venerdì 1 aprile 2016

Recensione: Ti porto nel mio cuore


Buon pesce d’aprile a tutti voi! Come potete ben vedere non perdiamo un appuntamento, nemmeno nel giorno dedicato agli scherzi! Oggi vi parlo di uno degli #autoriemergenti che ci trasporterà a Londra per poi passare alla nostra cara Italia. Ecco a voi…



Voto copertina:

Aurora intorno a sé ha creato una barriera di indifferenza che la protegge dal mondo esterno, ciò le ha permesso di concentrarsi sulla carriera e su sé stessa. Niente e nessuno può fermarla, ma qualcosa sconvolgerà la sua esistenza in maniera così totalizzante che non potrà voltargli le spalle per l’ennesima volta.
Andrea è il tipico riccone playboy che dalla vita ha tutto ciò che vuole. E’ un uomo che non vuole legami, preferisce solo storie di una notte, senza nessun impegno. Non si pone il problema di cacciare le donne fuori dal suo letto. All’improvviso però,  la sua vita tranquilla viene sconquassata da un evento che gli fa perdere le redini della sua vita.
Il destino ha deciso di far incrociare due fili, ma potrà l’amore combattere il dolore?


Aurora è quel tipo di donna che tutte noi -almeno una volta nella vita- vorremmo essere. Donna in carriera, indipendente, non si fa scalfire da ciò che le succede intorno continuando a partecipare alla vita, senza chiedere nient’altro.
Andrea è lo “scapolo d’oro”. Colui che tutte vogliono nella loro vita ma che non riescono a trattenere per più di una notte. Imprenditore, affascinante, ligio al dovere e dannatamente sexy.
Le vite dei due personaggi sembrano agli antipodi, in realtà sono più legate che mai. Tutto sembrava pronto per far scattare questo fatidico incontro, ma la vita ha giocato male le sue carte provocando qualcosa di irreparabile.
Aurora è una donna che in realtà scappa dai propri problemi sperando che prima o poi svaniscano da soli, quando in realtà è meglio affrontarli prima che dopo. Andrea invece si gode la vita, non spera più nel vero amore, pensa che sia solo per pochi eletti e lui non è tra questi. 
Ho adorato in tutto e per tutto il personaggio maschile, mi ha conquistata fin dalla prima pagina nonostante la sua mancanza di fiducia in questo amore. La protagonista femminile ha suscitato in me una certa voglia di strozzarla, a volte mi chiedo se le autrici lo facciano a posta a creare dei personaggi che fanno salire l’omicidio anche alla persona più tranquilla. In tutto questo c’è una piccola protagonista di cui non ho parlato, ovvero Chiara, la piccola ma tenera piccola peste di questo romanzo che ha alleggerito un po’ il tema.
Tratta di una tematica dolorosa, però viene affrontato il tutto in maniera un po’ superficiale. Pensavo che ci fosse più sentimento nelle scene che trattano appunto di questo fatto, speravo in alcune risposte più pungenti che magari portassero alla luce i caratteri reali dei personaggi.
Entrando un po’ più nel dettaglio mi sono resa conto che a parte gli errori di battitura, cosa comune, il tutto viene narrato con una certa velocità. Mi ha dato come la sensazione di voler correre per finire il libro, senza dare il tempo materiale di soffermarsi sulle caratteristiche principali dei personaggi.
In conclusione, mi è piaciucchiato abbastanza. Una lettura non troppo impegnativa che occupa giusto un paio d’ore, magari durante qualche pomeriggio assolato di questa primavera appena arrivata.

Spero che questa recensione vi sia piaciuta!
Al prossimo libro.

Alex

Nessun commento:

Posta un commento