martedì 6 settembre 2016

Recensione: Il problema è che ti amo


Ciao Nuvole!
Se io vi dico Armentrout voi cosa rispondete? Io direi CERTEZZA, perché i suoi romanzi sono tutti fantastici. Eppure… eppure boh. L’ultimo mi ha lasciato con l’amaro in bocca.
Ma andiamo per gradi e parliamo meglio di…

  • Titolo: Il problema è che ti amo
  • Autore: Jennifer L. Armentrout
  • Casa Editrice: NORD
  • Pagine: 450
  • Da acquistare sì o no? E strisciate quella carta!
  • Voto: 8 e mezzo


Voto copertina:


Uscire dal guscio significa fare cose non solo fuori dall’ordinario, ma che ci fanno paura e che desidereremmo non fare. Ma che però facciamo. A volte per fare contenti i nostri genitori, altre per pura soddisfazione personale.
Per dire: “Ehi, anche se eravate convinti dell’opposto… Ce l’ho fatta!!
Per Mallory Dode questo scoglio insormontabile è la scuola e, soprattutto, il corso di comunicazione, indispensabile per l’ammissione al college. Mallory ha sempre studiato a casa, come privatista, eppure, durante l’ultimo anno, ha deciso di andare al liceo e… di mettersi in gioco.
Non avrebbe mai pensato di incontrare, dopo tutti quegli anni, colui che considerava un passato della sua infanzia. Rider, il ragazzo che era in affido con lei, il ragazzo che l’ha soprannominata Pesce a causa della sua difficoltà a parlare.
Rider, il ragazzo che era il bambino che la difendeva sempre, che si buscava le botte al suo posto. Il ragazzo che le leggeva Coniglietto di Velluto, che la difendeva sempre, che le aveva regalato la sua bambola, Velvet, e le intimava di Non fare rumore.
Incontrarsi dopo tutti questi anni è difficile eppure non sembra passato un giorno. Tra di loro c’è di nuovo quel rapporto di complicità da far invidia a moltissime coppie consolidate e nonostante siano passati tantissimi anni, uno degli obiettivi di Rider è aiutare la sua Pesce a uscire dal guscio, dandole una mano con i discorsi per il corso di comunicazione.
Rider non ha mai smesso di pensare a Mallory, non ha mai smesso di amarla.
Eppure a volte l’amore non è tutto rosa e fiori, soprattutto quando si ha un passato come quello di Mallory.
L’amore implica un per sempre, giusto?
E se il per sempre non esistesse?
Significa che anche l’amore non esiste?


Quella che può sembrare una trama semplice, ha in realtà tantissimi risvolti, soprattutto grazie ai personaggi secondari. Partendo dai genitori adottivi di Mallory, Carl e Rosa, i dottori che hanno curato Mallory dopo che questa aveva riportato delle ustioni di primo grado dovute a un incidente accaduto dai loro primi genitori affidatari, fino ai “fratelli” di Rider, Hector e Jayden.
Mi è piaciuta tantissimo l’idea, l’ho trovata molto originale. Dopo tanti romanzi fantasy, eccovi un bel young adult contemporaneo. Brava, Jennifer!
Mi sono piaciuti anche tutti i personaggi, dall’amica del cuore di Mallory, alle sue nuove compagne di scuola. Per la prima volta non è stato inserito quel lato nerd e, strano ma vero, non c’è nessuno slut shaming, cioè la migliore amica della protagonista, per la prima volta, non viene descritta come una poco di buono interessata solo ai ragazzi.
Qualcosa di completamente nuovo, soprattutto se all’argomento principale, il disturbo post-traumatico di Mallory, quella vocina che le intima sempre di stare zitta e di non fare rumore, aggiungiamo il rifiuto che la società ha verso chi non abita nel quartiere giusto, verso chi ha avuto un passato difficile. Non è vero che chi è nato dalla parte sbagliata del quartiere deve essere una nullità.
Paige, Hector, Jayden e lo stesso Rider… sono tutti ragazzi con un grande futuro, con grandi possibilità. Se solo anche la società fosse di questa opinione.


A questo punto la domanda potrebbe sorgere spontanea… Perché non ho dato un voto più alto? Consiglio caldamente l’acquisto del romanzo, tuttavia credo che il romanzo avrebbe potuto svilupparsi diversamente. Non so se anche voi avete notato questo, ma a volte le storie d’amore della Armentrout si sviluppano troppo prevedibilmente. Già dalle prime pagine si capisce che Pesce e Rider avrebbero vissuto il loro lieto fine… Perché non provare a scombussolare un po’ i piani inserendo all’interno della cornice un ragazzo incontrato a scuola, oppure nel gruppo d’amici di Rider?
Qualche lettrice potrebbe dirmi che è perché il destino ha deciso così… e non si combatte mai il destino. Alla fine riesce sempre a fare il suo corso. Beh, concordo anche io.
Anche io credo nel destino, ma sapete anche in chi credo?
Nelle autrici che amo e nei protagonisti che scrivono. Soprattutto quelli della Armentrout, che sembrano avere una vita propria, sembrano muoversi non nella pagina, ma nella vita reale. Ho sofferto con Mallory, ho sperato con lei.
Ho fatto il tifo per lei quando inizia a mettersi alla prova e a cercare di uscire dal gruppo. L’ammiro tantissimo per questo, davvero.
Eppure credo che avrebbe potuto fare davvero molto di più (sia lei che chi l’ha creata). Piccoli passi, vero, ma ci sono dei passaggi che, secondo me, avrebbero dovuto essere sviluppati meglio.

La Armentrout sarà bravissima, mi è piaciuto questo romanzo perché è diverso da quelli scritti fino ad adesso. Tuttavia credo che alcuni passaggi avrebbero dovuto essere rimaneggiati.
E voi che ne pensate?
Fatemelo sapere attraverso un commentino qua sotto!
Un abbraccio e… buona lettura!



Robi


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