venerdì 8 aprile 2016

Recensione: Come miele e neve


Ciao a tutti!
Oggi per #autoriemergenti parleremo di un romanzo d'amore ambientato in Finlandia.
Curiosi di sapere di cosa si tratta? Dovete solo leggere! E mi raccomando, non dimenticate di leggere l'intervista fatta all'autrice!



Voto copertina:

Lucia "Lou" Zarda è una trentenne, che passa il suo tempo libero a fare passeggiate nella bellissima Helsinki e tra tele e colori.
Un giorno grazie ad un gattino conosce un musicista famoso che vive in una casa vicina la sua, Vilhelmi Niemi.
Lou avrà timore di affrontare questa nuova relazione, è ancora scossa dalla rottura con il suo ex, ma nonostante tutto, alla fine si farà convincere dal bellissimo ragazzo e avrà inizio una storia piena di forti emozioni.
Riusciranno i due ragazzi a stare insieme? O succederà qualcosa che li porterà a separarsi?


Il genere rosa non è il mio preferito, infatti nella mia libreria ci sono pochissimi romanzi d'amore, ma questo non significa che quando mi viene proposto di leggere un romanzo di questo genere, io mi tiri indietro, anzi, sono stata molto felice di aggiungerlo alle mie letture.
Lo stile è molto fluido e anche se è un bel mattoncino, sono riuscita a leggerlo velocemente perché la storia ti prende e non ti lascia fin quando non arrivi alla fine.
Mi è piaciuta un sacco l'ambientazione, finalmente una storia che non è ambientata negli Stati Uniti o a Londra, ma a Helsinki, città che prima o poi dovrò visitare.
I personaggi sono ben caratterizzati (persino il gatto), e poi mi è piaciuto leggere le incertezze, i dolori e le speranze di Lou. Anche se qualche volta avrei voluto sbatterle la testa al muro per le scelte un po' dubbie che ha preso in certi casi.
La fine è stata quella che è stata, sicuramente non una "vissero tutti felici e contenti", ma reale, e devo ammettere che l'ho apprezzato veramente tanto, perché se magari fosse finita in modo diverso e più felice, forse non mi sarebbe neanche piaciuta.
Quindi se il genere rosa è il vostro preferito, ma anche se non lo è, spero che leggiate questo romanzo.


Ora la parola a lei... all'autrice che gentilmente ha accettato di chiacchierare con noi. 

- Da quanto tempo scrivi? Cosa ti ha spinta a scrivere questo romanzo?

Da sempre. Diari, pensieri sparsi… ho da poco ritrovato un quaderno (che realizzai rigorosamente a mano, foglio per foglio, perfino la copertina personalizzata decorata a china) di quando avevo 15 anni. Un storia che se rileggo ora, mi fa drizzare i capelli in testa per quanto è assurda, così “American High School Style” con i vari John, Mick, Jessica: tutti perfetti, biondi e fighi… Ero così ingenua! :) Ma capitemi: Il tempo delle mele ha forviato ogni ragazzina dell’epoca!
Ho iniziato a rendere pubblici i miei deliri circa 4 anni fa, su un sito di scrittura amatoriale. Ed ora eccoci qui.
Cosa mi ha spinta? Le amiche! Sul serio… se fosse dipeso da me,
Come miele e neve sarebbe rimasta non solo nel cassetto, ma direttamente nella mia testa.
Ho scritto una bozza della storia, così per scherzo, poi l’ho fatta leggere a qualche amica che mi ha istigata a pubblicarla sul sito, e così via. La storia è piaciuta, tanto che è uscita dal fandom ed è diventata un “romanzo”, vero e proprio.


- Mi è piaciuto molto come hai caratterizzato i personaggi, come sono nati?
Grazie! Sono nati e si sono scritti da soli! Erano da qualche parte, nascosti. Non ho fatto fatica a descriverli o immaginarli. La loro personalità, le azioni… molto istintivo e naturale. Di capitolo in capitolo avevo l’impressione che prendessero il sopravvento sulla trama iniziale. Anzi il più delle volte è stato così: man mano che scrivevo mi rendevo conto che tutto mi spingeva da tutt’altra parte, che quello che avevo in mente non funzionava più perché i personaggi risultavano forzati e finti. Quindi ho lasciato che fosse il mio istinto, il “mio stomaco” a guidarci tutti.

- Ti sei ispirata a qualche tuo conoscente o sono solo frutto della tua fantasia?
Me ne sono resa conto solo alla fine, quando l’ho riletto dopo un po’ di tempo da che ho scritto la parola “fine”. Sì, alcuni di loro sono ispirati o comunque mi hanno fatto pensare ad una persona reale presente nella mia vita, passata e presente. 


- Domanda dedicata a Vilhelmi, quanto ti piace come personaggio? Ti ha dato problemi nella scrittura?
Impossibile quantificare: Vilhelmi o per meglio dire Ville Valo, il frontman degli HIM, band finlandese, è stata l’ispirazione di tutta la storia. Personaggio realistico (o almeno ci ho provato) più di tutti gli altri, per descriverlo non ho inventato nulla, tranne il nome, ovviamente.
Ma scrivere di lui, su di lui, è stato molto difficile, sì.
Per una serie di motivi che potranno sembrare strani alla maggior parte delle persone: stima, profonda gratitudine per avermi aperto un mondo che non conoscevo, per aver tirato fuori qualcosa che avevo nascosto e che credevo fosse “sbagliato”. Quel lato dark e malinconico che viene sempre guardato con sospetto dai più; un modo di vedere e vivere l’amore molto vicino al mio modo di viverlo, profondo, struggente, passionale, tormentato, romantico…
La loro musica parla di cuori spezzati, d’amore e morte. Per farvi un esempio: Romeo e Giulietta. Ecco, potrete farvi un’idea.
Proprio perché stavo scrivendo di qualcuno che idolatro non volevo strafare, travisare l’idea dell’artista rendendolo finto o fuori contesto. Mi sono sentita inadeguata a dargli voce, specialmente nei Pov dove era solo lui a parlare. Mi sembrava di mancargli di rispetto e mi sono fatta innumerevoli problemi… Non potevo, e non posso immaginare come si sarebbe comportato lui in quella o quell’altra situazione. Per questo mi sono basata più che altro sui testi delle canzoni, su quelle piccole sfumature che si colgono ttra una nota e una parola, sulle interviste passate della sua idea d’amore o di un rapporto amoroso…
Non so se ci sono riuscita… questo potranno dirlo solo i fan che conoscono gli HIM, ovviamente. :) 


- Perché hai deciso di ambientarlo in Finlandia? C'è un motivo particolare?
Mi sembrava la collocazione giusta per Vilhelmi. Senza contare che da quando seguo la band l’idea fissa era di andare in Finlandia almeno una volta. Ci sono stata due volte, finora. Ci si innamora anche dei posti, sapete? Per me è stato così.
A prescindere dall’amore per una band, ho sentito un feeling particolare con il paese; probabilmente era tutto il contesto a “forviarmi”… può essere. Sono molto istintiva: so a pelle, quasi immediatamente, se una persona o un posto è nelle mie corde. Helsinki mi è entrata nel cuore prima ancora che ci mettessi piede e quando sono arrivata lì a prima volta, ogni mio pensiero ha trovato conferme.


- Non vorrei anticipare niente a coloro che ancora non l'hanno letto, ma sono curiosa di sapere come mai hai scelto questa fine che probabilmente è diversa da quello che il lettore si sarebbe aspettato?
Non amo i finali scontati e men che meno ne avrei voluto uno del genere per il mio. In realtà il finale che avevo scritto era meno romantico e a lieto fine di quello che ho pubblicato. Dirò la verità: volevo uscire indenne dalla storia! Ero stata minacciata di tremenda vendetta e ritorsioni da parte delle lettrici che seguivano la storia sul sito, anni fa, se solo avessi osato farne una delle mie, ossia scrivere qualcosa di crudele e doloroso. :)
Così ne ho scritta una solo per il romanzo, una che combinasse il mio lato disincatato con quello meno visibile, della donna schifosamente romantica che alberga in qualche angolo nascosto.


- A romanzo finito, prima di pubblicarlo, hai mai pensato di cambiare completamente qualcosa o la fine? Perché non l'hai fatto?
Come ho detto nella domanda precedente, in realtà l’ho fatto: avevo scritto un finale dove tutto quanto era solo un sogno. Ma volevo uscirne sana e salva… 


- Quale scena è la tua preferita? E poi quale è stata la scena più difficile da scrivere?
Umh… bella domanda. Probabilmente quella dove Vilhelmi paragona Lou a “Notte Stellata” di Van Gogh. Rileggerla mi emoziona ogni volta … quale donna non vorrebbe essere paragonata ad un’opera d’arte?
Le scene d’amore. Mi mettono in soggezione, mi imbarazzano. Non potrei mai scrivere storie erotiche. Ma bada bene, non per timidezza o perché sono pudica, anzi! Chi mi conosce bene sa che sono tutt’altro che pudica…
Trovo che per scrivere libri erotici senza scadere nel ridicolo e nel volgare, sia un dono che pochi hanno. Il confine tra buon gusto e trasmettere emozioni che fanno contorcere le viscere, pensare e ripensarci anche quando hai girato pagina, o quando hai chiuso il libro e soddisfare fregole e impulsi sessuali non ben definiti solo per il gusto di leggere una scena di sesso… è parecchio labile.
Boh, appartengo decisamente ad un’altra epoca. Inizio anche a brontolare come una vecchia ciabatta, vedi? :) 


- E infine, scriverai altro su di loro?
Uhm… detesto anche le duologie, trilogie, quadrilogie ecc ecc. Mi piacerebbe trovare altro da dire su di loro. Per ora c’è soltanto un pov di Vilhelmi che racconta ***SPOILER***“il dopo”. Ci sto lavorando… Vedremo cosa ne viene fuori! 


- E in generale, stai scrivendo altri romanzi?
Ho un paio di idee ma niente di concreto, qualche bozza, pagina a volo… sono ancora dentro Come miele e neve e mi tocca prendere le distanze prima o poi. 



Noi ringraziamo l'autrice per la sua presenza nel nostro angolo e per aver scritto questo libro!
Non dimenticatevi di continuarci a seguire sui social!
Un abbraccio.

Sara Z

1 commento:

  1. Sinceramente dalla trama non sono convintissima, però la tua recensione mi ha fatto riflettere un po! Probabilmente aspetterò qualche altra recensione per decidere se merita una possibilità o meno! :3

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