sabato 7 aprile 2018

Recensione: Mai più innamorata

Salve ragazze, come stanno andando le vostre vite?
Leggete tanto nell'ultimo periodo?
Con l'arrivo della Primavera devo dire che rinchiudersi dentro casa diventa un po' più complicato, l'ideale sarebbe quello di avere sempre qualche libro a portata di mano, pronto all'uso, magari in un bel prato verde o in riva al mare... insomma buttiamo dentro un po' di romanticismo e tanta immaginazione e immergiamoci nel mondo idillico perfetto per le nostre letture!

Detto ciò, partiamo dall'argomento principale di queste righe: il nostro nuovo libro! 

  • Titolo: Mai più innamoraa
  • Autore: Cecile Bertod
  • Casa Editrice: Newton Compton
  • Pagine: 331
  • Da leggere o no? Si può vivere anche senza 
  • Voto: 5


Voto copertina:

Mai più innamorata” racconta di una scrittrice, Daphne, famosissima nella calda Los Angeles di romanzi d'amore, alla 50 Sfumature però. 
La storia parte con la protagonista depressa e frustrata, che scorda il matrimonio della sorella, scorda in che giorno della settimana siamo e indovinate? Scorda abito da cerimonia e fedi nuziali! Insomma un disastro di sorella e di essere umano.

((Piccola parentesi: sono curiosa di conoscere di che tipo di depressione soffre la gente con una montagna di soldi. Davvero, se qualcuno di voi ne conoscesse la ragione può tranquillamente scrivermi sulla pagina del blog Instagram @AnniDiNuvole e rendermi partecipe del proprio punto di vista, perché la cosa inizia a mettermi diversi pulci in testa)). 


Comunque sia, la nostra intellettuale, frustrata, protagonista si ritrova a dover pagare il super regalone della sorella che ha deciso di ristrutturare una deliziosa casetta, in un altrettanta deliziosa cittadina del Canada, ma qualcosa non va per il verso giusto (cioè tipo che Daphne è una sottospecie di tirchia e non appena capta che dovrà sborsare un'ulteriore cifra per la super piscina che la sorella ha deciso di piazzarsi in giardino decide bellamente di fare armi e bagagli e presentarsi nel luogo del misfatto e fermare i lavori).

Daphne, nel frattempo, sta lavorando ad un nuovo romanzo, ma sempre per la solita frustrazione di mezzo ha perso l'illuminazione e non riesce a scrivere il grande romanzo d'amore erotico che chiunque si aspetterebbe di leggere; suggeritole da un amico, sfrutta l'occasione del “distratto” e si reca nel piccolo paesello per poter ritrovare la pace che le occorre.

Quindi prende e va, tuttavia qualcosa non va per il verso giusto: innanzitutto l'architetto Ed, il quale si sta occupando dei lavori in casa della sorella, costringe Daphne ad uno strano teatrino per recuperare la fidanzata che l'ha mollato a causa di uno stupido romanzo (è così che lo definisce lui), che il caso vuole sia stato scritto dalla nostra Daphne e di conseguenza, secondo il ragazzo, unica imputata per tutto sto spargimento di lacrime e di matrimonio mandato all'aria. 


Insomma il romanzo non è chissa quale grande romanzo e non ha chissà quale grande e profonda morale, di certo Daphne ha seri problemi di autostima, tali che l'hanno portata a non godere del benessere di cui invece è circondata (uno schiaffo alla povertà di quelli proprio paurosi) e non riesce neanche ad essere consapevole di se stessa e della gnocca che è.

Che poi chi ha seri problemi ad addattarsi finisce sempre per cuccarsi l'uomo perfetto riempiendo la nostra vita di false aspettative portandoci ad una vita, vera, piena di frustrazioni. A maggior ragione quando non possiedi un conto in banca così florido.

Abbiamo dato la colpa alla Disney per i nostri sogni infranti di principi azzurri su cavalli bianchi pronti a salvarci dalla matrigna cattiva, ma non smettiamo comunque di autoflaggellarci da sole con queste continue letture.

Daphne rappresenta un po' lo stereotipo inverso: donna concreta e decisa dell'inesistenza dell'amore, poi invece eccola completamente invaghita di un altro. Non è sbagliato dare speranze, anzi, queste sono essenziali ai fini della nostra sopravvivenza perché un pizzico bisogna pur preservare il nostro lato sognatore, il problema è quando tutto ciò sfugge di mano e si va oltre e pensi che invece sia tutto così come te lo aspetteresti.

Una cosa ha trovato, però, il mio consenso: il destino. Nel romanzo il destino ha un po' un ruolo centrale e tutto si conclude con la vincita di questo su tutto il resto.

Voi ci credete?

Pensate ci sia già qualcosa di predestinato?

La nostra Daphne non ha di certo fatto breccia nel mio cuore, ma magari non sarà per tutti così. Perciò provate a leggerlo, se mai vi capiterà, e fatemi sapere cosa ne pensate... e se condividete il mio point of view... e se, invece, ne avete uno alternativo.

Buona lettura nuvole!

Erika


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