lunedì 26 febbraio 2018

Recensione: Quello giusto per me


Ciao ragazze!
Oggi vi parlo del romanzo “vittima” di alcuni miei post su facebook.
L’avevo acquistato già da un po’ perché la copertina fa letteralmente venire l’acquolina in bocca, ma poi era stato sepolto e dimenticato tra tutti gli altri romanzi, finché mi sono detta che prima di iniziare a leggere (e a comprare) altri romanzi, dovevo prima terminare quelli che già avevo. Quindi ho iniziato con questo sport romance erotico che mi ha lasciato delle perplessità:

  • Titolo: Quello giusto per me
  • Autore: Natasha Madison
  • Casa Editrice: Quixote
  • Pagine: 338
  • Da leggere sì o no? Bell’erotico dallo scheletro inesistente
  • Voto: come erotico = 9 // come romanzo sport romance = 4



Voto copertina:


Parker è una mamma e un’allenatrice di hockey. Ha un palazzetto fantastico, dove si allenano anche delle stelle del ghiaccio in riabilitazione, cioè quelle che hanno subito un infortunio durante la stagione precedente. Parker ha trentacinque anni, è divorziata e ha una scarsa autostima in se stessa… A volte.
Sa di essere una bella gnocca, eppure non riesce a capire come mai il suo ex marito l’abbia tradita scopandosi l’assistente durante i numerosi viaggi di lavoro.
Parker, tra figli, lavoro e drink con la sua migliore amica, trascorre le giornate serenamente.
Finché non arriva lui.
La stella dell’hockey che dovrà rimettere in sesto durante l’estate: Cooper Stone.
L’uomo che vuole iniziare i suoi allenamenti alle tre del mattino e che l’accusa di incompetenza appena la vede arrivare nel parcheggio.
Eppure le cose cambiano quella stessa sera, quando si scambiano un bacio appassionato nel bagno della casa della migliore amica di Parker.
E da lì i baci non sembrano più voler smettere.
Tra i due scoppia una scintilla che entrambi non sapevano nemmeno che esistesse, una fame così insaziabile che non riescono nemmeno ad arrivare in camera, e devono accontentarsi della prima parete disponibile.
Cooper ha un fisico da sogno, degli addominali scolpiti nella pietra, delle cosce marmoree e un’attrezzatura che desterebbe invidia a un attore porno.
Parker è una trentacinquenne mamma le cui tette non conoscono la gravità e capace di urlare “DAMMELO COOPER DAMMELO!” a ripetizione.
Perché è questo che succederà nel romanzo.
Tanto sesso.
Poca azione.
E dei balzi temporali che nemmeno Doctor Who si immaginerebbe di fare.
Riuscirà il lettore a capire qual è il passato e quale il presente?
Per saperlo, continuate a leggere la recensione.


La serie Something so si articola in questa maniera:

  1. Quello giusto per me;
  2. Something so perfect;
  3. Something so irrestible.

Prima di darmi il mio personale commento, vorrei sottolineare una cosa.
Chi legge le mie recensioni, sa che pochissime volte ho usato il sarcasmo durante la sinossi. Anche quando sto parlando di romanzi che non mi piacciono, cerco di essere il più imparziale possibile e poi di lasciarmi andare nel mio angolo personale.
Io c’ho provato, davvero… ma era più forte di me.
Questo romanzo non fa schifo, solo che ha uno scheletro costruito con la carta velina. Solamente le scene erotiche sono ben costruite e articolate (ok, dobbiamo tralasciare i DAMMELO COOPER DAMMELO ma si tratta solo di tre parole, anche se ripetute in abbondanza).
L’errore che più comunemente appare nei romanzi erotici è… avere un romanzo con sole scene erotiche. È un controsenso? Assolutamente no!
Una volta Lauren Rowe, in un’intervista fatta in esclusiva ad AnniDiNuvole, disse che una scena erotica non deve mai essere fine a se stessa, ma deve sempre portare un arricchimento, una scoperta… deve essere legata a un avvenimento importante.
Il sesso è il pepe della vita, non ci sono dubbi, ma deve essere posto su una pietanza che ti fa già venire l’acquolina in bocca, giusto?
Cosa che purtroppo manca in questo romanzo.
La trama è esattamente quella che vi ho descritto sopra. Un ragazzo incontra una mamma trentacinquenne con delle tette che sfidano la gravità (sì, lo ripeto perché l’autrice lo ripete tipo ventiquattro volte a pagina), si innamorano e vivono per sempre felici e contenti.
Quello che potrebbe essere il plot twist del romanzo, la scena che potrebbe far diventare tutto più interessante, è presentata alla pagina QUATTRO!
Ebbene sì, amiche e amici… noi già all’inizio del romanzo sappiamo che Cooper ha una fidanzata e che, contemporaneamente, se la fa anche con Parker, la nostra mamma trentacinquenne dalle tette che sfidano la gravità.
Ma, naturalmente, la cosa si risolve in un battibaleno.
Si trattava semplicemente di un’incomprensione ed in realtà Monica non è che l’ex fidanzata di Cooper, vogliosa di rientrare nelle sue mutande anche se il contenuto è già di proprietà di Parker.



Vi rendete conto?

A peggiorare la situazione, ecco dei punti su cui vorrei riflettere:

La traduzione.
Errori pessimi, ho arricciato il naso più volte.
Concordanza soggetto verbo sbagliata, calchi tremendi, situazioni IMBARAZZANTI.
Allorché ho fatto una cosa che non pensavo avrei mai fatto. Ho mandato una mail alla Casa Editrice e mi sono lamentata come se non ci fosse domani.
Sarò stata etichettata come una stronza rompicoglioni o peggio, ma i libri sono da leggere.
Non da maltrattare.

Il tempo.
Il romanzo si legge in poco meno di una giornata, è davvero molto scorrevole.
Continuavo a borbottare il mio disappunto, ma questo non mi ha mai impedito di fermarmi e smettere di leggere.
Eppure dovevo fare delle pause per… capire a che punto della scena fossi.
L’autrice salta, senza problemi e senza rimorsi, dal passato al presente, senza avvertire i poveri lettori che non capiscono più nulla.
Sembra una cosa di poco conto e forse è semplicemente lo stile dell’autrice, ma passare da una Parker incinta a una Parker che ha già partorito da tre mesi è destabilizzante.
I salti nel passato non fanno bene a nessuno, creano solo più confusione.



Il tempo (parte II)
Passarono due mesi…
Dopo delle settimane…
E arrivò l’inizio della scuola…
Nelle settimane dopo quell’avvenimento parlammo molto…
Il romanzo è ricco di frasi di questo tipo, che mi hanno fatto storcere il naso più di una volta perché è importante mostrare le avventure quotidiane di una famiglia, non solo la parte erotica. Sono i momenti quotidiani che aiutano una coppia a mantenersi stabile, non il sesso… per quanto erotico e fantastico possa essere.

Il tempo (parte III)
Per tre quarti del romanzo mi sono domandata quanti anni avessero Cooper e il figlio maggiore di Parker. Sembrano dettagli stupidi, ma vi assicuro che non è così. Cooper viene descritto come un campione dell’hockey super sexy, con una grande carriera alle spalle… ma contemporaneamente gestisce le relazioni ancora come un ragazzino. Inoltre Parker non vuole festeggiare il suo compleanno perché “la fa sentire vecchia quando è insieme a un uomo così giovane”. Invece hanno solo CINQUE ANNI DI DIFFERENZA.
Invece, per quanto riguarda Matthew, il figlio più grande, la situazione si è fatta ancora più complicata. A volte parla come un ragazzino di undici anni, sul ghiaccio si comporta come un campione navigato e uno scaricatore di porto, sua mamma gli chiede se ha superato il metro e ottanta… Invece ha tredici anni. Quando ho completato questo tassello mancante ero leggermente sconcertata, ma se l’autrice ha deciso così…
Il mio appello è il seguente: i personaggi devono essere coerenti alla loro personalità e alla loro età, non possono parlare come neonati se hanno tredici anni, ma nemmeno come adulti dalla scorza dura. Il realismo è la chiave di ogni romanzo… anche di quelli fantasy.



Quindi, a me l’ardua sentenza.
Leggere o no questo romanzo?
Beh, ve la metto così. Se siete pronte a superare tutte le avversità descritte in questa recensione… Armatevi di forza e coraggio e leggete.
Se invece preferite un romanzo più complesso, ben scritto e strutturato… buttatevi su qualcosa di diverso.
Sarà stronza e cattiva, non ho problemi ad ammetterlo, ma le mie lettrici meritano solo il meglio.

Un abbraccio e… alla prossima recensione!

Robi







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