sabato 25 giugno 2016

Recensione: Sarò come mi vuoi


Salve lettori!
Fa caldo? Meglio non parlarme... 

Se stete per andare al mare, fate tappa prima in una libreria e correte a leggere questa super chicca che oggi vi presentiamo. 


Voto copertina:


Gina è una donna allo sbaraglio. Non ha un uomo, non ha un lavoro e il suo rapporto con i genitori è terribile. È, quindi, piuttosto certa che tutti i colloqui di lavoro sostenuti siano stati un buco nell’acqua e che sicuramente non la richiamerà nessuno. Così, rimane esterrefatta quando a chiamarla è Paolo Carli, co-socio di una catena di sexy shops. Paolo le offre il lavoro ma le dice anche che Gina dovrà essere disposta a cambiare, a cambiare completamente. Parrucchiere, guardaroba, atteggiamento, ogni più piccolo aspetto di lei verrà messo in discussione. Ma a Gina serve un lavoro e così accetta.


Sarò come mi vuoi è tutto ciò che dovrebbe essere un romanzo rosa: è leggero, frizzante, veloce, intenso, dolce, umoristico, piccante ed è scritto meravigliosamente.
Greta Simeone ha fatto un ottimo lavoro. Ha caratterizzato i suoi personaggi in maniera magistrale, ha dato loro un background, ha creato un contesto interessante e nuovo e ha condito il tutto con la giusta dose di passione e romanticismo, ma senza mai scadere nel volgare.

Gina è una donna in cui chiunque si può riconoscere, non ha nulla di speciale se non il fatto che ha smesso di credere in se stessa e nelle sue potenzialità. Si è lasciata andare, nascondendosi dietro abiti quasi monacali, una pettinatura che non la valorizza e si è lasciata inghiottire dalle sue insicurezze e dalla sua mancanza di amore. Nemmeno la sua migliore amica, la meravigliosa Patty, riesce a farle ritrovare un po’ di amor proprio.
Paolo ha smesso di credere nell’amore, si è concentrato sul successo economico, è un uomo che si è fatto da solo, tutto d’un pezzo e che ha deciso di costruirsi un muro intorno. Di sentimenti lui non ne vuole sapere. Gina è per lui solo una sfida, un gioco, creta da plasmare con le sue mani e i suoi consigli. Non può di certo prevedere che presto inizierà a provare sentimenti proprio per la sua creatura, per quella donna che pian piano si sta svelando.
E così tra bugie, sotterfugi ed equivoci i due iniziano una relazione segreta che farà sì che entrambi riscoprano qualcosa che avevano perso da tempo.

I personaggi secondari sono tutti da amare, nessuno escluso; danno quel tocco di ironia e vivacità alla storia ma allo stesso tempo sono proprio loro gli incaricati di aprire gli occhi ai protagonisti e al lettore.

La scrittura è leggera e umoristica, scorre veloce ed è accattivante al punto che smettere di leggere diventa difficile. E tra una battuta ironica e l’altra, Greta Simeone, aggiunge anche dialoghi seri e profondi, riflessivi, verità sempre vere e di tutti i giorni che rendono ancora più facile a chi legge l’immedesimazione con i personaggi.
Insomma, questo libro è una piccola perla che fa sorridere, riflettere, e lo fa con eleganza, rendendo possibile la lettura anche a chi non è proprio amante delle scene un po’ più osé.
Da leggere assolutamente per chi è amante del romance o per chi vuole prendersi una pausa da altri generi.


Come sempre, AnniDiNuvole, cerca sempre di scavare nel profondo... che per noi equivale a INTERVISTA!
Prendetevi del tempo e venite a scoprire curiosità e retroscena!

Ciao Greta e, innanzitutto, grazie per la disponibilità!

Partirei con una domanda di rito: cosa ti ha portata a scrivere Sarò come mi vuoi?

Un’amica mi ha telefonato per chiedermi di accompagnarla a una riunione della Valigetta Rossa. Io mi sono resa disponibile, ma … cosa diavolo era la Valigetta Rossa? Quando me l’ha spiegato si è accesa una lampadina, e io ci ho costruito intorno la casa, diciamo così. Quando sono stata pronta.

Durante tutto l’arco del romanzo ho notato che il narratore mantiene un tono quasi sempre formale. Per esempio, ci si continua a riferire ai personaggi usando il cognome. È questa una caratteristica tipica del tuo modo di scrivere o è qualcosa che hai deciso di usare appositamente per questo romanzo?

Per il romanzo e per il motivo opposto rispetto alla sensazione che ne hai avuto tu: in ambienti molto piccoli ci si chiama per cognome, no? A scuola, per esempio; ma anche in romanzi ambientati in provincia, in quelli di Camilleri o di Malvaldi (a me piacciono molto i gialli.) Dato che anche Sarò come mi vuoi è ambientato in provincia, volevo ricreare quell’atmosfera.

Parliamo dei personaggi, di Gina, una cosa che ho notato subito, è che qualsiasi donna può relazionarsi con lei, ritrovarci un po’ di se stessa nelle sue insicurezze. C’è qualcuno in particolare che ti ha ispirata per il suo personaggio?

Io, banalmente. Ho insicurezze grosse come Tir. La sensazione di essere sempre fuori posto.

Un’altra cosa che mi interessa sempre molto approfondire sono i nomi dei personaggi. Ho trovato che tu abbia scelto nomi italiani estremamente comuni, forse anche un po’ “vecchi”, quando invece nella maggior parte dei romanzi che ho letto ho sempre trovato nomi più eccentrici e poco usati. Come mai questa tua scelta che, tra parentesi, ho apprezzato moltissimo?

Perché è una storia che si consuma dietro l’angolo, nel nostro stesso palazzo, capita a una nostra amica. Non siamo a Londra o a Manhattan. Siamo in una delle tante piccole città italiane. La protagonista è una giovane donna normale, con una vita opaca, che cerca un riscatto. Avrebbe funzionato se l’avessi chiamata Allegra o Selvaggia o Azzurra?

E sempre restando in tema di nomi, ti va di raccontarci come è nato il tuo pseudonimo?

L’abbiamo deciso con la casa editrice, abbinando nomi e cognomi che suonavano bene.

Ma torniamo al libro e ti chiedo, se dovessi scegliere una frase o una scena che tu ritieni il centro focale di questo libro, quale sarebbe?

Forse quando Paolo decide di cambiare il nome a Gina in Gena, per farlo sembrare più esotico. Lui continua a comportarsi in modo insensibile, per lei cambiare anche nome, anche solo mentre lavora, significa dover riscrivere persino il proprio passato.
A volte è il passato è una zavorra: pure se sappiamo che rimanere nella situazione in cui ci troviamo è deleterio per noi, lo facciamo perché abbiamo paura dell’ignoto. È il momento in cui, emotivamente, Gina fa il primo vero passo verso una nuova vita.

In Sarò come mi vuoi c’è un tema, secondo me, molto importante: quello del cambiare per qualcuno contro il cambiare per se stessi. Gina tira fuori una parte di sé che era nascosta, lo fa grazie alle critiche e ai consigli di Paolo, certo, ma alla fine ci sta bene nella sua nuova pelle e lei stessa ammette che da un po’ pensava di fare qualcosa in merito. Qual è la tua personale opinione? Decidiamo di cambiare più per noi stessi o per piacere agli altri?

Questa è una domanda complessa: se noi vivessimo ognuno chiuso in una camera, senza contatti con gli altri, non sentiremmo il bisogno di cambiare. Prendiamo consapevolezza di noi, e anche dei nostri limiti, quando ci confrontiamo con chi abbiamo intorno. Sono un’appassionata di vecchi film, ho preso spunto da My Fair Lady: Eliza vive in una condizione pietosa, perché non dovrebbe sentirsi allettata dal cambiamento?
Naturalmente ci sono cambiamenti e cambiamenti: Gina prende la palla al balzo per evolvere. Per Paolo significa solo metterle addosso qualche ben vestito, ma lei coglie l’occasione per venire allo scoperto. Non è il mostro di Frankestein, le ricorda la sua amica Patty. Ci sono persone, invece, che dimenticano di essere quello che sono, per mostrarsi diverse, ma è solo una maschera. Però quella è una situazione patologica.

Per concludere, un’altra domanda di rito: progetti futuri? Progetti già in corso?

Come sempre, tante idee in testa, ma per ora sto alla finestra a vedere come va.

(Sul sito gretasimeone.wix.com/gretasimeone ci sono anche dei contenuti extra)

Grazie!


Fede

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