Salve nuvoline e buonissima domenica!
Come state? Diteci un po'... oggi il vostro fidato AnniDiNuvole vi parla del nuovo romanzo di Katie McGarry in uscita in Italia il 14 aprile: Ovunque con te.
Amate anche voi, proprio come amiamo noi, questa autrice? E siete curiosi di scoprire qualcosa in più di questa nuovissima storia? Bhè... oggi noi vi diamo in super anteprima le prime pagine di questo nuovo libro!
Rimanete con noi.
La serie "Thunder Road" è composta da:
1. Ovunque con te - 14 aprile 2016
2. Walk the edge - 2016 in USA
3. (Da definire) – 2017 in USA
4. (Da definire) – 2018 in USA
- Titolo: Ovunque con te
- Autore: Katie McGarry
- Casa editrice: HarperCollins Italia
- Numero pagine: 392
- Link: http://www.amazon.it/Ovunque-con-te-Katie-Mcgarry-ebook/dp/B01DU68F70/ref=sr_1_1?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1460298016&sr=1-1
Trama: La diciassettenne Emily ama la sua vita così com'è: genitori amorevoli, buoni amici, ottima scuola in un quartiere sicuro. Certo, lei è curiosa del suo padre biologico, quello che ha scelto la vita del club motociclistico, il Reign of Terror, invece di fare il genitore, ma questo non significa che voglia far parte del suo mondo. Ma quando una visita contro voglia si trasforma in una lunga vacanza estiva tra parenti che non sapeva di avere, una cosa diventa chiara: nulla è ciò che sembra. Il club, suo padre che ha tanti segreti, Oz, un ragazzo dai voraci occhi azzurri che può aiutarla a capire entrambi. Oz vuole una cosa: entrare nel Reign of Terror. Sono bravi ragazzi. Proteggono le persone. Sono... famiglia. E mentre Emily -la figlia bellissima e protetta del membro più rispettato del club- è in città, ha intenzione di dimostrarglielo. Così, quando il padre gli chiede di tenerla al sicuro da un rivale del club con un conto in sospeso, Oz sa che è l'occasione per esaudire il suo sogno. Quello che Oz non ha calcolato è che proprio Emily potrebbe ribaltare quel sogno. Nessuno vuole che stiano insieme. Ma a volte la persona giusta è quella che meno te lo aspetti, e la strada che si teme di più è quella che ti porta a casa.
Emily
I tre peggiori
momenti della mia vita.
Incontrare il mio
padre biologico a dieci anni.
Rompermi un braccio
in tre punti diversi a nove anni.
Cadere in un buco e
restarci intrappolata per una notte intera insieme ad un cadavere a otto anni.
A parte questo, amo
la mia vita. Mentre alcuni miei amici sono tutti un: “Povero me, nessuno
capisce la mia anima traumatizzata,” io sono piuttosto felice. Mi piace la
felicità. Mi piace la semplicità. Mi piace la prevedibilità ed odio le sorprese.
Detto questo, non sono
particolarmente entusiasta quando mio padre prova ad allungarmi un pezzo di
carta che fa venire un nodo alla gola a mia madre e la fa scusare per dover
lasciare la cucina.
Papà ed io
continuiamo a fissarci mentre sentiamo mamma precipitarsi su per le scale e
chiudere la porta della loro stanza. La vita è fuori binario ed è facilmente
intuibile. I piatti sporchi sono impilati nel lavandino. Una catasta di posta
chiusa è gettata sull’isola. Una pila di fazzoletti accartocciati crea una
montagna sul tavolo di legno ovale. La cucina gialla, che questa mattina
sembrava allegra, è adombrata da temporalesche nubi di emotività.
L’imbarazzante
silenzio tra me e mio padre sta ufficialmente iniziando a diventare doloroso.
Mi muovo sotto pressione e il mio piede da un colpo al mio zaino che sta sul
pavimento.
“Dovresti seguirla,”
dico per rompere l’immobilità ed ignorare il fatto che non ho ancora accettato
quello che papà mi sta offrendo.
Inoltre, papà sa
sempre come tirar fuori mamma dal suo buco nero, è una delle mille cose che amo
di lui.
“Ci andrò.” Le sue
labbra si alzano un poco, un chiaro indizio che sta pianificando di fare il
furbo con me. “Come vuoi gestirla? Direttamente, con una graduale introduzione
o nascondendo la testa nella sabbia?”
Mi illumino: “La
testa nella sabbia mi sta bene.”
“Bel tentativo, ma
scegli un’altra opzione.”
D’accordo.
“Gradualmente.”
“Com’è essere
all’ultimo anno?”
Nonostante
l’imminente consapevolezza che la mia vita sta per iniziare a fare schifo,
sorrido. Sono entrata in cucina, dopo il mio ultimo giorno di scuola,
aspettandomi di decantare a mia madre di come io e Trisha fossimo state
invitate alla festa di Blake Harris di questa sera.
Cosa non mi ero
aspettata? Papà a casa, mamma in lacrime ed un biglietto che probabilmente
porta notizie dall’inferno. “È fantastico. Sarebbe ancora più fantastico se
mettessi quel pezzo di carta in un cestino dei rifiuti.”
“Per favore,
leggilo,” mi fa pressione papà. “È stato difficile per tua madre decidere di
fartelo vedere, e dovremmo rispettare i suoi desideri.”
Il mio stomaco fa
male come se ci avessero dato una gomitata dentro. La reazione debilitante di
mia madre significa una sola cosa: contatti dalla sua casa di bambina in
Kentucky.
Il Kentucky è un
argomento doloroso per lei e non c’è nulla che non farei per alleviare la sua
sofferenza perché, finché papà non è apparso e mi ha adottata quando avevo
cinque anni, mamma mi ha cresciuta da sola. Questo merita considerevole
rispetto.
Con la coda
dell’occhio guardo il collage di foto incorniciate appese al muro. Quella nel
mezzo è la mia preferita, è una otto per dieci del giorno del matrimonio di
mamma e papà. Mamma ha un vestito da sposa bianco, è slanciata ed elegante. I
lucidi capelli biondi le cadono sulle spalle mentre mi sorride raggiante. Papà
è accovacciato di fianco a me, i capelli baciati dal sole risultano
considerevolmente biondi in contrasto con il completo nero. Sta infilando una
rosa nei miei capelli castano scuro. Io ho cinque anni e lo guardo come se
fosse Superman. Perché lo è. Il mio supereroe personale. Mi ha adottata pochi
giorni prima di sposare mia mamma.
Papà si schiarisce
la gola e io afferro il foglio dalle sue mani con il giusto quantitativo di
irritazione. Mi farò un giro in questo oscuro tunnel di follia per qualche
minuto… per lui e per la mamma.
È una e-mail, è
corta e dritta al punto ed è da parte del mio padre biologico.
Jeff,
per favore dillo ad Emily.
Eli
Sotto il messaggio
ci sono un necrologio e la foto di una donna che non ho mai conosciuto. Il suo
nome è Olivia McKinley ed è la madre di Eli. Un sospiro considerato sfugge alle
mie labbra e mi accuccio nel mio posto a tavola. Per favore dillo ad Emily. Eli fa del suo meglio per lasciare un
segno. Forse non un bel segno, ma un segno nondimeno.
Strizzo un angolo
delle labbra mentre assimilo il necrologio di Olivia. È la prima volta che vedo
una sua foto. Eli ha parlato di lei durante i nostri incontri occasionali, ma
non ha mai tracciato bene la sua immagine mentale perché io potessi raffigurarla.
Eli è questo
motociclista con cui mia madre andava una volta e che ci ha abbandonate non
appena mamma ha detto: “Ho un ritardo.” Sebbene abbia seminato mia madre, ha
dato a me i miei capelli castano scuro e un paio di occhi dello stesso colore e
la tonnellata di lentiggini sul ponte del mio naso. A parte questo, però, non
mi ha dato molto altro.
“Quindi…” esitazione
totale mentre scovo le parole giuste. “La madre di Eli è morta.”
“Esatto. Tua madre
vuole che partecipiamo al funerale.”
Ehm… non frequento
funerali e cimiteri. Mamma e papà sono a conoscenza della cosa. Le mie dita
picchiettano sul tavolo. C’è sicuramente un’uscita diplomatica da questa cosa.
Devo trovarla e devo farlo in fretta. “Perché vuole andare? Non per essere
maleducata, ma non conosciamo questa signora. A malapena conosciamo Eli e… beh…
pensavo che mamma odiasse il Kentucky.”
Papà si friziona il
retro della testa. “Non so perché. Ho inoltrato l’email a tua madre questa
mattina. Pochi minuti dopo mi ha chiamato al lavoro in lacrime. Sono tornato a
casa e aveva già comprato i biglietti aerei. Ne so tanto quanto te, ma c’è una
cosa che so. Non mi piace vedere tua madre piangere.”
Nemmeno a me.
“Cosa ne pensi, Em?”
Scrollo le spalle.
Non ci sono parole. Nessuna. Niente di niente. Zero. Nada. “Non capisco.”
“Lo so.”
Tutto qui? Lo sa?
“Speravo in qualcosa più del tipo: ‘Parlerò con la mamma e la convincerò ad
archiviare la pazzia per qualche giorno.’ Voglio dire, stiamo sottovalutando il
valore di un biglietto in bella grafia attaccato a un bel mazzo di fiori.”
Papà fa quella sua cosa
del mutismo mentre rimugina su una risposta. È il motivo numero un milione ed
uno per cui gli voglio bene. Papà raramente si arrabbia o grida. Analizza a
fondo ogni cosa.
“Non pretendo di
capire granché di tutto questo,” dice. “Ma è importante per tua madre, e tu e
lei siete le due cose più importanti per me. Se ha bisogno di partecipare a
questo funerale, allora parteciperemo.”
“E se io non volessi
partecipare?”
I pazienti occhi blu
di papà mi scrutano e io considero l’alternativa di nascondermi sotto il tavolo
prima che noti quanto la prospettiva mi infastidisca. Gente morta. Mi sta
chiedendo di andare volontariamente in un edificio in cui c’è della gente
morta. Dentro di me sto urlando. Un urlo molto rumoroso, maniacale.
“Tua madre ed io
saremo lì e nulla ti farà del male. Per dipiù, tu ed io ne abbiamo già parlato.
Il miglior modo per superare le tue paure è affrontarle.”
Certo, le sue parole
suonano bene, ma c’è questa grave ansia che mi avvolge come un sudario.
L’orticaria appare sul mio polso e io mi graffio sotto il tavolo mentre faccio
un breve sorriso forzato. “Stai dicendo che un cadavere non tornerà in vita per
provare a mangiarmi?”
“Mi arrischio
persino a dire che sei al sicuro dal vivere un episodio di The Walking Dead.”
Traduzione a cura di
Federica Bernardelli
Nessun commento:
Posta un commento