venerdì 13 gennaio 2017

Recensione: Beta


Ciao nuvoline,
oggi vi parlo di un self che mi è piaciuto tantissimo. Diciamo che sono un po’ di parte perché seguo l’autrice da anni e anni… e anni. E ancora non ho capito perché, tra tutte le autrici self che ci sono in giro e sono state scoperte e ora pubblicano con delle CE, la signora in questione, nonostante le sue grandi doti che dovrebbero portarla lontano, ancora non è stata notata.
Boh, io non so… il mondo funziona al contrario.
Ma noi, qui ad AnniDiNuvole, non ce la siamo lasciata sfuggire. E leggete fino in fondo perché solo così potrete gustarvi una deliziosa intervista esclusiva!!


  • Titolo: Beta
  • Autrice: Mirya
  • Romanzo autopubblicato, disponibile su Amazon e Kobo
  • Pagine: 308
  • Da leggere sì o no? ASSOLUTAMENTE!!
  • Voto: 9


Voto copertina:


Mancano pochi giorni a Natale e Caleb Webster si sta rigirando nel letto. È a casa per le vacanze, sia lui che Bug hanno lasciato Upgrade per trascorrere quelli che dovrebbero essere giorni di gioia con la famiglia. Ma non si sono lasciati in buoni rapporti.
Tutto a causa di quei suoi amici… per nulla alla sua altezza. Cosa credeva, lei? Che lui avrebbe fatto i salti di gioia nel saperla insieme all’Anomalia e agli altri a casa Dunn? Che avrebbe accettato l’invito e avrebbe trascorso le vacanze a casa di quei Beta?
Ma assolutamente no.
La loro storia d’amore è troppo fresca per condividerla con gli altri.
Lui non è pronto a condividerla con gli altri.
È durante questa notte insonne che, improvvisamente, apparendo dal nulla, gli fa visita il fantasma dello zio Sullivan, il fratello della madre che informa il nipote, sempre più incredulo, stupito e shoccato, delle visite di tre spiriti durante le notti successive.
Perché Caleb sta facendo veramente un grande errore nel non accettare l’invito di Leanne a casa Dunn. Un po’ per egoismo, un po’ per paura di andare fuori dai soliti schemi che vengono inculcati in un Gold fino dalla nascita, non si rende conto che questa potrebbe essere la classica goccia capace di far traboccare il vaso e rovinare la sua relazione con la Bug per sempre.
In un continuo alternarsi tra passato e presente, ripercorriamo e accompagniamo Caleb nel percorso che lo porterà a prendere le decisioni più importanti della sua vita.
Ma, soprattutto, lo accompagniamo in un’estenuante scoperta di se stesso: scopriamo, con lui, che Caleb Webster è intrappolato in una gabbia d’oro di doveri e costrizioni e assistiamo alla sua fuga, dolorosa e a tratti non piacevole, verso la libertà.

La saga Wired è composta in questo modo:

  1. Glitch (recensione QUI)
  2. Beta
  3. Gold


Sicuramente non devo ripetere ancora una volta le ragioni per cui amo Mirya e il suo stile, giusto? Perché sono sicura che le sapete a memoria… però forse non sapete perché ho amato questo romanzo, quindi è meglio che mi dia una mossa.
Personalmente credo che la nostra Prof abbia fatto centro ancora una volta. La tematica trattata nella saga è attuale e, al contempo, innovativa. Per riprendere in breve il succo della situazione, ricordiamoci che viviamo in un mondo sempre connesso alla rete e completamente virtuale, dove alcune persone hanno sviluppato al loro interno una presenza: l’Alter. Naturalmente c’è un Nemico Pubblico che vuole governare il mondo, Zero Uno, e qualcuno disposto a sacrificarsi per il bene dell’umanità, Adam Freebody e i suoi amici.
Se Glitch era concentrato sulla storia di Leanne, sul suo passato e sul suo vissuto, Beta si concentra sul nostro Gold preferito.
Caleb.
Le aspettative del padre, la scoperta dell’amore e dell’amicizia, la voglia di compiacere e contemporaneamente di essere se stesso, di scoprire chi è veramente.
Tutte cose che apparentemente sono scontate, tutti valori che dovrebbero essere esercitati da tutti. Da un Glitch, come da un Beta, come da un Gold.
Eppure per i Gold non è così: sembrano essere manovrati da qualcuno molto più in alto di loro.


In una costante alternanza tra passato e presente, i fantasmi ci mostrano come Caleb ha passato i Natali durante la sua infanzia, rigidi e privi di quel calore che dovrebbe contraddistinguere le feste e, contemporaneamente, ripercorriamo il suo percorso ad Upgrade.
Questo ha certamente anche chiarito le idee del lettore, lasciandolo, tuttavia, a bocca aperta e desideroso di avere un altro romanzo di Mirya tra le mani per poter scoprire il rapporto che lega Adam e Caleb (e che io non vi svelerò qui perché dovete leggere Beta a tutti i costi).
Oserei dire che si tratta di un romanzo più statico rispetto al precedente, forse perché, nonostante gli eventi siano narrati da un’altra prospettiva, sappiamo già il loro corso. E quando vi verrà l’intenzione di saltare qualche paginetta perché Ma questo passaggio l’ho già letto. Cosa potrebbe succedere di diverso? ecco, è proprio in questo momento che alla storia che abbiamo letto un anno fa si aggiungono altri particolari e arricchiscono la scena.
E ora, per rendere la nostra recensione ancora più interessante, vi regaliamo un’esclusiva intervista. Ringraziamo Mirya per aver accettato il nostro invito ancora una volta e speriamo di avervi spinto a leggere questo romanzo perché è semplicemente fantastico!


Bentornata Prof!
Tutto bene? Come sta procedendo l’anno scolastico? Buoni propositi per l’anno nuovo? Beta è stato pubblicato a quasi un anno di distanza dal primo romanzo? Cos’è successo in questi dodici mesi?

Cos’è successo nel mondo dei Wired o nella mia vita? In entrambi i casi direi che questo è stato un anno di completa disarmonia e zeppo di parole. Tutte scurrili.

Nella scorsa intervista ci dicesti che Caleb non avrebbe mai dato un nome al suo Alter. Questo, infatti, è stato battezzato da Anne.
Jude.
Hai tratto ispirazione dalla canzone dei Beatles “Ehi Jude” oppure semplicemente è l’abbreviazione di Judas, il primo traditore?

Come sempre entrambe le cose, più altre: c’è anche un altro Giuda tra gli Apostoli, Giuda Taddeo, che potrebbe essere imparentato con Gesù e ha scritto un Vangelo, e c’è il Giuda che ha dato il nome all’omonima tribù e poi al Regno di Giuda, alla cui storia ho pensato. Giuda è un nome ricco di contraddizioni, di avventure, di sacrifici, di dolore e di gloria, ed è l’ombra perfetta di Caleb.

Personalmente credevo che la storia di Adam sarebbe stata svelata solo verso la fine di Gold, invece no. Viene inserita al primo posto, all’interno del prologo di Beta.
Volevi semplicemente torturarci con tutte queste informazioni sapendo che non avremmo potuto farci niente perché Beta non è un romanzo al pari di Glitch, ma più riflessivo e meno dinamico, oppure, ai fini della trama, c’è ben altro sotto?

Dovevo intanto contestualizzare Byron, o la presenza del suo spirito come Annunciatore e le cose che dice non avrebbero avuto senso. E credo che anche le immagini del passato di Caleb siano più comprensibili al lettore che sa cos’è successo ad Aleister e a Claire. Ma, come ho già scritto, il mondo dei Wired è un mondo fatto di stringhe, di codici, di design. E queste cose possono essere manipolate da chi le sta programmando, ovvero la vostra infida autrice. Poiché non scrivo in forma di narratore onnisciente, ma guardo di volta in volta con gli occhi dei personaggi, non è detto che quel che i personaggi vedono sia proprio come appare. C’è un po’ di Giuda in tutti, no?

Già in Glitch si intuisce che l’amicizia ha un valore molto importante. Eppure in Beta vediamo che anche i Gold, che anche la nuova generazione Gold, non vede più negli affetti una minaccia. Anche da un punto di vista “interraziale”. Come credi che l’omofobia e soprattutto la xenofobia possano cambiare questo sentimento?

Sai la frase attribuita a Morgan Freeman: “Odio la parola omofobia. Non è una fobia. Non sei spaventato. Sei solo un coglione.”? Ecco, per certi versi in fondo la vedo anche io così, però so che quella coglionaggine viene davvero dalla paura, che a sua volta viene dall’ignoranza. Trovo difficile credere che una persona istruita, ma istruita davvero, nella mente e nel cuore, possa avere dubbi sul fatto che siamo tutti uguali.
Il mondo dei Gold è quello forse più ignorante e perciò più coglione, tra le varie tipologie di Wired, perché sono talmente convinti di essere superiori che non si interessano ad altro che a se stessi, e non si istruiscono – ecco il rifiuto di studiare Storia con Mnesti, ed ecco il discorso a proposito del professore. Ma nel momento in cui il gruppo di Caleb si scioglie dalle convinzioni Gold, con una ribellione tanto più ferma quanto più graduale, ecco che non ci sono più fobie – coglionaggini – che tengano, proprio perché nel loro caso le catene si devono spezzare tutte o non se ne può spezzare nessuna. Ed ecco Wang Mei, Boris, e poi l’accettazione di Beta e Glitch – nei confronti dei quali, va detto, resta una bastardaggine che però non è più razzismo, ma semplice abitudine agli sfottò. Perché in fondo i Gold si divertono così.

In che misura credi che “Le colpe dei padri cadano sui figli” abbia condizionato le scelte di chi vuole avere una vita diversa rispetto a quella dei propri padri?

In larga misura; e credo anche che sia vero il contrario, e che le colpe dei figli ricadano sui padri e sui genitori in generale. Penso sia il rapporto più difficile di sempre, quello tra figli e genitori, il più distruttivo e costruttivo, e quello che può fare tanto bene quanto male. A volte credo che passiamo in fondo tutta la vita solo a scendere a patti con questo: il rapporto coi nostri genitori, il rapporto coi nostri figli. E in fondo è sempre la stessa storia.

Come mai hai intitolato il romanzo Beta quando il protagonista è un Gold? Solamente la voglia di rispettare un ordine inverso delle tre caste oppure è un riferimento a ciò che affermi nel corso del romanzo, che in fondo Beta e Gold non sono così diversi?

In questo secondo volume conosciamo bene la casa di una famiglia Beta, i Dunn, e Caleb si pone alcune domande a riguardo che forse sono passate inosservate ma che sono importanti. Inoltre, a parte la divisione delle sezioni, c’è l’evoluzione delle programmazioni: i Glitch sarebbero la versione più bassa, difettosa, i Beta quella di prova, a metà, e i Gold la finale. Dunque: volumi uno, due e tre.

Autolesionismo, nanofluidi… i metodi di Caleb per allontanarsi dal dolore sono alquanto discutibili. Invece Mirya cosa fa quando ha una giornataccia?

Stappo una Ceres, leggo un libro, abbraccio mio figlio e mio marito. Ma quando va proprio male male, in genere io dormo. Cado in catalessi e mi risveglio solo quando sono in grado di affrontare la situazione.

Nel futuro proposto dallo spirito, Leanne ha totalmente rinnegato una parte importante di sé. Come credi possa aver reagito Anne durante tutti quegli anni? Potrebbe aver sviluppato dei sentimenti indipendenti rispetto all’umana, come l’amarezza, la malinconia e l’abbandono?

Il problema, piuttosto, è cosa ne sia di una Alter che è stata del tutto estromessa dalla sua metà umana. Sopravvive come prima, in Gaia, oppure no?

L’Alter non cessa di esistere solo perché sparisce in Gaia… ma nel frattempo che fa? Si potrebbe separarlo definitivamente dal proprio umano?

Appunto, bella domanda. Continua a chiedertelo.

Da lettrice, qual è la scena che ti ha appassionato di più? Da scrittrice, quale ti ha creato più problemi o non voleva proprio essere scritta?

Da lettrice, la disintossicazione di Caleb. Credo che tutti nella vita prima o poi ci siamo dovuti disintossicare da qualcosa o qualcuno, e credo che in quell’esperienza di sogno/incubo si trovino le risposte o le domande più importanti.
Da scrittrice, è stata arduo scrivere la liberazione dell’Alter di Li dal Confine in cui Caleb l’aveva rinchiuso. Ho scritto pezzi sparsi e poi li ho incastrati in un tutto che spero organico, ma quella scena era confusa perché erano confusi i personaggi in gioco e io dovevo vedere oltre la loro confusione.

Qual è la tua canzone di Natale preferita?

Una è troppo poco, devi darmene almeno tre: Let It Snow, The Angel At The Top Of My Tree e All I Want For Christmas Is You. Ma poi tutte, davvero, tutte: le ascolto anche in agosto.

Quanto e come credi che l’egoismo sia in grado di cambiare un rapporto? In alcuni atteggiamenti Caleb è egoista oppure ha semplicemente paura di essere giudicato e abbandonato?

Non sono la stessa cosa?

Oltre alle canzoni di Natale, hai ascoltato qualcosa di particolare durante la stesura?

Di sicuro Non, Je Ne Regrette Rien e Di Sole E D’Azzurro, che cito alla fine, ma ovviamente anche Breathe. E poi Happy Ending, che è un po’ la colonna sonora di tutta la saga.

E ora… facciamo due chiacchiere. Giusto due ;)
Cosa c’è sul tuo comodino in questo momento? Che romanzo, self o edito da qualche CE, ci consigli di leggere?

Sul comodino ho un saggio su Alessandro Magno, Piccole donne e qualche fumetto; il fatto è che ormai leggo pochissimi cartacei e spesso restano lì fermi a lungo. Sul kindle sto rileggendo Endymion di Dan Simmons, il quarto dei Raven Boys di Maggie Stiefwater in inglese (The Raven King), Moby Dick su cui sono ferma da un bel po’, un romance (Tè, zucchero e segreti) e un libro sullo yoga.
Io vi consiglio The art of asking di Amanda Palmer: è un libro che mi ha davvero scombussolata e che secondo me lascia il segno.

E per finire… spoiler time.
Come dovremo aspettarci in Gold?
Ci copia/incolli qualcosa che ci lasci con l’acquolina in bocca fino alla prossima lettura?

In Gold dovete aspettarvi di tutto: è il più cupo della saga perché qui tiriamo le somme della guerra, e la guerra fa male. E come sempre, dovete aspettarvi che non vi dia tutte le risposte: non lo faccio mai, lascio sempre dei punti in sospeso perché i libri non possono finire nell’ultima pagina.
Ecco un anticipo:

“Gli ultimi istanti sono i più duri, come è successo con Martia, ma allora aveva Eve a dargli coraggio: ora Eve si limita ad eseguire, senza armonizzarsi con lui. Un ultimo finto battito, un ultimo scossone. Un ultimo finto respiro, un’ultima resistenza. L’ultimo anelito di vita, l’ultimo residuo di morte. E le ultime sensazioni di Horia, che Adam sente tutte, i suoi ultimi pensieri.
“Grazie, figlio mio”, ascolta con la mente e con ogni codice del suo essere.
E di colpo la tensione nelle sue mani si allenta, mentre Horia scoppia in pixel davanti ai suoi occhi e l’olonet si trasforma in cenere. La cenere cade a terra, i pixel si innalzano al soffitto, aleggiano ancora un istante al Confine, come una carezza sul volto di Adam e nelle sue orecchie, e poi è tutto finito.
Eve è già scomparsa in lui, quando riapre gli occhi per guardare i suoi amici.
Ora lo sanno anche loro: Adam trasforma ogni felicità in morte.
Ma c’è una cosa che non sanno, e che trasformerà altra felicità in morte.
«Io sono il figlio di Zero Uno.»”



Beh, direi che non c’è modo migliore per finire una recensione, o no?
Sicuramente Mirya ci ha lasciato con l’acquolina in bocca… e non potremo fare a meno di pensare spesso a Gold!
Intanto non ci resta che trovare dei romanzi che siano dei validi sostituti! Seguiteci su tutti i nostri social @AnniDiNuvole per sapere cosa stiamo facendo/cosa stiamo leggendo/cosa stiamo mangiando ;)
Un abbraccio e buona lettura!

Robi


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