martedì 26 luglio 2016

Recensione: L'eredità dei re




Voto copertina:


Alessandro, il giovane erede macedone che non si sente all’altezza.
Katarina, in cerca di vendetta e della verità su un passato intriso di sangue.
Jacob, che per amore di Katarina è disposto a qualsiasi cosa.
Zofia, promessa sposa di Alessandro, alla ricerca di un modo per cambiare il suo destino.
Vite intrecciate, oscuri segreti, complotti di corte, magia e un’ambientazione esotica.


È successo di nuovo. Sono stata fregata. Ebbene sì, ancora una volta mi sono fatta intortare da una trama che promette meraviglie, dal commento di chi l’ha paragonato al prossimo Trono di Spade e, ovviamente, dalla meravigliosa copertina.
Risultato? L’amaro in bocca.
Avrei dovuto capirlo dall’inizio, quando mi sono accorta che questo libro aveva già due elementi che non mi piacevano: la narrazione al presente e la moltitudine di punti di vista (che sopporto solo, appunto, nella serie di Martin). Ho tuttavia voluto andare avanti e dare fiducia all’autrice dopotutto, con una trama come questa, non era possibile che mi deludesse. Mi sbagliavo.
Cosa non mi ha convinta? Ve lo spiego subito. Innanzitutto, il fatto che ci siano più punti di vista rende impossibile l’immedesimazione con i personaggi in quanto non passiamo abbastanza tempo in loro compagnia. Questo libro conta ben sette punti di vista, per un romanzo di sole 375 pagine sono troppi; il lettore legge quattro o cinque pagine su un personaggio e poi deve aspettarne altre trenta per leggere ancora di lui, questo porta a non avere abbastanza tempo per immedesimarsi oltre che a ritrovarsi a leggere di personaggi mal caratterizzati, a cui manca totalmente profondità. Dei sette punti di vista solo due o tre mi sono risultati interessanti e nemmeno sempre.
I personaggi poi sono di per sé abbastanza irritanti. Li ho trovati tutti estremamente egocentrici ed infantili. In primis quella che dovrebbe essere la protagonista femminile, Katarina.
Gli intrecci amorosi mancano di interesse perché vengono svelati fin da subito e non gli viene dato il giusto tempo di sviluppo e maturazione.
La trama non funziona perché non coinvolge il lettore, è noiosa. Noiosa al punto che a volte mi ritrovavo a dover rileggere una stessa riga perché mi ero distratta a pensare ad altro, e a me questo non succede praticamente mai.
La narrazione al presente stona completamente con il contesto storico.
Su quest’ultimo non mi dilungherò in commenti perché non sono abbastanza informata sulla storia di Alessandro Magno per poterne giudicare l’accuratezza, anche se, effettivamente, l’ambientazione sembra la cosa meglio riuscita di questo libro.
Sono molto dispiaciuta e molto amareggiata perché questo libro aveva delle promesse brillanti e originali (a chi non piace qualche sano intrigo di corte?) ma l’autrice non è riuscita assolutamente a svilupparlo come si dovrebbe, dando troppo spazio a personaggio che avrebbero dovuto essere confinati in secondo piano e svelando tutto troppo in fretta.
Un vero peccato. Magari il secondo sarà meglio?

Fede

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