Ciao
ragazze :)
Oggi
Anni si mette il suo bellissimo vestitino verde ed è pronto a consigliarvi una
storia diversa da quelle che abbiamo recensito fino ad adesso. Ma non per
questo meno bella… anzi! È una One-shot, si legge davvero in pochissimi minuti,
eppure fa riflettere.
Di
cosa sto parlando?
Ma
di…
- Titolo: Beckley
- Autore: Bloomsbury
- Casa editrice: racconto gratuito disponibile sulla piattaforma EFP
- Leggere sì o no? Decisamente sì
- Voto: 8
Quando
dovete descrivere una persona, quanti aggettivi usate?
Tre,
quattro…? Dieci? Cento?
Eppure…
non credete che tutto sia riassumibile in un solo e unico aggettivo? Pensate
bene: se una ragazza è vanitosa questa sua caratteristica non trasparirà solo
dal suo modo di vestirsi o di guardarsi allo specchio. Lo noteremo dalle sua
gambe, da come si accavallano anche mentre è sulla metro, lo noteremo dai gesti
lenti e misurati, perfetti per mettere in risalto le sue forme. Una ragazza vanitosa
potrebbe essere sia magra che grassa, alta o bassa, bruna o bionda.
Ma
tutto in lei, ci ricorderà l’aggettivo vanitosa.
Lo
stesso vale per le persone grasse. Non sarà solo il suo corpo a essere
abbondante, lo saranno le sue bugie, le sue scuse, i suoi gesti.
Tutto
in lei sarà abbondante.
Scoprire
questo aggettivo sarà un po’ come trovare un nome nascosto, riuscire a
impossessarsi della parte più intima dell’anima, riuscire a decifrare un
segreto.
Dopo
anni come giornalista di successo, Backley decide di ritirarsi dalla scena e di
non scrivere più. Certo, avrebbe ancora scritto sui biglietti per il teatro,
sui sottobicchieri, ma non sarebbe più stato come prima. Non avrebbe più
scritto articoli, ma semplici aggettivi. Un aggettivo per ogni essere umano.
Volumi ricchi di aggettivi.
Sofferente.
Brioso.
Empatico.
Generoso.
Libero.
Trasparente.
Algido.
Giuliva.
Aggressiva.
Onesta.
Riuscire
a individuare l’aggettivo perfetto è un po’ come liberare l’anima da un corpo,
farla emergere in tutto il suo splendore. Si può pensare ore e ore alla parola
perfetta, ma questa compare ancora molto tempo dopo, così, completamente
all’improvviso, e, mentre si prende la penna in mano, per caso, la parola
giusta ti colpisce, come un’illuminazione. Quell’aggettivo tanto agognato,
tanto voluto, quell’aggettivo che in sé racchiude molto più di quanto si possa
immaginare.
Silvia,
l’autrice, paragona la ricerca di Beckley alle statue incompiute di
Michelangelo. In entrambi i casi la vera natura è già nascosta nel materiale,
grezzo, e l’artista non deve far altro che permettere alla vera natura di
emergere.
Questa
OS è stata davvero una piacevole scoperta e sono stata molto contenta di averla
trovata. Un genere diverso dal solito, per dimostrare che Anni non è solo un
blog romantico, ma che sa anche apprezzare il diverso.
Soprattutto
se è perfetto.
Anche
se questo non è l’aggettivo da me scelto per descrivere “Beckley”. Piuttosto,
userei…
Intenso.
Beckley
mi ha portato con sé in un mondo nuovo, fatto di parole, ma non di sprechi. Mi
ha accompagnato nei suoi successi e reso partecipe quando non riusciva a
trovare l’aggettivo adatto.
Non
vi parlo del finale, ma voglio dirvi che è stato… appropriato. Coerente. Ancora
una volta, perfetto.
Brava,
Silvia! :)
E
voi, care lettrici di Anni, che aggettivo date alla storia?
Fateci
sapere attraverso un commento qui o sulla pagina fb :)
Un
abbraccio e… al prossimo post!
Robi
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