venerdì 24 giugno 2016

Recensione: Ora che ci sei tu


Ciao nuvole!
Oggi vi proponiamo un romanzo autopubblicato che, però, non è riuscito a convincerci appieno. Per saperne di più non vi resta che continuare a leggere la recensione e continuare a seguire l’autore perché dagli errori non si può far altro che imparare!




Voto copertina:

Dopo la morte della madre, Navid vede la propria vita stravolgersi. Viene affidato al nonno che non ha mai conosciuto, è costretto a spostarsi dall’altro lato del paese e a iniziare una nuova scuola. Prima, quando la madre era ancora viva, Navid era una star del football e soprattutto amava andare alle feste: non se ne perdeva una. Poi, dopo quel tragico incidente è cambiato tutto. Il ragazzo ne è rimasto profondamente scosso, ha bruttissimi incubi la notte e non riesce a smettere di pensare che sia colpa sua.
Se solo non fosse andato a quella stupida festa, se solo avesse dato retta alla madre ora non sarebbe in questa situazione.
L’unico lato positivo è l’aver incontrato Meg, una fantastica ragazza che ha subito catturato la sua attenzione. Bellissima e con un corpo da favola, è stata incastrata da dei professori e ora deve “scontare la sua punizione”  facendogli da tutor e aiutandolo a recuperare gli argomenti scolastici. Tra i due la scintilla scatta subito, ma Meg sembra molto staccata.
Quello che ancora Navid non sa è che Meg non ha sempre vissuto una vita rosa e fiori: non è una che fa amicizia facilmente e si è sempre tenuta alla larga dagli altri.
Tuttavia con Navid è diverso.
Entrambi hanno delle ferite, entrambi hanno un po’ di paura a mettersi in gioco, ma, come sempre, c’è qualcosa che sa risanare le ferite più profonde.
Si tratta dell’amore.


Come potete notare, la mia valutazione non è eccelsa. Quindi, calate l’ascia da guerra fan del romanzo, e lasciatemi spiegare perché Ora che ci sei tu non mi ha convinto appieno.
L’idea, nonostante sia stata ampiamente sfruttata nel campo dell’editoria, non diventa mai vecchia e amo leggere questi romanzi, un po’ drammatici e tanto tanto fluff. Leggendo la trama ero convinta che avrei amato il romanzo, dall’inizio alla fine.
… e invece non è andata così.
Siamo di fronte a un classico esempio di buona idea e meno buona stesura. Il diavolo sta nei dettagli, non si dice così? Nel caso della scrittura, il diavolo si annida nelle battute e nella foga di arricchire la trama con aneddoti e sottotrame non necessarie.
Di questo, purtroppo, ne risentono anche i personaggi.
Un esempio può essere Navid nei primi capitoli: sembra affetto da una sindrome bipolare. Prima è la persona più tenera del mondo e pensa a Meg come se fosse una creatura celestiale, poi ecco che abbandona questo modo di vedere ed eccolo che inizia a pare dei pensieri poco casti. Lo so, lo so… Navid è un ragazzo, è normale che pensi alle gambe di Meg intorno alla sua vita, ma non mi ha convinto molto il cambio repentino della direzione dei suoi pensieri.
Tutto sembra confuso, affrettato, come se l’autrice durante la stesura avesse cambiato idea e trama almeno venti volte. Durante la lettura ho storto il naso alcune volte, non ho condiviso alcune scene, ma ho apprezzato quelle più tenere della nostra coppietta.
Quest’accozzaglia di scene, personaggi, battute e scene che sembrano essere state prese da altri libri e buttate in questo a caso, forse perché erano perfette nei romanzi d’origine, ma meno nel contesto che si è creato, ha creato davvero un gran casino.
Un’altra cosa che non ha funzionato è stato l’asse del tempo. Quanti anni hanno i protagonisti? Quanto tempo è passato rispetto ai rispettivi flashback?


È inutile girarci attorno e nascondere l’elefante rosa in mezzo alla stanza: l’autrice è alle prime esperienze, ma una valutazione bassa significa una cosa: ampi margini di miglioramento. È inutile negare i punti critici, tuttavia non credo sia nemmeno necessario cercare di affossare il romanzo. Sono convinta che la stessa autrice sia consapevole dei difetti del romanzo e che stia lavorando per limarli.
Spero vivamente che questa recensione non venga presa troppo negativamente perché non è assolutamente la mia intenzione, anzi… sono sicura che l’autrice avesse seguito la sua idea originale senza perdersi, sarebbe uscito davvero un buon prodotto!
Un abbraccio e… buona lettura!

Roberta

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