Salve nuvoline e bentornate qui sul blog libroso.
Oggi vi parlo di una storia che ho scoperto tantissimi (ma
davvero tantissimi) anni fa su internet e precisamente su EFP. Un tempo lì le
storie erano davvero fantastiche: c’erano persone che scrivevano per i vari
fandom e delle originali davvero fatte bene. Una di queste è la storia di cui
oggi vi parlerò… una storia autopublicata che ha avuto un discreto successo.
- Titolo: Di carne e di carta
- Autore: Mirya
- Numero pagine: 346
- Da leggere? Una possibilità io gliela darei
- Voto: 6 e mezzo
Voto copertina:
Chiara è una studentessa che sta prendendo il dottorato
specializzandosi negli studi danteschi. Lavora come insegnante di italiano in
una scuola superiore e sta per concludere il suo lavoro universitario con la
sua adorata relatrice con cui ha stretto quasi un rapporto di amicizia, almeno
fino a quando il giorno dell’appuntamento non trova ad attenderla un uomo.
Un uomo scorbutico, irascibile e totalmente sexy.
Leonardo è un assistente che ha dovuto sostituire la
relatrice di Chiara per problemi famigliari e ora sarà proprio lui che
affiancherà la ragazza nel lavoro di stesura e correzione.
Subito tra i due sono fuochi e fulmini: a prima occhiata
Leonardo è misogino, scontroso, quasi un bulletto che mette in primo piano la
sua bravura dantesca affossando il lavoro di Chiara, definendolo semi romantico
per un poeta che non lo è di sicuro.
Quello che Chiara ha sempre fatto è elogiare gli amori di
carta, dei libri, che lei adora e di cui sogna ad occhi aperti. Non ha mai
trovato quell’amore che prova per gli uomini di carta, per gli uomini di carne.
C’è sempre qualcosa che la spinge a non darsi completamente a loro perché
risultano sempre essere freddi e distaccati in confronto a quelli calorosi e
passionali descritti nelle pagine. Leonardo Villani ne è l’esempio concreto.
Può una storia essere perfetta sulla carta, essere un
completo disastro nella vita reale?
Tra le canzoni degli ABBA e citazioni di Dante, Chiara metterà
alla prova quello che ha sempre creduto impossibile… in una possibilità.
Leonardo con tutti i suoi difetti, con le sue debolezze e
difetti di un una persona reale, sarà capace di far innamorare Chiara che vive
di carta?
Bhè… noi lettori accaniti dovremmo saperne qualcosa. Chi di
noi non è innamorato perso di almeno un personaggio maschile (o perché no,
anche femminile?) di un libro? Oh… quante mani alzate.
Bhè io ho una cotta spropositata per il professor Anderson,
per Draco Malfoy, di Marcus, di Jax James, insomma… potrei continuare per altre
due pagine. Cosa accomuna tutti questi? Che sono amori di carta, dei personaggi
che seppur le autrici hanno preso spunto dalla realtà sono comunque sempre dei
personaggi inventati. Troppo spesso troppo belli e perfetti per essere veri. Ma
noi li amiamo perché fanno breccia nel nostro cuore, ci innamoriamo sperando
che prima o poi possiamo trovare anche nella realtà un uomo così.
È quello che succede a Chiara. Seppur nella sua vita abbia
avuto qualche relazione, non è mai stata quella giusta perché fare il confronto
tra uomini reali e uomini cartacei è sempre stato il suo primo passo in una
relazione.
Quando incontra per la prima volta Leonardo non ne è da meno
perché Leonardo tutto è tranne un uomo che farebbe successo in un libro.
Se devo essere sincera… Leonardo è esattamente come un uomo
romanzesco. All’inizio è insopportabile poi arriva quella trasformazione
solita. Coincidenze? Io non credo proprio.
Quando ho acquistato “Di carne e di carta” non ricordavo
perché non avevo portato a termine la lettura su EFP. Mi dicevo che forse non
ne avrò avuto più il tempo.
Bhè, il libro di Mirya purtroppo è stato nella mia libreria
per mesi e mesi prima che decidessi di prenderlo in mano dopo un enorme blocco
del lettore.
Complice il blocco, complice il fatto di non essere nel
momento forse favorevole, mi sono ricordata perché non ho mai finito la storia
su EFP.
La noia è stata la risposta predominante.
Non me ne vogliate voi che invece avete apprezzato più di
me, sicuramente, la storia ma l’ho trovata faticosa, come se facesse resistenza.
In alcuni punti mi sono anche divertita ma alla metà del
libro ho iniziato a saltare concetti perché volevo vedere “quagliare” qualcosa
e non solo parole, parole e parole.
Mirya è bravissima con le parole e i concetti, avrei tanto
voluto averla come prof ai tempi del superiore ma se posso permettermi… alle
volte sembra essere proprio una professoressa che ti ripete un concetto fino all’esaurimento perché ti entri in testa. Il concetto stesso di “carne e di
carta” è ripetuto tantissime volte nel libro e alla terza volta non ne potevo
più perché lo avevo già assimilato, è inutile ripeterlo per la milionesima
volta.
Chiara come personaggio mi è piaciuta, si è messa in gioco.
Ha provato il tutto per tutto per avere nella sua vita Leonardo.
Ecco, è proprio Leonardo che non ho capito. Seppur con delle
sue perplessità, combatte questo amore che lui prova e che è ricambiato, non
volendosi mettere in prima persona ma poi è pronto a prendere moglie una
persona che non amerebbe mai nella vita.
Ma che ragionamento è?
Secondo me lui è l’indecisione fatta persona. Prima c’è, poi
non c’è, poi ritorna e basta un granello di insicurezza per fare un passo
indietro.
Senza spina dorsale sarebbe stato il suo cognome
perfetto. Mi era più simpatico quando faceva lo stronzo.
Ma… si, ci sono dei ma e sono: la storia scorre bene, lo
stille di scrittura è fluente, Mirya ne è capacissima, nell’ultima parte ho
riso davvero tantissimo e lo stile leggero ha camuffato una scena che
altrimenti sarebbe stata pesante.
Purtroppo però se devo rispondere alla domanda: lo
rileggeresti?, purtroppo direi di no.
Non è stata per me una lettura coinvolgente. Non è stato il
mio “primo pensiero che al mattino mi ha svegliato”… mi aspettavo qualcosa di
meglio. Ma è, come sempre, un mio parere personale.
Voi invece? Letto? Volete? Non volete?
Fatemi sapere e ricordatevi che ci siamo sia su facebook che
su instagram a rallegrare le vostre giornate.
Io vi saluto, vi abbraccio e vi auguro tante belle letture.
Ilaria
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