sabato 15 settembre 2018

Recensione: Se tu vai via, porti il mio cuore con te

Buonasera nuvole, oggi parliamo di un tema che non si affronta molto spesso, è un po’ un tabù della società. Parliamo dei genitori interrotti. E a parlarcene è Silvia Gianatti con il suo libro...
  • Titolo: Se tu vai via, porti il mio cuore con te
  • Autore: Silvia Gianatti
  • Casa Editrice: Leggereditore
  • Pagine: 176
  • Da leggere o no? È uno di quei libri che fa riflettere, che porta il lettore a vedere il mondo da un altro punto di vista, a volte più doloroso. Ma bisogna sensibilizzarci. Quindi si.
  • Voto: 6 e mezzo


Voto copertina:

All’ottavo mese di gravidanza ogni mamma ha già tutto pronto per la nascita del proprio pargolo, dalla cameretta al borsone da portare in ospedale per il parto, al nome. Ma Valeria, non poteva aspettarsi ciò che la vita gli mette davanti. Il suo piccolo non ha battito, non è ancora nato e già non c’è più.
Non una ma ben tre vite spezzate, Valeria, Marco e il piccolo, che non è mai riuscito a vedere la luce del sole. Il vuoto, il dolore, una perdita così forte che nessuno può capire. Due genitori interrotti, due genitori senza bambino. Il dolore è forte ma la vita lo è di più, è un passo dopo l’altro si ritorna a vedere la luce in fondo al tunnel della sofferenza.


Un tema profondo, un tema a cui io non avevo mai dato peso, finora. Si pensa sempre che le gravidanze vadano a finire per il verso giusto, che i bimbi nascano con il loro pianto che è un inno alla vita. E chi quel pianto non lo potrà mai sentire?
Non mi ero mai posta questa domanda e adesso mi rendo conto di quando tutti noi diamo per scontato che le cose debbano andare bene. Purtroppo la morte prenatale è più diffusa di quanto si pensa, e non c’è un perché, non c’è una logica in questo, solo... succede. Forse proprio per questo l’essere umano non riesce ad accettare qualcosa del genere. Perché è contro ogni possibile previsione, perché i bimbi devono nascere.

È stato difficile leggere questo libro, non solo per il tema. È un diario di una mamma interrotta. All’interno ci sono le paure, l’oscurità di un’anima che non riesce più a vedere il futuro, una mamma che non sa se può definirsi tale ma che lo sarà per sempre. Aldilà di questo ho trovato la scrittura come forzata, come se fosse un dolore materiale proprio, scrivere ogni parola.

Ciò non va a limitare la profondità e la bellezza del libro. Vogliamo parlare di Marco? Il marito di Valeria, un uomo che veramente prova un amore smisurato per lei, perché lui è lì, anche lui ha subìto il lutto ma si fa forza per lei, perché è lei che lo tiene ancorato alla vita. Un amore così forte e potente, senza limiti, che naviga anche durante una tempesta. Una storia d’amore degna di essere chiamata tale, perché è finalmente vera.


Il mio 6 e mezzo è dovuto al fatto che si, è un tema profondo, ma avrei preferito vedere come si svolgeva la giornata di Valeria, non solo uno spezzone tramite questo diario. Un libro simile è stato Lettere per Victoria che ha avuto sia la parte romanzata e la parte con le lettere, quindi con un focus sulla vita dei personaggi. Avrei voluto vedere cosa faceva Marco, se e come è riuscito a farsi forza.

Una storia di resilienza. La vita può essere difficile ma noi, siamo più forti di lei e la affrontiamo a testa alta anche se il nostro cuore è a pezzi.

Con questo pensiero vi lascio e vi auguro una buona lettura!
Alla prossima!

Alex


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