sabato 22 aprile 2017

Recensione: Il primo bacio a Parigi


Salve a tutti lettori e bentornati tra le pagine più nuvolose del pianeta.
Oggi vi parlerò di un libro che ho conosciuto a causa della meravigliosa magia del “passaparola”, molti lo hanno consigliato e de n'è parlato da tutte le parti e chi sono io per non accettare un consiglio e scoprire di che storia di stratta?
Questo libro è il primo di una serie, in inglese vede il titolo di “Anna and the french kiss” e la copertina in lingua è qualcosa di fantastico! In italiano? Bhè… sono qui per svelarvi tutto!

  • Titolo: Il primo bacio a Parigi
  • Autore: Stephanie Perkins
  • Casa editrice: De Agostini
  • Numero pagine: 303
  • Da leggere o no? Credo che sia una bella lettura, semplice e leggera, consigliata!
  • Voto: 7 e mezzo


Voto copertina:


Anna ha cambiato città. Ha cambiato lingua. Ha cambiato scuola e sta per cambiare totalmente vita.

Trasferita in una scuola americana a Parigi, non sa che pesci prendere. Non è stata una sua decisione, è lì per volere del padre che pretende che passi il suo ultimo anno di superiore in una città diversa dalla sua.
Perciò eccola lì, a guardare fuori dalla finestra della sua piccola camera, senza sapere una parola di francese e con le lacrime agli occhi per aver lasciato il suo porto sicuro.
Odia suo padre, uno scrittore di libri insulsi e pieni di drammi che fanno piangere.
Anna ama il cinema, da grande vorrebbe diventare un critico cinematografico ma al momento la cosa più incombente è sopravvivere all’ultimo anno di scuola in quel paese sconosciuto.
In suo soccorso, come una manna dal cielo, arriva Meredith e il suo gruppo di amici.
Meredith ama il calcio, gli anelli particolari e St. Clair.
Josh e Rashimi formano una coppia totalmente agli antipodi.
E poi c’è Etienne St. Clair. Un dolce inglese di origini anglo francesi che cattura il cuore di tutte le ragazze, con i suoi capelli pazzi e il suo berretto stravagante.
Etienne ha un’unica pecca: è fidanzato con Ellie.
Anna dal canto suo passa le prime settimana impaurita con l’approcciarsi al mondo esterno. Evita di parlare e capire il francese, fa a meno anche di dare sfogo alla sua passione per i film evitando i cinema.
Ma c’è qualcuno che la sprona, che le ricorda che è a Parigi e che questa città deve essere solo scoperta. Quel qualcuno è Etienne.
Perciò eccoli lì, sulla rosa dei venti a Notre Dame, sui ponti sulla Senna, tra le vie più famose, nelle librerie più piccole e caratteristiche della città.
Pian piano Anna mette da parte non solo le paure, ma anche tutta la sua vita che era rimasta in America pronta a gettarsi in questa nuova avventura fatta di film con sottotitoli nella sua lingua, di complicità con i suoi nuovi amici e di profondo sentimento verso quel ragazzo molto particolare che è St. Clair.
È su quella rosa dei venti a Notre Dame che esprime il suo desiderio. Un desiderio a 360 gradi.
Ma il risvolto della medaglia è sempre lì, quando sembra che le cose tra Anna ed Etienne vadano meglio… c’è sempre il fantasma non solo della sua fidanzata ma anche dei suoi genitori: una madre che combatte una enorme battaglia e un padre despota.
Un romanzo dalle venature romantiche, con il profumo dell’amicizia, il tutto con la cornice elegante e splendida di Parigi.

La serie è composta da:

1.     Il primo bacio a Parigi
2.     Il primo amore sei tu
3.     Isla and the happily ever after (prossimamente in Italia)


Prima di iniziare la recensione vera e propria della storia, vi invito a soffermarvi sulle copertine in lingua originale e confrontarle con quella italiana. Almeno per quanto concerne questo primo volume. E immagino che la domanda che sorge spontanea a noi tutti è: ma che diamine di copertina è?
Ecco, io voglio proprio chiedere a quelli della De Agostini: 
1. che caspiterina di copertina è? Un macaron? Una tizia con gli occhiali da sole? 
2. ma soprattutto, che razza di titolo hanno adottato?
Perché, il lettore, quando legge del primo bacio che da Anna a Parigi di certo non è con Etienne! Ma soprattutto non è niente di eclatante.
E allora perché non adattare in maniera meno superficiale un titolo migliore? Tipo, ora la prima cosa che mi viene in mente è Anna e i baci francesi, so che suona un po’ male ma secondo me avrebbe catturato molto di più l’attenzione del pubblico.


Ma ora passiamo alla storia. Perché ho dato sette e mezzo se nel web girano moltissimissime recensioni positive? Non perché io voglia fare il bastian contrario su tutto ma a me, questa storia, ha incuriosito solo un 57%.
Innanzitutto, ma voi avete capito perché Anna si trasferisce a Parigi? Ora, ok che sia una storia e per quanto tale bisogna che qualcosa per forza sia la causa dell’incipit. Ma mettiamoci per un nano secondo nei panni di Anna, voi non avreste fatto guerra e fiamme per ribellarvi al vostro padre che nonsisaperqualemotivo voglia allontanarvi dalla vostra vita di diciassettenne americana e vi voglia spedire nonsisaancoraperqualemotivo in una Parigi di cui: 
A- non sapete manco una parola in francese 
e B- non avete nessuno che vi fa da spalla?
Io ne sarei tremendamente impaurita! E non farei dormire i miei dall’angoscia per tutto il tempo fino alla partenza.
Mentre Anna che fa? Spina dorsale zero e china la testa e acconsente.
Per un attimo ho avuto nostalgia degli adolescenti terribili degli altri libri.
Ma vabbè… come ho detto prima ci doveva essere per forza qualcosa che scatenasse l’evolversi della storia.


Comunque la storia alla fine dei conti è abbastanza carina, ma volevo qualcosa in più.
È la solita storia tra adolescenti, con un altalenarsi di volersi e allontanarsi.
Però non sono stata d’accordo su molti punti che l’autrice ha voluto tirare in ballo. Primo tra tutti il rapporto “malato” tra genitori e figli. Nel libro si continua a ripetere che le figure paterne sia di Anna che di Etienne siano totalmente sbagliate, il primo troppo preso dalla sua fama non meritata e il secondo quasi per lo stesso motivo, forse un po’ più despota. Ma perché? Qual è il motivo della loro “cattiveria”? Siamo di fronte per la milionesima volta a delle domande senza risposta. Odio, nel vero senso della parola, finire un libro e avere delle domande incomplete.
Secondo punto, e qui ho storto notevolmente il naso, il tumore. Eccolo lì! Ci doveva essere per forza. Ma poi… trattato in maniera troppo leggero, troppo banale. Per un attimo mi sono tornati alla mente le battute di “Colpa delle stelle” e ho provato la stessa irritazione.
Quando determinati autori capiranno che questo tema è troppo delicato per essere trattato all’acqua di rosa? (aka superficialmente).
Terzo punto, non concepisco forse più del tema tumore, come si possa tradire un’amicizia per amore! È qui che la mia furia prende il sopravvento.
Anna tradisce l’amicizia di Meredith, di cui ha SEMPRE capito che provasse qualcosa di profondo per St. Clair, e Anna che fa? Un piffero! Continua la sua scalata verso il cuore del ragazzo perfetto (continuando a propinarci su quanto sia bello e sexy con i suoi capelli) infischiandosene del cuore rotto della sua amica. No! Per me assolutamente no! Infatti questi tre punti hanno influenzato moooolto il mio giudizio.

Ma se passassimo ai lati positivi? Bhè indubbiamente ci sono: le piccolezze che io tanto amo, come la rosa dei venti e il desiderio, come la volontà di Etienne di scalare le sue fobie per raggiungere Anna, come quel libro di poesie che Etienne le regala, come quel blog di recensioni.
La storia in fondo in fondo è carina, accattivante, ma molto adolescenziale.
Crescite non ne ho viste, personalmente Anna è stata vittima solamente dell’accecamento di Etienne nell’anno che passa a Parigi. Non abbiamo approfondito di come impara la lingua, di come viene inglobata nel mondo parigino, è un continuo susseguirsi di pipponi mentali sul suo amore per St. Claire. E onestamente e personalmente dopo un certo punto io mi rompo di tutto questo dolciume.
Se devo consigliare questa storia a qualcuno di certo la consiglio a chi ha massimo massiomo 20/21 anni.
Mi chiedete se leggerò i restanti ultimi due? La mia risposta è si, perché mettendo da parte tutte le cose che non mi sono piaciute non l’ho trovato poi un libro così brutto, in più sono curiosa di leggere di Isla e Jack, che è l’ultimo libro e che in Italia ancora non è arrivato.
Quando si decidono a farlo sbarcare anche nella nostra penisola?

Io spero che i miei giudizi su questa serie possano solo migliorare perché comunque la scrittura è interessante e la storia intramontabile per certi versi.
Ora vi saluto, in attesa di scoprire il nuovo volume, voi rimanete sintonizzati con noi di AnniDiNuvole.

Buone letture e buon weenend. Specialmente a chi è a Milano a "Tempo di libri". 

Ilaria

 

Nessun commento:

Posta un commento