Buon pomeriggio lettori nuvolosi!
Fa caldo? Si che fa caldo!
Bhè, devo avvertirvi. Questo romanzo che vi presento oggi
non farà che aumentare le temperature. Siete pronti? A vostro rischio e
pericolo…
- Titolo: Caldo sangue
- Autore: Suanna F. Roberti
- Casa editrice: Delos Digital
- Numero pagine: 707
- Da leggere o no? Perché no…
- Link: https://www.amazon.it/sangue-Odissea-Digital-Suanna-Roberti-ebook/dp/B017COFFWE/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1466859533&sr=8-1&keywords=caldo+sangue
- Voto: 7+
Voto copertina:
Ranieri Dei Soldati è uno chef strepitoso, riesce a capire
quando una bistecca è cotta a puntino solo annusandola o guardandola
attentamente. Come fa? Semplice, i suoi sensi sono così sviluppati che
sbagliare è impossibile. Com’è possibile? Bhè… lui è un vampiro.
Ranieri ha cinquecento anni, conosce tutto dalla vita. Sa
quello che le persone provano, sa aggirarle e sa amare.
Ranieri ama una ragazza da quando, trent’anni fa, l’ha vista
la prima volta con i codini e un sorriso sorprendente. Cosa fare se non
aspettare che crescesse?
Violante ha trent’anni, un figlio da accudire e un
ristorante da portare avanti.
Dopo la nascita di Francesco, abbandonato dal padre, ha
deciso che gli uomini non fanno per lei.
Fino a quando al suo ristorante non piomba, nel vero senso
della parola, Ranieri.
Una manna dal cielo.
Ma quello che Violante non sa è chi è davvero Ranieri.
Il vampiro sogna un futuro che non può avere, ma perché non
provarci? Quel figlio che tanto agogna, sarà la volta buona che riuscirà a
coronare il suo sogno?
E Violante… la dolce e bellissima Violante, sarà capace di
amare un mostro?
Se vi aspettate il vampiro tutto rose e fiori, profumato e
bonario… avete sbagliato ottica.
Ranieri è un vampiro vero, tant’è che vi domanderete “vuoi vedere che forse forse, i vampiri
esistono davvero?”.
Ranieri è spietato, affamato e innamorato.
Da quando ha visto per la prima volta Violante ha deciso che
prima o poi doveva essere sua. Ha aspettato, aspettato e ancora aspettato.
Ha visto la ragazza innamorarsi di ragazzi insulsi, che la
sfruttavano e l’ha vista anche mentre l’ultimo uomo le dava una nuova vita. Il
suo piccolo Francesco.
Ma Ranieri non si è mai dato per vinto, ha fatto continuare
la sua vita e poi le si è presentato davanti.
Violante rimane subito affascinata da quell’uomo più giovane
di lei, così perfetto e bravo con le padelle. Ma non sa Violante, non sa quello
che Ranieri nasconde.
Ranieri ama cacciare ma non ama la dieta di gatti e cani,
lui adora il sangue degli umani e anche se cerca di non approfittarne, molte
volte prosciuga le sue vittime.
Succulenti, proprio come un risotto alla pescatora, Ranieri
non si fa problemi a chiedere il bis.
Con il suo super udito ascolta le palpitazioni di Violante e
sa che lei lo vuole, che lo desidera… e non saranno si certo gli anni di
differenza a trattenerlo.
Proprio come un uomo innamorato, Ranieri la corteggerà
reprimendo le sue zanne e gli occhi neri.
Ranieri ha un grande cuore, anche se di marmo. Ama i suoi
collaboratori, ama Violante e ama il suo piccolo bambino. Il desiderio più
grande del vampiro è di avere un figlio tutto suo.
Ha visto Francesco nascere, lo ha protetto e lo ha aiutato
proprio come farebbe un padre sempre di nascosto da Violante.
Quando l’amore e la passione sboccerà violenta tra i due, le
carte in gioco per Ranieri diventeranno un sogno.
Finalmente la famiglia che voleva è lì che lo aspetta. Ma
non è abbastanza, Ranieri vuole tutto.
Se devo essere onesta, per me il libro si è diviso in tre
grandi parti.
La prima mi è piaciuta molto, tant’è che ho letto un terzo
del libro come se niente fosse.
Ranieri mi aveva subito conquistato, con il suo fascino
romanesco e storico. Mi piaceva molto il modo di proteggere Violante e
Francesco e il suo modo di corteggiarla in spiaggia l’ho trovato molto
stuzzicante.
Indubbiamente il libro è un romanzo erotico molto forte,
anche ben presentato dall’autrice cui va fatto tanto di cappello.
Ma ecco che ci addentriamo nella seconda parte che mi ha
fatto tentennare.
I caratteri dei protagonisti sono diventati più definiti e
ho iniziato un po’ a scuotere la testa.
In primis Ranieri che molte volte è stato precipitoso e
molte volte avrei voluto che scoccasse quella lite furibonda tra i due
protagonisti che invece non c’è mai stata. Ranieri se posso dirlo ha una
mentalità un po’ strana… non si fa problemi a tradire Violante più volte, non
si fa problemi ad uccidere più volte e il modo in cui tutte le cose tornino a
loro posto quando si tratta di lui è disarmante.
Molte volte non sembra essere un vampiro, sembra essere un
mago: ha sempre ragione, non sbaglia mai un colpo, è semplicemente perfetto.
Ora non so che legge vige tra vampiri, ma avranno un punto
debole anche loro no? A quanto pare Ranieri n’è privo.
E poi arriviamo a Violante, donna che all’inizio mi piaceva.
Molto.
Una donna con la testa sulle spalle, in carriera e che ha
tirato su un bambino amorevole. Ma poi da quando conosce Ranieri cambia dal
giorno alla notte. Il suo sexappeal sembra esplodere peggio della bomba
nucleare, tanto da abbandonare gli abiti da suora e iniziare a fare sesso alla
luce della luna nei night.
E così arriviamo poi alla terza e ultima parte: la
conclusione.
La conclusione mi ha spiazzata. Proprio quanto il grande
desiderio di Ranieri sembrava essere coronato, tutto si sgretola e tutto
cambia. Non mi stava piacendo come lui la stava affrontando, mandando al
diavolo tutto quello che aveva ottenuto ma mi è piaciuto, infine, come lo ha
aggirato.
Indubbiamente Ranieri nasconde la parte cattiva, la parte da
mostro e credo che nei libri di vampiri questo è d’obbligo. Insomma… non si è
mai visto di un vampiro che profuma di miele e sbrilluccica al sol… o forse si?
Quello che però mi ha un po’ destabilizzato è come fa
Ranieri a provare dei sentimenti per Violante quando è pronto a uccidere decine
di persone solo perché è arrabbiato? Questo cuore batte o non batte?
Ho apprezzato moltissimo lo stile di scrittura di Suanna,
non ho letto ancora di nessuno che usa un linguaggio tecnico ma allo stesso
tempo fluente come il suo.
Però se posso fare una critica, alle volte è troppo
caramelloso. I nomignoli “cucciolo”, “dea” e vari alle volte mi sono sembrati
troppo eccessivi.
Ultimissimo appunto da fare è la lunghezza del romanzo. Alle
volte è come se voglia dire tanto ma alla fine ci dice pochissimo. Tanti
capitoli che spesso portano un po’ ad annoiare.
Un pizzico di brio in più non sarebbe guastato. Una Violante
meno arrendevole sarebbe stata la carta vincente.
Ovviamente dipende tutto dai punti di vista... chi segue le mie recensioni sa che ho un rapporto conflittuale con i vampiri: non riesco a capirli, mi piacciono ma certe volte non mi piacciono. Sono contorta che ci dobbiamo fare.
Mi sono voluta cimentare proprio per questo motivo con questa storia e ammetto però che è un libro erotico cui va una grande sufficienza: accattivante,
stuzzicante e interessante. Promosso!
Ora, mie belle nuvoline lascio la parola all'autrice di Caldo sangue che molto simpaticamente e gentilmente ha risposto alle mie domande. Buona lettura!
Ciao Suanna e innanzitutto
grazie per la tua disponibilità nel fare due chiacchiere con noi di AnniDiNuvole!
Grazie a voi per l'opportunità.
Partiamo un po’ da quello
che accomuna tutte voi autrici: quando e come ti sei avvicinata alla scrittura?
C'è stato un innesco, una sera di qualche anno fa, in cui
nella testa mi girava la voglia di creare un personaggio che mi avrebbe fatto
sognare, ne avevo bisogno. L'unico eroe di carta di cui mi sia mai innamorata è
stato il conte di Montecristo. Dopo di lui, più nessuno è stato in grado di
catturare il mio cuore. A parte Ranieri, ovviamente. Si potrebbe definire il
mio avvicinamento alla scrittura con la necessità di creare qualcosa (in questo
caso, qualcuno) che mancava nel panorama editoriale. E poi è terapeutico, molto
introspettivo, scrivere. Per me è una sorta di valvola di sfogo.
Ricordi qual è stato il
momento preciso che ti ha fatto scoccare l’idea per “Caldo sangue”?
So che sembrerà da psicopatici, ma io ricordo esattamente
il momento preciso. Era il 13 luglio del 2013, quella che poi è diventata la
data di nascita di un personaggio molto importante: Niccolò.
Avevo appena visto le classifiche di vendita di Cinquanta
sfumature di grigio e nella stessa classifica c'erano anche diversi libri di
cucina. Nella medesima settimana avevo finito di leggere Inferno di Dan Brown,
e un particolare del suo romanzo mi aveva fatto innervosire. Precisamente, una
cena che l'acclamato autore americano descrive, in cui i curatori degli Uffizi
pasteggiano accompagnando i piatti con una bottiglia di Nebbiolo. Da lì ho
capito per l'ennesima volta che gli autori stranieri, in particolar modo quelli
statunitensi, non si rendono conto che l'Italia è regionale, e non basta
nominare un vino famoso per sembrare degli esperti. Mettere a pasteggiare i
curatori degli Uffizi con il Nebbiolo, che poi è la base del ben più celebre
Barolo, un vino piemontese, equivarrebbe a far mangiare a Fidel Castro un Big Mac menu con una Coca Cola: assurdo e impensabile. In
Italia, sui prodotti tipici, c'è una rivalità assoluta, e in una cena tra
toscani avrei scelto un Brunello o un Chianti. E così, mi sono alzata dal
divano dicendo a mio marito: “ora vado di là e creo il personaggio perfetto: un
miscuglio di passione, amore, desiderio e cucina. Italiano, patriottico, bello
come solo un uomo italiano può essere”. Ecco perché è nato Caldo sangue:
per rispetto alla cucina italiana, alla tradizione storica e alla coerenza.
“Caldo sangue” indubbiamente è un romanzo erotico, è stato difficile
per te occuparti di questo genere o lo prediligi a confronti di altri?
Caldo sangue è stato per me un esercizio di stile,
non avrei mai pensato di darmi all'erotico. Ma già che c'ero, ho deciso di
scriverlo in POV maschile, per mettermi alla prova e vedere se ne fossi stata
in grado. E quando il protagonista ha preso vita nei primi capitoli, mi sono
resa conto che avrei dovuto calcare la mano, senza trattenermi nel descrivere
le sensazioni che solo un essere passionale come Ranieri può regalare. Ho
azzerato la mia parte femminile e sotto una sorta di trance emotiva, ho dato
voce a lui, a ciò che gli scaturiva dal cuore. Non ho volutamente addolcito
niente, ho parlato col linguaggio che userebbe un uomo, senza fronzoli, senza
inutile poesia. Mi infastidisce leggere romanzi erotici scritti da donne con
POV maschile che di maschile, non hanno niente. Molte autrici si soffermano su
dettagli prettamente femminili, anche se la scena è narrata da un uomo, e ciò
rallenta il flusso della narrazione, svalutando il momento erotico che invece
va gettato addosso al lettore, senza girarci troppo intorno. Ranieri è un uomo,
e un uomo non usa termini spiccioli, quando si trova in certe
situazioni. Il maschio è sanguigno, impulsivo, non gli interessano gli unicorni
né il colore della stanza, quando si trova a letto con una femmina. È puro
istinto, fa uscire la parte bestiale che è in lui. E Ranieri, in quanto a
bestialità, non si risparmia.
Per quanto riguarda altri generi, non mi precludo nulla. Ho
nel cassetto un romanzo Urban Fantasy di tutt'altra fattura.
Devo farti i complimenti per
il tuo linguaggio che hai usato nella storia. Fai apparire Ranieri così colto e
così profondo che indubbiamente tutti sono affascinati da lui. È stato
difficile scrivere della psiche di un vampiro?
Grazie mille per il complimento, e sono contenta che questo
punto venga evidenziato spesso da molti lettori, perché il modo in cui Ranieri
si esprime è il punto forte del romanzo.
Quando ho intrapreso questo viaggio, mi sono resa conto che
un vampiro con più di cinquecento anni sulle spalle, avrebbe dovuto per forza
essere colto, altrimenti avrebbe dato l'impressione di aver sprecato la sua
lunga vita. Le sue esperienze sono state la sua scuola, e girare il mondo,
incontrare personaggi storici, è il desiderio che mi accomuna a lui. Ho
utilizzato un linguaggio accorto per dargli quel tanto di superiorità che era
d'obbligo.
Ranieri ha fatto innumerevoli esperienze di vita, nel corso
dei secoli. Questo mi ha dato la possibilità di dargli un'impronta infinita di
sapienza e di eccentricità. E il suo carattere è ben definito, non ha altro da
imparare se non dall'approccio con gli altri, cosa alla quale non è abituato,
essendo sempre stato un solitario. Non è stato difficile, in realtà, entrare
nella sua testa. Il romanzo è stato scritto in ordine cronologico, senza
saltare da un capitolo all'altro, proprio perché una volta entrata nel
personaggio (anche se sono convinta di essere stata posseduta da un vero
vampiro, durante la stesura) descrivere ciò che ha visto, che ha vissuto, è
stata un'avventura meravigliosa.
Ranieri è uno chef
strepitoso, ho adorato come lavora con il cibo, focalizzandosi sui sensi
sviluppati tranne che per il gusto. Tu invece come sei messa con la cucina? Fai
anche tu dei manicaretti sorprendenti?
Personalmente me la cavo, tra i fornelli, ma il vero chef,
in famiglia, è mio marito. Le ricette di Ranieri sono sue, e ogni sera mi
delizia con un piatto speciale, degno di un ristorante stellato; è la sua
passione. In più lavora nel settore dei vini, un altro punto a suo favore.
Ranieri lo rappresenta in molti passaggi (per ora, vi basti sapere che la parte
culinaria della storia, è opera sua!) La cucina è una parte fondamentale della
mia vita. Mangiare, dopo il sesso, è l'esperienza più sublime dell'essere
umano. Chi non comprende questo, non sa vivere.
Abbiamo la fortuna di appartenere a un paese in cui la tradizione della
cucina è osannata in tutto il mondo, eppure ci si sta dimenticando di questo.
Ormai ci stiamo avvicinando sempre di più allo standard americano, prediligendo
piatti già pronti, insipidi e poco salutari. Odio chi si nasconde dietro il
“non ho tempo”, perché basta proprio poco, a volte solo dieci minuti, per
preparare un buon piatto. Pensa che in casa non abbiamo nemmeno il microonde, e
non abbiamo intenzione di cedere a questa che, per molti è comodità, ma che per
noi rappresenta un nemico del gusto.
Parliamo un po’ dei
personaggi… iniziamo da Violante, sorprendente è stato il suo cambiamento. Da
donna un po’ chiusa (bigotta forse?), sia passata così facilmente a essere
donna disinibita. Ci voleva Ranieri per cambiarla o semplicemente lo era sempre
stata ma aveva paura di far vedere la sua vera essenza?
Violante rappresenta molte donne. È la classica principessa
rinchiusa nella torre che, fortunatamente, viene salvata dal cavaliere. Lei ha
vissuto esperienze che l'hanno fatta diventare chiusa, insofferente, più che
bigotta, direi sfiduciata dagli uomini. Ranieri lo percepisce, lo sa: in più ha
vissuto le sue esperienze da lontano, e quindi la comprende come mai nessun
altro uomo potrà fare. In un passaggio del romanzo considera che: “Violante è stata sminuita, bloccata da maschi sbagliati”. Lui è istintivo, ardente, e sa per certo che basterà una
spintarella per far uscire la vera donna, la femmina che è sopita dentro di
lei. Credo che questo sia il problema di molte donne: la rassegnazione. È stato
un passaggio naturale, per Violante distruggere l'armatura in cui era
imprigionata e darsi tutta a un uomo che la capiva, la incoraggiava e le sapeva
donare piacere, senza chiedere niente in cambio se non l'essere ricambiato.
Ranieri… su di lui ci
sarebbe un altro romanzo da scrivere per spiegarti quello che per me lui è
stato. In alcuni punti mi è piaciuto tantissimo, ma in altri avrei voluto
morderlo con i suoi stessi canini. Secondo te si è sempre comportato
onestamente o ha sbagliato in qualcosa?
Ho sorriso quando ho letto questa domanda perché è così
anche per me! Ma come avrei potuto creare un vampiro e descriverlo senza donargli
un po' di crudeltà? I vampiri sono esseri meravigliosi, curiosi e bestiali.
Affascinanti e aristocratici, ma comunque bestiali.
Io adoro il suo carattere, perché a volte ha degli scatti d'isteria
che lo rendono quasi più umano, anche se le sue reazioni sono molto più
violente. È la metafora di un individuo che dentro di sé, è in conflitto tra il
bene e il male, e in fondo rappresenta ognuno di noi. Ha le sue paure, le sue
idee, e le sue convinzioni. Per quanto mi riguarda, ma parlo per partito preso,
si è comportato sempre egregiamente, anche nei momenti in cui ha dato retta al
vampiro e non all'uomo, prediligendo la parte oscura che comunque, fatica a
controllare. Adoro che a volte faccia infuriare il lettore, perché altrimenti
l'avrei reso docile e accomodante,
mentre invece lui è sadico, nel profondo, ma si trattiene per amore.
Adoro il suo conflitto interiore: “Mi comporto da
umano, voglio esserlo finché mi è permesso sembrarlo, ma la bestia scalpita,
vuole uscire, spaccare tutto, urlare a pieni polmoni crudeltà, rivincita:
anarchia totale e distruttiva.”
Diciamo che ero stanca di questi vampiri annacquati che
sembrano cagnolini addomesticati, capaci solo di maledirsi e di piangere sulla loro
condizione. Ranieri è fiero, orgoglioso e superbo. Come solo un vampiro sicuro
di sé può essere.
Qual è stata la tua scena
preferita nel libro?
Una delle scene che preferisco, è il primo approccio tra
Violante e Ranieri, quello che si svolge nella cantina dell'Urbe, davanti al
rospo che Ranieri soprannominerà Cirano. Ho sentito e sento sempre dei brividi,
quando rileggo quel punto. Il primo contatto fisico, quello che però non può
andare oltre, per vari motivi che vengono descritti. Un momento molto eccitante
anche se non accade nulla; da farfalle nella pancia. Il primo mattone di una
storia fantastica.
E, diversamente, qual è
quella che maggiormente è stata più difficile scrivere?
Sarebbe scontato dire il finale, ma non è così. La scena che
più mi ha sconvolto scrivere (e rileggere) è stata la violenza che Ranieri ha
nei confronti di Niccolò. Mi ha fatto malissimo costringerlo a subirla,
soprattutto a livello psicologico. Per me è stata struggente. È orrenda, cruda
e manifesta al 100% quanto è distruttivo un amore che all'improvviso ti si
rivolta contro. L'ho percepito quasi come un tradimento nei suoi confronti, ma
era necessaria per far capire quanto Ranieri stesse soffrendo. Niccolò lo ama
in una maniera così tenera, e lo farà anche dopo ciò che subisce. Lo sa, l'ha
sempre saputo che Ranieri è così, che la sua natura è complessa, e lo ama
nonostante tutto. Proprio perché è imprevedibile e irraggiungibile, prova per
lui un attaccamento quasi morboso, ma comunque delicato, che gli dà la forza di
sopportare tutto. Anche la ferocia. Questa è una prova d'amore inestimabile.
Rispetto Niccolò, e spero che mi possa perdonare, un giorno.
Ammetto che la fine mi ha
sorpreso tantissimo, hai colpito credo tutti i tuoi lettori perché ci
aspettavamo un finale diverso. Lo avevi già in mente questo o avevi pensato ad
un altro?
Sì, ero certa fin dall'inizio di come doveva finire questa
storia. Non ho avuto mai alcun dubbio, anche quando mi sono decisa a metterlo
nero su bianco. Era inevitabile, e al di là dei perbenismi e della posticcia
moralità di alcuni lettori che me l'hanno fatto notare, ero certa che questo
era il finale più indicato. Ho avuto una lettrice che mi ha ringraziato per
come è terminato, riempiendomi d'orgoglio, perché mi ha detto: “Grazie. Non l'hai
edulcorato, non doveva entrare nelle grazie di nessuno: Ranieri è crudele, un
essere mostruoso per indole, e con questa fine non me l'hai snaturato. L'avrei
odiato, altrimenti.” Queste sono soddisfazioni.
Senza fare spoiler per chi
non ha ancora letto il romanzo, ma io questa domanda te la devo fare per forza!
Con l’epilogo, correggimi se sbaglio, fai intendere che la storia per Ranieri
si ripete?
Chi lo sa? No, scusa la risposta eludente, ma potrebbe
essere. Ranieri vive di sensazioni, l'amore, per lui, è un fattore di chimica,
e la chimica non sbaglia mai. Alcuni lettori hanno avuto difficoltà
nell'accettare il finale, perché si sono trovati spiazzati. Questo è successo
perché la percezione di ciò che lui sente addosso in quel momento fatidico, ha
dato fastidio. Ranieri va assecondato, e chi è riuscito a entrare nella sua
psiche, ha capito perfettamente. Chi invece si aspettava un finale alla
Twilight, si è sentito a disagio. Ringrazio i lettori che hanno superato certe
barriere, rendendosi conto che lui è un essere particolare che non appartiene a
nessuno schema. Ringrazio chi non ha fatto l'errore di chiudersi nel
pregiudizio.
Parliamo del tema principale
del romanzo: i vampiri. Non credi che al momento siano un po’ troppo
strumentalizzati? Ranieri stesso dice che ne ha abbastanza di vampiri sbrilluccicosi in romanzetti rosa, tu
sei d’accordo?
Assolutamente. La figura del vampiro è stata sbiadita, negli
ultimi tempi. Mi vengono in mente sempre gli stessi esempi, quelli degli ultimi
quindici anni, per intenderci. Questa cosa della melodrammaticità, dei poveri
vampiri costernati e infelici che non vogliono essere amati, e che guardano il
cielo notturno maledicendo la loro condizione... basta. Sono noiosi,
ripetitivi. Anne Rice, per me, è stata l'unica in grado di descriverne l'eterea
grazia che invece li accomuna. Ha dato loro un'anima, anche se oscura. Io ho
voluto renderle omaggio e ampliare la sua visione, ridimensionando il mio
vampiro a un livello della “porta accanto”.
Nel romanzo, infatti, Ranieri spiega in 37 digressioni ciò che è stato
taciuto o esasperato, della situazione di vampiro, svelando alcuni segreti
della sua condizione. Questo perché non sopporta i luoghi comuni, gli
stereotipi, e detesta essere rappresentato nei romanzi YA come un mentecatto
che odia essere un eterno succhia sangue, perché a lui piace ciò che è
diventato. Gli ha regalato fascino, seduzione, invulnerabilità, sensi
amplificati. L'ha chiesto con cognizione di causa di essere trasformato. E non
se ne è mai pentito. Come si fa a rinnegare se stessi? Questo pessimismo mi ha
stancato, e ha stancato anche lui che ora, è un tentatore di altissimo livello.
E ci gode da morire, è molto egocentrico. Altra cosa che adoro del suo
carattere.
Ora forse la domanda più
difficile: tu ci credi? Credi che nel mondo ci siano delle creature che ci
osservano e che, perché no, si nutrono di noi?
Più che crederci, lo spero fermamente. Sarebbe fantastico
averne la conferma, al di là delle varie supposizioni. Il vampiro è una
creatura scaturita dalla fantasia, che però racchiude delle verità. Dagli
animali che si nutrono di sangue, alle figure mitologiche di spiriti che
rientrano nel folklore di molti paesi. Rappresentano il fascino assoluto, e
tutto ciò che di più misterioso ci sia al mondo. Sono eleganti, lussuriosi,
impavidi: sono eccezionali. Ogni tanto, durante la stesura del romanzo, ho
immaginato Ranieri che, accovacciato sul tetto, ascoltasse ciò che avevo
scritto, sorridendo soddisfatto. E chi lo sa che non sia andata proprio così?
Hai progetti in cantiere? Di
cosa ti occuperai dopo Ranieri e Violante?
Ho in cantiere un romanzo Urban Fantasy che non c'entra
nulla con la storia di Caldo sangue. Parla di una sorta di maledizione che
potrebbe ricordare quella di Dorian Gray, ma molto differente, e la storia si
sviluppa tra il primo secolo e i giorni nostri, coinvolgendo una specie di
ordine templare con particolari attitudini. Ambientata tra l'America,
l'Inghilterra e l'Italia, ha un sapore vittoriano, e gli argomenti principali
sono l'amicizia e l'affetto fraterno, ma soprattutto: il sacrificio. E c'è
anche molta musica.
Grazie per la tua
disponibilità e tanti auguri per quello che sarà il tuo futuro.
Grazie a voi per avermi dato la possibilità di chiarire
alcuni punti del romanzo, e per avermi fatto domande mirate e interessanti.
Spero che questo scateni un po' di curiosità da parte dei vostri affezionati
lettori.
Il nostro appuntamento finisce qui! Vi invito a leggere questo libro e a farmi sapere cosa ne pensate. E se c'è chi lo ha letto mi dica se gli piace o no. Insomma... vuoi come li vedete questi vampiri?
Vi ricordo i tasti social e di diventare lettori fissi! Su in alto trovate anche due Giveaway aperti... dateci un'occhiata. A presto!
Ila
Grazie mille per la recensione, vi auguro un buon lavoro e buone vacanze :)
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