domenica 5 luglio 2015

Anteprima: After - Un cuore in mille pezzi


Buon pomeriggio cari lettori.
Sulla scia di After (recensione QUI) oggi vogliamo darvi un'anteprima davvero stuzzicante. 
La nostra Roberta ha tradotto per voi il prologo e il primo capitolo dell'attesissimo After - Un cuore in mille pezzi.
Siete pronti per il ritorno di Tessa e Hardin? Il 7 luglio in libreria e AnniDiNuvole non perderà occasione per farvi sapere cosa ne penserà di questo seguito.
Nel frattempo, vi lasciamo una super anticipazione.


Prologo
Hardin

Non riesco a sentire il ghiaccio formarsi sotto i miei piedi oppure la neve cadere su di me. Riesco solo a sentire la voragine che è stata scavata nel mio petto. Mi inginocchio, senza più nessuna speranza, guardando Zed uscire dal parcheggio con Tessa sul sedile del passeggero.
Non avrei mai potuto immaginare questa situazione, mai, nemmeno nei miei cazzo di incubi più terribili avrei immaginato di sentire questo dolore. Il dolore della perdita, ho sentito che lo chiamano così. Non avevo avuto niente o nessuno da rallegrare, non avevo mai sentito il bisogno di avere qualcuno, di renderlo mio, non avevo voluto legarmi a qualcuno così intensamente. Il panico, quel panico del cazzo che avevo di perderla, non era in programma. Niente di tutto questo lo era. Tutto doveva essere semplice: andarci a letto, prendere i miei soldi e rivendicare i miei diritti su Zed. Una cosa decisamente veloce. Solamente che le cose non sono andate in questo modo. Invece la ragazza bionda che indossava gonne lunghe e che faceva delle lunghe liste di cose da fare fece breccia dentro di me finché anche io lentamente mi innamorai di lei così profondamente che ancora non riesco a crederci. Non avevo realizzato quanto l’amassi finché non stavo vomitando in un lavandino dopo aver mostrato a quei rincoglioniti dei miei amici la prova della sua verginità rubata.
Lo odiavo, odiavo ogni minuto di ciò….. ma non avevo smesso.
Avevo vinto la scommessa, ma avevo perso l’unica cosa che mi avevo reso felice. E con quello, avevo perso ogni traccia de bontà che lei m’aveva fatto vedere in me. Mentre la neve penetrava nei miei vestiti, volevo dar la colpa a mio padre per aver ereditato la sua dipendenza, volevo dar la colpa a mia madre per essere stata con lui per troppo tempo e per aver contribuito a creare un figlio così rincoglionito, volevo dar la colpa a Tessa per avermi parlato. Cazzo, voleva dar la colpa a tutti.
Ma non potevo. L’avevo fatto io avevo rovinato lei e tutto ciò che avevamo.
Ma farò qualsiasi cosa necessaria per rimediare ai miei errori.
Dove stava andando? Da qualche parte dove avrei potuto trovarla?

Capitolo uno
Tessa

“C’è voluto più di un mese” singhiozzo quando Zed finisce di spiegare come è stata fatta la scommessa. Mi fa male lo stomaco e chiudo i miei occhi per avere in po’ di sollievo.
“Lo so. Lui continuava a inventarsi scuse e continuava a chiedere più tempo e ha abbassato la somma che avrebbe dovuto vincere. Era strano. Noi tutti pensavamo che fosse ossessionato dalla vittoria – come se dovesse dimostrare qualcosa – ma ora ho capito”. Zed smette di parlare per un secondo e i suoi occhi son puntati sul mio viso. “Parlava solo di quello. Poi, il giorno che ti ho invitato al cinema, ha sclerato. Dopo averti portato a casa mi ha urlato contro e ha detto che dovevo star lontano da te. Ma io ci ho riso su, perché pensavo fosse ubriaco”.
“Ah… ti ha detto della corrente? E… delle altre cose?” trattengo il respiro mentre domando è la pietà nei suoi occhi a rispondermi. “O mio Dio” mi copro la faccia con le mani. “Ci ha detto tutto….e voglio dire proprio tutto…” dice a bassa voce.
Rimango calma e spengo il telefono. Non ha smesso di vibrare da quando ho lasciato il bar. Non ha nessun diritto di chiamarmi.
“Dov’è il tuo nuovo dormitorio?” chiede Zed, e noto che siamo vicini al campus.
“Non ho un dormitorio. Hardin e io…” riesco a malapena finire la frase. “Mi ha convinto a trasferirmi da lui, proprio una settimana fa”.
“No” ansima Zed.
“Si è così…lui è solamente…”balbetto, incapace di trovare una parola adatta a descrivere la sua crudeltà.
“Non sapevo si fosse spinto così in là. pensavo che una volta che avessimo visto le… sai, la prova…lui sarebbe tornato a essere normale vedendo una ragazza diversa ogni notte. Ma poi è scomparso. A malapena ci vedevamo, tranne quella notte che è venuto al porto e ha tentato di convincere me e Jace a non dirtelo. Ha offerto a Jace una bella sommetta in cambio del silenzio”.
“Soldi?” dico. Hardin non sarebbe potuto cadere più in basso. Lo spazio all’interno del pick-up di Zed si rimpicciolisce dopo ogni schifosa rivelazione.
“Si. Jace ci ha riso su, certo, e ha detto ad Hardin che avrebbe tenuto la bocca chiusa”.
“E tu no?” chiedo, ricordando le nocche arrossate di Hardin e il viso di Zed.
“Non esattamente…gli ho detto che se non te l’avrebbe detto presto, te l’avrei detto io. Ovviamente a lui non è piaciuta quella idea” dice, e indica il suo viso. “Se ti fa sentire meglio, credo che tenga a te”.
“No. E anche se fosse così, non mi importa” dico, e appoggio la testa al finestrino.
Ogni bacio, ogni carezza che ci siamo scambiati è stata condivisa con gli amici di Hardin, ogni momento è stato messo in bella mostra. I miei momenti più intimi. I miei momenti più intimi decisamente non sono i miei.
“Vuoi tornare a casa mia? Non intendo essere inquietante o spingerti in qualche modo. Ho solamente un divano dove potresti stare finche… capisci cosa fare?” offre.
“No. No, grazie. Posso usare il tuo telefono devo chiamare Landon”.
Zed indica il telefono sul cruscotto e per un momento penso a come sarebbero state diverse le cose se, dopo il falò non avessi scelto Hardin ma Zed. Non avrei mai fatto tutti questi errori.
Landon risponde al secondo squillo e, proprio come sapevo avrebbe fatto, mi dice di andare da lui. grata non gli dico cosa sta succedendo, ma lui è così gentile. Do a Zed l’indirizzo di Landon e lui rimane tranquillo per gran arte del viaggio verso l’altro lato della città.
“Certamente verrà da me per averti portato da qualche parte che non sia casa sua” dice alla fine.
“Non mi scuserò per essere nel mezzo di tutto questo… ma voi ragazzi ci avete messo del vostro”, dico onestamente. Un pochino biasimo Zed, perché credo avesse delle intenzioni migliori di Hardin, ma le mie ferite sono troppo fresche per pensarci proprio adesso.
“Lo so”.
“Se hai bisogno di qualcosa chiamami” offre, e io annuisco prima di scendere dall’auto.
Vedo il mio respiro condensarsi davanti al mio viso in sbuffi caldi nell’aria fredda ma non sento freddo. Non sento niente.
Landon è il mio unico amico, ma vive a casa del papà di Hardin. Non c’è dell’ironia in tutto questo?


“Sta facendo proprio freddo qua fuori” dice Landon facendomi entrare in casa. “Dov’è il tuo cappotto?” dice con tono giocoso, poi sobbalza quando mi vede.”Cosa è successo? Cosa ti ha fatto?”
Con lo sguardo esamino la stanza, sperando che Ken e Karen non siano al piano inferiore. ”Ѐ ovvio, no?” mi asciugo gli occhi.
Landon mi stringe fra le sue braccia e io sbatto ancora gli occhi. Non ho più la forza, ne fisica ne emotiva, di piangere. Ho superato quel punto. L’ho superato da tempo.
Landon mi prende un bicchiere d’acqua e dice :”Vai su nella tua stanza.” Riesco a sorridere, ma qualche istinto perverso mi fa andare verso la stanza di Hardin quando arrivo al piano superiore. Quando lo capisco, il dolore che è così vicino a tornare indietro si fa largo in me, così mi giro velocemente e mi dirigo verso la mia stanza dall’altra parte del corridoio. I ricordi di me che corro per il corridoio verso la stanza di Hardin quella notte quando lo ho sentito urlare mentre dormiva mi passano davanti agli occhi  quando apro la porta. in imbarazzo, mi siedo sul letto della mia stanza incerta sul da farsi.
Landon mi raggiunge qualche minuto dopo. Si siede vicino a me, è abbastanza vicino da mostrare preoccupazione, ma ancora troppo lontano dall’essere irrispettoso.
“Vuoi parlarne?” chiede gentilmente.
Annuisco. Anche se ripetere l’intera faccenda nella mia testa fa più male che averlo scoperto per la prima volta, dire tutto a Landon è liberatorio e è bello sapere che almeno una persona non sapeva che fossi stata umiliata per tutto il tempo.
Ascoltandomi, Landon rimane immobile come una statua, tanto che non riesco a capire cosa sta pensando. Voglio sapere cosa pensa del suo fratellastro o di me. Ma quando ho finito, si alza arrabbiato.
“Non riesco a crederci! Cosa cazzo ha quel ragazzo che non va! Pensavo stesse diventando… almeno…decente…e lui fa questo! È una situazione così contorta! Non riesco a crederci che avrebbe fatto questo che, tra tutti, avrebbe fatto questo proprio a te! Perché cazzo deve rovinare l’unica cosa che ha?”
Non appena Landon finisce di parlare la sua testa si volta.
E poi lo noto anch’io: dei passi lungo le scale. Non solo dei semplici passi, ma il suono di stivali contro il parquet.
“Lui è qui” diciamo entrambi e per un nanosecondo prendo in considerazione l’idea di nascondermi nell’armadio.
Landon mi guarda con uno sguardo serio e maturo. “Vuoi vederlo?”
Scuoto freneticamente la testa e Landon raggiunge la porta per chiuderla non appena sento la voce di Hardin penetrare in me.
“TESSA!”
Non appena Landon gli prende il braccio, Hardin se lo scrolla di dosso e lo supera. Si ferma nel centro della stanza e io mi alzo dal letto. Non abituato a questo genere di cose, Landon, per un momento resta immobile.
“Tessa, grazie a Dio sei qui.” Lui singhiozza e si passa le mani tra i capelli.
Il mio cuore prova dolore quando lo vedo e distolgo lo sguardo concentrandomi sul muro.
“Tessa, piccola. Devi ascoltarmi. Per piacere…”
Rimango in silenzio e cammino verso di lui. i suoi occhi si illuminano di speranza e allungo una mano verso di me, ma io lo supero, e vedo la speranza abbandonarlo.
Bene.
“Parlami” mi implora.
Scuoto la testa e mi metto vicino a Landon. “No. Non ti parlerò mai più!” grido.
“Non lo dici sul serio…” Hardin fa un passo verso di me.
“Stai lontano da me!” urlo non appena mi prende il braccio.
Landon si mette fra di noi e mette il suo braccio sulla spalla del fratellastro. “Hardin devi andare”.
La mascella di Hardin si irrigidisce e guarda prima me e poi Landon.
“Landon, devi andartene via dal cazzo” lo avvisa.
Ma Landon rimane li e conosco abbastanza bene Hardin da sapere che sta soppesando le diverse opzioni: se ne vale la pena spingere via Landon proprio ora, davanti a me.      


   

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