giovedì 7 gennaio 2016

Recensione: So che sei qui


Bentornati lettori di AnniDiNuvole.
Oggi parliamo di un libro uscito a settembre 2015 e che, personalmente, credo abbia tutte le carte per entrare di sana pianta nei #gliintramontabili.
È un libro diverso dagli altri, con una bellissima trama di fondo e che lo ammetto, mi ha fatto un po’ cambiare idea sulla mia visione della questione trattata.
Andiamo per gradi.



Voto copertina: 


Ma Thibault è un’altra cosa. È il mio rapporto speciale. È la mia boccata d’ossigeno di cui continuo a non conoscere il minimo dettaglio fisico.


Elsa ama la montagna, ama le scalate sulle pareti di ghiaccio e ama il vento che le fa sventolare i capelli quando è aggrappata così in alto.
Elsa ha trentaquattro anni e sa cosa vuole dalla vita. Vuole svegliarsi.
Elsa è in coma.
La sua passione per la montagna l’ha portata in quel letto di ospedale ormai da tanti mesi, senza segni di cambiamenti. È lì, che non da segni di vita. Almeno non all’apparenza.
Elsa sente tutto. Dalla donna delle pulizie che ogni notte la anima, inconsapevolmente, con la sua radiolina fino ad arrivare ai medici che la danno ormai per spacciata.
Elsa ha poco tempo.
Elsa sa che solo un miracolo farà dissuadere i suoi genitori da staccare la spina che la tiene in vita.
Thibault è arrabbiato. Più con gli altri, che con la vita.
Secondo lui sono le scelte che facciamo che ci fanno diventare chi siamo. Proprio come ha scelto suo fratello, che ora è costretto in ospedale, dopo aver bevuto così tanto da stare male e uccidere due ragazzine.
Thibault è arrabbiato con suo fratello, con quel ragazzo che non ha mai capito niente della vita. Ed è proprio lui che evita.
Un giorno, deciso a non vederlo, entra nella stanza 52 credendo fosse l’uscita e ad un tratto si imbatte in un forte profumo di gelsomini. In una donna inerte. In Elsa.
Da lì la vita di Thibault cambierà.
Dovrà far capire, in tutti i modi, a Elsa che lui c’è lì accanto a lei. A darle forza e che non la abbandonerà.


«So che mi senti, Elsa.»
Le sue labbra contro la mia guancia.
Il bip dell’ossimetro durante il contatto.
«Me ne dai prova ogni volta.»

Iniziato quasi per sbaglio la lettura di questo libro, ne sono diventata subito dipendente.
Non è un libro come siamo soliti leggere. Non c’è nessuna storia d’amore tormentata (o almeno in parte), non ci sono due protagonisti che si odiano e si amano, non c’è nessun personaggio maschile stronzo.
No. Non c’è niente di tutto questo.
C’è invece una storia sofferta, una storia che lascerà con il fiato sospeso, una storia che non ci aspetteremmo.
Due protagonisti dolci, che si cercano inconsapevolmente.
In questo libro ho capito davvero quanto il destino può giocare le sue carte anche in momenti che noi non ci aspetteremmo mai.
D’altro canto, come aspettarci che una ragazza in fin di vita, attaccata a delle macchine che la tengano in vita riesca a sentire tutto quello che le capita attorno? Colei che era stata dichiarata morta cerebralmente, non lo è! Nemmeno un po’. E alle volte, forse troppo pigri o semplicemente per non incorrere in spese pubbliche o private aggiuntive, si ritiene chiusa una certa pratica.
Ma è di vite che stiamo parlando.
Elsa non vuole morire, non vuole lasciare questo mondo almeno non prima di aver visto Thibault.
Thibault che aiuta quella ragazza inconsapevolmente, Thibault che diventa per Elsa arcobaleno, colori, emozioni, sentimenti.
Quel ragazzo vuole lottare e da la grinta a quella donna che inizia ad amare silenziosamente, quasi non credendo al proprio cuore. È innamorato di una sconosciuta, di una persona che non ha certezza di vita.
Ma Thibault lo ignora, lui non sa niente. Lui è convinto che prima o poi Elsa aprirà gli occhi, si stiracchierà e gli dirà “finalmente sei arrivato”.
Un libro molto toccante. Che scorre velocemente e che inconsapevolmente ti ritrovi a fare il tifo per loro due, ti ritrovi con le lacrime agli occhi e la voglia di volere sempre di più.
Ma sono contenta.
Ho amato il libro, ho amato i personaggi e le loro azioni.
Con il senno di poi forse tutto si è affrettato ma non ho rimpianti e nessun appunto da fare. Il libro si ama così com’è.
Ti lascia un grande insegnamento: che niente è come si crede e mai smettere di lottare.
Correte a leggerlo, perché merita tantissimo.

Io vi saluto e vi ricordo di spollicare il +1 qualora la recensione sia stata di vostro gradimento.
Buona serata e a presto.

Ila

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