giovedì 28 maggio 2015

Recensione: Colpa delle stelle


Buon pomeriggio lettori!
Quello di oggi sarà un appuntamento un po’ particolare.
Vi spiego tutto brevemente: quello che andrò a recensire –come avete capito dal titolo- è un libro che è stato per parecchio tempo in cima alle vette di vendite, critiche e addirittura ci hanno fatto un film.
Io, onestamente, non l’avevo mai letto prima, né tanto meno avevo visto il film. Ma stavo pensando di fare una pausa dalla collana di “I love shopping” (per leggerla, cliccate qui) e dedicarmi un attimo a qualcos’altro. Così, ho preso la palla al balzo e mi son detta, perché non dare un giudizio a un libro che ormai conoscono tutti e che dicono che sia bellissimo-purissimo-levissimo?
Bene, io non rientro tra questi.

  •       Titolo: Colpa delle stelle
  •       Autore: John Green
  •       Casa editrice: Rizzoli
  •       Numero pagine: 356
  •       Da acquistare o no? Non preferiresti dei deliziosi cereali Cheerios?


  •       Voto: 5


Hazel è una ragazza di sedici anni che lotta contro il tumore ai polmoni. Convive con questo da quando era una bambina, inizialmente colpì la tiroide poi man mano si è propagato, spezzandole letteralmente il respiro.

Per aiutarsi Hazel ha come ombra una bombola d’ossigeno che trasporta sempre con sé che, collegata al sondino nel naso, l’aiuta a respirare.
Si considera depressa, perché la depressione fa parte del cancro. Passa le sue giornate dormendo -si perché questo combatte il cancro-, tra medicinali e tra riunioni nel Sacro Cuore di Gesù -letteralmente, ricordiamolo-, un gruppo di sopravvissuti che raccontano giorno per giorno come si sentono e ricordano i ragazzi che non ce l’hanno fatta.
È proprio qui che incontra Augustus, un ragazzo sopravvissuto al cancro che gli ha portato via una gamba.
Il ragazzo non riesce a staccare lo sguardo da Hazel, è proprio come se avesse visto un fantasma della sua vita passata.
Interrogato, Augustus ammette di aver paura dell’oblio, di essere dimenticato e di non essere capace di lasciare un’impronta su questo mondo prima del suo declino.
All’uscita della seduta, Hazel e Augustus si trovano a parlare e inconsapevolmente a flirtare tra loro. E proprio quando si devono salutare, quando sembra che non si vedranno più, i due decidono di passare la serata guardando un film.
Si troveranno così a far parte l’uno della vita dell’altro. Senza accorgersene, sviluppando un sentimento molto grande.
Si scambiano i loro libri preferiti e rimangono colpiti dei gusti letterari dell’altro.
Hazel ha il desiderio incontrollato di sapere come termina il suo libro preferito -tema cancro- così, inaspettatamente, Augustus mette a disposizione il suo desiderio collegato alla malattia e, dopo una serie di corrispondenze avute proprio con l’autore del libro, invita Hazel ad andare con lui in Olanda, dove lo scrittore si è rifugiato e solo così potrebbe dare una risposta alle domande della ragazza che sono sempre andate nel dimenticatoio.
Decidono di partire, ma proprio quando tutto è programmato la ragazza si sente male. Finisce in terapia intensiva e sembra che tutti i loro progetti crollino. Interpellati i dottori, vietano assolutamente questo viaggio, perché troppo difficile sia logisticamente che per la salute di Hazel.
Ma la “fatina” di Hazel non si dà per vinta, la dottoressa Maria cerca in tutti i modi di convincere i dottori e ci riesce.
Prossima fermata Olanda!
Augustus e Hazel, insieme alla mamma di quest’ultima, si troveranno a camminare tra le strade di un’Olanda fiorita, piena di biciclette e di freschezza.
Ma l’incontro con lo scrittore non avviene come ci si sperava, si presenta una persona indifferente, dispotica, nervosa e alcolizzata. Totalmente il contrario dell’immaginario dei due ragazzi. Si rifiuta categoricamente di rispondere alle loro domande e continuerà a offenderli per la loro incurabile malattia, come se fossero dei parassiti per la società.
L’incontro termina con due ragazzi insoddisfatti e uno scrittore pieno di ego che affonda i dispiaceri nell’alcool.
Ma se dalla cenere risorge sempre una fenice, Augustus rivela a Hazel i suoi sentimenti e felicemente la ragazza ricambia tutto ciò. Si troveranno così a condividere una folle notte d’amore e coccole, pronti per il declino del giorno dopo.
Augustus nasconde la verità, nasconde il marcio e quando Hazel lo viene a sapere, una parte del suo mondo crolla.
Sa che la morte è una cosa tangibile e più che reale, ci convive da anni e anni e proprio per questo farà di tutto per non far affondare il ragazzo, gli resterà accanto, coccolandolo, sostenendolo e proteggendolo.
Augustus in cuor suo cerca di vivere al meglio i suoi giorni ma il suo unico rammarico è di non aver lasciato la famosa impronta nel mondo.
Perché è proprio vero: il mondo non è una fabbrica di esaudimento sogni.


Seguendo la filosofia di “nessun libro deve essere lasciato a metà” ho terminato il suddetto, anche se l’avrei chiuso molto volentieri prima della metà.
Parto subito col dirvi cosa assolutamente non mi è piaciuto e non ho accettato fin da subito.
Primo tra tutti il linguaggio, santo cielo! Scorrevole per l’amor di Dio, ma la scoccata arrivava quando meno te l’aspettavi. Vocaboli illeggibili tipo “cancrolandia” che giuro mi volevo tagliare le vene e poi sempre inerente al linguaggio, dei paroloni assurdi che si faceva davvero fatica a capire cosa fossero, tanto che una visita al dizionario di Treccani, dobbiamo ammetterlo, quasi tutti  l’abbiamo fatta leggendo questo libro –personalmente, ero troppo pigra per farlo.
Questo linguaggio è troppo forbito per ragazzini di sedici anni, nessun realismo. Zero proprio.
Questa pecca riporta a un altro tassello delicato come può essere il cancro. Che, lo devo dire, nel libro è trattato davvero in modo spicciolo.
È come se l’autore volesse parlare di una storia d’amore e tac, chi ha appioppato tema cancro che tanto ultimamente va di moda e fa figo.
Passiamo al metodo di combattere la malattia e non ci voglio spendere più di due parole. È assurdo pensare di combattere il cancro con farmaci sperimentali, che guarda un po’ sul copro di Hazel Grace fanno magicamente effetto. Ma stiamo scherzando? Spero per l’autore che questo libro non sia stato letto dai malati in oncologia.
Andiamo all’amore decantato tra i due adolescenti terminali e soffermiamoci proprio su questi.
Volevo tirare una forte capocciata al naso di Hazel, scusatemi ma è così! Allora, primo tra tutti il suo atteggiamento insofferente e quasi spocchioso verso i genitori. Come se essere un malato terminale a lui tutto è dovuto. Esempio il viaggio in Olanda, e qui credetemi aprirei una parentesi che non avrebbe facilmente fine: come si fa ad accettare il desiderio di un altro, per soddisfare il tuo? Ma che atteggiamento egoistico è? Chiudiamo la parentesi altrimenti qui non ne usciamo più.
Quello che forse ho più apprezzato in tutto il romanzo è Gus: Augustus. Volevo tanto che la storia si focalizzasse più su di lui, sulla sua malattia e sulla sua voglia di lasciare un puntino in questo mondo. Invece, ovviamente, Hazel lo stronca più volte dicendo che noi non siamo nessuno. Okay.
A proposito di questo famoso “Okay? Okay” di cui io fino a una settimana fa non sapevo manco cosa fosse.
A un certo punto mi ha dato sui nervi. Lo ripetono fino all’esaurimento e credo che l’autore ci abbia giocato troppo, fino a farlo diventare esasperante. Come se continuassi a mangiare un Mars uno dietro l’altro.
Passiamo, e qui mi fermo con i difetti, con il viaggio in Olanda e con esso l’autore del loro romanzo preferito. Essendo una che ci sbatte la testa contro i miei autori preferiti, e solo alcuni mi hanno risposto con un piccolo cenno, trovo assurdo il fatto che un autore si lasci mettere in contatto per email e cosa maggiore, lasci che degli sconosciuti vadano alla propria casa. No. No e ancora no. Per noi, come voi tutti lettori che avete degli scrittori preferiti, è un’assurda e gigantesca presa in giro.
Ora vi chiederete, quali sono state le cose positive del libro?
Mmh, che avesse una fine? Oltre.
Allora, mi è piaciuto Gus, mi è piaciuto il film -davvero, l’ho apprezzato più del libro e credetemi non succede mai per nessun film una cosa del genere- e… basta così.
Prima di lasciarvi, vi pongo un interrogativo che davvero mi ha fatto maciullare la testa.
Ma voi, alla fine, avete capito perché le stelle hanno questa fantomatica colpa?

Fatemi sapere cosa ne pensate voi del libro, se volete uccidermi o se siete d’accordo. So che sono stata cattiva, ma credetemi. Mentre leggevo mi stava partendo l’embolo.
Ricordate di spolliciare il +1, di diventare fan della pagina e di volerci bene.
Vi auguro una buonissima serata e che i libri -quelli con la L maiuscola- siano sempre vicini a voi.

Ila

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