Buon pomeriggio amici e amiche del blog, come state?
Spero
bene e soprattutto spero vogliosi di novità, perché quella che voglio proporvi
oggi è molto… particolare!!
Allora iniziamo subito a parlare di questo romanzo
tutto made in Italy che saprà catturarvi e smuovervi qualcosa di profondo.
- Titolo: Nelle case della gente
- Autore: Mirko Tondi
- Casa editrice: PS Editore
- Pagine: 148
- Da leggere o no: Non fa di certo male!!
- Link: http://www.amazon.it/Nelle-della-gente-Mirko-Tondi/dp/8898930356/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1442070792&sr=8-1&keywords=nelle+case+della+gente
- Voto: 7.5
Voto copertina:
Questo libro non è un romanzo qualunque, è un romanzo
autobiografico di un giovane uomo che sente il bisogno di mettere in ordine la
propria vita iniziando da sé e dal suo passato, di capire chi è e cosa ne vuole
fare dei suoi giorni, di dare un nome ai sentimenti e alle emozioni che prova e
che lo tormentano dal profondo. I suoi giorni e le sue notti sono tormentate,
affannose e vissute spasmodicamente alla ricerca della propria dimensione,
della propria personalità, della propria volontà, sebbene questo non faccia
altro che creare nuovo e sempre maggiore affanno e scompiglio, senso di
inadeguatezza e di sconfitta, di relegazione a eterno secondo e di inadatto.
Tutte le scelte che questo giovane uomo ha compiuto sono state scelte
sbagliate, sotto tutti i punti di vista e in ogni ambito della sua vita, e ciò
lo ha portato a sentirsi sbagliato, quotidianamente e irreparabilmente
sbagliato, alla ricerca di un qualcosa, di un qualcuno, di un se stesso che non
crede potrà mai trovare. Egli si sente e sa di essere il primo e principale
responsabile del suo stesso disagio interiore e non riesce a non
colpevolizzarsi per questo, per ogni piccolezza e per ogni inadeguatezza e ama
detestarsi perché è l’unico modo per non doversi mettere in discussione davvero
e per la prima volta.
Egli ama l’incompiuto, nella sua vita come nella sua
testa, è un gioco masochistico che gli fa credere di non essere mai arrivato,
di avere tempo per concludere qualcosa... ma esiste davvero al voglia di
concludere qualcosa?
La solitudine in cui vive in fondo non gli dispiace, non è
mai stato bravo a condividere le sue cose, la sua vita e se stesso con qualcun
altro che non fosse lui; i pochi amici che ha sono amici che si è ritagliato a
misura per se sebbene tutti siano stati in grado di trovare la loro strada e il
lavoro che svolge non gli da le soddisfazioni che vorrebbe ma gli ricorda
continuamente che la sua passione, la scrittura, non fa per lui, che di
pensieri ne ha pure tanti e buoni ma sono talmente tanto sconclusionati e in
disordine da risultare ingestibili... come d’altronde la sua stessa quotidianità.
Tutti gli oggetti che lo circondano, fortemente voluti e perfettamente disposti
per occupare degli spazi ben precisi, sono il simbolo della sua dipendenza dal
falso ordine, dalla falsa perfezione quasi asettica e povera di sentimenti, gli
unici sprazzi di felicità e vita vera lascia che il padre glieli porti via nel
tempo... già, suo padre. Un uomo che ha segnato la sua vita in modo così profondo
da far male, da far paura... eppure è il nodo che deve sciogliere per primo se
vuole cambiare la rotta della sua barca. E’ intorno a questa figura che ruota
tutta la narrazione, intorno alla figura di questo uomo che ha segnato tutta la
sua vita, dall’infanzia all’adolescenza, e al quale è legato dal denaro. Si,
suo padre è un uomo votato al culto del denaro come mezzo di arrampicata e
riconoscimento sociale, un uomo che del denaro ha fatto la sua vita e che si è
speso per esso con investimenti che col tempo si sono rivelati sbagliati. E suo
figlio, ormai adulto e deciso a ricercare la verità nella sua vita e nelle
persone che lo circondano, decide di partire proprio dal rapporto con suo padre
per riordinare la sua vita… un tentativo arduo e forse irrisolto, come
d’altronde questo romanzo, dal finale aperto e ad interpretazione.
Non saprei come definire questa storia... sicuramente breve ma
intensa, piena di parole, riflessioni, emozioni, sentimenti contrastanti e
forti. E’ difficile commentarla o analizzarla perché per me è stato difficile
entrarci dentro, capirne le trame nascoste e gli intrecci, forse perché più che
un’autobiografia la definirei un lunghissimo monologo interiore/flusso di
coscienza del protagonista al quale non sono riuscita a prendere parte.
Ecco,
questo è un dubbio che mi rimane... se questo effetto lo abbia avvertito solo io,
in questo caso non sono fatta per questo genere letterario, o se il dramma del
protagonista sia stato reso in modo talmente tanto “personale” da non riuscire
ad essere penetrato da nessun altro, e in questo caso non condivido troppo
questo taglio, che non so nemmeno se sia voluto o meno, motivo per cui opto per
la prima opzione. Eppure un aspetto della narrazione che mi ha affascinata è lo
stile; sebbene privo di punteggiatura infatti, o quanto meno con un uso della
punteggiatura molto modico, riesce perfettamente a rispecchiare l’animo
sofferente e combattuto di questo uomo
alle prese con la cosa secondo me più difficile dalla notte dei tempi ad ora:
capire chi si è, come lo si è diventato e soprattutto chi si vuole essere e
come.
***
Per conoscere ancora più a fondo questo romanzo abbiamo ben
pensato di fare qualche domanda alla mente che lo ha creato, per cui vi
presentiamo Mirko Tondi, che ringraziamo già da ora per essersi gentilmente messo
a nostra disposizione e per essersi fatto conoscere.
1.
Ciao Mirko, benvenuto in AnniDiNuvole, tutto
bene? Siamo molto felici di averti con noi, ma toglici una curiosità… come ci
hai conosciute?
Ciao a voi, tutto bene,
grazie. Anche per me è un piacere essere sulle vostre pagine web. Vi ho
conosciute grazie a una recensione che avete fatto al libro di un amico. Mi è
sembrata una recensione molto attenta, professionale. Allora mi son detto:
“Perché non proporre anche il mio testo?” E così, eccomi qua.
2.
Una piccola domanda di rito che ci fa scoprire
molto dell’autore: cosa o chi ti ha spinto alla scrittura? Come sei approdato
in questo mondo?
Ho scoperto che mi piacesse
scrivere quando nel 2003/2004 ho frequentato un corso di sceneggiatura
cinematografica. Da lì, ho cominciato a buttare giù soggetti, poi sceneggiature
per cortometraggi, in seguito racconti e poesie (sì, c'è stata anche la
parentesi poetica... non proprio il mio forte, però). Poi mi sono approcciato
anche alla forma del romanzo. Tuttavia rimango un inguaribile scrittore di racconti,
pur sapendo che in Italia non c'è molto mercato per le raccolte di autori
emergenti.
3.
Veniamo al tuo libro, come è nato “Nelle case
della gente”? Cosa significa questo titolo e qual è l’idea di fondo di questo
romanzo?
Il libro è nato durante una chiacchierata
con un amico scrittore, che mi incoraggiò dicendomi “Questa storia la devi
raccontare”. Il titolo è inevitabilmente legato al contenuto, visto che le
vicende ruotano attorno alla casa del protagonista. Ma non solo. È anche lo
spunto per una riflessione più allargata, qualcosa di universale, cioè il fatto
di possedere una casa, di abitarla, di arredarla, di nascondere o custodire in
essa segreti, ricordi, aspetti problematici di sé. L'idea di fondo è quella di
partire proprio dalla casa come fonte di ricordi, il contenitore della propria
identità. Non è forse vero che spesso, vedendo le case delle persone che
conosciamo, ci ritroviamo a dire “Però... quella casa gli assomiglia proprio”.
Il protagonista compie dunque una sorta di tour della propria abitazione,
navigando tra le stanze in un rapporto continuo e quasi vivente con gli
oggetti. Tra le tematiche importanti del libro, anche il rapporto tra padre e
figlio.
4.
Il personaggio principale della narrazione è un
giovane uomo alla continua e spasmodica ricerca di sé, del suo passato e della
sua identità presente; lo stile della narrazione è trafelato e affannoso, come
le sue giornate. Come mai hai deciso di affrontare questo tema? Riguarda o ha
riguardato un poco anche te?
Questo tema certamente mi riguarda,
e credo un po' tutti quelli che fanno fatica a pensarsi ormai adulti, persone
che devono fronteggiare problemi e trovare soluzioni. Mi interessa poi tutto
ciò che irrisolto, ciò che dà un senso di incompletezza. Così è il protagonista
del libro, uomo con delle parti mancanti che cerca di colmare i buchi della
propria identità. La valenza nostalgica degli eventi passati è poi di
innegabile fascino, nonché, nel mio caso, di ispirazione costante.
5.
All’interno della narrazione ci sono molti
riferimenti a Firenze e in generale all’Italia molto precisi, hai attinto a
qualche ricordo/esperienza personale?
Il romanzo voleva essere
anche un ritaglio dell'attualità, dei tempi che viviamo, della precarietà che
si respira nel nostro Paese, un alone che rimane sempre presente a dirci che
“No, non va bene” anche quando invece le cose filano lisce. Riguardo a Firenze,
ricordo ed esperienza si fondono, essendo io nato e cresciuto in questa città.
Città con cui però, per me come per il protagonista, c'è un rapporto ambivalente,
di ammirazione verso l'indiscutibile bellezza ma insieme di insoddisfazione
verso l'atmosfera generale. La storia di questo personaggio, essendo lui stesso
molto ambivalente, capace di amare tutto e odiare tutto nello stesso momento,
dunque non poteva che svolgersi qui, a Firenze.
6.
Infine un angolo spoiler… dicci, hai qualche
progetto in cantiere?
Sì, ho già scritto un altro
romanzo che presto verrà pubblicato, però del tutto diverso da questo. “Nelle
case della gente” forse è solo una parentesi della mia produzione, scritto con
uno stile diverso rispetto al solito, una specie di flusso di coscienza in
terza persona, un romanzo intimista che è stato difficile portare a termine. Il
nuovo invece non saprei neanche come definirlo, direi forse un noir umoristico
ambientato nel futuro, un pastiche fatto di schemi che si rompono. Devo dire
che tra tutti i generi, il fantastico e l'umoristico sono quelli che preferisco
scrivere, nel senso che mi permettono una cosa fondamentale, ovvero di
divertirmi mentre lo faccio (ricordo sempre, a questo proposito, le parole di
Ray Bradbury, che privilegia prima di tutto il piacere, il gusto di scrivere).
Ho anche dei racconti di questo tipo, e preso li raccoglierò in una nuova
raccolta.
Grazie mille della tua pro positività e disponibilità,
speriamo di rivederci presto! Un grande saluto da tutto il team di AnniDiNuvole :)
***
Bene ragazzi, per oggi da AnniDiNuvole è davvero tutto, vi invito
come al solito a mettere un bel pollice in su se questa recensione vi è
piaciuta almeno un pochino, a spolliciare la pagina face book, a diventare
lettori fissi del nostro blog e a continuare a supportarci sempre!!
Buon fine settimana, a presto.
Sara C.
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