Ciao nuvoline,
oggi vi parlo di un self che mi è piaciuto
tantissimo. Diciamo che sono un po’ di parte perché seguo l’autrice da anni e
anni… e anni. E ancora non ho capito perché, tra tutte le autrici self che ci
sono in giro e sono state scoperte e ora pubblicano con delle CE, la signora in
questione, nonostante le sue grandi doti che dovrebbero portarla lontano,
ancora non è stata notata.
Boh, io non so… il mondo funziona al contrario.
Ma noi, qui ad AnniDiNuvole, non ce la siamo lasciata sfuggire. E leggete fino in
fondo perché solo così potrete gustarvi una deliziosa intervista esclusiva!!
- Titolo: Beta
- Autrice: Mirya
- Romanzo autopubblicato, disponibile su Amazon e Kobo
- Pagine: 308
- Da leggere sì o no? ASSOLUTAMENTE!!
- Voto: 9
Voto copertina:
Mancano pochi giorni a Natale e Caleb Webster si
sta rigirando nel letto. È a casa per le vacanze, sia lui che Bug hanno
lasciato Upgrade per trascorrere quelli che dovrebbero essere giorni di gioia
con la famiglia. Ma non si sono lasciati in buoni rapporti.
Tutto a causa di quei suoi amici… per nulla alla
sua altezza. Cosa credeva, lei? Che lui avrebbe fatto i salti di gioia nel
saperla insieme all’Anomalia e agli altri a casa Dunn? Che avrebbe accettato
l’invito e avrebbe trascorso le vacanze a casa di quei Beta?
Ma assolutamente no.
La loro storia d’amore è troppo fresca per
condividerla con gli altri.
Lui non è pronto a condividerla con gli altri.
È durante questa notte insonne che,
improvvisamente, apparendo dal nulla, gli fa visita il fantasma dello zio
Sullivan, il fratello della madre che informa il nipote, sempre più incredulo,
stupito e shoccato, delle visite di tre spiriti durante le notti successive.
Perché Caleb sta facendo veramente un grande
errore nel non accettare l’invito di Leanne a casa Dunn. Un po’ per egoismo, un
po’ per paura di andare fuori dai soliti schemi che vengono inculcati in un
Gold fino dalla nascita, non si rende conto che questa potrebbe essere la
classica goccia capace di far traboccare il vaso e rovinare la sua relazione
con la Bug per sempre.
In un continuo alternarsi tra passato e presente,
ripercorriamo e accompagniamo Caleb nel percorso che lo porterà a prendere le
decisioni più importanti della sua vita.
Ma, soprattutto, lo accompagniamo in un’estenuante
scoperta di se stesso: scopriamo, con lui, che Caleb Webster è intrappolato in
una gabbia d’oro di doveri e costrizioni e assistiamo alla sua fuga, dolorosa e
a tratti non piacevole, verso la libertà.
La saga
Wired è composta in questo modo:
- Glitch (recensione QUI)
- Beta
- Gold
Sicuramente non devo ripetere ancora una volta le
ragioni per cui amo Mirya e il suo stile, giusto? Perché sono sicura che le
sapete a memoria… però forse non sapete perché ho amato questo romanzo, quindi è
meglio che mi dia una mossa.
Personalmente credo che la nostra Prof abbia fatto
centro ancora una volta. La tematica trattata nella saga è attuale e, al
contempo, innovativa. Per riprendere in breve il succo della situazione,
ricordiamoci che viviamo in un mondo sempre connesso alla rete e completamente
virtuale, dove alcune persone hanno sviluppato al loro interno una presenza:
l’Alter. Naturalmente c’è un Nemico Pubblico che vuole governare il mondo, Zero
Uno, e qualcuno disposto a sacrificarsi per il bene dell’umanità, Adam Freebody
e i suoi amici.
Se Glitch era concentrato sulla storia di Leanne,
sul suo passato e sul suo vissuto, Beta si concentra sul nostro Gold preferito.
Caleb.
Le aspettative del padre, la scoperta dell’amore e
dell’amicizia, la voglia di compiacere e contemporaneamente di essere se
stesso, di scoprire chi è veramente.
Tutte cose che apparentemente sono scontate, tutti
valori che dovrebbero essere esercitati da tutti. Da un Glitch, come da un
Beta, come da un Gold.
Eppure per i Gold non è così: sembrano essere
manovrati da qualcuno molto più in alto di loro.
In una costante alternanza tra passato e presente,
i fantasmi ci mostrano come Caleb ha passato i Natali durante la sua infanzia,
rigidi e privi di quel calore che dovrebbe contraddistinguere le feste e,
contemporaneamente, ripercorriamo il suo percorso ad Upgrade.
Questo ha certamente anche chiarito le idee del
lettore, lasciandolo, tuttavia, a bocca aperta e desideroso di avere un altro
romanzo di Mirya tra le mani per poter scoprire il rapporto che lega Adam e
Caleb (e che io non vi svelerò qui perché dovete
leggere Beta a tutti i costi).
Oserei dire che si tratta di un romanzo più
statico rispetto al precedente, forse perché, nonostante gli eventi siano
narrati da un’altra prospettiva, sappiamo già il loro corso. E quando vi verrà
l’intenzione di saltare qualche paginetta perché Ma questo passaggio l’ho già letto. Cosa potrebbe succedere di diverso?
ecco, è proprio in questo momento che alla storia che abbiamo letto un anno fa
si aggiungono altri particolari e arricchiscono la scena.
E ora, per rendere la nostra recensione ancora più
interessante, vi regaliamo un’esclusiva intervista. Ringraziamo Mirya per aver
accettato il nostro invito ancora una volta e speriamo di avervi spinto a
leggere questo romanzo perché è semplicemente
fantastico!
Bentornata
Prof!
Tutto
bene? Come sta procedendo l’anno scolastico? Buoni propositi per l’anno nuovo?
Beta è stato pubblicato a quasi un anno di distanza dal primo romanzo? Cos’è
successo in questi dodici mesi?
Cos’è
successo nel mondo dei Wired o nella mia vita? In entrambi i casi direi che
questo è stato un anno di completa disarmonia e zeppo di parole. Tutte
scurrili.
Nella scorsa
intervista ci dicesti che Caleb non avrebbe mai dato un nome al suo Alter.
Questo, infatti, è stato battezzato da Anne.
Jude.
Hai tratto
ispirazione dalla canzone dei Beatles “Ehi Jude” oppure semplicemente è
l’abbreviazione di Judas, il primo traditore?
Come
sempre entrambe le cose, più altre: c’è anche un altro Giuda tra gli Apostoli,
Giuda Taddeo, che potrebbe essere imparentato con Gesù e ha scritto un Vangelo,
e c’è il Giuda che ha dato il nome all’omonima tribù e poi al Regno di Giuda,
alla cui storia ho pensato. Giuda è un nome ricco di contraddizioni, di
avventure, di sacrifici, di dolore e di gloria, ed è l’ombra perfetta di Caleb.
Personalmente
credevo che la storia di Adam sarebbe stata svelata solo verso la fine di Gold,
invece no. Viene inserita al primo posto, all’interno del prologo di Beta.
Volevi
semplicemente torturarci con tutte queste informazioni sapendo che non avremmo
potuto farci niente perché Beta non è un romanzo al pari di Glitch, ma più
riflessivo e meno dinamico, oppure, ai fini della trama, c’è ben altro sotto?
Dovevo
intanto contestualizzare Byron, o la presenza del suo spirito come Annunciatore
e le cose che dice non avrebbero avuto senso. E credo che anche le immagini del
passato di Caleb siano più comprensibili al lettore che sa cos’è successo ad
Aleister e a Claire. Ma, come ho già scritto, il mondo dei Wired è un mondo
fatto di stringhe, di codici, di design. E queste cose possono essere
manipolate da chi le sta programmando, ovvero la vostra infida autrice. Poiché
non scrivo in forma di narratore onnisciente, ma guardo di volta in volta con
gli occhi dei personaggi, non è detto che quel che i personaggi vedono sia
proprio come appare. C’è un po’ di Giuda in tutti, no?
Già in
Glitch si intuisce che l’amicizia ha un valore molto importante. Eppure in Beta
vediamo che anche i Gold, che anche la nuova generazione Gold, non vede più
negli affetti una minaccia. Anche da un punto di vista “interraziale”. Come
credi che l’omofobia e soprattutto la xenofobia possano cambiare questo
sentimento?
Sai la
frase attribuita a Morgan Freeman: “Odio
la parola omofobia. Non è una fobia. Non sei spaventato. Sei solo un
coglione.”? Ecco, per certi versi in fondo la vedo anche io così, però so che
quella coglionaggine viene davvero dalla paura, che a sua volta viene
dall’ignoranza. Trovo difficile credere che una persona istruita, ma istruita
davvero, nella mente e nel cuore, possa avere dubbi sul fatto che siamo tutti
uguali.
Il mondo dei Gold è quello forse più ignorante e perciò più coglione, tra
le varie tipologie di Wired, perché sono talmente convinti di essere superiori
che non si interessano ad altro che a se stessi, e non si istruiscono – ecco il
rifiuto di studiare Storia con Mnesti, ed ecco il discorso a proposito del
professore. Ma nel momento in cui il gruppo di Caleb si scioglie dalle
convinzioni Gold, con una ribellione tanto più ferma quanto più graduale, ecco
che non ci sono più fobie – coglionaggini – che tengano, proprio perché nel
loro caso le catene si devono spezzare tutte o non se ne può spezzare nessuna.
Ed ecco Wang Mei, Boris, e poi l’accettazione di Beta e Glitch – nei confronti
dei quali, va detto, resta una bastardaggine che però non è più razzismo, ma
semplice abitudine agli sfottò. Perché in fondo i Gold si divertono così.
In che
misura credi che “Le colpe dei padri cadano sui figli” abbia condizionato le
scelte di chi vuole avere una vita diversa rispetto a quella dei propri padri?
In larga
misura; e credo anche che sia vero il contrario, e che le colpe dei figli
ricadano sui padri e sui genitori in generale. Penso sia il rapporto più
difficile di sempre, quello tra figli e genitori, il più distruttivo e
costruttivo, e quello che può fare tanto bene quanto male. A volte credo che
passiamo in fondo tutta la vita solo a scendere a patti con questo: il rapporto
coi nostri genitori, il rapporto coi nostri figli. E in fondo è sempre la
stessa storia.
Come mai
hai intitolato il romanzo Beta quando il protagonista è un Gold? Solamente la
voglia di rispettare un ordine inverso delle tre caste oppure è un riferimento
a ciò che affermi nel corso del romanzo, che in fondo Beta e Gold non sono così
diversi?
In questo
secondo volume conosciamo bene la casa di una famiglia Beta, i Dunn, e Caleb si
pone alcune domande a riguardo che forse sono passate inosservate ma che sono
importanti. Inoltre, a parte la divisione delle sezioni, c’è l’evoluzione delle
programmazioni: i Glitch sarebbero la versione più bassa, difettosa, i Beta
quella di prova, a metà, e i Gold la finale. Dunque: volumi uno, due e tre.
Autolesionismo,
nanofluidi… i metodi di Caleb per allontanarsi dal dolore sono alquanto
discutibili. Invece Mirya cosa fa quando ha una giornataccia?
Stappo una
Ceres, leggo un libro, abbraccio mio figlio e mio marito. Ma quando va proprio
male male, in genere io dormo. Cado in catalessi e mi risveglio solo quando
sono in grado di affrontare la situazione.
Nel futuro
proposto dallo spirito, Leanne ha totalmente rinnegato una parte importante di
sé. Come credi possa aver reagito Anne durante tutti quegli anni? Potrebbe aver
sviluppato dei sentimenti indipendenti rispetto all’umana, come l’amarezza, la
malinconia e l’abbandono?
Il
problema, piuttosto, è cosa ne sia di una Alter che è stata del tutto
estromessa dalla sua metà umana. Sopravvive come prima, in Gaia, oppure no?
L’Alter
non cessa di esistere solo perché sparisce in Gaia… ma nel frattempo che fa? Si
potrebbe separarlo definitivamente dal proprio umano?
Appunto, bella
domanda. Continua a chiedertelo.
Da
lettrice, qual è la scena che ti ha appassionato di più? Da scrittrice, quale
ti ha creato più problemi o non voleva proprio essere scritta?
Da
lettrice, la disintossicazione di Caleb. Credo che tutti nella vita prima o poi
ci siamo dovuti disintossicare da qualcosa o qualcuno, e credo che in
quell’esperienza di sogno/incubo si trovino le risposte o le domande più
importanti.
Da
scrittrice, è stata arduo scrivere la liberazione dell’Alter di Li dal Confine
in cui Caleb l’aveva rinchiuso. Ho scritto pezzi sparsi e poi li ho incastrati
in un tutto che spero organico, ma quella scena era confusa perché erano
confusi i personaggi in gioco e io dovevo vedere oltre la loro confusione.
Qual è la
tua canzone di Natale preferita?
Una è troppo poco, devi darmene almeno tre: Let It
Snow, The Angel At The Top Of My Tree e All I Want For Christmas Is You. Ma poi tutte, davvero, tutte: le ascolto anche in agosto.
Quanto e
come credi che l’egoismo sia in grado di cambiare un rapporto? In alcuni
atteggiamenti Caleb è egoista oppure ha semplicemente paura di essere giudicato
e abbandonato?
Non sono
la stessa cosa?
Oltre alle
canzoni di Natale, hai ascoltato qualcosa di particolare durante la stesura?
Di sicuro Non, Je Ne Regrette Rien
e Di Sole E D’Azzurro, che cito alla fine, ma ovviamente anche Breathe. E poi
Happy Ending, che è un po’ la colonna sonora di tutta la saga.
E ora…
facciamo due chiacchiere. Giusto due ;)
Cosa c’è
sul tuo comodino in questo momento? Che romanzo, self o edito da qualche CE, ci
consigli di leggere?
Sul comodino
ho un saggio su Alessandro Magno, Piccole donne e qualche fumetto; il fatto è
che ormai leggo pochissimi cartacei e spesso restano lì fermi a lungo. Sul
kindle sto rileggendo Endymion di Dan Simmons, il quarto dei Raven Boys di
Maggie Stiefwater in inglese (The Raven King), Moby Dick su cui sono ferma da
un bel po’, un romance (Tè, zucchero e segreti) e un libro sullo yoga.
Io vi
consiglio The art of asking di Amanda Palmer: è un libro che mi ha davvero
scombussolata e che secondo me lascia il segno.
E per
finire… spoiler time.
Come
dovremo aspettarci in Gold?
Ci
copia/incolli qualcosa che ci lasci con l’acquolina in bocca fino alla prossima
lettura?
In Gold
dovete aspettarvi di tutto: è il più cupo della saga perché qui tiriamo le
somme della guerra, e la guerra fa male. E come sempre, dovete aspettarvi che
non vi dia tutte le risposte: non lo faccio mai, lascio sempre dei punti in
sospeso perché i libri non possono finire nell’ultima pagina.
Ecco un
anticipo:
“Gli ultimi istanti sono i più duri, come è
successo con Martia, ma allora aveva Eve a dargli coraggio: ora Eve si limita
ad eseguire, senza armonizzarsi con lui. Un ultimo finto battito, un ultimo
scossone. Un ultimo finto respiro, un’ultima resistenza. L’ultimo anelito di
vita, l’ultimo residuo di morte. E le ultime sensazioni di Horia, che Adam
sente tutte, i suoi ultimi pensieri.
“Grazie, figlio mio”, ascolta con
la mente e con ogni codice del suo essere.
E di colpo la tensione nelle sue
mani si allenta, mentre Horia scoppia in pixel davanti ai suoi occhi e l’olonet
si trasforma in cenere. La cenere cade a terra, i pixel si innalzano al
soffitto, aleggiano ancora un istante al Confine, come una carezza sul volto di
Adam e nelle sue orecchie, e poi è tutto finito.
Eve è già scomparsa in lui,
quando riapre gli occhi per guardare i suoi amici.
Ora lo sanno anche loro: Adam
trasforma ogni felicità in morte.
Ma c’è una cosa che non sanno, e
che trasformerà altra felicità in morte.
«Io sono il figlio di Zero Uno.»”
Beh, direi che non c’è modo migliore per finire
una recensione, o no?
Sicuramente Mirya ci ha lasciato con l’acquolina
in bocca… e non potremo fare a meno di pensare spesso a Gold!
Intanto non ci resta che trovare dei romanzi che
siano dei validi sostituti! Seguiteci su tutti i nostri social @AnniDiNuvole per sapere cosa stiamo
facendo/cosa stiamo leggendo/cosa stiamo mangiando ;)
Un abbraccio e buona lettura!
Robi
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