martedì 17 gennaio 2017

Recensione: Flower


Salve a tutti voi, splendidi lettori nuvolosi.
Come state? Come sta andando questo primo mese dell’anno?
In campo di letture le case editrici questo mese ci stanno dando tantissimi libri e scegliere il prescelto da recensire è sempre difficile.
Tra le mani mi è capitato un libro che… forse avrei fatto meglio a sceglierne un altro. Di chi sto parlando? Forse avete già capito qualcosa dal titolo ma entriamo più nel dettaglio.

  • Titolo: Flower
  • Autore: Elizabeth Craft & Shea Olsen
  • Casa editrice: Newton Compton
  • Numero pagine: 320
  • Da leggere o no? NO! Risparmiamo tutti i bei soldoni per qualcosa che vale la pena
  • Voto: Non classificato


Voto copertina:


Charlotte non vuol fare lo stesso errore che viene tramandato nella sua famiglia di generazione in generazione.

Proprio come sua nonna, sua mamma e infine sua sorella, l’amore ha rovinato le loro vite. Hanno messo da parte i loro sogni, i loro ideali, i loro obiettivi e hanno dato peso a degli uomini che le hanno solamente sedotte e abbandonate dopo una gravidanza indesiderata.
Charlotte ha la testa sulle spalle e un anello al dito di sua madre che le ricorda la strada da percorrere. Il suo obiettivo è studiare ed essere ammessa a Stanford per coronare i suoi sogni.
Ma quando dalla porta del negozio di fiori in cui lavoro entra Tate, il famoso cantante pop che lei a primo colpo non riconosce, tutto cambia.
Tate con i suoi gesti e le sue canzoni mette sottosopra il mondo fatto di certezze di Charlotte.
Come potrà andare a finire?


Una sofferenza!
Una lunga e lentissima sofferenza è stata la lettura di questa storia.
Questo libro è l’esempio lampante che tutte le ciambelle non riescono con il buco, la ciambella è la trama e il buco è la storia.
Una trama intrigante, che mi ha subito colpito ma quando poi si va a scavare più nel fondo, e cioè si va a leggere la carta, allora l’unica cosa che pensi è come sfogarti dopo aver letto 320 pagine di nulla misto a rabbia.
Charlotte è una cretina. Mi dispiace per chi ha apprezzato il libro, ma Charlotte è palesemente una creatura svampita e totalmente non assennata.
All’inizio, per i primi due capitoli, mi era simpatica. Eravamo partiti benissimo con lei che era una studiosa, fortemente dedita ai suoi obiettivi, non smetteva di tener fisso lo sguardo sulla bandierina di arrivo della sua carriera. Brava Charlotte, una donna indipendente! Senza pregiudizi su chi era e cosa facesse, totalmente indifferente alla sua mancanza di moda o che si voglia.
Poi… il baratro: Tate Collins, che fatemelo dire, ma… che razza di nome è? Tate? Ta-te-ti-to-tu.
A primo acchito, quando sembra che si conoscessero, pensavo fosse un suo vecchio amico d’infanzia o che so io, invece NO! Tate è un famosissssssssimo cantante pop (manco lei lo ha riconosciuto subito) che guarda un po’ è perso nel suo baratro dominato da un passato sconvolgente e il suo futuro ombreggiato dalla sua caduta dato che non riesce più a scrivere canzoni.
Non disperate fan di Collins, a quanto pare basta un’occhiata a Charlotte per fargli riprendere la voglia di scrivere canzoni.
Ma basta un’occhiata anche a Charlotte per perdere la testa, nonostante dicesse che non le importasse nulla di questo tipo, inizia anche lei a vacillare sperando di veder entrare quel ragazzo misterioso ogni sera dalla porta del negozio di fiori in cui lavora.
Tutto molto romantico, si. Sembrerebbe.


Ed è da qui che quel minimo di spina dorsale che aveva la nostra protagonista è sparito.
Perde totalmente di vista i suoi obiettivi per un ragazzo che A- ha conosciuto da solamente due giorni e B- la tratta manco una foca che gioca con la palla.
Tate esordisce in questo pseudo rapporto fornendo delle regole, di come tutto deve essere allo scuro, di come a quanto pare non sembra esserci molto futuro per loro e Charlotte cosa fa? Cosa mai vi aspettereste da una ragazza con la testa sulle spalle, che ha deciso che non cascherà sull’amore come una pera matura dall’albero?
Ovviamente… accetta!


E da qui in poi ho iniziato a invocare Zeus affinchè mi colpisse con un fulmine dritto sulla capoccia per far smettere di far sanguinare i miei occhi nella lettura.
È un susseguirsi di tira e molla, di un Tate mestruato e di una totale e inconcepibile non più matura Charlotte.
Non solo Tate ha esordito con questa sorta di contratto ma tratta di merda anche la sua così detta “fidanzata” perché ha perso la testa per lui e… reggetevi forte, lo ama da solamente due giorni.
Ma poi non è solo questo, è lei che è il centro focale dell’incazzatura di questo libro. Tratta malissimo sua nonna che l’ha cresciuta e l’ha tenuta con se proprio come se fosse sua figlia, dicendo che ormai ha diciott’anni e che se ne infischia delle regole di quella che è il suo tutore legale, che vuole fare come dice lei ora che è grande.
Guardando sotto la lente di ingrandimento questa scusa, come diamine è che Charlotte si sottomette alle regole di uno sconosciuto come Tate ma se ne infischia di quelle della nonna, che l’ha fatta diventare la donna che è ora?
Charlotte è assolutamente il personaggio più insopportabile che abbia letto in questo nuovo anno. Se ne infischia altamente delle persone che fino ad ora le hanno voluto bene, proprio come il suo amico Carlos che non se lo fila più di striscio da quando si “fidanza”, ma da peso assurdamente e ingiustificatamente a un uomo che non solo la tratta come un calzino, non solo è uno stalker patentato, ma è uno SCONOSCIUTO!
Va a capovolgere tutti quanti i suoi ideali che ha difeso fino ad ora.

Insomma nuvoline, questo romanzo è di una pochezza assurda. È iniziato come un romanzo stimatore del femminismo, che urlava “potere alle donne” e poi man mano si sotterra su di un maschilismo ai confini del ridicolo. Addirittura Charlotte cambia look per far piacere a lui, senza nemmeno far finta di ribellarsi quando Tate la porta a fare shopping.
Qui c’è davvero del male. Qui davvero bisogna rivedere il concetto che si vuol dare alla parola “amore”.
L’amore non si sottomette, l’amore si accetta per quello che è, l’amore non mette in disparte i tuoi sogni e i tuoi ideali, l’amore ti fa crescere.
Io tutto ciò non l’ho visto in “Flower”.
Il successo mondiale che è scritto in copertina, secondo me è da rivedere così come tutto quanto il romanzo.
Mi dispiace ma non mi va di dare nemmeno un voto a questa storia, perché se dovessi classificarla su una scala da 1 a 10, non prenderebbe nemmeno l’ultimo posto.

Se volete un consiglio, lasciate perdere. Ci sono così tanti altri libri belli.
Fatemi sapere cosa ne pensate e perdonate il mio ciarlare per chi invece la storia è piaciuta anzi… vorrei proprio sapere da voi cosa invece vi è piaciuto tanto di questa relazione tra Charlotte e Tate che io non ho visto.

Io vi do l’appuntamento alla prossima. Sempre qui con AnniDiNuvole.

Ila


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