Buon pomeriggio ragazzi :)
oggi, per l’appuntamento con #amicaCE, vi parlerò
di un libro uscito alcuni mesi fa e che avrei dovuto recensire già da un po’,
ma, per un motivo o per un altro, è rimasto in attesa.
Beh, adesso è arrivato il suo turno! Ringraziamo
la Casa Editrice Triskell Edizioni
che ci ha inviato…
- Titolo: Fidanzato
di scorta
- Autore: River
Jaymes
- Casa Editrice:
Triskell Edizioni
- Pagine: 224
- Da acquistare sì o
no? Sì :)
Quali sono i sintomi di un cuore spezzato? Alec lo
sa benissimo: perdita di appetito, insonnia, dubbi esistenziali sul futuro e
una voglia pazzesca di rannicchiarsi in un angolino in posizione fetale e
piangere tutte le sue lacrime. Un effetto collaterale di tutto questo è che la
mancanza di sonno lo spinge a compiere azioni stupide, come comprare una moto.
E non una semplice Kavasaki oppure una Honda, ma una Harley Davison, un genere
decisamente non adatto a lui. Una moto che non riesce nemmeno a mettere in
moto… figuriamoci a guidare.
Disperato, e sull’orlo dell’ennesima crisi di
nervi, si rifugia nell’officina che gli ha consigliato un amico “Adam’s Vintage Motors” e incontra Dylan,
il meccanico, che non solo lo aiuta a rimettere in sesto la sua moto, ma
accetta anche di dargli delle lezioni di guida.
Dylan è il tipico ragazzo selvatico che non lascia
che nessuno si avvicini a lui, eppure quando è con Alec non riesce a essere
così pungente come con gli altri. I lati più acuti del suo carattere vengono
smussati e lui stesso si morde la lingua pur di non dire qualcosa di sbagliato.
E quando Tyler, l’ex di Alec, si presenta a casa
con il suo nuovo ragazzo Dylan non riesce a trattenere il suo istinto da bravo
ragazzo, abbraccia Alec e dice a Tyler di non preoccuparsi perché non è il solo
ad essersi consolato in fretta.
E loro hanno anche un’altalena del sesso da usare
ogni volta che vogliono.
C’è solo un piccolo dettaglio non indifferente.
Dylan non è gay.
O almeno pensa di non esserlo… anche se ogni volta
che bacia Alec dentro di sé si scatena qualcosa che non sa ben definire. La
loro dovrebbe essere una relazione puramente platonica, non dovrebbero nemmeno
vedersi. Dylan dovrebbe concentrarsi solo sulla sua officina e Alec sullo
studio medico che si vede costretto a portare avanti con il suo ex. Ma possono
provare a essere amici, giusto? Non c’è nulla di male se si vedono per una
birra oppure per commentare una partita di football alla tv.
Va tutto bene, l’importante è che non entrino in
gioco i sentimenti.
Eppure è difficile perché loro si trovano così
bene insieme…
E quando, complice una festa e tanto alcool, Alec
tenta un approccio molto diretto a Dylan, lui non si lascia intimorire e dà
sfogo a tutti i suoi desideri e alle sue curiosità. Non è mai un amante delle
etichette e men che meno lo è adesso.
Gay, etero… a chi interessa? Lui vuole star con
Alec, svegliarsi con lui la mattina, andare a fare un giro in moto, vedere una
partita di football. Queste sono le cose che contano, non le definizioni e i
limiti mentali.
Ma Alec la penserà allo stesso modo o preferirà
avere una relazione con un ragazzo che non ha paura ad ammettere chi è al mondo
intero e non continuare a nascondersi come ha sempre fatto per tutta la vita?
Leggete e scoprirete ;)
Non sembra, ma questo libro tratta di tematiche
molto importanti. Come avrete potuto tranquillamente capire dalla trama, si
tratta di un romanzo M/M romance e tratta di molti punti importanti per il
mondo gay. Uno di questi è l’HIV un argomento del quale non se ne parla mai
abbastanza e che, ricordiamo, ha mietuto innumerevoli vittime. Alec e Tyler
hanno aperto un centro per aiutare questi ragazzi, così come quelli che sono
stati “disconosciuti” dai propri genitori e si ritrovano per strada senza un
aiuto.
Alec è stato un ragazzo fortunato: i suoi genitori
non hanno battuto ciglio quando ha fatto coming-out, anzi sua madre si è
battuta con lui per affinchè alla comunità gay venissero riconosciuti i diritti
delle coppie etero.
È un libro contro le etichette: Dylan non ha mai
pensato di poter amare un ragazzo prima di Alec. È cresciuto per strada
contando solo sulle proprie forze e su Adam, proteggendolo come un fratello e
soffrendo terribilmente quando l’HIV ha deciso di portarglielo via, così
giovane e con ancora tutti i progetti da realizzare.
Dylan, e l’autrice, sembra voler porre ai lettori
questa domanda molto importante: “Rientrare in una categoria è così importante?
Non è meglio essere se stessi, senza paura delle conseguenze?”.
Beh, cari amici di Anni, rispondo volentieri a
questa domanda dicendo che sono pienamente d’accordo con la filosofia di
pensiero di Dylan. La vita è breve e dovrebbe essere vissuta senza rimpianti,
senza se e senza ma, solo con un sorriso e la certezza di star facendo la cosa
giusta non perché è imposta dalla società, ma perché sentiamo di viverla
proprio in quel modo.
Collegando questo libro alla realtà che ci
circonda, sono molto contenta che in Irlanda, al referendum per le unioni gay,
abbia vinto il sì. Purtroppo il cambiamento, soprattutto di mentalità, sarà un
processo lungo e difficile e non potrà avvenire tutto in una notte, ma
l’Irlanda prova che effettivamente sta avvenendo un cambiamento nel mondo.
Voi cosa ne pensate di questo argomento?
E del libro? Vi è piaciuto, avente in programma di
leggerlo?
Fateci sapere in un commento oppure sulla pagina
fb del blog! Se la recensione vi è piaciuta, spolliciate il +1 :)
Robi