martedì 21 agosto 2018

Recensione: L'incantesimo della spada

Buongiorno ragazze!
Oggi voglio parlarvi di un romanzo che ha davvero una marcia in più. E non lo dico perché è scritto da un’autrice con i fiocchi, ma perché fa parte di un genere, il fantasy fiabesco, che non mi piace molto… ma ho adorato questo romanzo dall’inizio alla fine. Ed è per questo motivo che vi dico che farete un buon acquisto se prenderete…


  • Titolo: L’incantesimo della spada 
  • Autore: Amy Harmon 
  • Casa Editrice: Newton Compton 
  • Pagine: 384
  • Da acquistare sì o no? Lettura piacevole adatta a tutti 
  • Voto: 8+


Voto copertina:

Deglutisci figlia mia.

Ingoia le parole, bloccale nel profondo della tua anima.
Nascondile. Chiudi la bocca sul tuo potere.
Non maledire, non curare.
Non parlerai, ma imparerai.
Silenzio, figlia mia. Resta viva.

C’era una volta il Regno di Jeru, popolato da creature fantastiche, troll, persone normali e persone con poteri. Si narra che quest’ultimi discendano tra due sorelle e due fratelli: l’indovina, la tessitrice, il mutaforma e il guaritore. Ma il sangue delle persone con i poteri sta diventando sempre più difficile da trovare, da quando un sovrano malvagio ha iniziato a sterminare chi poteva predire il futuro, tessere, mutare forma o guarire.
Lark ha provato sulla propria pelle la crudeltà del Re. A soli quattro anni, ha visto morire la Madre, un’indovina molto potente, per un errore fatto da lei. Le ultime parole della donna sono state un avvertimento, una protezione e contemporaneamente una maledizione.
Da quel momento non ha più parlato, esprimendosi solo con dei segni delle mani. Lark sa che le sue parole hanno un potere e sa che è per questo motivo che non può parlare, che non può nemmeno imparare a leggere e a scrivere. Il potere delle parole è molto pericoloso, soprattutto quando non è perfettamente conosciuto.
Lark non vorrebbe nulla di tutto questo: il suo univo desiderio è quello di essere libera, veramente libera, di poter imparare tutto quello che non sa, di poter finalmente vivere la vita che sogna da tanto tanto tempo.
Le cose iniziano a cambiare quando Lark incontra il Tiras, il giovane Re di Jeru, che la porta con sé nella capitale e la tiene come ostaggio.
Ma ostaggio non è la parola più adatta. Come non lo è prigioniera.
Lark viene trattata come un ospite, un ospite gradito e vezzeggiato.
Passa molto tempo con il Re Tiras, che le insegna a leggere e scrivere.
Ma tutto arriva con un prezzo. Tutto ha un prezzo, soprattutto la libertà.
La libertà di Lark, dello stesso Re Tiras e di tutti gli abitanti di Jeru.


Devo confidarvi una cosa.
Mi ci sono volute quattro bozze di recensione prima di poter scrivere questa. Abbiamo a che fare con un qualcosa di complicato, con una trama fitta di avvenimenti incatenati e ragazze… non dobbiamo dimenticarci che stiamo parlando di un fantasy e anche una sola parola in più potrebbe creare un effetto domino e portare la recensione allo spoiler. Ma qui non ne troverete di alcun tipo: sono stata molto accorta a tagliare qualsiasi parte potrebbe essere male interpretata, o potesse avere un significato ambiguo.
Sono stata brava e tutto questo solo per voi!
Parlando invece del romanzo, posso dire che leggere un bel fantasy, seppure con dei tocchi romance, ha fato proprio bene al mio spirito. Sicuramente gli amanti del genere storceranno un po’ il naso: certamente non è paragonabile a Il Signore degli Anelli, tanto per citare la Sacra Bibbia, ma è ugualmente piacevole.
Leggere un romanzo dove la protagonista non può parlare è stato abbastanza difficile, ma fortunatamente siamo in grado di leggere i suoi pensieri.
Il rapporto con Tiras è davvero interessante: si capisce da subito che tra i due c’è una grande alchimia, si capisce che sono destinati a stare insieme, ma si tratta di un rumore di rumore di fondo. L’attenzione viene posta sul tempo passato insieme e soprattutto sul percorso intrapreso dalla ragazza per scoprire la parola.
Per scoprire la sua voce.
Una cosa che mi ha estremamente affascinato è stata la voglia di Lark di imparare a leggere e a scrivere. Questo ha coinciso con due scoperte molto importanti: la scoperta del suo potere come indovina, ma, soprattutto, la scoperta della sua spina dorsale. Essere capaci a esprimersi, parlare e soprattutto scrivere, è di fondamentale importanza per poter dar sfogo alla propria opinione, al proprio modo di pensare.
Non sto parlando della massima Se penso è perché esisto, ma di come la parola sia indissolubilmente legata alle nostre azioni e al modo di vedere il mondo.



Come ho detto all’inizio della recensione, Amy Harmon è certamente una certezza e anche se siamo abituate a romanzi decisamente più strappalacrime (ma quanto abbiamo pianto leggendo Sei il mio sole anche di notte? Non credo che mi riprenderò mai), il fantasy dona quella capacità di spaziare e rende gli autori degni di essere letti.
Non trovate?

Per il resto, sia che siate delle giovani lettrici oppure più esperte, vi assicuro che troverete nel romanzo appena descritto una lettura degna di nota.
Quindi, fidatevi di me e… acquistate il romanzo senza pensarci due volte!
Un abbraccio e… buona lettura!


Robi


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