giovedì 13 giugno 2019

Recensione: Il manoscritto incompiuto



Titolo: Il manoscritto incompiuto
Autore: Liam Callanan
Casa Editrice: Nord
Pagine: 350
Voto libro: ⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️
Voto copertina: ☁️☁️☁️





Leah Eady è abituata alle assenze del marito. Ogni volta che lavora a un nuovo romanzo, Robert scompare per qualche tempo, lasciando una nota con scritto: "Torno presto". Stavolta, però, al posto del solito biglietto, Leah trova la prenotazione di un volo per Parigi a nome suo e delle figlie. Possibile che Robert voglia essere raggiunto? Eppure, arrivate in Francia, non c'è il marito ad accoglierle, bensì il suo manoscritto, incompiuto, che racconta di una famiglia americana che si trasferisce a Parigi. Seguendo gli indizi disseminati nel testo, Leah s'imbatte in una graziosa libreria del Marais, vicino alla Senna, con la facciata dipinta di rosso e una proprietaria che non vede l'ora di cedere l'attività. Quasi senza rendersene conto, Leah acquista il negozio e le centinaia di volumi stipati sugli scaffali, nella speranza che, in una di quelle storie, si celi un tassello del puzzle che la riporterà da Robert. Più passano le settimane, però, più Leah si sente rinascere: rispetto all'esistenza grigia che conduceva a Milwaukee, la vita parigina è un caleidoscopio di colori. E, tra le chiacchiere coi simpatici clienti della libreria e la magia dei libri che lei divora avidamente, Leah si rende conto che, con o senza Robert, è giunto il momento di prendere in mano la sua vita, e che tocca a lei scegliere il finale del manoscritto incompiuto da cui tutto ha avuto inizio.

Un manoscritto incompiuto è il libro di cui oggi, in questa sede, vi racconto.
Un libro che come si legge nella trama è ambientato a Parigi. Parigi che fa sognare e desiderare ardentemente di riuscire a tornare alla normalità, una normalità che -secondo me- tanto normale non è mai stata per davvero. 


A parte il fatto che -sempre secondo me- mettersi con gli artisti non si fa per istinto di sopravvivenza. Gli artisti sono brutta razza alternano così tanti stati di umore che alla fine non se ne capisce più nulla e non sai con chi stai veramente. 

Poi questi hanno questi momenti NO, che alla fine creano solo panico generale come è accaduto alle nostre 3 protagoniste vittime di un padre/marito un po’ troppo artista. E le due ragazzine, Daphne ed Ellie, sono due piccoli geni del male: 
1. Imparano una lingua non loro, non avendola mai parlata prima, in brevissimo tempo (o almeno così pare!); 
2. Riescono ad ottenere un quasi rapporto alla pari con la madre (cosa che io ritengo davvero difficile si possa avere sopratutto durante l’adolescenza).

E comunque tutto l’intero raconto, eccetto qualche piccola sfumatura, si concentra su questa ricerca, o alle volte no, del padre sparito e lasciandosi trasportare dagli eventi e dalla scrittura inizi a chiederti anche tu che fine abbia fatto questo povero Cristo torturato dal blocco dello scrittore immedesimandoti in Leah, Daphne ed Ellie e sperando che l’uomo torni a casa perché fanno troppo pena per starsene sole.
E poi c’è tutto un contorno da storiella idillica che piace sempre: una libreria, un appartamento, una vecchietta, tanti bambini felici e una madre un po’ frustrata per il marito andato via. Ma non si arrende mai, neanche davanti all’evidenza, continua senza sosta nella sua ricerca speranzosa: infatti è quello che più di ogni altra cosa mi ha invogliato a continuare , la perseveranza e il carattere di tutti questi personaggi al femminile mossi in prima linea lasciando agli uomini parti di seconda.


Forse magari dovrebbero triturarla meno con la storia del padre sparito, però forse avrei fatto la stessa cosa io se il mio improvvisandosi scrittore fosse sparito così dal giorno alla notte.
Inoltre, il manoscritto incompiuto non è un semplice libro e basta, è un libro pieno di tanti altri libri (da bambini ad adulti) che mi sono segnata tutti quanti e mi sono ripromessa di leggere.
Ho letto, riletto e riletto ancora molti pezzi e molte frasi che mi hanno più volte portato a riflettere e chiedermi se consiglierei mai questo libro rispondendomi alla fine che ve lo consiglio sperando possa piacere a voi come è piaciuto a me.
Magari è stata Parigi a renderlo così meravigliosamente adorabile che mi ha fatto venir voglia di tornarci ancora, un giorno, chi lo sa! 
Bel libro!


Buona lettura!
Baci e abbracci parigini.


Erika

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