Buongiorno a tutti, amici e amiche di AnniDiNuvole, e ben ritrovati!
E’ da un bel po’ che non pubblico, purtroppo non è stato un periodo molto
facile per me, eppure sono contentissima di essere ritornata e di farlo parlandovi di
un libro che mi ha aiutato tantissimo in queste settimane… ecco perché amo
leggere, i libri sono capaci di sorprendervi nel modo giusto al momento giusto
e di capirvi, di aiutarvi, di segnarvi profondamente... oggi vi voglio parlare di
un libricino regalatomi per caso, ma non troppo, dal mio fidanzato e scritto da
un giornalista che ammiro molto, Mario Calabresi ma bando alle ciance, ecco a
voi...
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Titolo: Non temete per noi, la nostra vita sarà
meravigliosa
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Autore: Mario Calabresi
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Casa editrice: Mondadori
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Numero pagine: 120
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Da leggere o no: Vi prego, LEGGETELO
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Voto: 10
Voto copertina:
Milano, 1970
Gianluigi Rho e Mirella Capra sono due giovani sposini, lui
ginecologo, lei pediatra. La loro lista di nozze è molto particolare, a posto
di argenteria ed elettrodomestici i due chiedono 22 letti per adulti, 9 per
bambini, culle, lenzuola, elettrocardiografo, microscopio, lettino e lampada
operatori e attrezzi chirurgici. E’ ciò di cui hanno bisogno per arredare la
loro nuova casa, un piccolo ospedale da campo da costruire nella savana arida e
inospitale nel Nordest dell’Uganda.
Mario Calabresi conosce bene la loro
storia, è loro nipote, e decide di raccontarla, insieme a quelle di altri ragazzi
che non hanno avuto paura di diventare grandi, per aiutare i ragazzi di oggi a
saper guardare oltre la crisi e lo smarrimento che ci circondano. Ma per fare
ciò bisogna avere il coraggio di pensare con la propria testa, forza di
volontà, stringere i denti e non prestare fede ai discorsi negativi; bisogna
credere fermamente che coltivare i propri sogni è ancora il miglior motore per
un’esistenza che ci soddisfi. Ma soprattutto, nei momenti in cui si crede di
non potercela fare, bisogna avere il coraggio di chiedere aiuto, non
vergognandosi delle proprie debolezze, e di cercare una mano che ci aiuti a
camminare. Bisogna essere riconoscenti per quanto la vita ci ha donato e
bisogna voler restituire, almeno in parte, tutto ciò che abbiamo ricevuto,
perché i talenti non devono essere tenuti per sé e nascosti sotto terra ma
devono essere moltiplicati e resi bene per gli altri.
Bisogna avere il coraggio
di fare la propria strada per trovare il proprio posto nel mondo, per non
giocare sempre in difesa ma per passare in attacco, per sperimentare, provare,
cambiare.
Bisogna riconoscersi come esseri umani attivi, creativi, capaci di
migliorarsi continuamente per realizzarsi e resistere alle difficoltà.
Bisogna
essere in grado di sorridere, perché l’umorismo è un salvavita, e di immaginare
il tempo futuro per trovare soluzioni innovative, perché anche nelle situazioni
più cupe e difficili c’è sempre la possibilità di migliorarsi, di cambiare, di
influire sulla realtà che ci circonda.
Bisogna imparare a non rinunciare mai
alle nostre possibilità e a non perdere mai le occasioni, a non fermarsi mai, a
leggere, ad avere rapporti con la gente, a non stare fermi aspettare perché
finchè la trottola gira il gioco continua.
Bisogna avere fame di spazi aperti e
libertà nuove, anche a costo di mettersi in gioco totalmente, lasciando ciò che
di certo si ha per imparare a stare al
mondo.
Bisogna imparare a diffidare da ciò che è fermo e ad amare ciò che è
energia, anche se a volte il caos sembra sommergerci.
Bisogna imparare, come i
pesci, ad adattarsi alle correnti e a reagire prontamente, usando il cuore per
pensare e saltando, ballando al ritmo dei suoi battiti.
Bisogna lasciarsi
contaminare dai cambiamenti, innovandosi continuamente, non sentendosi mai
arrivati e alzandosi presto la mattina.
Bisogna imparare a dire di no a chi
cerca di corromperci, a fare il proprio dovere fino in fondo, a dissentire da
quanti ci chiedono di voltare la testa perché spesso troveremo chi ci vorrà
ostacolare.
Bisogna imparare a tenersi informati e a studiare, per non essere
superati e ingannati.
Bisogna convincersi che ognuno di noi è indispensabile e
può fare la differenza.
Bisogna credere fermamente che, solo se si conoscono,
le difficoltà possono essere affrontate, e che non c’è scritto da nessuna parte
che bisogna scegliere sempre la via più facile e meno rischiosa, basta essere
coscienti di ciò che si sceglie.
Bisogna essere in grado di superare i
propri limiti, riconoscendo nell’impegno verso gli altri la vera importanza
della vita.
Bisogna riconoscersi fortunati, molto, perché abbiamo ancora la
vita.
Non mi sento di aggiungere altro a quanto detto, solo vi
invito ancora una volta a leggere questo libro, a lasciarvi contaminare da
questi racconti, a custodirli nel vostro cuore, a meditarli e a farli maturare
perché siano frutto per voi e per chi incontrerete nella vostra vita.
Dopotutto, dove c’è vita c’è speranza!
Ci vediamo presto.
Sara C.
Ciao! E grazie ^.^ Qualche anno fa, durante la presentazione di un libro di Don Ciotti, Calabresi fece un accenno alla storia dei suoi nonni. Onestamente non gli diedi, lì per lì, grandissimo peso, ma la trovai comunque capace di infondere speranza e ispirazione. Ed eccola qui quella storia: scoprirne il titolo, sapere di poterla leggere e anzi di doverlo fare (^_~), mi ha reso contenta. Corro a segnarmi il titolo. Grazie per averne parlato!
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