sabato 16 febbraio 2019

Recensione: Vedrai, vedrai - Stefano Amato



Titolo: Vedrai, vedrai.
Autore: Stefano Amato
Casa editrice: Giunti
Numero pagine: 222
Genere: Romanzo
Voto storia: ⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️
Voto copertina☁☁☁☁





Solo il tempo, e un piatto
Cucinato con amore,
Possono guarire
Un cuore spezzato.


Ciao a voi Nuvole,
Spero vada tutto bene. Io voglio subito iniziare a parlarvi del nuovo libro. Un libro che penso meriti di essere letto una volta nella vita.

La storia di un aspirante chef che decide di trovare la propria strada... fra piatti di alta ristorazione e un amore che sboccia inaspettato. Alessio è un timido diciannovenne siciliano. Dopo il diploma, decide di trasferirsi a Milano, abbandonando la propria strampalata famiglia. A Milano la zia Franca gestisce un ristorante di successo, "il Beccafico". Il giovanissimo chef, Roberto Bernini, è la star del locale, e Alessio diventa un factotum alle sue strette dipendenze. Proprio in cucina conosce la coetanea Beatrice, aspirante fotografa veneta che per sbarcare il lunario lavora a sua volta al Beccafico. Per Alessio è un colpo di fulmine...

Vi chiederete “perché leggere questo libro?” Il motivo è molto semplice: è un romanzo che rilassa, che non ti annoia, che ti mette voglia di conoscere il finale.
I personaggi sono piacevoli, il protagonista poi, Alessio, è uno di quelli che è fatto a modo proprio e la gente fatta in un certo modo, singolare, penso debba essere considerato patrimonio dell’Unesco di questi tempi.


Non è facile, ad oggi, trovare qualcuno che rimane se stesso indipendentemente da ciò che lo circonda. Per di più Alessio è circondato da gente che si omologa al mondo in cui vive. Beatrice, Roberto, la sorella Lucy, Fabrizio e la moglie Magda, la zia Franca, sono tutti perfettamente incastonati nel proprio mondo, mentre Alessio no.

Alessio crede di non appartenere a Cirasa, paese di origine, in Sicilia, e parte alla volta della Milano tanto famosa e decantata da chiunque. Ma lì, nonostante si innamori e impari a viverci, non si trova a suo agio, non riesce ad essere se stesso. Ritroverà se stesso nel luogo delle sue origini, avendo fatto suo ciò che ha appreso nella grande città metropolitana e facendo ancora meglio. Alessio cresce, matura e torna nel luogo della sua infanzia perché capisce che è inutile scappare da se stessi, inutile darsi arie vivendo in un’altra città dove puoi essere chiunque tu voglia, tanto non importa a nessuno chi eri prima, capisce che in fondo aveva solo bisogno di farsi un giro per poter finalmente apprezzare ciò che è sempre stato. Forse questo é il segreto di chiunque lasci la propria casa: ha bisogno di innamorarsi di ciò che si è.

Questo libro lo sento abbastanza personale, magari per questa ragione lo consiglio, tuttavia a prescindere dalla mia esperienza personale suppongo che valga la pena leggerlo per il semplice fatto che ha quella marcia in più che, spesso, occorre affinché un libro sia degno di tale. Fa sorridere, anche.
Non c’è nulla che abbia da rimproverare a questo autore, non c’è nulla che debba essere ripreso. Per di più Alessio è un sognatore, uno di quelli che se si mette una cosa in testa fa di tutto perché possa prendere forma, se ne frega di ciò che la gente è e scava nel profondo, è una di quelle persone che se sia ha la fortuna di incontrare ti cambia la vita. Infatti, ha cambiato la vita di chiunque nel bene o nel male.

Erika

Nessun commento:

Posta un commento