanzo rappresenta il nuovo baluardo del femminismo, ma devo ammettere che di fronte a tanti rappresenta un qualcosa di nuovo, una ventata d’aria fresca.

Ci sono tantissimi altri motivi che mi hanno fatto piacere il libro.
Ci sono stati dei momenti in cui avrei tanto voluto rotolare nei campi sperduti dell’amore abbracciando il mio kindle e piangendo, oppure stendermi e stare così per ore.


Mi è piaciuto tantissimo lo stile. Fresco, allegro… giovane senza essere acerbo. Ilaria ha saputo fondere un tema classico come una storia d’amore con una realtà contemporanea. Ha portato il mondo dell’università visto da vicino, con esami, sessioni di studio e finto studio sulla pagina. E io che sono ancora immersa in quel mondo, non ho fatto altro che ritrovarmici. E pensare che fosse tutto così diverso dagli altri libri, dove il modello di studi era di tipo americano e, chissà perché, erano tutti vicino alla laurea con la media del 107.
Forse in un altro pianeta…
Finalmente qualcosa di nuovo! Ma soprattutto, finalmente qualcosa di vero!
Quindi, auguro davvero a Ilaria ogni bene e tanta tanta fortuna :)
Sono queste le storie che, secondo me, devono essere lette e prese in considerazione dalle varie CE, non quelle che sembrano tutte uguali e scritte con lo stampino, non credete?
Sono questi gli autori emergenti che dobbiamo far conoscere.
Quindi, date retta a me: acquistate il romanzo. A soli 1,99€… il prezzo di un caffè per voi e per Ilaria, l’autrice.
Fatelo, non ve ne pentirete!

E ora… facciamole davvero quattro chiacchiere con Ilaria! Leggete l’intervista e calatevi nel mondo di Marta e Francesco.

Ciao Ilaria,
benvenuta in AnniDiNuvole :) Grazie per essere passata a trovarci! Per prima cosa, parlaci un po’ di te! Com’è nata la tua passione per la scrittura e le citazioni? Qual è il tuo libro preferito? Se dovessi scegliere un autore con cui scrivere un libro a quattro mani, chi sarebbe?

Ciao, ci terrei a partire subito con un ringraziamento. Sei stata davvero molto gentile ad aver letto il mio libro e avermi dedicato del tempo. Non è da tutti, quindi ti sono davvero grata.
La mia passione per la scrittura è nata per caso, un po’ per gioco e infatti ho sempre detto che non voglio rendere questo passatempo il mio futuro. Un giorno estivo sono semplicemente capitata in un mondo di storie scritte da ragazze come me e leggendole mi sono chiesta: perché non provarci? E così l’ho fatto, ho sfidato i miei limiti.
Per quanto riguarda le citazioni, invece, credo dipenda tutto dalla mia passione per la lettura, quando leggi un libro, qualunque esso sia, in un modo o in un altro ti colpisce. Così ho deciso di riportare alcuni brandelli affini alla trama a cui avevo pensato all’interno del libro, nonostante sia consapevole che le citazioni decontestualizzate a volte perdano la loro pienezza di significato.
Chiedere a una lettrice qual è il suo libro preferito penso sia la domanda più difficile del mondo. Non ho un libro preferito, non ho neppure un autore preferito quindi scegliere per me è difficilissimo. Se dovessi farlo però sarebbe “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde, non che sia il mio preferito, ma solo perché è il primo libro che mi ha fatto riflettere nonostante fossi piccola quando l’ho letto. Da quel giorno ho capito che ogni storia ha un messaggio, un suo perché, a volte è chiaro a tutti, altre volte è celato e sta al lettore coglierlo. Da quel giorno, quando ho scoperto questo, ho amato ancora di più leggere.
Riguardo alla tua ultima domanda, sembrerà assurdo, ma non mi piacerebbe scrivere un libro a quattro mani con nessuno. Ho provato a fare un esperimento del genere con le mie amiche e posso dire di averlo odiato perché a mio avviso scrivere con qualcuno pone un freno alla fantasia, non aiuta ad accrescerla. Almeno per me è così, sono una solitaria.

Cosa ti ha spinto verso l’autopubblicazione?

Non c’è qualcosa che mi abbia spinto, bensì qualcuno. Le mie amiche mi hanno sempre detto di provare, di tentare la sorte, ma io sono molto restia in queste cose finché una di loro, molto insistente, un giorno mi ha convinta. Non ho autopubblicato il mio libro per fare successo, non lo sogno neppure. L’ho fatto per me, per lasciare che qualcuno possa leggere la mia storia nella speranza che possa apprezzarla, che possa lasciargli qualcosa. Insomma, secondo me, si scrive per trasmettere emozioni ed è quello che spero di riuscire a fare anche io nel mio piccolo.

Adesso parliamo un po’ del romanzo che, come sai, mi è piaciuto davvero molto! Com’è nata l’idea di capovolgere il solito age gap dato che, come dice Simona, se i ventenni sono immaturi, figuriamoci chi i venti deve ancora compierli… Cosa diresti a una tua cara amica se, un giorno, ti dicesse di amare un ragazzo di quattro anni più giovane?

L’idea è nata proprio per capovolgere una trama che avevo sentito e risentito fin troppe volte. Perché deve essere sempre l’uomo ad essere più grande? So che nella realtà non è così, le situazioni non sono fisse, ma nei libri ho sempre avuto la sensazione che questo cliché non fosse mai stato superato, così ho capovolto le cose. Quattro anni sembrano non essere nulla, una differenza quasi inconsistente, ma forse data l’età dei protagonisti, questa differenza pesa come se fossero molti di più.
Tornando alla tua domanda, ti direi che sarei felice per lei. Suonerà come una frase fatta, ma l’età non conta, in una relazione importa ben altro. Deve esserci prima di tutto l’amore, il rispetto, la complicità; alcune cose che sembrano importanti a volte non lo sono, lo sembrano solo perché crediamo debbano esserlo. È tutto nella nostra testa, sono tutti lì i limiti (come la differenza d’età) che vanno superati. Basta volerlo.

A chi ti sei ispirata per il personaggio di Francesco? Perché, se un ragazzo così esiste, lo devo assolutamente abbracciare e guardare con gli occhi a cuoricino ;)

In realtà non mi sono ispirata a qualcuno in particolare. Ho preso spunti da varie persone che conosco, fatto una sorta di collage tra i loro gusti, passioni, atteggiamenti e ne è uscito fuori lui, il ragazzo perfetto. A volte temo che Francesco sembri irreale, ma volevo capovolgere anche il solito cliché del ragazzo bello e stronzo. Nella vita reale i ragazzi sensibili esistono, lo so per certo.

Si amavano, si regalavano libri.
Francesco conosce Marta in discoteca, poi la porta al parco e in libreria. E Marta (come credo la maggior parte delle lettrici) capitola ai suoi piedi. Cosa succede durante il tuo appuntamento ideale?

Non deve esserci una situazione tipo, non importa dove si va, cosa si fa, l’importante è che tutto venga naturale. Per me l’appuntamento perfetto è quello in cui non ci sono situazioni tese, forzate. L’imbarazzo è legittimo, ma quando ti trovi con una persona affine ti ci trovi bene sin da subito ed è quello che vorrei capitasse a me. L’appuntamento perfetto ha solo un segreto: la complicità.

Un detto dice: “Casa è dove c’è il tuo spazzolino e dove il cellulare si connette automaticamente al wifi”. Quando deve ritrovare se stessa, Marta torna a casa, dalla sua famiglia, dai suoi più vecchi e cari amici, eppure passa il Natale a Roma, la sua seconda casa, con i compagni di corso e il ragazzo che, per lei, sono come una seconda famiglia. Cos’è, per te, casa?

Parlare di casa non è semplice come si pensa, ma se dovessi dare una definizione a questa parola ti direi che “casa è dove puoi essere te stesso”. Mi sento a casa quando sono con determinate persone, ad esempio. Casa per me rappresenta un porto sicuro, dove puoi tornare sempre perché sai che lì sei precisamente dove dovresti essere e un posto così non è proprio facile da trovare perché casa non sono quattro mura, è ben altro.

Quanta Ilaria c’è in “L’amore non ha età”?

Tanta. È dura ammetterlo, ma è così. Scrivere in prima persona credo sia parte del problema, quando ti trovi davanti al foglio bianco fai di tutto per essere un’altra, per entrare nel personaggio che hai deciso di creare, ma quando scrivi una storia così semplice e realistica (non dico che lo sia, ma essendo coetanea ai protagonisti la sento così) ti ritrovi a mettere del tuo anche non volendo.
Tutte le incertezze, tutte le paure, tutti i dubbi sono anche i miei, ma credo siano anche gli stessi che mille altre ragazze si pongono quotidianamente. Penso che, quindi, in Marta non ci sia solo io, ma ci siano tutte le ragazze insicure come me.

Preferisci scrivere circondata dal silenzio o dalla musica? Nel romanzo sono citate due canzoni dei Pink Floyd, ma c’è una playlist, delle canzoni che ti hanno aiutato a scrivere delle scene particolarmente difficili?

Dipende dal mio umore, non tanto dal capitolo che sto scrivendo. Il gruppo che senz’altro ho ascoltato di più è sicuramente uno solo: i Coldplay. Non so neppure se ci sia un riferimento alla storia nelle loro canzoni, ma sono il mio gruppo preferito e hanno un gran potere su di me, riescono a farmi sorridere, piangere, emozionare e quindi se ho bisogno di sfogarmi corro sempre da loro anche mentre scrivo.
Riflettendoci, però, c’è una canzone che mi fa pensare particolarmente alla mia storia, infatti quando l’ho sentita mi ha subito ricondotto ad essa ed è “Not about angels” di Birdy. 

Qual è stato il passaggio più difficile da scrivere?
Da lettrice, qual è la tua scena preferita?

Sembrerà assurdo, ma io scrivo i miei capitoli in poco tempo. Nella scrittura sono molto istintiva, in un’ora, massimo due devo aver finito, quindi mi viene difficile pensare a qualche passaggio difficile da scrivere, anche se sicuramente qualcuno c’è stato.
Da lettrice, invece, ci sono due scene che preferisco. La prima è quella del primo appuntamento, direi che il capitolo in generale mi piace perché mi trasmette tenerezza, ma forse quella che amo di più è quella in cui Marta si apre con Francesco, gli parla delle sue paure, dei suoi timori, della sua vita. Da quel momento tutto sarà diverso e credo che la cosa sia palpabile perché il muro di ghiaccio che si stava lentamente sciogliendo in quella scena crolla all’improvviso. La paura a volte fa tanto, soprattutto quando si tratta della paura di perdere qualcuno. L’atteggiamento di Marta ne è la prova.

Francesco e Marta sono ragazzi di poche parole, che preferiscono il silenzio alle chiacchiere senza importanza. Affidano le proprie sensazioni ai libri, alle citazioni e alla musica. Anche se le parole rendono tutto più reale, come credi debba essere il rapporto ideale tra “parola” e “silenzio”?

Credo che ci debba essere equilibrio come in tutte le cose. Perdersi in chiacchiere non serve, ma sono del parere che non bisogna mai lasciare qualcosa di non detto, così si inizia a precipitare verso il baratro. È un po’ quello che è successo anche a loro, quando Marta ha avuto paura di dire qualcosa e, in quel caso, di affrontare la realtà, le conseguenze si sono fatte sentire.

Amo il rapporto di Francesco con la nonna, perché rispecchia il mio :) Solo che lui ha vissuto separato dai genitori. Credi che questo abbia influenzato il suo rapporto con le ragazze? Se sì, in che modo?

Francesco è così anche per quello che ha vissuto. Ci tiene molto alla nonna perché per lui è stata una figura costante, sempre presente. Si potrebbe dire che la nonna sia la vera madre. Ma credo che a renderlo così siano state più le attenzioni mancate dai genitori. L’età di Francesco è delicata e tendenzialmente si può andare in due direzioni: ci si può perdere o si può lottare per essere/avere ciò che si vuole e lui ha scelto senz’altro la seconda opzione. Ha deciso di rimboccarsi le maniche, di crearsi un futuro, di credere in se stesso. Dà prova di questo anche con Marta anche se con lei vien fuori più il suo lato umano, quello di un ragazzo attento, dolce e premuroso e forse dà a lei quello che avrebbe voluto ricevere dalla sua famiglia e che non ha mai avuto o comunque quello che credeva gli spettasse. Cerca l’amore che gli è mancato in lei, perché prima di tutto vuole sentirsi amato. Davvero. Intensamente.

Francesco è un ragazzo maturo per il suo vissuto, per come ha dovuto affrontare delle esperienze che, indubbiamente, ti cambiano. Mi piacerebbe aver letto molto di più a questo proposito, quindi… Vuoi approfittare di questo spazio per spiegare più dettagliatamente oppure ci dobbiamo affidare alle poche parole, ma ricche di significato, di Francesco?

Avrei voluto dare più spazio a Francesco, ma non sapevo come fare. Ho deciso di impostare il libro dal punto di vista di Marta e ritagliargli dello spazio ammetto che mi è venuto difficile ed è uno dei miei rimpianti. Prima, nella domanda precedente involontariamente ho risposto anche a questa, quindi non mi ripeto e aggiungo solo che ogni cosa che ci accade ci segna, anche quelle che a volte ci sfiorano e non ci colpiscono direttamente. Le piccole cose passano inosservate ai nostri occhi, ma in realtà ci cambiano più di quanto pensiamo. Agiscono in silenzio, quasi nella penombra; ci facciamo i conti col passare del tempo quando notiamo gli effetti dei tanti piccoli cambiamenti che ci hanno resi quelli di adesso. Così è per tutti, così è anche per i protagonisti della storia, Francesco in particolare.

Preferiresti avere un’amica come Simona o Irma?

Per Simona mi sono ispirata a una mia amica, quindi ti direi senz’altro lei perché una persona così ti riempie le giornate. C’è sempre un pizzico di follia quando si sta con lei e nella vita serve, soprattutto per stare bene.
Irma, invece, è la più pacata, responsabile. Per molti aspetti assomiglia anche a Marta e per questo preferisco Simona, rappresentano gli opposti che si attraggono e che anche se inspiegabilmente non possono far a meno di completarsi.

Personaggio apparentemente secondario, ma che mi ha conquistato. Cosa c’è nel futuro di Maurizio?

Il discorso su Maurizio è affine a quello fatto prima per Francesco. Nonostante sia un personaggio secondario nella parte finale del libro si capisce quanto sia sensibile e altruista. In lui rivedo tutte le qualità che un vero amico, secondo me, dovrebbe avere.
Diciamo che Maurizio è l’amico che mi piacerebbe tanto avere e non so cosa ci sarà nel suo futuro, ma sarà senz’altro grandioso. E chissà magari un giorno racconterò qualcosa su di lui.

E ora… #spoilertime! Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Stai scrivendo qualcosa? Ci sono dei personaggi che bussano alla porta della tua tastiera? Ce ne vuoi/puoi parlare?

In realtà ho già scritto altre storie e forse col tempo deciderò di rivedere una di esse e magari di pubblicarla più in là come ho fatto con questa, ma ci vorrà tempo quindi non mi azzardo a dire nulla.
Per quanto riguarda nuovi progetti non c’è molto da dire. Avevo iniziato a scrivere varie cose, però in particolare c’è una storia che ogni tanto mi torna in mente e che esige di essere scritta.
Quindi riassumendo, potrei avere del materiale, ma per ora mi considero in ferie. Non c’è fretta nel pubblicare niente perché infondo so per certo che finché ci sarà una storia nuova ci sarà sempre qualcuno pronto a leggerla.



Un abbraccio e…
Buona lettura!

Robi

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