venerdì 29 gennaio 2016

Recensione: Gli angeli non hanno memoria


Salve gente!
Bentornati nella rubrica del venerdì: gli #autoriemergenti. Quegli autori che si cimentano con la loro passione, con la loro voce interiore: la scrittura. Noi cercheremo di farveli conoscere e di farvi piacere quello che piace a noi, attraverso le loro parole. Proprio com’è successo a me con questo romanzo che spero voi possiate leggere e vivere.



Voto copertina:


"È veramente assurdo l’amore. Quanti progetti ti fa costruire, quando sei innamorato sei un architetto di sogni."

L’amore. Quel sentimento difficile da trovare, che ci fa tremare i polsi e iniziare a fantasticare su quella persona che ci fa accelerare i battiti del cuore. Vi è mai capitato?
Ad Ascanio mai. Famoso per i suoi muscoli, per un passato sussurrato e per la sua conoscenza psicologica, Ascanio non ha problemi di affiliazione. Vive con sua madre, lavora di giorno e di notte e quando ha voglia di passare del tempo con una donna non deve fare altro che scorrere tra i contatti di un telefonino sempre attivo e pigiare il tastino di chiamata. Fatto.
Ascanio vive tra un passato doloroso e un presente fatto di riscatto. Vive la vita senza eccessi ma dentro di se sa che prima o poi davanti a lui capiterà quella luce intensa che lo investirà.
Gloria è una ragazza modello, fedelissima a un Dio in cui Ascanio non crede più, con una voce mozzafiato e innamorata della sua vocazione da infermiera.
Ascanio e Gloria, l’uno l’opposto dell’altro.
Però accade.
Accade quando meno te l’aspetti, accade di essere catapultati di fronte quel fascio luminoso e sei finito. Ascanio è innamorato, a prima vista, a primo battito accelerato di cuore. Gloria un po’ meno, impaurita di lasciare liberi i suoi freni, impaurita da un futuro nuovo.
C’è il destino, c’è la verità in gioco tra loro due. Circondati da speranze, da un prete che vuole la verità e desideroso di aiutare, da musica, da vite.
Il libro è qualcosa d’inaspettato e sorprendente.
E voi? Sapete, voi, perché gli angeli non hanno memoria?


“Comunque io non mi fiderei così tanto degli angeli sai?”
“E perché?”
“Non lo sai che gli angeli non hanno memoria?”

Che sono una piagnona, ve l’ho mai detto? Non lo so ma oggi sapete che la vostra Ila piange sempre e costantemente per tutti i finali dei libri che le sono piaciuti.
Ma calma e sangue freddo, perché di questo libro c’è molto da dire.
Prima di tutto parto nel dire che è un self che personalmente credo non dovrebbe stare lì su Amazon in attesa di essere preso ma bensì sugli scaffali delle librerie in bella mostra con quattro o cinque riflettori puntati addosso.
La trama seppur conosciuta a tutti quanti, ha qualcosa di molto originale.
Prima tra tutti, credo una cosa per questo libro: o si ama o si odia, non ci sono vie di mezzo. Non si può dire “si carino ma…” oppure “non buono ma…”. No. Non esiste.
L’autore ci fa conoscere il protagonista Ascanio gradualmente, trascinando nella storia tutto quello che lo circonda. Alternando la storia attuale a flashback risalenti ad un Ascanio totalmente diverso da quello che leggiamo nel presente.
Il libro si apre con un uomo piacente, che sa di piacere e che piace, che trascorre la sua vita con una madre che ha paura di lasciare da sola, suo unico amore. Ma è pur sempre un amore familiare. Già il carattere di Ascanio lo si inizia ad intravedere nelle prime pagine, seppur i suoi muscoli sono prominenti, il ragazzo è un gigante buono.
I capitoli sono alternati non solo con salti nel passato ma anche con una giovane fanciulla e un prete che come noi, vuol conoscere la vera storia di quel ragazzo che tutti temono in paese e che nessuno vuol raccontare.
La storia con Gloria non è come tutti ce l’aspetteremmo. Ascanio si trasforma, fa di tutto per raggiungere il cuore di quella ragazza che non lo dona facilmente a qualcuno e da qui inizia la scalata alla felicità per il nostro protagonista.
La storia raccontata l’ho trovata molto affascinante, l’autore ha giocato molto con le frasi facendole apparire curiose, quelle frasi da sottolineare e scrivere nel diario per intenderci. L’autore ha scritto la realtà, ha scritto tutto quello che noi crediamo dell’amore ma che abbiamo paura di esternare.
E un po’ tutti dovremmo fare come Ascanio: impegnarci sodo per quello che vogliamo, tentare e non arrenderci.
Quando finalmente il ragazzo corona il suo sogno, ho esultato anche io con lui. Finalmente il tanto desiderato arrivo c’è stato ed è bellissimo. Proprio come, sono convinta, quello che nasconde quella scatolina che Ascanio vorrebbe dare tanto a Gloria.
Ma si sa… “il destino ha la sua puntualità” canta Ligabue.
Ed ecco le lacrime di Ila, ecco che il cuore si strugge, ecco che la realtà, come l’autore ci ha scritto, alle volte ci sorprende. Non ci fa mai stare tranquilli.
Credetemi, arriverà quella svolta che non vi aspettereste e sarà una pugnalata al cuore con successivo impacco di limone su questa.
Ma nella ferita si saprà la verità, si saprà il riscatto. In quella ferita Ascanio sarà felice, nonostante tutto.

Ora la parola a un’intervista per scoprire qualcosa in più di questa storia che mi ha stretto il cuore. Io vi saluto e vi ricordo di seguirci su Facebook e di diventare lettori fissi per rimanere sempre in aggiornamento con i nostri consigli letterari.
Se la recensione vi è piaciuta bhè… spolliciate il + 1!

Ciao Giovanni e benvenuto sul nostro blog, è un piacere ospitarti e conoscere qualche retroscena di “Gli angeli non hanno memoria”. Iniziamo!

1-    Per conoscerci meglio sono curiosa di sapere come ti sei avvicinato al mondo della scrittura. Hai qualche ricordo legato a questo evento?

Ho sempre adorato scrivere, fin da bambino. Il mio primo tentativo è stato in quarta elementare. Avevo iniziato a scrivere una storia dove un tizio inventava una macchina del tempo per impedire che Gesù venisse crocifisso. Tornato nel presente, al posto delle Chiese c’erano enormi parcheggi grigi. Come vedi i temi religiosi mi hanno sempre affascinato.

2-    Com’è nata l’idea per “Gli angeli non hanno memoria”?

Bè devi sapere che il mondo che descrivo nel libro lo conosco soprattutto grazie ai miei amici. Sono stati loro a permettermi di accostare occhi e orecchie all’universo spirituale cattolico. Pur definendomi da sempre agnostico,  i miei più cari amici sono tutti molto cattolici. Credo che sia stata la casualità della vita a mettermi sulla loro strada, ed è da quel mondo che ho preso spunto per la storia. Dall’altro lato ho frequentato per molti anni la palestra del mio paese e anche lì ho potuto coltivare delle belle amicizie. Nonostante fisicamente non abbia niente del personaggio di Ascanio, mi piaceva l’idea di accostare questi due mondi. Non sapevo come sarebbe andata a finire.

3-    Mi è piaciuto molto il fatto di aver scoperto il passato e il presente di Ascanio a poco a poco. Come ti sei trovato a scrivere di questi scatti temporali nella sua vita? È stato difficoltoso?

A dir la verità non ho avuto grandi difficoltà, mi piaceva la possibilità di confondere le carte. Nel rileggere il romanzo mi sono accorto che il quadro si componeva a poco a poco e per molti lettori all’inizio è stato un po’ complicato mettere insieme tutti i pezzi. Mi rendo conto che la scelta sia stata un po’ azzardata, perché i flashback sono un po’ una bestia nera e possono risultare forzati e pericolosi per la tenuta narrativa. Il risultato però mi è sembrato gradevole, anche perché il tempo è uno dei “personaggi” fondamentali del libro.

4-    Nel tuo libro vediamo molto parlare di fede e di Dio, come la pensi tu su questo tratto? Sei più Ascanio o più Gloria?

Come già ti dicevo alla domanda “Credi in Dio?” ho sempre risposto nel modo più comodo e meno impegnativo dicendomi “agnostico”. Uno dei termini forse più abusati nella storia contemporanea. A dir la verità non so se sia giusto ripetermi che non mi è dato sapere. Ho sempre pensato fosse la scelta più intelligente, ma comincio a credere che sia un po’ da codardi non fare una scelta di campo. Probabilmente sarò costretto a correre dietro a un’insegna per l’eternità come dice Dante. Posso solo dire che in questo momento mi sento più vicino ad Ascanio, soprattutto all’Ascanio che parla alla fine del libro.

5-    Cos’è per te la fede?

Per rispondere a questa domanda non posso che citarti ancora Dante. Ho riletto tutta la Commedia negli ultimi anni e mi sono innamorato del Paradiso, forse perché lo conoscevo di meno, o forse perché certe immagini, certi suoni dentro alle parole, hanno un potere davvero spirituale, tanto che uno fa fatica ad immaginare che Dante certe cose non le abbia viste davvero. Anche il titolo del libro è ispirato a un canto del Paradiso. In ogni caso credo che la fede sia proprio quello che Dante risponde a San Pietro, traducendo la lettera agli Ebrei: sostanza di cose sperate. Non c’è definizione più bella al mondo di questa. La fede è il passo oltre la speranza. Come quando si dice ho fede in te. Non ti sto dicendo che spero che tu riesca, che tu possa aiutarmi, che tu mi stia vicino. Io sono sicuro che tu possa essere per me la persona che cerco. La fede è vestire la speranza di forza, di energia, di verità. Questa è la fede.

6-    La psicologia è un tratto fondamentale di Ascanio, che approccio hai tu verso questa? Hai anche tu un debole per Freud?
          
Assolutamente sì, la psicologia è stata un’altra scoperta per me. Consiglio a tutti di leggere Freud. Credo davvero che sia una delle persone che hanno maggiormente contribuito allo studio dell’uomo. Senza nessuna conoscenza neuro scientifica Freud è riuscito a comprendere gran parte del funzionamento della nostra mente. Soprattutto è stato il primo a capire che quello che crediamo di sapere di noi stessi è soltanto la punta dell’iceberg della nostra identità. Inoltre, amo il suo approccio dialettico, il suo modo incredibile di scrivere. Non si accontenta mai di esprimere un concetto in un modo soltanto, lo ripete in continuazione, variando i periodi, immedesimandomi nel lettore che cerca di comprendere l’articolarsi del suo pensiero.
                                   
7-    Avevi pensato già dal principio di far finire così la storia? Mi devi un po’ di lacrime.

Gli angeli non hanno memoria” è il mio secondo romanzo. Anche con il primo libro “Il cacciatore di canzoni” non sapevo che finale avrei scelto per la storia. Per me scrivere una storia è esercitare una specie di corteggiamento, cominci le prime pagine, segui un’idea, poi è lei a tirarti da una parte o dall’altra. È difficile rispondere a questa domanda senza svelare il finale, però posso dirti che durante la scrittura del libro ho attraversato un brutto periodo. Un evento che a tutti prima o poi tocca attraversare, e questo credo abbia influito.

8-    Pensiamo un po’ a un futuro e facciamo un balzo di dieci anni. Come e dove vedi Gloria? Ha trovato la sua strada? Cosa ne ha fatto dell’anello di Ascanio?

Voglio essere sincero. Dopo aver caricato il libro su Amazon e Ibooks, e aver letto tutte le cose belle che le persone mi scrivevano su questa storia, mi ha attraversato seriamente l’idea di scrivere un seguito. Ora come ora ho abbandonato l’idea, vorrebbe dire rovinare la magia che ci sta dentro, il libro è finito, la storia è finita. Di certo spero che Gloria trovi la sua strada e che conservi l’anello.

9-    Se quel giorno Ascanio avesse preso una decisione diversa, se non avesse trovato sulla sua strada Gabriel, secondo te Gloria lo avrebbe perdonato? Sarebbero stati finalmente insieme senza più ostacoli?

Sul finale si sono scatenate tante discussioni. Molti hanno scritto che secondo loro mancavano delle pagine, altri addirittura si sono arrabbiati suggerendomi altre strade. Credo che la risposta alla tua domanda sia nel titolo. In questo libro volevo parlare dell’eternità, forse perché l’evento che mi è capitato mi ha portato a pensare a cosa sia davvero l’eternità. Solo i poeti, i grandi personaggi della storia, gli inventori, i musicisti sono eterni? Io credo che un pezzo di eternità sia nascosto in ciascuno di noi, perciò non riesco a pensare a un finale diverso da questo.

10- Che progetti hai al momento? Stai scrivendo qualcosa? Facci un po’ sapere, io ti ringrazio infinitamente di questa opportunità che ci hai dato. Ti auguro il meglio e in bocca al lupo per i tuoi progetti.

Attualmente sto provando a scrivere un terzo romanzo. Mi sono ripromesso di non scrivere niente per un po’, ma proprio non ci riesco. Scrivere è fare anche un po’ pace con i propri fantasmi, e ti assicuro che in testa ne ho parecchi! Per il futuro non so, è già bellissimo quello che mi è capitato con questo libro, condividere delle emozioni con altre persone. Solo la rete ha permesso tutto questo, e non so se riuscirò mai a pubblicare davvero un libro con una casa editrice, ma questo credo non abbia nessuna importanza. Grazie davvero di cuore a voi!!

Ila

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