Ciao
Amiche delle Nuvole!
Oggi
vi presentiamo in anteprima il primo libro della serie The Wild Ones, che si compone in questo modo:
2- Tutto è possibile -
In Italia ad aprile
3- There’s wild, then
there’s you
- Titolo: Averti è
impossibile
- Autore: M. Leighton
- Casa Editrice:
Newton Compton
- Pagine: 288
- In libreria dal: 21
gennaio
Trama: Una
passione calda come il sole del Sud e un amore selvaggio come i cavalli che
vengono domati.
Camille
“Cami” Hines è l’adorata figlia di Jack Hines, l’allevatore di gran parte dei
campioni del Sud degli Stati Uniti.
Ha
un pedigree che potrebbe fare invidia ad alcuni dei cavalli di suo padre. A
volte la sua vita la soffoca un po’, ma Cami non ha nessun motivo di non essere
felice del suo futuro, del suo ragazzo e della sua vita in generale.
Ma
questo era prima d’incontrare Patrick Henley.
“Trick”
mette in discussione ciò che Cami vuole e ciò che ci si aspetta da lei. È
considerato “un aiutante”, e, per quanto riguarda il padre della ragazza, Cami
è per lui il frutto proibito, senza considerare che Trick verrebbe subito licenziato
se la toccasse con un dito. E Trick ha bisogno del suo lavoro. Disperatamente.
La sua famiglia dipende da lui. Nonostante questo, il cuore vuole ciò che vuole
e Trick e Cami sono attratti l’uno all’altra nonostante gli ostacoli. Almeno
quelli di cui sono a conoscenza.
Quando Trick si imbatte in una lettera dal padre, questo scatena una
serie di rivelazioni che potrebbero rovinare ciò che lui e Cami hanno superato
con tantissimi sforzi. Viene svelato che il legame di Trick con il ranch è
molto più profondo rispetto a quanto entrambi sapessero, dei segreti che
potrebbero separarli.
CAPITOLO 1 – Cami
Sorseggiando la mia birra, mi guardo interno, scrutando il panorama
famigliare. Se la musica ad alto volume proveniente dalle casse sul soffitto
non fosse sufficiente per urlare “BAR COUNTRY”, la marea di cappelli da cowboy
avrebbe svolto il compito. Sorrido mentre mi sistemo il mio nero sulla mia
testa. Mi piace essere in incognito. Anche se, per caso, qualcuno che conosco
capitasse qui, mai crederebbe di aver visto me sotto il cappello da cowboy.
Qualcosa
colpisce – forte – il retro del mio sgabello mentre mi porto il bicchiere alle
labbra. Birra fredda come il ghiaccio scende lungo il mio mento e finisce sulla
clavicola. Trattengo il fiato.
- Scusa – borbotta una voce profonda nel mio orecchio. Due mani
afferrano le mie braccia e mi trattengono dallo scivolare. Guardo in basso
verso i jeans e la maglietta bagnati e non sento più quelle mani. Mezzo secondo
dopo, davanti ai miei occhi c’è un viso.
-
Mi dispiace tanto. Stai bene? -
Smetto
di tenere il cotone bagnato tra le dita tenendolo lontano dal petto e lo fisso.
Abbastanza
rudemente, dovrei aggiungere. Sono senza parole. Letteralmente. E questo, non
mi succede mai.
Gli occhi più fantastici che abbia mai visto mi stanno guardando. Sono
di un grigio pallido tendente al verde, pieni circondati da ciglia scurissime e
preoccupatissimi. Un forte colpo allo stinco mi fa rilasciare il fiato che stavo
trattenendo senza saperlo. Vedo la mia testa della mia migliore amica Jenna far
capolino da dietro la faccia misteriosa. So che mi ha dato un calcio e so che
sta tentando di avere la mia attenzione, ma non posso distogliere lo sguardo da
quegli occhi per guardare lei.
Dio,
i suoi occhi! Non ho mai viso occhi che contemporaneamente mi fanno venir
voglia di sospirare, ridacchiare e di fare uno spogliarello. Ma questi sì.
Guarda verso il basso, lasciandomi abbastanza tempo per raccogliere tutto il
mio buonsenso. Ne trovo davvero poco. Ѐ sparso ovunque. Quando torna a
guardarmi, delle rughette contornano i suoi occhi. Sta sorridendo. Oh,
miseriaccia, che bel sorriso!
-
Preferire la tua maglietta in questo modo mi rende una persona cattiva? -
La guardo.
Attraverso
il tessuto finissimo della maglietta rosa pastello, il reggiseno rosa scuro è
completamente visibile. Così come i capezzoli eretti. Arrossisco, mortificata.
Dio, spiegami perché ho indossato una magliettina rosa pastello sopra un
reggiseno rosa scuro? Perché non puoi vedere il tuo reggiseno quando è
asciutta, cretina! Un pollice mi accarezza la guancia destra.
-
Dio, è talmente sexy – sussurra.
Contro
il mio volere, i miei occhi tornano sul suo viso. Il suo sorriso si è
trasformato in qualcosa di più malizioso, qualcosa capace di devastarmi
completamente. – Non ho mai fatto arrossire una ragazza prima –
Rido
nervosamente, sforzandomi di trovare la mia voce, di trovare la mia dignità.
- In qualche modo, ne dubito – dico dolcemente.
-
Wow! I capelli di un diavolo, il viso di un angelo e la voce di un’operatrice
di una hot line. Sei davvero la ragazza perfetta -
A
questa totale umiliazione, le guance bruciano ancora di più. Maledetta la mia pelle
chiara! Mettendosi una mano in tasca, Sconosciuto Sexy prende un paio di
banconote e le mette sul bancone.
-
Fammene un altro per… - si ferma, i suoi occhi su di me e lo sguardo
interrogativo, aspettando che completi la frase.
-
Cami – dico, cercando di trattenere un sorrisetto.
Che
modo subdolo per avere il mio nome. Uno a zero per Sconosciuto Sexy.
- Fammene un altro per Cami – si gira verso di me, una scintilla
cattivella nei suoi occhi grigi.
-
Mi dispiace per il drink. Per la maglietta non tanto… - ammette candidamente.
Costringendomi
a non arrossire un’altra volta, scuoto la testa.
-
Allora, in questo posto gli sconosciuti goffi hanno un nome? Oppure vengono
chiamati “elefante in una cristalleria?” –
Il
mezzo sorriso sbuca di nuovo.
-
Patrick, ma i miei amici mi chiamano Trick –
-
Trick? Trick come trucchetto? Che fa rima con dolcetto? –
Ride
e sento le farfalle nello stomaco. Delle farfalle che svolazzano. – Sì, proprio
quel trucchetto –
Con
fare sobrio si avvicina a me. – Cami, posso chiederti un favore? –
Mi manca il fiato ancora una volta. È così vicino che posso contare
ogni pelo della barba ispida che spolvera le guance abbronzate. Solamente per
un secondo, sento chiaramente il suo profumo sovrastare la puzza del fumo e
della birra rovesciata sul bancone.
Non
riesco a parlare, di nuovo, quindi annuisco. – Scegli il dolcetto, per favore.
Ti prego, scegli il dolcetto –
Come
un idiota, non dico nulla. Non faccio nulla. Lo fisso. Come un… un… be,
un’idiota. Fa un verso di delusione con le labbra e poi inizia a scuotere la
testa.
-
Male, davvero male. Avrebbe reso la mia notte fantastica -
Raddrizza la schiena, fa un passo indietro e mi sorride ancora. –
Piacere di averti conosciuto, Cami – dice, poi si gira e si mischia alla folla.
-
Terra chiama Cami! -
Distolgo
lo sguardo da Trick mentre si allontana, i fianchi stretti e le spalle
ampissime, e mi giro verso Jenna.
-
Che c’è? -
-
Ѐ tutto questo che hai da dirmi? –
-
Cosa? – sta sorridendo.
-
Cosa vorresti che dicessi? – sono ancora un po’ confusa. Non è ovvio?
-
Uhm, mi piacerebbe sentire come pensi di togliere il tuo culetto da quello
sgabello per andare a prendere il dolcetto! –
-
Hai origliato troppo? -
-
Era praticamente seduto in braccio a me mentre ci provava con te. Cosa dovevo
fare? –
- Eh, spostarti! -
Jenna sbuffa. Non è il
suono più bello del mondo, ma in un modo o nell’altro lo rende tenero e
femminile. – E perdermi la vista? Sono entrata in coma semplicemente
guardandolo. Ci sono sette modi per definirlo figo, Cam! –
Ridacchio.
– Ascoltati. Tu hai un ragazzo. O hai opportunamente dimenticato che siamo qui
per incontrar qualcuno? –
-
No, e tu? -
Le
faccio un segno con il capo. – Touché, gattina –
A dir la verità, l’ho fatto. Da quando ho guardato Trick negli occhi,
non ho pensato a Brent nemmeno una volta. E non può essere un buon segno. Brent
non mi ha mai fatto provare ciò che Trick ha fatto in tre minuti.
-
Mah – dice, scuotendo la mano mentre sorseggia la sua birra. – Non pensarci due
volte. Guardarlo è un po’ come guardare il sole. Vedi dei puntini e hai le
vertigini per un po’, ma poi sparisce -
Mi chiedo se davvero voglio andare via. Non riesco a ricordare di un ragazzo
che mi ha fatto sentire così. Non riesco a smettere di guardarlo tra la folla.
Passo in rassegna l’oceano infinito di capelli fino a che il mio sguardo non si
posa su una testa scusa. I capelli sono lunghi e leggermente ondulati. So senza
aver visto il volto che è Trick. Mi
sembra logico che sia l’unico ragazzo in questo posto a non portare un cappello
da cowboy.
Quasi
come potesse sentire i miei occhi o i miei pensieri, Trick si gira. Il suo
sguardo si incatena al mio e tra di noi non c’è una stanza piena di gente. Ci
guardiamo per alcuni secondi e poi, davvero lentamente, sorride.
Oh
mio Dio! Ha le fossette! Potrei morire!
Proprio
sul più bello, le mie guance vanno in fiamme. Ancora.
Il suo sorrisetto diventa un sorriso e mi fa l’occhiolino. Sono abbastanza
certa che le dita dei piedi siano intorpidite. Lo guardo girarsi. Prima che
scompaia del tutto, prendo in considerazione ciò che ha detto Jenna. Forse
dovrei andare da lui e chiedergli del dolcetto…
Sussulto
quando sento delle dita sul mio collo che mi spostano i capelli.
–
Stai cercando me? –
Riconosco
la voce. Ѐ Brent. Sospiro. Non è giusto che mi senta un po’ delusa. Non ho più
tempo di non aver pensieri. La porta delle opportunità è stata ufficialmente
chiusa. Da Brent.
Mi
giro sullo sgabello. Sorrido a Brent Thomason, il mio quasi ragazzo.
Brent non è scarso nel reparto bellezza. I capelli color sabbia sono
scompigliati a regola d’arte e i suoi occhi scuri hanno un qualcosa di esotico
che ho sempre trovato molto affascinante. Ma mentre li guardo, mi immagino
degli occhi grigi.
-
Mi stavi cercando? – chiede ancora.
Evito
la domanda, spingendo il suo petto con un dito. – Sei in ritardo! –
-
Non posso essere troppo perfetto! Devo tenerti sulle spine! –
Mi
bacia la punta del naso e poi strofina le sue labbra con le mie.
-
Sei riuscito a far funzionare la Corvette? – chiedo, appoggiandomi allo
schienale.
- No, è per questo che sono in ritardo. Ho appena parlato al tizio che
dovrebbe darle un’occhiata. Dato che non sono riuscito a fargliela avere, ha
detto che può darle un’occhiata domani sera. A costo di spingerla, la farò
uscire dal garage! – la voce è pura determinazione.
Come
sempre, trovo la passione di Brent per le macchine eccitante. Le macchine
d’epoca sono una delle passioni di mio padre. Ne ha un garage pieno e ne so
abbastanza per dire qualcosa di sensato.
-
Per portarla dove? -
Si
stringe nelle spalle. – In una specie di campo. Sai come siete voi, gente di
campagna –
Aggrotto la fronte, ma non posso farci nulla. So che Brent non voleva
dire nulla di cattivo con quel commento, ma mi dà ancora fastidio.
A
differenza di gran parte dei miei amici, so cosa significa essere senza soldi.
Certo, si tratta di tanti anni fa, ma sono cose che una ragazza non dimentica.
Occhi sexy mi attraversano la mente. – Voglio che quella cosa vada così
ti porterò in giro e ti mostrerò a tutti. Porterò in giro la mia macchina e la mostrerà a tutti –
Mi fa un sorrisetto. Anche io lo faccio. La cosa triste è che penso che
era giusta la prima cosa che ha detto.
Traduzione a cura
della vostra amica Robi
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