venerdì 15 luglio 2016

Recensione: Caldo sangue


Buon pomeriggio lettori nuvolosi!
Fa caldo? Si che fa caldo!
Bhè, devo avvertirvi. Questo romanzo che vi presento oggi non farà che aumentare le temperature. Siete pronti? A vostro rischio e pericolo…



Voto copertina:


Ranieri Dei Soldati è uno chef strepitoso, riesce a capire quando una bistecca è cotta a puntino solo annusandola o guardandola attentamente. Come fa? Semplice, i suoi sensi sono così sviluppati che sbagliare è impossibile. Com’è possibile? Bhè… lui è un vampiro.
Ranieri ha cinquecento anni, conosce tutto dalla vita. Sa quello che le persone provano, sa aggirarle e sa amare.
Ranieri ama una ragazza da quando, trent’anni fa, l’ha vista la prima volta con i codini e un sorriso sorprendente. Cosa fare se non aspettare che crescesse?
Violante ha trent’anni, un figlio da accudire e un ristorante da portare avanti.
Dopo la nascita di Francesco, abbandonato dal padre, ha deciso che gli uomini non fanno per lei.
Fino a quando al suo ristorante non piomba, nel vero senso della parola, Ranieri.
Una manna dal cielo.
Ma quello che Violante non sa è chi è davvero Ranieri.
Il vampiro sogna un futuro che non può avere, ma perché non provarci? Quel figlio che tanto agogna, sarà la volta buona che riuscirà a coronare il suo sogno?
E Violante… la dolce e bellissima Violante, sarà capace di amare un mostro?


Se vi aspettate il vampiro tutto rose e fiori, profumato e bonario… avete sbagliato ottica.
Ranieri è un vampiro vero, tant’è che vi domanderete “vuoi vedere che forse forse, i vampiri esistono davvero?”.
Ranieri è spietato, affamato e innamorato.
Da quando ha visto per la prima volta Violante ha deciso che prima o poi doveva essere sua. Ha aspettato, aspettato e ancora aspettato.
Ha visto la ragazza innamorarsi di ragazzi insulsi, che la sfruttavano e l’ha vista anche mentre l’ultimo uomo le dava una nuova vita. Il suo piccolo Francesco.
Ma Ranieri non si è mai dato per vinto, ha fatto continuare la sua vita e poi le si è presentato davanti.
Violante rimane subito affascinata da quell’uomo più giovane di lei, così perfetto e bravo con le padelle. Ma non sa Violante, non sa quello che Ranieri nasconde.
Ranieri ama cacciare ma non ama la dieta di gatti e cani, lui adora il sangue degli umani e anche se cerca di non approfittarne, molte volte prosciuga le sue vittime.
Succulenti, proprio come un risotto alla pescatora, Ranieri non si fa problemi a chiedere il bis.
Con il suo super udito ascolta le palpitazioni di Violante e sa che lei lo vuole, che lo desidera… e non saranno si certo gli anni di differenza a trattenerlo.
Proprio come un uomo innamorato, Ranieri la corteggerà reprimendo le sue zanne e gli occhi neri.
Ranieri ha un grande cuore, anche se di marmo. Ama i suoi collaboratori, ama Violante e ama il suo piccolo bambino. Il desiderio più grande del vampiro è di avere un figlio tutto suo.
Ha visto Francesco nascere, lo ha protetto e lo ha aiutato proprio come farebbe un padre sempre di nascosto da Violante.
Quando l’amore e la passione sboccerà violenta tra i due, le carte in gioco per Ranieri diventeranno un sogno.
Finalmente la famiglia che voleva è lì che lo aspetta. Ma non è abbastanza, Ranieri vuole tutto.



Se devo essere onesta, per me il libro si è diviso in tre grandi parti.
La prima mi è piaciuta molto, tant’è che ho letto un terzo del libro come se niente fosse.
Ranieri mi aveva subito conquistato, con il suo fascino romanesco e storico. Mi piaceva molto il modo di proteggere Violante e Francesco e il suo modo di corteggiarla in spiaggia l’ho trovato molto stuzzicante.
Indubbiamente il libro è un romanzo erotico molto forte, anche ben presentato dall’autrice cui va fatto tanto di cappello.
Ma ecco che ci addentriamo nella seconda parte che mi ha fatto tentennare.
I caratteri dei protagonisti sono diventati più definiti e ho iniziato un po’ a scuotere la testa.
In primis Ranieri che molte volte è stato precipitoso e molte volte avrei voluto che scoccasse quella lite furibonda tra i due protagonisti che invece non c’è mai stata. Ranieri se posso dirlo ha una mentalità un po’ strana… non si fa problemi a tradire Violante più volte, non si fa problemi ad uccidere più volte e il modo in cui tutte le cose tornino a loro posto quando si tratta di lui è disarmante.
Molte volte non sembra essere un vampiro, sembra essere un mago: ha sempre ragione, non sbaglia mai un colpo, è semplicemente perfetto.
Ora non so che legge vige tra vampiri, ma avranno un punto debole anche loro no? A quanto pare Ranieri n’è privo.
E poi arriviamo a Violante, donna che all’inizio mi piaceva. Molto.
Una donna con la testa sulle spalle, in carriera e che ha tirato su un bambino amorevole. Ma poi da quando conosce Ranieri cambia dal giorno alla notte. Il suo sexappeal sembra esplodere peggio della bomba nucleare, tanto da abbandonare gli abiti da suora e iniziare a fare sesso alla luce della luna nei night.
E così arriviamo poi alla terza e ultima parte: la conclusione.
La conclusione mi ha spiazzata. Proprio quanto il grande desiderio di Ranieri sembrava essere coronato, tutto si sgretola e tutto cambia. Non mi stava piacendo come lui la stava affrontando, mandando al diavolo tutto quello che aveva ottenuto ma mi è piaciuto, infine, come lo ha aggirato.

Indubbiamente Ranieri nasconde la parte cattiva, la parte da mostro e credo che nei libri di vampiri questo è d’obbligo. Insomma… non si è mai visto di un vampiro che profuma di miele e sbrilluccica al sol… o forse si?
Quello che però mi ha un po’ destabilizzato è come fa Ranieri a provare dei sentimenti per Violante quando è pronto a uccidere decine di persone solo perché è arrabbiato? Questo cuore batte o non batte?

Ho apprezzato moltissimo lo stile di scrittura di Suanna, non ho letto ancora di nessuno che usa un linguaggio tecnico ma allo stesso tempo fluente come il suo.
Però se posso fare una critica, alle volte è troppo caramelloso. I nomignoli “cucciolo”, “dea” e vari alle volte mi sono sembrati troppo eccessivi.
Ultimissimo appunto da fare è la lunghezza del romanzo. Alle volte è come se voglia dire tanto ma alla fine ci dice pochissimo. Tanti capitoli che spesso portano un po’ ad annoiare.
Un pizzico di brio in più non sarebbe guastato. Una Violante meno arrendevole sarebbe stata la carta vincente.
Ovviamente dipende tutto dai punti di vista... chi segue le mie recensioni sa che ho un rapporto conflittuale con i vampiri: non riesco a capirli, mi piacciono ma certe volte non mi piacciono. Sono contorta che ci dobbiamo fare.
Mi sono voluta cimentare proprio per questo motivo con questa storia e ammetto però che è un libro erotico cui va una grande sufficienza: accattivante, stuzzicante e interessante. Promosso! 


Ora, mie belle nuvoline lascio la parola all'autrice di Caldo sangue che molto simpaticamente e gentilmente ha risposto alle mie domande. Buona lettura!

Ciao Suanna e innanzitutto grazie per la tua disponibilità nel fare due chiacchiere con noi di AnniDiNuvole!


Grazie a voi per l'opportunità.

Partiamo un po’ da quello che accomuna tutte voi autrici: quando e come ti sei avvicinata alla scrittura?

C'è stato un innesco, una sera di qualche anno fa, in cui nella testa mi girava la voglia di creare un personaggio che mi avrebbe fatto sognare, ne avevo bisogno. L'unico eroe di carta di cui mi sia mai innamorata è stato il conte di Montecristo. Dopo di lui, più nessuno è stato in grado di catturare il mio cuore. A parte Ranieri, ovviamente. Si potrebbe definire il mio avvicinamento alla scrittura con la necessità di creare qualcosa (in questo caso, qualcuno) che mancava nel panorama editoriale. E poi è terapeutico, molto introspettivo, scrivere. Per me è una sorta di valvola di sfogo.

Ricordi qual è stato il momento preciso che ti ha fatto scoccare l’idea per “Caldo sangue”?

So che sembrerà da psicopatici, ma io ricordo esattamente il momento preciso. Era il 13 luglio del 2013, quella che poi è diventata la data di nascita di un personaggio molto importante: Niccolò.
Avevo appena visto le classifiche di vendita di Cinquanta sfumature di grigio e nella stessa classifica c'erano anche diversi libri di cucina. Nella medesima settimana avevo finito di leggere Inferno di Dan Brown, e un particolare del suo romanzo mi aveva fatto innervosire. Precisamente, una cena che l'acclamato autore americano descrive, in cui i curatori degli Uffizi pasteggiano accompagnando i piatti con una bottiglia di Nebbiolo. Da lì ho capito per l'ennesima volta che gli autori stranieri, in particolar modo quelli statunitensi, non si rendono conto che l'Italia è regionale, e non basta nominare un vino famoso per sembrare degli esperti. Mettere a pasteggiare i curatori degli Uffizi con il Nebbiolo, che poi è la base del ben più celebre Barolo, un vino piemontese, equivarrebbe a far mangiare a Fidel Castro un Big Mac menu con una Coca Cola: assurdo e impensabile. In Italia, sui prodotti tipici, c'è una rivalità assoluta, e in una cena tra toscani avrei scelto un Brunello o un Chianti. E così, mi sono alzata dal divano dicendo a mio marito: “ora vado di là e creo il personaggio perfetto: un miscuglio di passione, amore, desiderio e cucina. Italiano, patriottico, bello come solo un uomo italiano può essere”. Ecco perché è nato Caldo sangue: per rispetto alla cucina italiana, alla tradizione storica e alla coerenza.

Caldo sangue” indubbiamente è un romanzo erotico, è stato difficile per te occuparti di questo genere o lo prediligi a confronti di altri?

Caldo sangue è stato per me un esercizio di stile, non avrei mai pensato di darmi all'erotico. Ma già che c'ero, ho deciso di scriverlo in POV maschile, per mettermi alla prova e vedere se ne fossi stata in grado. E quando il protagonista ha preso vita nei primi capitoli, mi sono resa conto che avrei dovuto calcare la mano, senza trattenermi nel descrivere le sensazioni che solo un essere passionale come Ranieri può regalare. Ho azzerato la mia parte femminile e sotto una sorta di trance emotiva, ho dato voce a lui, a ciò che gli scaturiva dal cuore. Non ho volutamente addolcito niente, ho parlato col linguaggio che userebbe un uomo, senza fronzoli, senza inutile poesia. Mi infastidisce leggere romanzi erotici scritti da donne con POV maschile che di maschile, non hanno niente. Molte autrici si soffermano su dettagli prettamente femminili, anche se la scena è narrata da un uomo, e ciò rallenta il flusso della narrazione, svalutando il momento erotico che invece va gettato addosso al lettore, senza girarci troppo intorno. Ranieri è un uomo, e un uomo non usa termini spiccioli, quando si trova in certe situazioni. Il maschio è sanguigno, impulsivo, non gli interessano gli unicorni né il colore della stanza, quando si trova a letto con una femmina. È puro istinto, fa uscire la parte bestiale che è in lui. E Ranieri, in quanto a bestialità, non si risparmia.
Per quanto riguarda altri generi, non mi precludo nulla. Ho nel cassetto un romanzo Urban Fantasy di tutt'altra fattura.

Devo farti i complimenti per il tuo linguaggio che hai usato nella storia. Fai apparire Ranieri così colto e così profondo che indubbiamente tutti sono affascinati da lui. È stato difficile scrivere della psiche di un vampiro?

Grazie mille per il complimento, e sono contenta che questo punto venga evidenziato spesso da molti lettori, perché il modo in cui Ranieri si esprime è il punto forte del romanzo.
Quando ho intrapreso questo viaggio, mi sono resa conto che un vampiro con più di cinquecento anni sulle spalle, avrebbe dovuto per forza essere colto, altrimenti avrebbe dato l'impressione di aver sprecato la sua lunga vita. Le sue esperienze sono state la sua scuola, e girare il mondo, incontrare personaggi storici, è il desiderio che mi accomuna a lui. Ho utilizzato un linguaggio accorto per dargli quel tanto di superiorità che era d'obbligo.
Ranieri ha fatto innumerevoli esperienze di vita, nel corso dei secoli. Questo mi ha dato la possibilità di dargli un'impronta infinita di sapienza e di eccentricità. E il suo carattere è ben definito, non ha altro da imparare se non dall'approccio con gli altri, cosa alla quale non è abituato, essendo sempre stato un solitario. Non è stato difficile, in realtà, entrare nella sua testa. Il romanzo è stato scritto in ordine cronologico, senza saltare da un capitolo all'altro, proprio perché una volta entrata nel personaggio (anche se sono convinta di essere stata posseduta da un vero vampiro, durante la stesura) descrivere ciò che ha visto, che ha vissuto, è stata un'avventura meravigliosa.

Ranieri è uno chef strepitoso, ho adorato come lavora con il cibo, focalizzandosi sui sensi sviluppati tranne che per il gusto. Tu invece come sei messa con la cucina? Fai anche tu dei manicaretti sorprendenti?

Personalmente me la cavo, tra i fornelli, ma il vero chef, in famiglia, è mio marito. Le ricette di Ranieri sono sue, e ogni sera mi delizia con un piatto speciale, degno di un ristorante stellato; è la sua passione. In più lavora nel settore dei vini, un altro punto a suo favore. Ranieri lo rappresenta in molti passaggi (per ora, vi basti sapere che la parte culinaria della storia, è opera sua!) La cucina è una parte fondamentale della mia vita. Mangiare, dopo il sesso, è l'esperienza più sublime dell'essere umano. Chi non comprende questo, non sa vivere.  Abbiamo la fortuna di appartenere a un paese in cui la tradizione della cucina è osannata in tutto il mondo, eppure ci si sta dimenticando di questo. Ormai ci stiamo avvicinando sempre di più allo standard americano, prediligendo piatti già pronti, insipidi e poco salutari. Odio chi si nasconde dietro il “non ho tempo”, perché basta proprio poco, a volte solo dieci minuti, per preparare un buon piatto. Pensa che in casa non abbiamo nemmeno il microonde, e non abbiamo intenzione di cedere a questa che, per molti è comodità, ma che per noi rappresenta un nemico del gusto.

Parliamo un po’ dei personaggi… iniziamo da Violante, sorprendente è stato il suo cambiamento. Da donna un po’ chiusa (bigotta forse?), sia passata così facilmente a essere donna disinibita. Ci voleva Ranieri per cambiarla o semplicemente lo era sempre stata ma aveva paura di far vedere la sua vera essenza?

Violante rappresenta molte donne. È la classica principessa rinchiusa nella torre che, fortunatamente, viene salvata dal cavaliere. Lei ha vissuto esperienze che l'hanno fatta diventare chiusa, insofferente, più che bigotta, direi sfiduciata dagli uomini. Ranieri lo percepisce, lo sa: in più ha vissuto le sue esperienze da lontano, e quindi la comprende come mai nessun altro uomo potrà fare. In un passaggio del romanzo considera che: Violante è stata sminuita, bloccata da maschi sbagliati”. Lui è istintivo, ardente, e sa per certo che basterà una spintarella per far uscire la vera donna, la femmina che è sopita dentro di lei. Credo che questo sia il problema di molte donne: la rassegnazione. È stato un passaggio naturale, per Violante distruggere l'armatura in cui era imprigionata e darsi tutta a un uomo che la capiva, la incoraggiava e le sapeva donare piacere, senza chiedere niente in cambio se non l'essere ricambiato.

Ranieri… su di lui ci sarebbe un altro romanzo da scrivere per spiegarti quello che per me lui è stato. In alcuni punti mi è piaciuto tantissimo, ma in altri avrei voluto morderlo con i suoi stessi canini. Secondo te si è sempre comportato onestamente o ha sbagliato in qualcosa?

Ho sorriso quando ho letto questa domanda perché è così anche per me! Ma come avrei potuto creare un vampiro e descriverlo senza donargli un po' di crudeltà? I vampiri sono esseri meravigliosi, curiosi e bestiali. Affascinanti e aristocratici, ma comunque bestiali.
Io adoro il suo carattere, perché a volte ha degli scatti d'isteria che lo rendono quasi più umano, anche se le sue reazioni sono molto più violente. È la metafora di un individuo che dentro di sé, è in conflitto tra il bene e il male, e in fondo rappresenta ognuno di noi. Ha le sue paure, le sue idee, e le sue convinzioni. Per quanto mi riguarda, ma parlo per partito preso, si è comportato sempre egregiamente, anche nei momenti in cui ha dato retta al vampiro e non all'uomo, prediligendo la parte oscura che comunque, fatica a controllare. Adoro che a volte faccia infuriare il lettore, perché altrimenti l'avrei reso docile e accomodante,  mentre invece lui è sadico, nel profondo, ma si trattiene per amore. Adoro il suo conflitto interiore: Mi comporto da umano, voglio esserlo finché mi è permesso sembrarlo, ma la bestia scalpita, vuole uscire, spaccare tutto, urlare a pieni polmoni crudeltà, rivincita: anarchia totale e distruttiva.”
Diciamo che ero stanca di questi vampiri annacquati che sembrano cagnolini addomesticati, capaci solo di maledirsi e di piangere sulla loro condizione. Ranieri è fiero, orgoglioso e superbo. Come solo un vampiro sicuro di sé può essere.

Qual è stata la tua scena preferita nel libro?

Una delle scene che preferisco, è il primo approccio tra Violante e Ranieri, quello che si svolge nella cantina dell'Urbe, davanti al rospo che Ranieri soprannominerà Cirano. Ho sentito e sento sempre dei brividi, quando rileggo quel punto. Il primo contatto fisico, quello che però non può andare oltre, per vari motivi che vengono descritti. Un momento molto eccitante anche se non accade nulla; da farfalle nella pancia. Il primo mattone di una storia fantastica.

E, diversamente, qual è quella che maggiormente è stata più difficile scrivere?

Sarebbe scontato dire il finale, ma non è così. La scena che più mi ha sconvolto scrivere (e rileggere) è stata la violenza che Ranieri ha nei confronti di Niccolò. Mi ha fatto malissimo costringerlo a subirla, soprattutto a livello psicologico. Per me è stata struggente. È orrenda, cruda e manifesta al 100% quanto è distruttivo un amore che all'improvviso ti si rivolta contro. L'ho percepito quasi come un tradimento nei suoi confronti, ma era necessaria per far capire quanto Ranieri stesse soffrendo. Niccolò lo ama in una maniera così tenera, e lo farà anche dopo ciò che subisce. Lo sa, l'ha sempre saputo che Ranieri è così, che la sua natura è complessa, e lo ama nonostante tutto. Proprio perché è imprevedibile e irraggiungibile, prova per lui un attaccamento quasi morboso, ma comunque delicato, che gli dà la forza di sopportare tutto. Anche la ferocia. Questa è una prova d'amore inestimabile. Rispetto Niccolò, e spero che mi possa perdonare, un giorno.

Ammetto che la fine mi ha sorpreso tantissimo, hai colpito credo tutti i tuoi lettori perché ci aspettavamo un finale diverso. Lo avevi già in mente questo o avevi pensato ad un altro?

Sì, ero certa fin dall'inizio di come doveva finire questa storia. Non ho avuto mai alcun dubbio, anche quando mi sono decisa a metterlo nero su bianco. Era inevitabile, e al di là dei perbenismi e della posticcia moralità di alcuni lettori che me l'hanno fatto notare, ero certa che questo era il finale più indicato. Ho avuto una lettrice che mi ha ringraziato per come è terminato, riempiendomi d'orgoglio, perché mi ha detto: “Grazie. Non l'hai edulcorato, non doveva entrare nelle grazie di nessuno: Ranieri è crudele, un essere mostruoso per indole, e con questa fine non me l'hai snaturato. L'avrei odiato, altrimenti.” Queste sono soddisfazioni.

Senza fare spoiler per chi non ha ancora letto il romanzo, ma io questa domanda te la devo fare per forza! Con l’epilogo, correggimi se sbaglio, fai intendere che la storia per Ranieri si ripete?

Chi lo sa? No, scusa la risposta eludente, ma potrebbe essere. Ranieri vive di sensazioni, l'amore, per lui, è un fattore di chimica, e la chimica non sbaglia mai. Alcuni lettori hanno avuto difficoltà nell'accettare il finale, perché si sono trovati spiazzati. Questo è successo perché la percezione di ciò che lui sente addosso in quel momento fatidico, ha dato fastidio. Ranieri va assecondato, e chi è riuscito a entrare nella sua psiche, ha capito perfettamente. Chi invece si aspettava un finale alla Twilight, si è sentito a disagio. Ringrazio i lettori che hanno superato certe barriere, rendendosi conto che lui è un essere particolare che non appartiene a nessuno schema. Ringrazio chi non ha fatto l'errore di chiudersi nel pregiudizio.

Parliamo del tema principale del romanzo: i vampiri. Non credi che al momento siano un po’ troppo strumentalizzati? Ranieri stesso dice che ne ha abbastanza di vampiri sbrilluccicosi in romanzetti rosa, tu sei d’accordo?

Assolutamente. La figura del vampiro è stata sbiadita, negli ultimi tempi. Mi vengono in mente sempre gli stessi esempi, quelli degli ultimi quindici anni, per intenderci. Questa cosa della melodrammaticità, dei poveri vampiri costernati e infelici che non vogliono essere amati, e che guardano il cielo notturno maledicendo la loro condizione... basta. Sono noiosi, ripetitivi. Anne Rice, per me, è stata l'unica in grado di descriverne l'eterea grazia che invece li accomuna. Ha dato loro un'anima, anche se oscura. Io ho voluto renderle omaggio e ampliare la sua visione, ridimensionando il mio vampiro a un livello della “porta accanto”.  Nel romanzo, infatti, Ranieri spiega in 37 digressioni ciò che è stato taciuto o esasperato, della situazione di vampiro, svelando alcuni segreti della sua condizione. Questo perché non sopporta i luoghi comuni, gli stereotipi, e detesta essere rappresentato nei romanzi YA come un mentecatto che odia essere un eterno succhia sangue, perché a lui piace ciò che è diventato. Gli ha regalato fascino, seduzione, invulnerabilità, sensi amplificati. L'ha chiesto con cognizione di causa di essere trasformato. E non se ne è mai pentito. Come si fa a rinnegare se stessi? Questo pessimismo mi ha stancato, e ha stancato anche lui che ora, è un tentatore di altissimo livello. E ci gode da morire, è molto egocentrico. Altra cosa che adoro del suo carattere.

Ora forse la domanda più difficile: tu ci credi? Credi che nel mondo ci siano delle creature che ci osservano e che, perché no, si nutrono di noi? 

Più che crederci, lo spero fermamente. Sarebbe fantastico averne la conferma, al di là delle varie supposizioni. Il vampiro è una creatura scaturita dalla fantasia, che però racchiude delle verità. Dagli animali che si nutrono di sangue, alle figure mitologiche di spiriti che rientrano nel folklore di molti paesi. Rappresentano il fascino assoluto, e tutto ciò che di più misterioso ci sia al mondo. Sono eleganti, lussuriosi, impavidi: sono eccezionali. Ogni tanto, durante la stesura del romanzo, ho immaginato Ranieri che, accovacciato sul tetto, ascoltasse ciò che avevo scritto, sorridendo soddisfatto. E chi lo sa che non sia andata proprio così?

Hai progetti in cantiere? Di cosa ti occuperai dopo Ranieri e Violante?

Ho in cantiere un romanzo Urban Fantasy che non c'entra nulla con la storia di Caldo sangue. Parla di una sorta di maledizione che potrebbe ricordare quella di Dorian Gray, ma molto differente, e la storia si sviluppa tra il primo secolo e i giorni nostri, coinvolgendo una specie di ordine templare con particolari attitudini. Ambientata tra l'America, l'Inghilterra e l'Italia, ha un sapore vittoriano, e gli argomenti principali sono l'amicizia e l'affetto fraterno, ma soprattutto: il sacrificio. E c'è anche molta musica.

Grazie per la tua disponibilità e tanti auguri per quello che sarà il tuo futuro. 

Grazie a voi per avermi dato la possibilità di chiarire alcuni punti del romanzo, e per avermi fatto domande mirate e interessanti. Spero che questo scateni un po' di curiosità da parte dei vostri affezionati lettori.

Il nostro appuntamento finisce qui! Vi invito a leggere questo libro e a farmi sapere cosa ne pensate. E se c'è chi lo ha letto mi dica se gli piace o no. Insomma... vuoi come li vedete questi vampiri?

Vi ricordo i tasti social e di diventare lettori fissi! Su in alto trovate anche due Giveaway aperti... dateci un'occhiata. A presto!

Ila 

1 commento:

  1. Grazie mille per la recensione, vi auguro un buon lavoro e buone vacanze :)

    Suanna

    RispondiElimina