venerdì 18 agosto 2017

Recensione: Un mascalzone senza pari


Ma quanto caldo fa in questa vita?
Per noi accaniti lettori è difficile tenere in mano anche un libro o un kindle e non c’è sofferenza più grande!

Ma bentornati lettori nuvolosi nella rubrica dedicata agli autori emergenti.
Ormai non è più un autore emergente per quanto ci riguarda… i suoi libri sono una certezza e scoprire i suoi nuovi scritti è sempre un grandissimo e gradito piacere.
Di chi e cosa stiamo parlando? Niente che non vi svelerò con la recensione di oggi!

  • Titolo: Un mascalzone senza pari
  • Autore: Virginia Dellamore
  • Numero pagine: 374
  • Da leggere si o no? Continuo a ribadire… per chi ama i romanzi storici (o comunque rosa) questa autrice è quella che fa per voi
  • Voto: 9 e mezzo


Voto copertina:


Siamo a Londra nell’800.

C’è lei, Mary Daniell, un’aristocratica senza volerlo. Figlia di un mercante diventato ricco quasi per caso. Ha passato la sua vita da una piccola capanna ad una reggia, senza rendersene conto.
Balli ed etichette ora fanno parte della sua vita.
Mary è una ragazza semplice, volenterosa e caparbia. La crescita campagnola l’ha aiutata a diffidare da tutte quelle richieste di matrimonio da damerini solo per ereditare la sua cospicua rendita.
Poi c’è lui, Lord Lancelot Devon, che di Lord ha solo il titolo. Bello, caparbio, conquistatore e senza un soldo bucato. I debiti lo stanno divorando e a nulla serve bere ed ubriacarsi per dimenticare, la sua fama da mascalzone lo anticipa in ogni dove.
Persuaso dalla sua amica Cassie, prostituta di professione, Lancelot ha come soluzione l’unica e sola: un matrimonio con una ricca ereditiera per colmare i suoi debiti e vivere di rendita. Nonostante il Lord al matrimonio preferisca la vita castigata, è costretto a ricredersi quando l’unica soluzione alternativa sarebbe la prigione.
Ed ecco lì, con le sue maniere poco gentili e onorevoli a chiedere la mano di una sciocca ragazzina, a suo dire, brutta come le piaghe e insopportabile come la peste: Mary Daniell.
Ma Mary non è dello stesso avviso, nonostante la sua poco graziosa figura, non ha di certo come obiettivo principale quello di diventare duchessa.
Così quell’invito, che sembra più una questione d’affari, al matrimonio Mary lo declina senza non poche reticenze.
Il fatto che non sa, è che il Lord Devon non accetta un no come risposta. Non lo ha mai fatto e mai lo farà.
Due personalità forti e combattive verranno a creare scompiglio e un matrimonio totalmente privo di sentimenti e ammirazione, sfocerà in qualcosa di singolare e appagante.
Può un matrimonio fondato sugli interessi diventare un matrimonio pieno d’amore?


Ormai quasi ne ho abbastanza anche io a dirvi ogni volta di quanto mi piacciano i romanzi storici, maggiormente se al loro interno c’è tanto romanticismo.
È appurato che io provi un’attrazione spropositata per i romanzi di Virginia Dellamore. Hanno sempre qualcosa che mi provoca brividi nell’anima che non è una metafora ma proprio la realtà.
Mi è capitato spesso durante la lettura, non solo di questa storia ma anche di altre, di provare quelle scosse di “questo libro è wao” che mi hanno scombussolata tutta.

Tendenzialmente, ora che ho letto qualche romanzo dell’autrice, le storie tendono a essere simili nella pasta ma differenti di approccio.
Troviamo sempre un incipit l’uno diverso dall’altro, solo che la storia poi si evolve sempre nello stesso modo. Parlo dei tre romanzi che ho letto finora ovviamente.
Ma questo per me non è una pecca, perché per me i romanzi di Virginia sono una sorta di barca in mezzo al mare. So sempre cosa trovare e so sempre che non ne rimarrò delusa.


Ovviamente, amici miei, ho amato ogni puntino di questa storia.
Ho amato Lord Devon con la sua scontrosità e il suo petto altezzoso. Ho adorato la semplicità ma la caparbietà di Mary. Poi ho venerato loro due insieme, un mix di emozioni e di particolari che ogni volta è sempre un piacere scoprire.
La storia di Mary e Lancelot non è assolutamente rose e fiori, non è il rosa dipinto sui muri delle bambine in quarta elementare. La loro storia è accattivante, prepotente, meschina e totalmente esilarante.
Sono due testoni che pretendono di non provare nessun sentimento l’uno per l’altra ma poi covano una gelosia spropositata.
Ho amato ogni passaggio, ogni scaramuccia, ogni rappacificazione e ogni esasperazione quando, arrivati al dunque, fanno dieci passi indietro.

Mi piacciono queste storie di tormento, di non dare niente per semplice.
Adoro le storie di Virginia Dallamore perché mi danno sempre qualcosa in più, perché non sono mai semplici, perché noi lettori con le nostre OTP non abbiamo mai vita semplice. C’è sempre qualche bastone contro le ruote e dato che di carrozze in quegli anni ce ne sono molte, immaginate voi gli intoppi a quei poveri amanti.



Non starò di certo qui a divulgarmi su ogni piccolo particolare che mi abbia colpita perché non ne varrebbe la pena. Dovete scoprire voi quello che il romanzo nasconde.
Però posso dirvi che il mio giudizio sull’autrice e sui suoi romanzi rimane la stessa: meraviglioso!
Non discuto l’essere dell’autrice, ma dico che è una persona assolutamente in gamba. Sa quello che fa e lo fa con assoluta bravura e perfezione.
Leggerò sicuramente ancora molto di suo perché è sempre un piacere leggere di queste storie che ti tolgono linfa e ti danno tanta gioia.
Ho amato la scrittura, ho amato i personaggi, ho amato lo stile e continuerò ad amare questi libri custoditi gelosamente in libreria.

Correte a immergervi in questa nuova avventura, tutta da scoprire e da mangiare in un sol boccone.
Buon caldo, buone letture e buone vacanze!
Un abbraccio.

Ilaria






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