domenica 30 agosto 2015

Anteprima: Ricordati di amare


Buon pomeriggio lettori.
Oggi vi proponiamo una super anteprima del secondo libro di Rachel Van Dyken proveniente dalla serie "The Ruin". Il seguito di "Ricordati di sognare" arriverà nelle librerie il 17 settembre dalla casa editrice Nord pronto a stupirci. 

La serie "The ruin" è composta da:

1. Ricordati di sognare, Ruin (Recensione QUI
2. Ricordati di Amare, Toxic - in Italia il 17 settembre 
2.5 Fearless -  prossimamente in Italia
3. Shame - prossimamente in Italia


  • Titolo: Ricordati di amare
  • Autore: Rachel Van Dyken
  • Casa editrice: Nord
  • Numero pagine: 328
  • Da acquistare o no? Certo che si!

TramaDa quattro anni, Gabe Hyde vive in una menzogna. I suoi amici lo conoscono come un ragazzo allegro, sfacciato, che ama divertirsi e tornare a casa ogni sera con una conquista diversa. Nessuno sa che quella è una maschera che Gabe si è cucito addosso per nascondere la verità al mondo, lo stesso mondo che un tempo lo adorava come un idolo e che adesso, se scoprisse il suo segreto, lo trascinerebbe nel fango. E tutto per un unico, terribile errore che ha distrutto ciò che aveva di più caro. Dilaniato dal rimpianto e dal senso di colpa, Gabe è convinto di non avere più diritto di essere felice. Almeno finché non incontra Saylor. Sorriso innocente e luminosi occhi azzurri, Saylor è la classica brava ragazza cui di solito basta un'occhiata per capire che Gabe è un poco di buono dal quale è meglio stare alla larga. Invece lei è la sola in grado di leggere nel suo cuore. E a credere che meriti una seconda occasione. Ma l'amore che li lega darà a Gabe la forza necessaria per ricominciare o trascinerà anche Saylor nell'abisso?




Prologo

L’avrei seguita ovunque.
È strano vero? Le persone dicono di sapere che cosa sia l’amore, eppure quando hanno l’opportunità di dimostrarlo, scappano.
Avrei voluto poter scappare. Avrei voluto essere stato in grado di andarmene quattro anni fa. Forse ora avrei avuto la forza di andarmene. Di guardarla negli occhi e dire “Scusa, ma non posso farlo di nuovo.”
Raramente le persone pensano veramente quello che dicono. Per me, scusa era solo un’altra parola della nostra lingua di cui le persone abusavano, come la parola amore.
Amo il gelato, amo i pancakes, amo il blu, stronzate.
Quando ho detto  la parola amore, volevo dire che il mio cuore sanguinava per te.
Quando dico la parola amore, questa prende vita. Do potere alla mia anima, la lego alla tua.
Ho sempre sentito parlare di bivi, di come le persone durante il loro cammino, sono messe davanti a delle scelte, scelte che le rendono ciò che sono o che le spezzano definitivamente.
Non mi sono mai reso conto che mi fosse stata data una seconda possibilità, non mi sono reso conto di non averla colta.
I suoi occhi erano fissi nei miei. Il mio cuore era in frantumi, cercai di parlarle, dire qualcosa per farle capire quanto profondo fosse ciò che provavo, ma sapevo che nell’istante in cui glielo avessi detto, tutto sarebbe finito.
Il mio cuore, la mia anima, io non sarei potuto sopravvivere se le fosse successo qualcosa. Se lei non fosse stata parte del mio mondo, il mio cuore avrebbe cessato di battere.
Sapevo che tutto questo la stava uccidendo, perché mi stava distruggendo.
Ma tornare a quella vita.
Perfino per lei.
Non se ne parlava proprio.
Innamorarsi, lasciarla, anche sapendo bene che lei mi avrebbe ripreso con se. Non era da prendere in considerazione.
In fondo sappiamo bene tutti che l’amore è un salto nel vuoto: non è la discesa che fa male, ma la caduta.
Ed io ero consapevole che era solo una questione di tempo prima che lei rinunciasse a me e mi permettesse di andare in frantumi.
Perché alla fine ero questo, un’anima in frantumi. Un guscio vuoto.
“Non capisco!” mi colpì il petto con i suoi pugni. “Me l’avevi promesso! Avevi promesso che non te ne saresti mai andato via!” le lacrime le rigavano il volto, il volto che amavo.
Chiusi gli occhi poi guardai dietro di me mentre Saylor stringeva in mano le chiavi, aspettando una mia decisione.
Ero ad un bivio. Una strada portava al mio futuro, l’altra al mio passato e all’autodistruzione.
Non riuscivo a guardarla. Ignoravo qualsiasi traccia di ogni sentimento, e assaporai il dolore del mio cuore che si rompeva in un miliardo di pezzettini mentre le tendevo la mano. “Hai ragione. Avevo promesso.”
“Gabe!” urlò Saylor dietro di me. “Non dev’essere così!”
“Non vedi?” dissi tranquillamente senza voltarmi. “E’ sempre stato così, sarà sempre così. Ti avevo avvertito.”
“Ma-“
“Basta!” urlai, le lacrime che minacciavano di scorrere lungo il mio viso. “ Ho detto basta. Dovresti andartene.”
La porta sbatté dietro di me.
“Va tutto bene!” disse, stringendomi il volto. “Andrà finalmente tutto bene!”
“D’accordo, Principessa.” Balbettai. “Va bene.” Strinsi la sciarpa rosa attorno al suo collo e la circondai con un braccio.
“Grazie.” Sospirò. “ Tu mi hai promesso che ti saresti preso cura di me. Non puoi andartene, non puoi-“
“Non lo farò” giurai, perché era colpa mia. Come tutto il resto.
“Possiamo andare a giocare adesso, Gabe?”
“Certo, tesoro, possiamo.” Rimboccai la coperta attorno alle sue gambe e spinsi la sedia a rotelle fuori dalla stanza, sapendo bene  di aver scelto, con ogni mio passo, la strada sbagliata.   

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