martedì 26 aprile 2016

Recensione: Due verticale


Buon pomeriggio a tutti! Chi è un appassionato di parole crociate? Bene, qui, tra le nostre #newsdaleggere abbiamo una chicca per voi. Correte a leggere!



Voto copertina:

Stanley Owens è un cervellone. Ciò lo porta ad essere sempre solo, perchè non riesce a trovare nessuno che condivida con lui la passione per i libri, per i numeri o per la cosa che ama più al mondo, l'enigmistica. Un giorno però, il destino decide di mettere sulla sua strada Vera Baxter, una ragazza sola esattamente come lui. I due si girano intorno come due pianeti nel sistema solare, ma mentre Vera è innamorata, Stanley no, almeno non in quel momento. Da due menti geniali può venir fuori solo un piano assurdo talmente tanto da sembrare vero, ed ecco che Stanley chiede a Vera di sposarlo (per finta) e di rivendere i regali di nozze per comprarsi il biglietto per la libertà che entrambi non hanno mai avuto. Il piano va a buon fine e Stanley lascia andare via Vera. Solo dopo si renderà conto che la sua vita è un cruciverba che solo lei può risolvere, inserendo i giusti talloncini neri e aggiungendo le parole che solo lei conosce. Inizia così una storia travagliata, fatta di ricerche, di indizi lasciati sui cruciverba dei giornali.
Una storia che ci porta alla consapevolezza che l'amore, quando è quello vero, sfida il tempo e la distanza. Bisogna solo riuscire ad ascoltare il cuore.


Stanley è il solito secchione buttato sui libri tutto il giorno che conosce tutto ciò che noi poveri mortali non riusciamo a comprendere. Vera è la sua versione al femminile. Entrambi vogliono vivere una vita libera, senza costrizioni, seguendo i loro sogni ed entrambi non hanno soldi per farlo. Quindi perché non inventare un piano per farli? Così da poter acquistare i tanto agognati biglietti per la libertà? Ed eccoli lì, davanti all'officiante a dire "Lo voglio". Solo uno dei due è realmente convinto di ciò che sta dicendo, solo uno dei due è innamorato perso e crede che anche l'altro lo sia. Da qui inizia la storia di due anime che si appartengono, ma che non riescono mai ad appartenersi davvero. E' come un gatto che insegue un topo senza riuscire mai a prenderlo, con conseguente rabbia e frustrazione.
Mi sono scese delle lacrime. Lacrime amare per l'appunto. Questo libro è diverso, non solo perchè parla di cruciverba, rendendoli parte integrante del libro, ma proprio perchè riesce a far comprendere esattamente cosa vuol dire la parola AMORE.
Sono sdolcinata, me ne rendo conto, ma non riesco a trovare altre definizioni per quel sentimento così forte che nonostante il passare del tempo sia rimasto lì, nascosto tra le pieghe del cuore senza sparire mai.
Ci ho messo un po' più del solito a leggerlo, non per mancanza di tempo o altro, bensì perchè la scrittura mi portava molto spesso a chiudere gli occhi e rifugiarmi fra le braccia del mio caro Morfeo. Non è propriamente scorrevole, certo si legge con facilità, ma molte volte ho dovuto rileggere interi paragrafi perché non ci capivo una mazza. E' un continuo alternarsi di definizioni  e soluzioni, quindi per me, che non sono abituata a fare i cruciverba, è stato un po' difficile stare al passo.
Ammetto anche che dopo un po' mi ero stufata di questo continuo "vienimi a prendere" inscenato da Vera ogni  volta che qualcosa andava storto, per poi ricostruire tutto in un altro luogo. Ho anche pensato di mollare tutto e tirare il mio povero cellulare dal balcone, ma sono contenta di non averlo fatto.
La storia mi ha presa, soprattutto all'ultimo, facendomi sperare in un lieto fine, che c'è stato però...
Bé, leggetelo e capirete il mio però.
Per questi motivi ho dato un sette a questo libro piuttosto che un voto più alto. Avrei preferito meno descrizioni e più dialoghi fra i due personaggi, che mi hanno fatto ammattire per quanto sono idioti alle volte.
Bene, spero che questa recensione vi sia piaciuta,
alla prossima!

Alex

P.s. Non dimenticate di mettere un bel +1!

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